Wednesday, July 30, 2014

A L I E N


La sensazione è quella di aver perso un anno. Di essere sì alla quarta stagione dell’Asso, from 2013 to 2017, ma è come se fossimo ritornati alla seconda, ovvero a un gruppo di medio-alto livello ancora lontano dal vincere l’anello. Il problema è che questa squadra proveniva da una garasette di Finale Nba.
Siamo sicuramente in ripresa, come dimostrano le sette vittorie nelle ultime dieci partite, ma quel mercato scellerato e quel record di 3-7 in apertura è una zavorra che ci costerà  carissimo, ci ha tolto un anno nel percorso verso l’anello, a questo punto ‘programmato’ per il 2018 con la pesca di un vero mainstreamer tra i free agent. Ci si mette in mezzo anche un dito rotto di Iguodala in trasferta a Memphis, out dalle 2 alle 4 settimane (con relativo rientro al 50% della forma) e dunque le rotazioni si accorciano e siamo costretti a quintettare Michael Kidd-Gilchrist. C’è poi anche un calendario che dopo la trasferta di Oklahoma City ci piazza altri quattro viaggi consecutivi: a Miami, a Washington il giorno dopo, a Memphis appunto, e a Denver.
Gli Heat sono un incognita totale: è sì rimasto LeBron James, ma se ne sono andati Wade e Bosh, e attualmene il fortissimo McCormick è infortunato. Dobbiamo comunque disputare una grandissima gara per passare all’AA Arena 109-114, con Bryant che ne mette addirittura 46! Il giorno dopo nella Capitale non abbiamo energie: i rari back to back della 29 games season non li vinciamo quasi mai e anche questa trasferta non fa eccezione. Ma in Tennesse, contro i Grizzlies, riprendiamo la marcia: 105-112 grazie a 31 clamorosi punti di Reggie Jackson nella partita dell’infortunio di Iggy. Poi arriva il viaggio nella Mile High City, una partita dove ritroviamo Gasol e Thomas Robinson e dove respirano l’aria degli ex anche i nostri Faried e Fournier. Da qualche partita abbiamo anche reintrodotto il Triple Post Offense, così, giusto per muovere un po’ le acque, e Kobe lo conosce a menadito. A Denver il Mamba Nero, 38 anni, disputa una prova di un’assurdità unica: 51 punti, 19/29 dal campo, 4/8 da tre, 4 rimbalzi, 4 assist, il canestro del sorpasso a -50” e l’entrata decisiva a -1” e 4 decimi per il conclusivo 107-105! E’ sempre bene ricordare, in ottica anello, che l’alieno ce l’abbiamo comunque noi.

