Wednesday, February 29, 2012

IL SECONDO MONDO: Da 3.2.1. NEW SEASON

Il Coach Zen è sbarcato nel Secondo Mondo di nba2k12, direzione El Segundo, quartier generale dei Lakers. La squadra è stata smantellata da Jim Buss: Lamar Odom è andato ai Dallas Mavericks, Shannon Brown è stato ceduto ai Phoenix Suns, i nuovi Josh McRoberts, Jason Kapono e Troy Murphy non bastano. Alzo la cornetta del mio ufficio, faccio un giro di telefonate e intervengo subito: mando McRoberts, Kapono e una prima scelta '13 agli Utah Jazz in cambio del rookie Alec Burks, dodicesima scelta del Draft 2011. Dai free agent firmo Rasheed Wallace che ritorna in campo a 37 anni, dopo due stagioni in pantofole, e che non gioca una partita ufficiale dal 2010...
Affronteremo la prima stagione del Secondo Mondo con Derek Fisher, Kobe Bryant, Metta World Peace, Pau Gasol, Andrew Bynum in quintetto e Steve Blake, Alec Burks, Matt Barnes, Devin Ebanks, Troy Murphy, Rasheed Wallace e Andrew Goudelock in panchina.


1.       Tutto qui? Coach, vi smaterializzeranno!
“La sfida è lanciata. Per la prima volta nelle ultime 25 stagioni sono alla guida di una squadra che lotterà per assicurarsi un posto nei playoff. Vediamo cosa sappiamo fare."
2.       Rasheed Wallace?!?
“Trentasette anni, non gioca da due stagioni, ma mi ha dato la sua disponibilità a rientrare e non ci ho pensato un attimo a tesserarlo, al minimo di 473k, dai free agent, con un decadale (novità!) che estenderemo per tutta la stagione. Ci porta esperienza, difesa, durezza, atipicità. Nel passaggio dal Primo Mondo a questo abbiamo perso Zydrunas Ilgauskas: “Sheed” occuperà il suo ruolo, centro di riserva con tiro da fuori. Con lui rischiamo in “follia” e infortuni, ma correremo questo rischio.
3.       E Alec Burks?
“Era un mio pallino. Senza più Shannon Brown ci serviva un giovane ed energico cambio per Kobe. E’ un rookie con un solo anno di università alle spalle e ha le tipiche caratteristiche del caso: atletico, istinto offensivo, attacca il ferro, contropiedista e anche con attitudine a rimbalzo. Di contro è privo di tecnica, scarse percentuali dalla lunga distanza e ancora tutto da costruire difensivamente. Ma ha solo 20 anni e può ancora evolversi in qualsiasi direzione.”
4.       Zen, sarà un miracolo se superete il primo turno!
"Prima pensiamo a qualificarci per i playoff, non è così scontato... Siamo in un Mondo completamente nuovo, creato ad arte, molto più duro e competitivo del precedente, dove il fattore età e infortuni è aumentato rispetto al Primo. Fisher, Bryant, Metta World, Bynum (giovane ma “injured man walking”) e “Sheed” Wallace in ogni partita cammineranno sul filo. Le squadre hanno il doppio degli schemi del Primo Mondo. Gli Oklahoma City Thunder non saranno più i 'pulcini spaventati' che sono usciti due volte di fila al primo turno dei playoff, i "Lob City" Clippers hanno trovato l'amalgama e i Chicago Bulls hanno finalmente la guardia per fare il salto di qualità (Richard Hamilton) che nel 3.1 non avevano. Per non parlare dei Miami Heat, degli eterni Spurs, delle "rising stars" di Indiana o degli indomiti Boston Celtics. Saremo come una vecchia balena ferita in un mare infestato da squali."
5.       Ma balena vecchia fa buon brodo...
"Dovremo suddividere la stagione in tanti piccoli obiettivi. Vincere almeno sei delle prime dieci partite è il primo. Essere non più in giù del quinto posto a Ovest all'All Star Weekend è il secondo. Qualificarci ai playoff è il terzo. Poi una volta arrivati alla "Big Dance" delle Top 16 vediamo di ballare il meglio che possiamo. Vincere il titolo? E' l'unica cosa che conta quando alleni i Lakers, ma arrivare alle Western Conference Semifinals e giocarsele fino alla fine, sarebbe già un'impresa. Una sola sola parola dovrà accompagnarci: Devotion. Al Triangolo e alla sacra armatura dorata dei Lakers"!

Thursday, February 23, 2012

The 3.1 Finish. Here comes the 3.2 Solar System!


Il Gran Consiglio Jedi del Terzo Universo si è riunito oggi e ha deliberato. Le ultime notizie danno a giorni (durante l'All Star Game) l'uscita del Sim Roster World Project e così si è deciso all'unanimità la chiusura dopo solo due stagioni del sistema solare 3.1 (Primo Mondo del Terzo Universo) per progettare l'imminente ingresso nel più completo 3.2 (Secondo Mondo, Terzo Universo). I Lakers passeranno da una squadra campione in carica nell'ultima stagione del primo mondo, all'essere una formazione non competitiva per il titolo, senza più Lamar Odom e Shannon Brown e con i nuovi Josh McRoberts, Jason Kapono e Troy Murphy, oltre alle matricole Andrew Goudelock e Darius Morris. La nuova dicitura del campionato nel suo primo anno di vita naturalmente sarà 3.2.1 (ovvero Terzo Universo, Secondo Mondo, prima stagione).

Sunday, February 19, 2012

5 domande 5 about: CAMPIONI NBA !

