La foto della partita arriva a 6’14” dalla fine. Mike Bibby, veterano di mille battaglie, fa tre palleggi tra le gambe sul posto e poi lascia partire la freccia infuocata in faccia a Fisher. Bucket. Lakers 69, Heat 88. Tornando in difesa, Bibby fa un “no no” con il dito indice rivolto alla panchina yellowiola, alla Dikembe Mutombo.
“Stavolta non ce n’è”, sembra volerci dire il play 34enne che si ricorda ancora bene quando qui allo Staples venne fatto fuori in garasette con la maglia dei Sacramento Kings, nei playoff del 2002. Stavolta no.
Miami espugna lo Staples anche in garadue (92-105) e ipoteca il titolo NBA portandosi in vantaggio per 2-0, con tre gare ora da giocare all’AA Arena. Mai in carriera il Barbatrucco era finito sotto 0-2 nei playoff. Mai aveva perso una Finale delle dodici fin disputate. Ma here per i Lakers sembra proprio non esserci scampo.
Gli Heat, once again, ci sovrastano, stritolandoci con una difesa granitica, forte della maggior energia e fisicità che LeBron & Co. debordano sul parquet. Ma ancora una volta è dalle retrovie che arrivano le pugnalate sanguinolente:l’Mvp ombra, once again, è Udonis Haslem. Parte in quintetto da “pivot atipico” e annulla letteralmente Bynum, che cerchiamo costantemente per metterlo in ritmo dopo l’inesistente garauno. Ma non c’è niente da fare. Haslem se lo lavora ai fianchi, gli impedisce di girarsi, gli contesta ogni tiro, Bynum si innervosisce, sbaglia 5 dei primi 6 tiri e viene letteralmente cancellato. Al resto ci pensa LeBron? No. Finiamo a -19 a sei minuti dalla fine nonostante il Brone abbia disputato una gara ai margini, con 14 punti e 6/21 al tiro… E se perdiamo anche col Prescelto così... I veri protagonisti sono stati Chris Bosh (Mvp con 22 punti e 9 rimbalzi), Mario Chalmers (letale con 24), Dwyane Wade (20) e la difesa granitica di Ilgauskas e Haslem (anche 8 punti e 11 rimbalzi per lui). Ma non sono i singoli, è la coralità diffusa degli Heat che ci sta letteralmente mettendo in ginocchio. Gli attacchi furiosi arrivano da tutte le parti, la circolazione di palla è magistrale e noi vecchi, lenti e stanchi non riusciamo a stargli dietro. Kobe è stritolato (28 punti ma con 10/27 al tiro…), Artest è ancora una volta nullo (5 punti, 2/9 al tiro) e Miami ci svetta sopra la testa con un atletismo sfinente, concedendosi secondi, terzi e a volte quarti tiri con i rimbalzi offensivi. Il dato dei rebounds è implacabile: Lakers 35, Heat 55!
Gli Heat, once again, ci sovrastano, stritolandoci con una difesa granitica, forte della maggior energia e fisicità che LeBron & Co. debordano sul parquet. Ma ancora una volta è dalle retrovie che arrivano le pugnalate sanguinolente:l’Mvp ombra, once again, è Udonis Haslem. Parte in quintetto da “pivot atipico” e annulla letteralmente Bynum, che cerchiamo costantemente per metterlo in ritmo dopo l’inesistente garauno. Ma non c’è niente da fare. Haslem se lo lavora ai fianchi, gli impedisce di girarsi, gli contesta ogni tiro, Bynum si innervosisce, sbaglia 5 dei primi 6 tiri e viene letteralmente cancellato. Al resto ci pensa LeBron? No. Finiamo a -19 a sei minuti dalla fine nonostante il Brone abbia disputato una gara ai margini, con 14 punti e 6/21 al tiro… E se perdiamo anche col Prescelto così... I veri protagonisti sono stati Chris Bosh (Mvp con 22 punti e 9 rimbalzi), Mario Chalmers (letale con 24), Dwyane Wade (20) e la difesa granitica di Ilgauskas e Haslem (anche 8 punti e 11 rimbalzi per lui). Ma non sono i singoli, è la coralità diffusa degli Heat che ci sta letteralmente mettendo in ginocchio. Gli attacchi furiosi arrivano da tutte le parti, la circolazione di palla è magistrale e noi vecchi, lenti e stanchi non riusciamo a stargli dietro. Kobe è stritolato (28 punti ma con 10/27 al tiro…), Artest è ancora una volta nullo (5 punti, 2/9 al tiro) e Miami ci svetta sopra la testa con un atletismo sfinente, concedendosi secondi, terzi e a volte quarti tiri con i rimbalzi offensivi. Il dato dei rebounds è implacabile: Lakers 35, Heat 55!
Noi stiamo sempre sotto, Miami esce subito fortissima dai blocchi di partenza (13-22) e la minima speranza la nutriamo solo all’intervallo, quando Fisher segna una bomba a 9 decimi dalla sirena regalandoci un miracoloso -3 (42-45). Ma è solo un fuoco di paglia. Noi ci scontriamo sui contatti durissimi degli Heat, gli arbitri non fischiano nulla, ci innervosiamo, perché a noi ci sanzionano anche i sospiri. Così come in garauno, la metà del terzo quarto ci è fatale. E’ lì che Chris Bosh domina le scene, è lì che finiscono le nostre possibilità di vincere l’anello. 0-2 guys, serve l'impresa memorabile.
