E la solita, devastante, differenza di energia che si manifesta subito alla prima azione quando Dwyane Wade affonda una dunk “and one” in faccia a Bynum e l’intera American Airlines Arena tutta in bianco che esplode in una supernova. Da lì in poi è un massacro. Kobe non solo non riesce ad entrare in partita, completamente stritolato dalla difesa Heat, ma nemmeno riesce a ricevere: chiuderà con 16 punti, 5 falli, 7/17 al tiro e tutto l’ultimo quarto in panchina con la testa china. Spossato. Svuotato. Sconfitto.
Miami, invece, è uno schiacciasassi nucleare e Eddie House - invisibile nelle prime due partite - è la sua variabile impazzita odierna: spacca in due la partita nel secondo quarto quando in coabitazione con Jones esplode 4 bombe consecutive che ci cancellano, mentre Wade segna canestri impossibili allo scadere dei 24” che ci fanno cadere le braccia. Non ce n’è proprio e il solito dato dei rimbalzi dominati dagli Heat (47-39) fotografa la situazione: più energici, più atletici, più in forma, più tutto. Noi sembriamo quelli della serie con i Mavericks last year. Un crollo inspiegabile, con i giocatori in ritardo su tutto e che vanno a rimbalzo senza saltare. Con tutte tutte ma proprio tutte le palle vaganti che ci passano davanti ai piedi ma che finiscono a Miami soltanto perché noi non ci degnamo a chinarci per raccoglierle... Inaccettabile. Nel secondo quarto, dove si è decisa la partita, tiriamo col 27%...
È veramente un colpo pesantissimo. Forse quello del K.O. . Resta l'ennesimo titolo di Conference, resta il fatto che il gruppo è ai vertici da circa 5 anni, ma forse è il colpo del K.O. definitivo. La serie non è finita, ancora c'è una flebile speranza Bysumana di ribaltare lo 0-3, ma sarebbe un miracolo.
ReplyDeleteSmaterializzati. I telecronisti dell'LA Times stanno cercando di rintracciare il Bysumano per intervistarlo, ma sembra scomparso nel nulla.
ReplyDeleteA LA Land è già tempo di processi, perchè ovviamente la coppa di cristallo di Western Conference Champions non interessa a nessuno here, ma però va tenuta presente come "metro di valutazione".
Una squadra del genere, arrivata prima nella Western Conference e arrivata comunque alle Finali Nba, merita un'altra chance, oppure va totalmente ricostruita da subito?
Credo che per rispondere alla domanda sia necessaria una profonda riflessione. Da un lato c'è la necessità di mantenere la squadra competitiva e che costringerebbe a scelte difficili e rischiose (io stesso ho in mente una trade che potrebbe riscrivere gli equilibri ad Ovest, ma se ne parlerà solo dopo l'eventuale viaggio alla Casa Bianca); dall'altro c'è la presenza di un nucleo che ha già dimostrato di saper arrivare in fondo e che sicuramente meriterebbe una nuova opportunità. Devi fare le tue valutazioni: la squadra è in grado di competere per il titolo così com'è, ha bisogno di piccoli ritocchi o necessita di una rivoluzione strutturale?
ReplyDeleteRight. Vanno fatte valutazioni molto attente e precise, perchè davanti ci sono vie molteplici ed il rischio è altissimo.
ReplyDeleteE sorgono domande: quale numero 4 è più forte di Gasol? Quale difensore è più forte di Artest? Quale giocatore della caratura di Odom accetta di fare il 6° uomo?
Certo, solletica una trade che manda Gasol, Odom e Artest ai Clippers per Blake Griffin (e qualcun altro), ci formerebbe un quintetto Lakers d'energia pura con X (il play giovane futuro), Bryant, Ebanks, Griffin e Bynum, con Griffin che, offensivamente, sarebbe quel "bastone della vecchiaia di Kobe" che cerchiamo.