Sconfiggendo in Finale 4-1 i Boston Celtics, i Los Angeles Lakers hanno vinto il primo titolo a nba2k12, pareggiando il numero di "banner" assoluti vinti (17), record che ora condividono proprio con gli acerrimi rivali biancoverdi. Kobe ottiene la più alta media punti personale per le Finals (34.2 ppg) e prende il terzo MVP che lo porta ad essere in compagnia di Magic, Shaq e Duncan nella lista dei tri-vincitori di tale titolo. Inoltre mai i Lakers hanno inflitto un passivo così pesante ai Celtics in una serie finale (from the columnist, Alp).




1.       Zen, è fatta!!!
“E’ stata una lunga marcia iniziata due anni fa e passata attraverso la delusione delle Finali perse nel 2012 contro gli Heat. In pochi credevano che i vecchi Lakers sarebbero stati ancora in grado di tornarci, tantomeno di vincere il titolo. Nemmeno noi ci credevamo: annaspavamo settimi a Ovest, senza gioco, senza identità, a rischio playoff...”
2.       Poi la magia: dopo l’esclusione dalla squadra di Gary Neal avete vinto 20 partite su 23, ovvero le ultime 4 di regular season più il record di 16-3 nei playoff.
“Non ci sono spiegazioni ‘scientifiche’ a tutto ciò. Né penso sia ripetibile. Improvvisamente tutto è diventato armonioso, il Triple Post Offense è venuto a noi e ognuno si è eretto protagonista a seconda delle esigenze, scorrendo fluido all’interno del Triangolo. Da sempre sostengo che è importante entrare nei playoff con una striscia aperta di vittorie, ed è quello che abbiamo fatto quest’anno. Ma è stato il ‘First Round-Finale’ contro i favoritissimi Oklahoma City Thunder la nostra fionda verso il Larry O’Brien Trophy. Aver battuto i Thunder, che ci avevano sempre sconfitti sonoramente in regular season, ci ha fatto compiere un salto enorme. Ma non dimentichiamoci un altro aspetto…”.
3.       Quale?
“Le scelte estive del mercato: Andrè Miller, Zydrunas Ilgauskas e Patrick Mills, anche se quest’ultimo è potuto arrivare solo un mese dopo l’inizio della stagione in quanto per ottenerlo non potevamo scambiare T.J. Ford prima di 30 giorni dalla firma. Questi acquisti hanno elevato l’overall di una squadra che era pur sempre vicecampione Nba ’12. Miller ci ha permesso di mantenere altissimo sia il “Q.I.” sia l’esperienza in regia dopo il ritiro di Derek Fisher, mentre “Z” è stato la pedina chiave della stagione. Non è un caso che Miami, senza di lui, sia uscita alle Eastern Finals e lui abbia vinto il titolo Nba con noi, bissando quello conquistato nel 2012 con gli Heat. E pensare che l’abbiamo firmato dai free-agent al minimo salariale, così come Miller. E’ stato l’affare del secolo.”
4.       Zen, 13 titoli vinti in 25 stagioni in tre differenti Universi. Dove vuole arrivare?
“Superati i titoli di Auerbach (10), superati quelli di Phil Jackson (11), ora il mio obiettivo è la percentuale di vittorie di un titolo in rapporto alle stagioni disputate. P.J. ha vinto 11 titoli in 20 stagioni, la sua percentuale è del 55%. La mia del 52%. Ma c’è un promettente Coach di un altro Universo, Alp89, che ha vinto tre titoli in cinque stagioni (tre campionati ai Lakers, due ai Pistons) ed è virtualmente in cima alla lista con il 60% di ‘titles percentage’. Virtualmente, perché cinque stagioni sono ancora poche.”
5.       E poi?
“Aspetto una chiamata da una squadra di college. E’ quello il mio sogno, è quella la mia atmosfera. In Nba sono solo di ‘passaggio’, se 25 stagioni e circa 1300 partite allenate possono essere considerate un passaggio, in attesa di prendere una panchina NCAA quando i tempi saranno maturi (aka, un College Hoops 2kboh? che giri anche su consolle europee, ndr…). Sogno di prendere un piccolo ateneo e di portarlo alle Final Four, come George Mason nel 2006 o Butler nel 2010. E’ lì il vero basket. Attendo anche un’Euroleague 2Kboh?, prima o poi la faranno, tra quattro o cinque anni, forse. In attesa mi faccio le ossa nelle minors, ovvero la Nba.”

Saturday, February 18, 2012

NBA FINALS, GAME 5: BOSTON CELTICS - LA LAKERS


C  A  M  P  I  O  N  I    N  B  A  ! ! ! Finalmente, dopo due anni di attesa, i Los Angeles Lakers vincono il primo Larry O’Brien Trophy di questo terzo Universo, sconfiggendo gli arcirivali di sempre, gli incredibili Boston Celtics che escono a testa altissima nonostante il 4-1 in Finale. Il Coach Zen, al tredicesimo anello vinto nei vari Universi 2K, si gusta i festeggiamenti di uno Staples Center che rilascia migliaia di coriandoli dal tetto! Finiscono sulla testa di un Kobe Bryant esultante alla Jordan, di Andrè Miller che a trentasette anni vince il primo titolo di una lunghissima carriera da sottovalutato, di Zydrunas Ilgauskas che celebra il suo personale back-to-back dopo il trofeo vinto last year con la maglia dei Miami Heat e festeggiato proprio qui, contro di noi, allo Staples Center! LET'S THE PARTY STARTED!