Non puoi arrenderti. Sono le Finals, hai Kobe Bryant e la maglia è quella gialloviola dei Los Angeles Lakers! Non importa come, anche tirando 50 volte da dentro l'area, ma devi provare a rialzarti! Vai a Miami, vinci gara 3 e riapri la serie!
ReplyDelete"E' finita si dice alla fine" ho scritto sulla lavaglia dello spogliatoio... Ma resta il fatto che Miami qui è di un altro pianeta: del resto in questi playoff non solo ne hanno vinte 14 su 15, ma ne hanno D O M I N A T E 14 su 15! Con distacchi abissali contro tutti.
ReplyDeleteSe 'per qualche motivo sconosciuto (più giorni di riposo?) si equiparano le energie, forse possiamo sperare di portarne a casa una, ma in questo momento stiamo andando a due velocità diverse. Ci stanno devastando: fossero solo LeBron e James non sarebbe un problema, ma gli attacchi arrivano da tutte le parti: Chalmers, Jones, Bosh, Juwan Howard, Ilgauskas, Haslem, Bibby.
Sembrano tutti in missione per conto di Spoelstra. Sono arrivati a queste Finals nella forma migliore in assoluto.
Ti capisco benissimo, io stesso ho dovuto fare le umane e le divine cose per portarne a casa 2. Il "mio" Kobe è ormai completamente consumato, ha finito la benzina e va a fiammate. Gioco un basket molto più brutto e prevedibile rispetto a quello che mi ha portato qua, ed il merito è anche di Miami che sporca quasi tutte le traiettorie di passaggio. Nonostante gli Heat mi siano superiori, io forzo la situazione. Almeno la metà dei miei punti è stata prodotta nel pitturato e quando qualcuno si avvicina al mio canestro lo butto a terra a costo di finire la partita in quattro(ho concesso anche falli su tiro da tre...). Per me "vincere non è importante, è l'unica cosa che conta" e farò tutto ciò che è necessario per vincere altre due gare di questa serie. E se il necessario è giocare male e difendere ai limiti del fallo, lo farò.
ReplyDeleteNon mollare e vai ad espugnare l'American Airlines Arena!
La chiave sta proprio nei falli. Fino ad ora sia in garauno, sia in garadue, a Miami non veniva fischiato nulla, a noi anche i sospiri. Bryant entra in area per il lay-up, James gli salta addosso (e già qui sarebbe fallo automatico), lo schianta a terra e il risultato qual è? Due tiri liberi per Kobe? No, palla persa, contropiede Heat e dunk facile.
ReplyDeleteMa la cosa che salta agli occhi è l'energia diversa tra le due squadre. Noi siamo alla frutta, Miami sembra essersi appena seduta a tavola.
Ma intanto... proprio alla luce della cognizione di causa di questi Heat, rimango letteralmente strabiliato dal tuo 3-1! G R A N D I S S I M O ! Certamente l'assenza di Bosh in garaquattro ha inciso (era fuori per mal di testa?!) ma l'impresa resta! Non è fatta, perchè con questi Heat non si sa mai, ma James si conferma in calo quando la serie entra nel vivo e ne devi vincere soltanto una per alzare al cielo il Larry O'Brien Trophy, mentre gli Heat ne devono vincere ben tre.
Il 3-1 ha un nome ed un cognome: Derek Fisher. Quella tripla allo scadere di gara 2 ha girato la serie nel senso più assoluto del termine. Gli Heat erano ormai certi del 2-0, li ho costretti ad un supplementare e l'ho vinto allo scadere. Fino ad allora erano 13-1 nei playoff ed improvvisamente hanno perso una gara già vinta. Già in gara 3 non erano più inarrestabili, ma in gara 4 sono definitivamente implosi. È la loro peggior partita di questi playoff ed hanno perso tutte le loro certezze. Ovviamente non li do per morti, sarebbe un errore grossolano, ma la situazione psicologica si è incredibilmente ribaltata.
ReplyDeletePS: Bosh sostanzialmente non ha giocato per il mal di testa...quando si definisce un "campione" la mente va esattamente nella direzione opposta a Chris Bosh!
E qui sta l'altro fattore incredibile di nba2k12, ovvero l'energia emotiva, una cosa incredibile. Example, i campioni in carica di Dallas che nei miei playoff entrano da settimi, ribaltano due fattori campo in due turni, finiscono 1-3 contro di noi e arrivano ad un tiro dal portarci a garasette. Idem gli Spurs, nonostante le mazzate ricevute nelle prime tre gare della serie (gare vinte da loro, rigirate miracolosamente da noi), che non mollano di un millimetro.
ReplyDeletePoi ci sono i Miami Heat, squadra emotiva, soprattutto in James, ma anche in Chris Bosh. Una squadra che "se perde le occasioni", se finisce sotto, poi non ci crede più. Viceversa, se "finisce sopra" (come il 2-0 contro di me) moltiplica le energie e si esalta. Questo è un altro degli aspetti di nba2k12 che mi ha lasciato sbalordito per tutta la stagione: l'esperienza e il crederci sempre delle squadre veterane e l'emotività di quelle giovani.
Right, quella bomba di Fisher ha cambiato tutto e quella sconfitta allo scadere dell'overtime è stata un'inizione al curaro. In caso di vittoria del titolo al Venerabile Maestro va eretta una statua fuori dallo Staples Center!