Friday, January 20, 2012

5 domande 5 about: il 12-7

1.      Zen, 12-7, secondi a Ovest, not bad
“Eravamo 7-6, confinati al settimo posto della Western Conference, nella landa di nessuno, veramente in difficoltà, la squadra stanca e priva di energie, Kobe in netto calo, braccato, forzava segnando poco più di 20 a partita ma prendendosi 30 tiri. Il Triangolo non si sviluppava.”
2.      Poi cosa è successo?
“Tre cose: abbiamo tesserato Gary Neal dai free agent per aggiungere pericolosità da tre, togliere pressione difensiva su Kobe e dare maggior difesa contro i play avversari che ci stavano massacrando. Abbiamo completato la rosa in essere da quest’estate, con l’ufficializzazione dell’arrivo di Patrick Mills in cambio di T.J. Ford, e abbiamo prolungato per un'altra stagione i contratti di Andrè Miller e Zydrunas Ilgauskas. Sembra una cosa da poco, ma questo è stato un aspetto fondamentale perché ha tolto dalle spalle di Miller e “Z” l’etichetta di “giocatori solo di passaggio” e li ha fatti entrare all’interno di un progetto biennale. La squadra, sicura di essere la stessa anche l’anno prossimo, si è così compattata e fortificata.”
3.      E con gli ormai famosi “tre playmaker” i Lakers si sono ripresi.
“Andrè Miller è la saggezza, l’uomo che detta i ritmi, che dà esperienza. Gary Neal l’energia difensiva, primo cambio del play titolare, un microwave subito pronto all’uso. Patrick Mills sta studiando da futuro “nuovo Fish”, avrà in mano i Lakers tra due anni. Tre play diversi tra di loro, che si integrano l’uno nell’altro e, soprattutto, non si contestano i minuti. Titolare parte Miller, ma poi gioca chi è più utile per quella determinata partita.”
4.      In settimana sono successi due eventi
“Già, i 52 punti di Kobe nel primo tempo contro gli Houston Rockets e i 38 di Ebanks contro i New York Knicks. Incredibile. Ogni tanto nei 2k-Universi esplodono queste "nane bianche" che ci lasciano uno spettacolo indescrivibile. Ma sono di brevissima durata e dobbiamo solo considerarli come tali. Non dobbiamo distrarci da un campionato ancora indecifrabile.”
5.      Nessuna squadra domina, “piccole” come Warriors e Nets in testa a Ovest e Est, Dallas al 38% di vittorie, Miami in difficoltà (quinta), Chicago settima nella Eastern Conference…
“Al momento la classifica è un gran casino. Ha presente quegli aggeggi natalizi sottovetro che fanno la neve quando li capovolgi? Ecco, più o meno così. E’ tutto mescolato, tutto incerto e le squadre sono tutte ammassate, dunque non ci si possono permettere passi falsi. Ora siamo attesi da ben cinque trasferte consecutive, una di queste a Boston, seconda a Est. E’ il momento cruciale della nostra regular season. Vinciamone quattro e lotteremo per il primato a Ovest: perdiamone tre e saremo ai margini dei playoff.”

9 comments:

  1. L'assenza di un tiratore io l'avevo paventata in tempi non sospetti, sono contento che ti sei ricreduto in tal senso.
    Credo che per te sia comunque sufficiente rimanere in zona playoff e che non sia necessaria la corsa al primo posto. Basta mettersi al riparo da brutte sorprese. La squadra ha tutti i mezzi per ribaltare il fattore campo ovunque.

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    1. Esatto! Infatti, proprio in base a quella considerazione, poi ho agito di conseguenza, portandone a casa addirittura due di tiratori (sia Gary Neal, sia Patrick Mills, infatti, sono eccellenti triplisti).

      Si può dire che è stata la svolta. Prima tutto ricadeva sulle spalle di Kobe, con il risultato che lui era costantemente sotto pressione di risolvere ogni attacco sul perimetro e che la difesa poteva tranquillamente concentrarsi su di lui (l'altro risultato era che la manovra era statica, che Kobe era costretto a forzare l'inverosimile perchè non poteva "scaricarla sul perimetro", e che le sue percentuali crollavano): ora con l'aggiunta di Neal e Mills, Kobe è più libero, Artest è più libero e la difesa avversaria deve concentrarsi su tutti.