Garaquattro è più facile del previsto, anche se 7 punti immediati di Ray Allen in avvio mandano Boston avanti e sembrano un messaggio di battaglia. Ma alla lunga prendiamo il controllo con i primi clamorosi 11 minuti di Bynum dove segna 15 punti con 5 rimbalzi e 2 stoppate. Andreone è carico come una molla, sente l’elettricità impaziente dello Staples e di tutta Los Angeles e noi, trainati dal frastuono del palas, cominciamo a prenderci la doppia cifra di vantaggio (28-17, piazzatone di Odom). Ma Boston non molla, dopo un time-out di Rivers torna in campo feroce on “D” e lentamente annulla tutto il nostro margine, risalendo fino ad un pericoloso -1 sul 34-33. Sarà l’ultimo sussulto biancoverde di una stragione strepitosa. Da lì in poi, di pura energia, piazziamo un break devastante di 17-2 a cavallo tra il secondo e il terzo quarto, trainati a peso da Kobe (33 punti alla fine) che ci porta sul +16 (57-41). Ad inizio ultimo quarto Ilgauskas firma il massimo vantaggio sul +17 (79-62), Boston raccoglie tutte le ultime energie rimaste per azzardare l’impossibile ritornando a -10 a due minuti dalla fine. Ma il Black Mamba è in agguato e quando segna la tripla del +13 a -1’54” (95-82) la certezza dell’anello si materializza! Finisce 99-84, con Bynum Mvp della partita con 21 punti e 9 rimbalzi e Bryant Mvp delle Finals tenendo una media di 34.2 ppg nelle cinque partite per il titolo!



“Hey coach…”  Hippy-pi! ‘zzo ci fai qui!?! Ma non giocavi a Belgrado? “Non potevo mancare, Coach, mi sono fatto espellere apposta http://www.youtube.com/watch?v=yrJEyj0fF9M, ho preso un aereo, ho comprato i biglietti da un bagarino, sapevo che avresti vinto gara cinque. Ho portato la moto.” Come ai vecchi tempi? “Come ai vecchi tempi”.

NBA FINALS, GAME 4: BOSTON CELTICS - LA LAKERS

E improvvisamente tutte le garesette disputate, tutto il peso dell’età avanzata, tutte le fatiche di una stagione massacrante si riversano come una valanga sulle spalle dei Celtics: L.A. 111, Boston 82... siamo ad un passo dal primo anello a nba2k12! ! !

A rompere il vaso di Pandora biancoverde, ne siamo certi, è stata la sconfitta di garatre, un match che i Celtics avevano in mano, che hanno a tratti dominato, che potevano e dovevano portare a casa, prima che la scelta terminale di coach Doc Rivers di giocarsi gran parte dell’ultimo quarto con Rondo e Allen in panchina vanificasse tutto. Avanti 1-0 e poi sotto 1-2. E così in questa garaquattro tutte le tensioni nervose, tutta la fatica, tutte le 21 gare cruenti di playoff disputate nei primi tre turni per arrivare fin qui, hanno presentato il conto. Improvvisamente svuotati di energia, sia mentale che fisica, i biancoverdi vengono subito schiantati in avvio (10-3) dalla furia di Kobe Bryant che sente la preda sanguinare lontano un miglio. Il Black Mamba infiocchetta 19 punti nei primi 11’ con un letale 3/3 da tre. Solo Paul Pierce prova a tenergli testa. Ma i Celtics non ci sono con le gambe, sono indietro di un passo in attacco e di due passi in difesa e noi andiamo facile sul +12 all’intervallo, segnando ben 59 punti nei primi due quarti ad una difesa non più granitica che ci concede anche sette bombe wide open: e ne segnamo sei.
Dopo esserci issati a +14 a inizio terzo quarto, il “Boston Pride” viene fuori per qualche minuto, raccoglie tutte le energie rimaste e guida i biancoverdi fino ad un -7 che drizza le antenne yellowiola. Ma è solo un fuoco di paglia. Sette punti in fila di un ritrovato Patrick Mills ricacciano indietro i “verdacci” (63-49) che poi sprofondano sotto i colpi del play australiano (15 punti, 5 assist) e di uno scatenato Shannon Brown che con un percorso netto al tiro (19 punti, 5/5 dal campo, 8/8 in lunetta) tocca la vetta del +20 (84-64) togliendo letteralmente i remi dalla barca biancoverde in balia della tempesta. Da qui in poi è un massacro. Più venticinque (87-64), più ventisette (95-68, tripla di Mills), più ventinove (109-80, 2+1 di Miller) fino al massimo di più trentuno con un 2/2 in lunetta di Bryant (25 punti, 5 rimbalzi, 5 assist) a 48” dalla fine (111-80). Kevin Garnett, probabilmente alla penultima gara in carriera, sfodera la sua miglior prestazione offensiva delle Finals (16 punti, 9 rimbalzi), ma il crollo fisico e mentale dell’intero reparto difensivo non ha lasciato scampo ai Celtics, ora con le spalle al muro e sotto 1-3.



Friday, February 17, 2012

NBA FINALS, GAME 3: BOSTON CELTICS - LA LAKERS


Non si sa chi vincerà queste Finals, ma se dovessero essere i Lakers la scelta di Doc Rivers in garatre peserà come un macigno sulla sua testa per parecchio tempo. Il coach dei Celtics, infatti, nell’ultimo quarto fa riposare troppo a lungo in panchina contemporaneamente Rajon Rondo e Ray Allen (giocandosela con un play-droide disastro e con Von Wafer guardia…) e quando i due rientrano, a 2’31” dalla fine, noi siamo già avanti di otto (87-79). In meno di due minuti il loro ingresso spinge comunque i Celtics ad un break immediato di 10-4 (acuendo l’accusa della scelta di Rivers), ma è ormai troppo tardi. Negli ultimi 8” un glaciale 4/4 ai liberi di Bryant (35 punti e 13/13 in lunetta) risponde ai tentativi di rimonta disperata di Rondo, che con due miracoli trascina Boston fino al 91-89. Too late. At the buzzer è Lakers 93, Celtics 89! E passiamo in vantaggio nella serie! 