Monday, July 21, 2014

D E C O L L O


Sono i giocatori che si devono adattare allo Zen, o è lo Zen che si deve adattare ai giocatori?
Prima della trasferta impossibile alla Chesapeake Arena di Oklahoma City il Barba apre il vangelo secondo Phil Jackson e recita ai discepoli ciò che segue: “non chiedetevi quello che il Triangolo può fare per voi, chiedetevi quello che voi potete fare per il Triangolo.”
L’aforisma phil-kennedyano è una bomba nella testa dei nuovi arrivati che hanno sempre pensato al tira chi è libero come ad uno schema da imparare. Ma il tira chi è libero non è uno schema, è uno stato d’animo. Quando capisci questo, MKG, capisci tutto. Rilassati, stai giocando come se avessi un palo infilato su per il culo: sei troppo preoccupato ad eseguire lo schema, lasciati più andare. Be water, my friend, come diceva Bruce Lee. Sembri un pezzo di marmo. Per Nando DeColo, invece, la predica non serve: lui l’avevo già adocchiato anni e anni fa, sapevo che avrebbe capito subito. Thomas Robinson, invece, ha già fatto le valige per Denver, in cambio di Evan Fournier. Troppo affollato il ruolo di lungo panchinaro (Papanikolaou, Kelly, Mirotic), soprattutto dopo la scoperta, nella nostra formazione, anche di un droide n°4 col fisico alla DeJuan Blair davvero interessante.
Oklahoma City è una potenza nucleare, primi in tutto. Noi abbiamo il nostro piano, quello di stargli attaccati al culo, non importa se sono sempre in vantaggio loro, e poi piazzare le giocate che contano. Ci riusciamo, nonostante i Thunder siano assurdi e segnino con 78 mani addosso. Ci riusciamo fino a fine terzo quarto, quando vediamo l’azione che ci fa lanciare la panchina in campo: Ibaka, assurdo, capace anche di affondare schiacciate dalla linea del tiro libero, raccoglie una palla vagante oltre la linea da tre, salta avvitandosi di 360° su sé stesso, lancia la tripla a casaccio, solo rete. Vale il +14 ed è solo uno dei canestri impossibili dei Thunder. Sembra la fine. Poi lo Zen, che aveva annusato l’aria, va per la scelta: l’ultimo quarto il play titolare sarà Nando De Colo. E’ alla sua partita d’esordio in maglia gialloviola e scopriamo una gemma, oltre ogni immaginazione.
Il ragazzo ha il carattere di prendere per mano un quintetto di All Star (Kobe, Iggy, Faried, Bogut), detta lui i ritmi, ruba palloni chiave, mette con i piedi per terra i compagni e con un Kobe da 37 punti e 10/15 al tiro guida un clamoroso parziale di 24-6 (!!!) che ribalta ogni cosa. I Lakers sono a +4 a Oklahoma City a 60” dalla fine proprio quando De Colo ha in mano la tripla open per chiudere tutto. Ferro. Di là, Westbrook, da otto metri, marcatissimo e allo scadere dei 24” segna la tripla assurda del -1. Iggy, tanto per cambiare, va uno contro mille e getta al vento il canestro del sorpasso (remembering Finals…) e ci mordiamo le mani perché la perdiamo 126-122. Ma che carattere! De Colo chiude con 13 punti, 13 assist e 4 recuperi, mentre Fournier, pur segnando solo 3 punti, ha il merito di aprire gli spazi per i compagni con i suoi tagli.
La trasferta a Oklahoma City è il picco di una settimana che ci aveva visto vincere quattro partite su quattro ancora con la vecchia formazione (ovvero con Thomas Robinson e De Colo in tribuna): @Clippers, contro i Pistons, i Celtics e i Warriors. Vincenti ma bruttissimi. E poi c’era stato anche il caso Hackett. Se c’è una cosa che il Barba non tollera è il rinunciare alla Nazionale (ecco perché a barbalandia non è mai approdato Belinelli) e dopo quanto successo in settimana Daniboy è stato ceduto ai Wizards in cambio di una scelta, e questo ha aperto a Nando De Colo le porte dei dodici. O dei cinque?


Saturday, July 19, 2014

S F A L D A T I




Tutti si interrogano e nessuno trova spiegazioni. Può una squadra passare da garasette di Finale al penultimo posto in classifica nel giro di poche settimane? Qual è la verità su questi Barbalakers? Erano già scarsi l’anno scorso e hanno fatto un autentico miracolo ad arrivare a cinque minuti dall’anello oppure valevano quelle Finals e adesso siamo di fronte ad un crollo catastrofico senza precedenti? Sono arrivate altre due sconfitte, e fanno cinque di fila, allo Staples Center contro non mi ricordo neanche chi e Cleveland, contro coach Mike Brown… Il bilancio è già da stagione compromessa, 3 vittorie e 7 sconfitte. I nuovi, per ora, sono un disastro: Michael Kidd-Gilchrist viaggia a 4 punti a partita col 30% al tiro e Thomas Robinson non si vede. Nessuno difende. Bogut sembra essere tornato quello della prima stagione ai Lakers (2014-15) e si fa infilare da tutti. Faried, che l’anno scorso cambiò l’energia della squadra, non salta neanche. La squadra è spenta, sfiduciata, senza reazione e alla prima spallata degli avversari sprofonda. Basta ritrovarsi sotto di 7-8 punti per lasciarsi andare ad un passivo di 15-20 pochi minuti dopo.
La situazione è catastrofica. Possibile che fosse proprio Udonis Haslem a tenere in equilibrio tutti i fili di questa psicosquadra e che col suo ritiro tutto sia crollato? Possibile che questa squadra sia talmente volubile che tutti gli arrivi vinti in volata dell’anno scorso l’avevano caricata a tal punto da arrivare in Finale e che, al contrario, tutte le sconfitte iniziali di questa stagione l’hanno affossata fino a dov’è ora? Ma soprattutto: può nascere una squadra da titolo se viene costruita su di un’impalcatura così fragile? Andare avanti a prescindere con questi, sperando di risollevare la baracca, o cambiare fin da subito in modo da usare questo campionato come una lunga preseason in vista dell’ultima stagione?

Thursday, July 17, 2014

CRISI TOTALE


Well Lakers soto di due, rimesa loro! Pala Kobe?!?! Yeaaaah Trigher! Kobe riceve, marcato lui da Dorell Fowler, droide asurdo qui eh?! Quaranta punti per lui Guido! Trenta nei primi tre quarti!!!! Kobe parte in palegio, aresto, tiro, sirenaaaaaaaa… 
nouuuuuu!!! Brooklyn Nets espugnano Staples Center 121-123 e qui è la terza sconfita consecutiva per i gialoviola Trigar, la quinta in oto partite! Crisi T O T A L E !