      Per i playoff il mio unico obiettivo è "evitare gli Oklahoma City Thunder". Attualmente sono quarti, sono una mina vagante impazzita che possono occupare qualsiasi posizione. Se ci butta male possiamo trovarceli di fronte anche al primo turno dei playoff e dunque uscire, perchè contro OCK non ce la facciamo.

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  2. Non mi darei per spacciato contro i Thunder. Sicuramente giocano ad un'altra velocità, probabilmente insostenibile per te, ma ai playoff i ritmi si abbassano, di parecchio anche. Non so come hanno agito sul mercato (da me hanno aggiunto Scola che secondo me è un fit perfetto per loro), ma il tuo reparto lunghi per loro è un rebus; tra Ebanks, Artest, Barnes, Millis e Neal due presentabili in difesa contro Durant e Westbrook li puoi trovare; nelle gare tirate conta molto l'esperienza e la clutchness e in questo Kobe è maestro. Infine, la componente umana che dà alla squadra quel quid in più che può risultare decisivo. Non partiresti favorito, ma neanche battuto.
    Il discorso "tiratori" era fin troppo evidente. Lo puoi vedere anche nel mondo reale. I Lakers attaccano male anche perché, nonostante prendano tiri decenti, sono ultimi nella percentuale dal campo nel tiro da 3. La difesa si adegua, lascia ai tiratori spazio perché quando fanno canestro si sente urlare "Goal!" ed intasa l'area...

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  3. Right. In realtà il triplista da prendere sul perimetro era già previsto fin dall'estate (Mills, appunto) solo che ce l'avevano soffiato. L'unico play con lo stesso overall nei freeagent da scambiare alla pari per Mills era T.J. Ford, ma da questa edizione non si possono scambiare giocatori appena firmati se non passano prima 30 giorni dalla firma.
    Dunque pensavo che per quei 30 giorni si poteva anche resistere senza un play scardinadifese da fuori. Non pensavo che invece non si sarebbe potuto resistere per neanche una settimana!

    Sicuramente ho tutte le armi per contrastare gli OKC, ma loro velocità doppia è comunque superiore e tra i giocatori citati, solo Ebanks può tenere il primo passo di Durant e/o Westbrook. Nè Artest, nè Mills, nè Neal, nè Barnes posso fermarli sul primo passo. La chiave è dunque attaccare bene e segnare con alte percentuali, per poi difendere a difesa schierata, però la maggior parte dei break tagliagambe gli OCK li fanno quando sbagliamo il tiro e in un secondo sono già di là a schiacciare in contropiede. E questo ti demolisce, perchè te cerchi di segnare eseguendo gli schemi alla perfezione, loro ti rispondono in un secondo senza costruire nulla che non sia una corsa alla Usain Bolt con schiacciata devastante inarrestabile.

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  4. Dan Peterson poco fa su Sportitalia in merito ai cambiamenti nella Nba

    "O tu hai in campo almeno due velocisti, oppure non puoi più competere"

    Credo che spieghi in pieno del perchè OKC, Miami e Chicago mi battono fisso.

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  5. Sapresti elencarmi i due velocisti dell'anno scorso di Dallas? Spero non siano Terry e Barea...Quelli dei Lakers e dei Celtics di due anni fa? Non riesco neppure a ricordare quelli dei Magic 2009. E posso tornare indietro per molto tempo. Come diceva una nota pubblicità, "La potenza è nulla senza controllo!".
    Sei fisicamente inferiore, è assodato, ma non stiamo parlando di una squadra di NFL contro il reparto geriatrico di un ospedale qualsiasi. Loro possono correre il campo, ma a difesa schierata sono molto meno temibili. Dunque è normale che vogliano correre il campo ed imporre il proprio gioco. I tuoi rendono al meglio a difesa schierata. Chi delle due squadre è superiore nel costringere l'avversario ad adattarsi alle sue caratteristiche, tendenzialmente vince le partite.

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  6. Infatti dopo che l'ha detto stavo proprio pensando ai Mavs 2011, ai Lakers 2009-10, ai Celtics 2008 e così via.

    In realtà Dan Peterson e Bagatta stavano parlando della nuova tendenza Nba degli ultimi anni che fa la differenza, ovvero i playmaker veloci e della necessità di avere in squadra uno che sappia difendere sui playmaker veloci: sembrava un discorso tarato proprio sui miei Lakers pre "tre playmaker" e post "tre playmaker" (in quanto Neal e Mills sono stati presi anche per difendere sui play veloci).