E su Doc Rivers si scatena una tempesta mediatica direttamente dal Massacchussets: "WTF!?!?" è l'eloquente titolo a tre lettere del Boston Globe. Right, perché i Celtics stavano dominando. Erano subito partiti fortissimo (2-10) stritolandoci con una difesa insane e perforandoci con un attacco infallibile. Avevano chiuso il primo quarto già avanti di 12 punti rovesciandocene addosso 28 con 11/15 al tiro; erano già a +14 ad inizio secondo periodo (16-30) con noi inermi, fatti a brandelli dai piranha biancoverdi. Lo Staples Center congelato sulle sedie. 
Ma once again ci ha salvato il Mamba Nero. Getta all’aria tutti i Triangoli, si carica la squadra sulle spalle e segna 15 clamorosi punti negli ultimi 5’ del secondo quarto con 7/7 dalla lunetta firmando un contro break lungo di 32-16 che ci porta addirittura avanti di due all’intervallo (48-46). Ma i Celtics sono troppo squadra, la loro difesa è una selva di rovi intricati, il loro attacco è una macchina; sempre vario, sempre pronto a mettere l’uomo libero con i piedi per terra, sempre pronto a individuare il nostro punto debole. Tornano nuovamente padroni nel terzo quarto, spingono con Rondo, ci castigano con Pierce e a 13’ dalla fine di garatre ci ritroviamo sotto di 10 (54-64). Nel nulla yellowiola, però, si distingue Shannon Brown, l’unico insieme al Mamba che sembra reggere l’urto dei Celtics. E così con le sue invenzioni risaliamo, fino al -2 (67-69). Piazziamo la prima scossa a inizio ultimo quarto quando troviamo wide open da tre prima Odom (70-71) e poi Barnes, che sigla il sorpasso (73-71). Siamo avviati al finale thriller, Rivers opta per far riposare Rondo e Allen in modo di averli freschi nelle fasi decisive, io decido di anticipare le fasi decisive, sfruttando l’occasione. Il play droide che sostituisce Rondo manda in confusione l’attacco fin lì perfetto di Boston, Pierce e Garnett sono costretti a forzare tutto, noi spingiamo a mille, perché in una garatre di Finale non è tempo di riposi. E piazziamo il break! Quattro punti consecutivi di Kobe ci mandano a +5 (81-76), Brown ruba e dunka in contropiede il +7 a 4’04” dalla fine (83-76) e quando Rivers rimette dentro Rondo e Allen e i Celtics rimontano subito, è ancora una rubata di Shannon Brown che decide, sottraendo a Rondo sotto canestro a 44” dalla fine il possesso del possibile -2 biancoverde.


At the end è proprio Shannon Brown il Jordan Player of the Game con una gara totale: 16 punti, 5 rimbalzi, 5 assist, 4 recuperi. Rajon Rondo e Ray Allen (22 punti a testa) masticano amarissimo. Doc Rivers potrebbe averla fatta veramente grossa…

Thursday, February 16, 2012

NBA FINALS, GAME 2: BOSTON CELTICS - LA LAKERS



I 18.000 del TD Garden si devono inchinare a Sua Magnificenza Kobe Bryant che con 45 punti mette in scena uno show storico alla Jordan, trascinando i Lakers al 94-82 che pareggia la serie sull’1-1. Queste Finals non sono più una semplice battaglia. Sono una guerra, senza esclusioni di colpi, e Boston stava per farla sua once again, controllando la scena per tre quarti e forte di un +7 a 9’ dalla fine che non sembrava lasciare speranze ai Lakers il cui composto chimico, perfetto fino alle Western Conference Finals, veniva nuovamente separato in singole molecole inefficaci dalla disaggregante difesa biancoverde. Sfortuna per Boston, una di queste molecole è Kobe Bryant.
Ma c’è anche un altro eroe, inatteso, che ha improvvisamente immesso una gara persa sulla highway diretta a Los Angeles: Matt Barnes. Dopo una spettacolare tripla “catch and shot” di Kobe Bryant in uscita da un blocco che ci vale il sorpasso a 7’ dalla fine (73-74), l’ipertattoed ex Orlando Magic intercetta dal nulla quattro palloni consecutivi in 59” netti lanciando altrettanti contropiedi. Solo uno di questi non va a buon fine, gli altri tre producono 7 punti inseriti in un parziale letale di 13-4 Lakers che mette improvvisamente in silenzio tutto il palazzo. A 3’21” dalla fine, dopo aver "controllato emotivamente" la gara per tre quarti, i Celtics dal +7 si trovano in soli cinque minuti a -10 (77-87) incassando un devastante break lungo di 21-4... Ma non si arrendono ancora, sono durissimi, riescono a riprendersi e a risalire fino al -5 (82-87). Poi ci pensa lui…


Il Mamba Nero sfrutta una disattenzione difensiva di Ray Allen (zero punti nel secondo tempo dopo i 15 dei primi due quarti...) e affonda i denti veleniferi nel fianco dei Celtics segnando la tripla del +8 a 2’ dalla fine (82-90). E’ la sentenza, come in garauno, ma a protagonisti invertiti. Che Kobe fosse in serata di grazia lo si intuiva subito dai suoi 14 punti nel primo quarto, mentre Bynum a 80” dalla palla a due iniziale incappava subito in due falli condizionanti. Ma se da un lato Bryant martella, dall’altro Ray Allen risponde, con i Celtics che trovano anche 7 punti insperati nel secondo quarto dall’ex Cremona Von Wafer... Boston arriva così anche a +8 (43-35), anche se all’intervallo dimezziamo lo scarto (49-45). Alla ripresa dopo la pausa lunga, Kevin Garnett commette il 4° fallo ed esce dalla partita. E’ l’occasione per spingere, ma il suo sostituto “Big Baby” Davis disputa un terzo quarto clamoroso, regge da solo l’impatto con un Bryant ultraterreno in un’inedita sfida a distanza e a 10’ dalla fine i Celtics sono avanti di cinque (71-66). Che diventano sette punti di vantaggio dopo 23” dall’inizio dell’ultimo quarto (73-66, 2/2 di Pierce): il 2-0 nella serie è in mano loro, per noi sembra la fine, torna l'incubo delle Finals 2012 perse contro gli Heat. Nessuno si sarebbe mai immaginato che da lì a pochi istanti sarebbe iniziato l’incredibile parziale di 21-4 che avrebbe sovvertito tutto...