Incredibile. La squadra che solo poche settimane fa aveva sfiorato l’anello in garasette contro gli Indiana Pacers, a proposito, Hibbert crack legamento, out of the season, dicevamo la squadra che accarezzò l’anello si ritrova ora al penultimo posto della Western Conference con 3 vinte e 5 perse. Sconfitta era stata anche a Dallas, 117-109, nel giorno del debutto di Michael Kidd-Gilchrist (9 punti, 3/11 al tiro…) e Thomas Robinson, che non hanno certo brillato, ancora completamente spaesati all’interno del tira chi è libero. Lo impareranno, ma per il momento dobbiamo fare i conti con una situazione già da allarme rosso. Ci conforta il fatto che i nostri avversari, più di così, non possono fare. Il sorriso sarcastico di Kobe dopo il buzzer beater fail contro i Nets (Pierce 18 e tripla assurda decisiva nel finale) sta proprio a significare questo: agli avversari sta entrando di tutto. Di tutto. Mai vista una roba simile. E non è una questione di mancata difesa, perché gli siamo addosso e tirano con tre mani in faccia. Semplicemente segnano qualsiasi oggetto gli passi per le mani. I 30 punti nei primi tre quarti del droide Fowler sono stati un viaggio ai confini della realtà. 

Tuesday, July 15, 2014

E adesso è mercato vero!

http://nsjk.in/53c51378633b4

Sbagliare è umano, rimediare così è Zen! Dopo i clamorosi errori di mercato post Draft, con gli arrivi poi rinnegati di Pau Gasol, Monta Ellis, Paul Pierce e Kyle Lowry il Barba corre subito ai ripari con due autentici colpacci, Michael Kidd-Gilchrist e Thomas Robinson.
Il colpaccio è stato convincerli a scegliere di giocare panchinari nei barbalakers per vincere l’anello piuttosto che giocare titolari ‘in provincia’. Per l’ex Blazers, individuato dal Barba come sostituto designato di Udonis Haslem, è stato più semplice, ma per convincere MKG a fare la riserva di Iguodala c’è voluto un sensibile aumento di stipendio, più del doppio della cifra per la quale avrebbe firmato se il ruolo proposto fosse stato quello di titolare.
E alla fine, ha firmato. Anche perché MKG ha annusato l’aria. Non solo ai barbalakers ci sarebbe la possibilità di vincere uno o due anelli, ma l’ex Bobcats ha capito che davanti a lui c’è un giocatore sotto esame. A Iggy è già stato perdonato l’anno sabbatico di ambientamento, ovvero la stagione 2014-15, giocata male dall’ex Sixers e passata a trovare un suo ruolo all’ombra di Bryant. Quella stagione si concluse con i Lakers che acciuffarono all’ultima giornata l’ottavo posto grazie ad un risultato favorevole negli altri campi (la sconfitta dei Clippers) e poi uscirono brutalmente 0-4 al primo turno contro Oklahoma City. La decisione di tenere Iguodala, ai tempi si parlava dell’arrivo di Loul Deng al suo posto, diede fiducia a Iggy che fece una stagione 2015-16 memorabile, come tutta la squadra, almeno fino agli ultimi cinque minuti di garasette contro i Pacers. Lì, affrettando due azioni senza senso, Iggy ha di fatto consegnato il titolo a Indiana, anche se c'è da dire che fu proprio grazie a lui se passammo il primo turno contro Minnesota, tirandoci fuori dall'eliminazione, eravamo sotto 2-3, con i canestri decisivi sia in garasei che in garasette. Ma quegli ultimi cinque minuti di finale, quelli che fanno la differenza tra l'essere un grande giocatore e l'essere un campione ha fatto storgere parecchi nasi al El Secundo, compreso quello di Kobe Bryant, che ha 'una certa importanza'. Questa per Iguodala sarà dunque la stagione della verità. E MKG lo sa. Una memorabile stagione di Michael Kidd Gilchrist ed ecco che l’anno prossimo ci sarebbe il passaggio del testimone. Una sana competizione tra i due che potrebbe portare i Lakers fino al titolo.
In sostanza, e questo è finalmente la formazione definitiva, i barbalakers 2016-17 si schiereranno con Reggie Jackson, Bryant, Iguodala, Faried e Bogut in quintetto e Farmar, Nick Young, Kidd-Gilchrist, Gerald Henderson, Hackett, Papanikolaou, Thomas Robinson, Kelly, Mirotic, De Colo. Shabazz è stato riceduto ai Timberwolves in cambio di una seconda scelta.