    Però il discorso di Peterson si tara perfettamente su quello che mi hanno fatto contro negli ultimi due anni OKC (115-88 ci hanno distrutto last year), Bulls (siamo finiti sotto di 30 last year) e Heat (2-4 in Finale). Ci hanno demolito così. E' naturale che sono fermabili, ne sei la prova vivente, altrimenti non avresti battuto OKC in game 7 e vinto 4-2 contro gli Heat. Però a me sono indigeste a bestia queste squadre qui. Non a caso, sommandole tutte, contro OKC+MIA+CHI ho un record di 3-8 (le tre vittorie tutte ottenute contro gli Heat)

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  7. Che ormai le combo-guard spopolino in NBA è assodato e che la velocità dei play sia uno dei punti più ricercati pure. I vari Rose, Ellis, Wall, Westbrook, Curry, Jennings, Lawson, Parker, Rondo e compagnia cantante viaggiano a velocità supersoniche. Non ricordo dove l'ho sentito, ma Rose sui quaranta metri è praticamente ad un soffio dal record del mondo dei 100 metri piani. Quindi è difensivamente importante avere in squadra un giocatore che possa almeno tenere testa a questi "novelli Perseo". Però nel basket, nonostante i piccoli possano essere decisivi più dei lunghi, l'organizzazione di gioco e l'altezza sono fondamentali. Giusto per ribadire la mia tesi, andiamo a vedere le squadre che hanno vinto negli ultimi 12 anni e vediamo chi erano i loro lunghi:
    2011-Dallas-Nowitzki+Chandler
    2010-2009-Lakers-Gasol+Odom+Bynum
    2008-Celtics-Garnett+Posey+Perkins
    2007-Spurs-Duncan+Oberto
    2006-Miami-Shaq+Mourning
    2005-Spurs-Duncan+Horry
    2004-Pistons-Ben e Rasheed Wallace
    2003-Spurs-Duncan+Robinson
    2002-2001-2000-Lakers-Shaq+Horry+(Grant)
    1999-Spurs-Duncan+Robinson
    Potrei andare avanti fino a Mikan, il succo del discorso resta lo stesso: il gioco si evolve e nel basket contestualmente un giocatore di 1.70 può essere più decisivo di un cinese di 2,27 (al quale si erano dimenticati di montare le palle purtroppo), ma senza lunghi non si va da nessuna parte. Tu hai probabilmente il reparto lunghi migliore della lega, sicuramente quello più eclettico e con più soluzioni, dunque sei "obbligato" a pensare in grande perché hai un vantaggio che è congenito nella struttura stessa della squadra.
    Tutto ovviamente per come vedo io il basket e per quella che è la mia opinione.

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    1. Non c'è dubbio, il pivot è fondamentale e Gasol-Bynum è senza dubbio la miglior coppia di lunghi del torneo. Però c'è anche tutto il resto: tipo i Bulls dei sei titoli con Cartwright e Longley come pivot... eh però avevano Jordan e Pippen (e PJ).

      Intendo dunque che nel complesso Thunder, Heat e Chicago sono più forti dei Lakers, nonostante i Lakers abbiano il reparto lunghi migliore (e pure Bryant). Però in quel "nel complesso" ci racchiudo anche energia, gioventù, forza fisica e, appunto, innovazione.

      La trazione anteriore di Thunder, Bulls e Heat è travolgente per i Lakers. Lo è l'attitudine a rimbalzo dei vari Deng, James, Wade, Westbrook, Durant, al massimo dell'energia fisica ed esplosiva.

      Senza considerare la capacità di produrre canestri facili. Se i Lakers rubano palla, ad esempio, devono poi comunque organizzare l'attacco. Se la rubano gli Heat, i Bulls o i Thunder in due secondi è canestro in contropiede.

      E' questa energia qui che fa la differenza, il rapporto tra le età delle squadre. Tre squadre sono all'apice della loro potenza fisica/esplosiva, una (i Lakers) sono al limite invalicabile del declino, con molti giocatori in fase calante. Al massimo della loro forma (biennio 2009-2010) questi Lakers sarebbero i migliori, ma purtroppo siamo nel 2013 e le età, anche a difesa schierata, si sentono.

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