Wednesday, February 15, 2012

NBA FINALS, GAME 1: BOSTON CELTICS - LA LAKERS


L A  L E G G E N D A  D E I  B I G  T H R E E  C O N T I N U A!  Nessuno se lo sarebbe mai aspettato, but it happenz. Davanti ad un Bankworth Garden in visibilio, interamente vestito di verde, il “Celtics Pride” scrive un altro capitolo di questa incredibile stagione vincendo garauno per 93-86 e portandosi in vantaggio 1-0 nelle Nba Finals contro una squadra, i Lakers, ritenuta pressoché imbattibile e reduce da 16 vittorie nelle ultime 18 partite! Insanefull.

L’evento chiave a 3’ dalla fine. I Celtics sono avanti 80-75, forzano con Pierce e LA scatta in contropiede, forse troppo. Bryant si lascia trasportare, azzarda una sospensione dalla lunetta, ferro, rimbalzo di Rondo che parte subito come un fulmine mentre il Mamba è ancora fermo a rimuginare sul tiro fallito del possibile -3. Fatale. Perché Ray Allen, libero dalla marcatura di Bryant, è già subito in angolo wide-open. Rondo lo serve con una fucilata, Bynum si stacca dall’area per andare a chiudere ma è troppo tardi: He Got Game catch and shot all’istante: bucket da tre, 88-80 Celtics. Di tempo ce ne sarebbe anche per recuperare, ma non per una squadra reduce da 6 punti negli ultimi 6 minuti... Right, ben più dei 25 punti e 6 rimbalzi di Paul Pierce, ben più dei 23 dell’Mvp Ray Allen, ben più del jump shot di Garnett in faccia a Bynum e Gasol che ci condanna definitivamente a 2’30” dalla fine, ben più delle prestazioni individuali, potè la difesa collettiva. Ci ha corroso, minuto dopo minuto, come un acido. Azione dopo azione, quando garauno era ancora tutta da giocare (73-73 a 7’ dalla fine), lentamente le loro morse si sono strette attorno a noi, costringendo Bryant (33 punti at the end) a rimanere a secco negli ultimi cinque minuti, portandolo a forzare di ogni. Togliendo le ricezioni a Bynum e Gasol, cancellando Miller e Mills, reduci dalla serie trionfale contro gli Spurs. Noi eravamo partiti subito alla grande (10-3) costringendo i Celtics ad un iniziale 0/6 al tiro che faceva presagire all’ennesimo massacro portato dai Lakers, ma al primo time-out di Doc Rivers la musica comincia a cambiare. Boston rimonta con Ray Allen, noi abbiamo un nuovo sussulto nel secondo quarto grazie a Shannon Brown (22-28), ma qui la pazienza e la saggezza tattica dei Celtics emerge di prepotenza, sale in cattedra anche “The Truth” Pierce e all’intervallo i Celtics sono avanti di 10 (48-38) firmando nel quarto un break clamoroso di 30-18.
Rispondiamo pan per focaccia nel terzo periodo, dove siamo noi a rifilare un 30-18 ai biancoverdi con 15 clamorosi punti di Kobe nei primi 6’ che ci portano avanti di due (54-56); e il +5 che tocchiamo nei primi minuti dell’ultimo quarto grazie alle iniziative di Brown sembrano lanciarci verso il controllo della partita (66-71). Wrong.
Il Capitano Pierce, Mvp delle Finals 2008, non ci sta. Guida da solo la rimonta, firma il pareggio a quota 73, scodella la tripla uppercut del 78-73 a 4’46” dalla fine, poi Jeff Green ci infilza con il piazzato dell’80-73. Siamo sulle gambe. Kobe forza l’impossibile, Ray Allen no. 1-0 Celtics.

Monday, February 13, 2012

5 domande 5 about: The Western Conference Finals and other things

1.       Zen, del 4-0 contro gli Spurs vogliamo parlarne?
“Un altro turno facile, non c’è che dire. Se contro i Blazers ci siamo avvantaggiati della loro indisciplina sul parquet, contro San Antonio abbiamo beneficiato della loro stanchezza accumulata nella serie di sette partite contro i Memphis Grizzlies. Quando in garauno abbiamo espugnato l’AT&T Center di 17 punti abbiamo inflitto loro il colpo decisivo, togliendogli le ultime energie. Gli Spurs hanno spinto al massimo, forse troppo, per tutta la stagione, arrivando primi nella Western Conference: ma hanno finito il serbatoio della benzina proprio sul più bello.”
2.       Sedici vittorie nelle ultime 18 partite, sembrate inarrestabili. Eppure non tanto tempo fa eravate 7-6, settimi a Ovest e a rischio playoff!
“Se ci avessero detto allora che saremmo arrivati in Finale, li avrei fatti rinchiudere. Il Triple Post Offense non si sviluppava, eravamo stanchi e senza energie, Kobe segnava solo 20 punti a partita prendendosi 30 tiri. Era la fine dei Lakers.”
3.       E poi?
“Quattro cose: tesserammo Gary Neal dai free-agent per avere più pericolosità da fuori e togliere un po’ di pressione dalle spalle di Kobe, completammo lo scambio T.J. Ford per Patrick Mills, blindammo Bynum con un settennale da 131 milioni di dollari tranquillizzandolo e a quattro gare dai playoff mettemmo fuori rosa Gary Neal che reclamava spazio. Dall’uscita di Neal, con il conseguente passaggio di scettro del play di riserva a Patrick Mills, ne abbiamo perse solo 2 su 18.”
4.       E adesso queste incredibili e affascinanti Finals contro i Boston Celtics!
“Inimmaginabili è l’aggettivo giusto, per entrambe, ma soprattutto per loro. Non avrei mai pensato di poter rivivere le Finali tra Lakers e Celtics in questo terzo Universo. E in quelli futuri. E Boston ha fatto più o meno come noi. Partenza anonima ai margini dei playoff e poi ‘Il Fatto’ che gli ha girato la stagione, l’annuncio del ritiro di Kevin Garnett. Da lì non si sono più fermati, hanno scalato la classifica fino a issarsi sulla vetta dell’Est. E sono arrivati fin qui.”
5.       C’è una differenza sostanziale, però: voi nei playoff siete a 12 vinte e 2 perse, loro sono 12-9.
“Hanno raggiunto le Finali giocando il massimo delle partite possibili e uscendo vincitori da tre garesette in tre turni. Potrebbero risentire della fatica? Non credo. I Celtics in questo momento sono in un Nirvana astrale che esula da tutto: stanno facendo una stagione per i tempi! Queste tre garesette avranno dato a loro una carica incredibile. E non dimentichiamo che hanno la seconda miglior difesa dei playoff, che i due precedenti tra noi e loro in nba 2k12 sono finiti così e cosà e che hanno il vantaggio del fattore campo…”

Western Conference Finals, game 4: San Antonio Spurs - LA Lakers



T H E    D R E A M    C O M E    T R U E !  !  !   SARA’ CELTICS – LAKERS LA FINALE NBA 2013!!! Un epilogo incredibile che a metà regular season a solo pensarlo si veniva internati, con noi che eravamo in netta difficoltà ai margini dei playoff e Kevin Garnett che annunciava il ritiro a fine stagione sciogliendo virtualmente i Big Three. E invece siamo qua, once again, a giocarci il Larry O’Brien Trophy a tre anni di distanza dall’ultimo confronto in Finale! That’s incredibile!
Noi ci sbarazziamo agevolmente 4-0 degli Spurs schiantandoli in garaquattro con un break di 55-36 dopo l’intervallo (107-89 il punteggio finale) con Andrè Miller – 23 punti e 7 assist - nominato Mvp in questa serie dominata dai playmaker yellowiola, mentre nella Eastern Conference va in scena una battaglia incredibile. I Celtics si portano in vantaggio per 2-0 e poi per 3-1 ipotecando il passaggio del turno in garaquattro, ma i campioni in carica reagiscono, vincono game 5 a Boston e poi si prendono anche garasei di un punto, forzando la serie a garasette da giocarsi al Bankworth Garden. Tremano i Celtics che si vedono sfuggire le Finals dalle mani, ma l’orgoglio biancoverde compie un’ultima impresa distruggendo Miami alla settima di ben 28 punti (108-80) con una tripla doppia di Rajon Rondo (10 punti, 11 assist, 16 rimbalzi!) e la variabile impazzita Glen “Big Baby” Davis, eroe con 23 punti e 13/15 ai liberi!
La cosa pazzesca è che i Boston Celtics sono arrivati alle Finali Nba passando attraverso tre garesette: nel primo turno contro i Cleveland Cavaliers, alle Semifinali di Conference contro i Chicago Bulls e alle Finali di Conference contro i Miami Heat. Un epilogo inimmaginabile per i Celtics al quale ora manca solo l'ultima ciliegina sulla torta, quella più grossa. Ma una squadra del genere, uscita fuori da tre "game 7", è in grado di fare qualsiasi cosa... 

I risultati delle Conference Finals

Western Conference
San Antonio Spurs - Los Angeles Lakers 0-4

Eastern Conference
Boston Celtics - Miami Heat 4-3


NBA FINALS

Boston Celtics - Los Angeles Lakers

Western Conference Finals, game 3: San Antonio Spurs - LA Lakers

E’ quasi certo che nessuno l’abbia mai fatto prima. Nessun panchinaro nella storia della NBA ha mai vinto tre Jordan Player of the Game in una serie di playoff, tantomeno consecutivi. Ci riesce Patrick Mills che nel 94-85 con il quale ci portiamo sul 3-0 ipotecando le Finali Nba, mette insieme 21 punti con 7/12 al tiro alzandosi dal pino dei Lakers come cambio di Andrè Miller. Niente di così straordinario se non fosse che l'ex Saint Mary's li ha segnati tutti nel secondo quarto… Proprio così, 21 punti in un solo periodo! Robe da Kobe Bryant. E San Antonio si deve arrendere ancora, seppur lottando con tutte le forze rimaste e con un encomiable Manu Ginobili autore di un losing effort da 38 punti con 12/14 ai liberi!
Ma once again sono i Lakers a levare le braccia la cielo alla sirena finale, nonostante  una partenza da 1/9 al tiro con Bryant a quota 3 falli dopo appena tre minuti e mezzo dall’inizio della partita. Ma LA non soffre nemmeno con il Mamba seduto in panchina e dopo il solito primo quarto di studio, esplodiamo as usual nel secondo con l’incredibile prestazione di Mills che si fuma Delonte West trascinandoci a +15 sul 53-38. Tutto sembra ricalcare il refrain di garauno e garadue, ma gli Spurs questa volta hanno un Ginobili ultraterreno e tentano di aggrapparsi con le unghie alla serie risalendo ripetutamente dai diversi -15 (58-43, poi 66-51) tirandosi su fino al -8. Nell’ultimo quarto l’ennesima invenzione di Manu riapre per un attimo il match (76-70 a -7’37”), ma allo Staples Center è nettissima la sensazione di come San Antonio sia arrivata al massimo sforzo possibile. Bastano infatti alcune invenzioni di Kobe per piazzare un letale break di 11-0 che ci spedisce a +17 (87-70) chiudendo tutti i discorsi. Oltre a Mills, ci sono da segnalare anche le due doppie doppie di Gasol (15 punti, 10 rimbalzi) e Bynum (10 + 13), particolarmente reattivi in difesa e a rimbalzo come non mai.
A Est i Miami Heat riaprono i giochi e accorciano la serie sul 1-2 contro i Celtics grazie a 34 punti e 6 rimbalzi di LeBron James.

Sunday, February 12, 2012

Western Conference Finals, game 2: San Antonio Spurs - LA Lakers



E’ il video-simbolo di queste due prime gare di Western Conference Finals. Intercetto stile NFL di Patrick Mills che corre in contropiede, scarica a Shannon Brown in rimorchio e l’ex Michigan State affonda una insane dunk contro un Ginobili senza energie che fa un fallo di frustrazione: ancora in volo, Brown conclude il land off sorvolando un lungo non ben identificato (forse Thabeet) in stile "Carter vs Weiss"!!! E’ l’affondata “and one” che suggella il massimo vantaggio di +32 nell’ultima azione della partita... Garadue all’AT&T Center è dunque un'altra carneficina: San Antonio Spurs 80, Los Angeles Lakers 112. E con due vittorie esterne ora il 2-0 yellowiola è già quasi una sentenza.
Sfiancata dalla serie di sette partite contro i Grizzlies, la squadra di Gregg Popovich è apparsa ancora una volta scarica di energie, capace di reggere soltanto nel primo quarto (19-23) per poi cominciare ad affondare, proprio come in garauno, dal secondo periodo, dove imperversa Shannon Brown con 15 punti e 5/5 al tiro. As usual, in da second quarter il timone degli Spurs passa nelle mani di Delonte West e il tracollo è quasi immediato. Il buzzer da tre di Kobe sulla sirena dell'intervallo è una mazzata per i bianconeri che precipitano a -14 col 38% al tiro (35-49). Noi, c'è da dirlo, siamo perfetti. Il Triple Post Offense scorre fluido come non mai, la difesa è impenetrabile e le energie sono doppie. Un blizzard fuirioso del Mamba Nero nel terzo quarto affossa completamente San Antonio (46-72) e l'ultimo quarto si trasforma in un garbage time che gli Spurs rinunciano totalmente a giocare, finendo sotto di 32 sulla schiacciata da tre punti di Shannon Brown a 2" dalla fine. Ennesimo contropiede che fotografa meglio di qualsiasi altra cosa l'andamento di questa serie: anche in garadue, infatti, il rapporto delle due squadre nei punti ottenuti da fastbreak è impietoso: 31-6 per i Lakers.
Come nella prima partita, l'Mvp è ancora una volta Patrick Mills che esce dalla panchina con 15 punti, 11 assist e 5 recuperi dimostrando che ci avevamo visto giusto con lui. Devastanti anche i 23 punti di Shannon Brown con 7/8 dal campo e 8/8 in lunetta (anche lui from the bench); Bryant ne scodella 26, Ilgauskas 14. Negli Spurs la doppia doppia di Ginobili (15 punti, 11 rimbalzi) è ininfluente.
Attenzione poi a Est dove anche i Boston Celtics bissano il successo di garauno portandosi 2-0 contro i campioni in carica dei Miami Heat! Ora la serie si sposta in Florida e può tornare tutto in parità, ma ora come ora le possibilità che le NBA Finals 2013 siano una questione tra gialloviola e biancoverdi, crescono sempre di più...

Saturday, February 11, 2012

Western Conference Finals, game 1: San Antonio Spurs - LA Lakers

Letteralmente sepolti da una tormenta di neve clamorosa, decidiamo di raggiungere San Antonio con i gatti delle nevi. Chi può, viene il slitta. Ron Ron, al posto degli husky siberiani, se la fa trainare dai suoi dodici pitbull mannari.



Ma ben più della nostra trasferta odissea, potè la garasette che gli Spurs hanno giocato contro Memphis. Li ha piegati sulle gambe. E così garauno di Western Conference Finals all’AT&T Center diventa una sfida tra una squadra fresca e riposata contro una squadra, quella di Popovich, che è ancora una centrale di acido lattico in fermentazione. Ed è una carneficina. Gli Spurs partono con Duncan-DeJuan Blair, ma quando quest’ultimo incappa in problemi di falli, piazzano dentro Hasheem Thabeet che con Timoteo ripropone in campo le 'Twin Towers'. Con la differenza che Thabeet non è David Robinson… Gasol imperversa nel primo quarto (9 punti nel 9-15 Lakers), Tony Parker è l’unico Spurs a reggere il confronto, ma quando lascia la cabina di comando a Delonte "Senzatesta" West, da “Pop’ Team” precipita. Noi eseguiamo alla perfezione il Triple Post Offense e siamo già a +15 a metà secondo quarto (30-45) e il nostro vantaggio di punti tratti dal contropiede (20 a 4…) fotografa esattamente la situazione: gli Spurs sono letteralmente sulle gambe. Nel terzo quarto Tony Parker cerca di scuotere i suoi, ma San Antonio non ha energie, non riesce a risalire oltre un -7 e nell’ultimo periodo si lascia andare ad un massacro. Sfondiamo il muro del +20 con una tripla di Mills proprio in faccia al francese (69-90), voliamo a +25 con un intercetto del play australiano che lancia Kobe in dunk solitaria (69-84) e il massimo è un +27 a 2’30” dalla fine (76-103).
Garauno finisce 86-103, rovesciamo subito il fattore campo, e Patrick Mills si prende il Jordan Player of the Game con 18 punti e 6 assist from the bench, contro un certo Tony Parker e in una Finale di Western Conference.  Kobe (19 punti, 5 rimbalzi), Gasol (15 punti, 11 rimbalzi), Andrè Miller (11 punti) e Ilgauskas (11) sono gli altri quattro yellowiola in double figure. Agli Spurs, con un Ginobili scentrato (6/18 al tiro), non basta Tony Parker (20 punti, 5 rimbalzi, 7 assist). A Est continua la favola dei Celtics che al TD Garden si prendono garauno contro gli Heat!

Friday, February 10, 2012

5 domande 5 about: The Western Conference Semifinals and other things

1.      Zen, 4-1 facile ai Blazers e here we go again, alle Western Conference Finals
“Per una volta devo darle ragione. Nonostante due vittorie in volata e la sconfitta in garadue, questa è stata la prima serie relativamente facile in due anni di nba2k12. In questo caso il punteggio di 4-1, spesso ingannatorio in altri confronti di playoff,  ha rispecchiato fedelmente la sfida contro Portland. Li temevo per il loro talento smisurato, ma hanno deluso. Batum e Wes Matthews non si sono mai visti, Brandon Roy, Lamarcus Aldridge e Gerald Wallace sono andati a sprazzi e il temuto Droid of the Year Wilson Petersen si è dimostrato pieno di lacune gravi, come la quasi totale mancanza di tiro da tre che ci ha permesso di fargli contro la “One and Box”. Solo Greg Oden, qui con le ginocchia sane, ha reso per quello che ci si aspettava.
2.      C’è però anche un altro aspetto che prescinde dai Blazers: i Lakers sono in palla a bestia. Da quando Gary Neal è stato messo fuori squadra a quattro gare dalla fine della regular season, ne avete vinte 12 su 14…
“Se ci fosse una formula magica esatta per capire tutto questo la rinchiuderei in un barattolo e la metterei in vendita. Diventerei miliardario. Lei vuole una spiegazione lo stesso, vero? Posso buttarla in chimica: diciamo che prima avevamo tre atomi di idrogeno legati ad una molecola di ossigeno, dunque eravamo un acido (H3o). Abbiamo tolto un atomo e improvvisamente siamo diventati acqua (H2o), fresca, fluida e scorrevole.”
3.      Ora tra voi e la Finale Nba ci sono solo i San Antonio Spurs
“ ‘Solo’!?!?! Si ricorda come andò l’anno scorso? Si rinfreschi la memoria qui. E questa volta avranno loro il vantaggio del fattore campo. Sarà una guerra nucleare.”
4.      Che mi dice di Boston-Miami?
“Si sfidarono anche nel 2011 e vinsero gli Heat 4-1, ma questi Celtics qui stanno sorprendendo il mondo e può succedere la sorpresa delle sorprese. Da quando Kevin Garnett ha annunciato il ritiro si sono trasformati: settimana dopo settimana hanno scalato la vetta della Eastern Conference conquistandola contro tutto e contro tutti. E sono arrivati fin qui, alle Eastern Conference Finals contro tutti i pronostici, eliminando in sette partite una squadra giovane e agguerrita come i Chicago Bulls.”
5.      Già, i Bulls. Un mezzo fallimento?
“Non sono certo paragonabili ai Thunder, usciti al primo turno negli ultimi due anni da favoriti per l’anello, ma certo è che da Chicago ci si aspettava di più. L’anno scorso sono stati piallati via da Miami 4-0 nelle Eastern Conference Finals, seppelliti da scarti abilissali, e quantomeno ci si attendeva dai Tori una qualche resistenza in più, anche se la Miami dell’anno scorso era un'ondata atomica inarrestabile. Quest’anno hanno perso 4-3 dai vecchi Celtics nelle Semifinals. Un passo indietro. Sono ancora giovani, ma il tempo passa in fretta…”

Thursday, February 9, 2012

Western Conference Semifinals, game 5: LA Lakers - Portland Trailblazers


H I S  M A M B N E S S ! ! ! Ci pensa lui, "Sua Mambezza", con un clamoroso fader dai 7 metri in faccia a Brandon Roy. Ci evita il supplementare e ci trascina alle Western Conference Finals contro i San Antonio Spurs! Allo Staples finisce 93-91 e il miracolo di Kobe a 3 decimi di secondo dalla fine fredda i talentuosi ed ingestibili Blazers che avevano messo in piedi una rimonta da playground in grado di esaltarli tutti. E rischiava di girare la serie.
A quattro minuti dalla fine del terzo quarto, infatti, le danze sembravano ampiamente chiuse. Stavamo dominando 61-43 sull'ennesima tripla di Bryant (chiuderà con 4/7 behind the arc) e si presagiva un lunghissimo garbage perchè Portland aveva tirato i remi in barca. Sotto di 18 punti a 14 minuti dalla fine e sotto 1-3 nella serie, la squadra di Nate McMillan si stava comportando da tipica cozzaglia di talented players che ce l'hanno col mondo. Avevano mollato e fanculo a tutti. E noi gli andiamo dietro, allentando la cinghia... Fatal error. Con una serie incredibile di disattenzioni consentiamo a Portland di rifilarci un break di 9-0 in 60" (61-52) e da lì in poi i Blazers si esaltano. Chiudono il terzo quarto a -6 (71-65), ci chiudono il canestro nei primi tre minuti dell'ultimo periodo e non solo ci agguantano (71-70), ma ci sorpassano prendendosi anche tre punti di vantaggio! A 5' dalla fine il tabellone recita Lakers 75, Blazers 78 e il parziale pro-Portland fa paura: 35-14 in appena 9 minuti.
Quando a -1'57" Gerald Wallace brucia la retina da tre (83-87) e a -1'46" Lamarcus Aldridge affonda una schiacciata sulla testa di Ilgauskas con fallo del lituano e libero aggiuntivo, per noi sembra la fine (85-90). Ma abbiamo l'arma illegale.
Con 4 punti in 36" Kobe riapre tutto (89-90), Wilson Peterson viene lasciato volutamente wide-open da tre e sbaglia la tripla della vittoria a -26"; Kobe attacca Wallace e deposita il +1 Lakers a -12", poi Mills fa fallo su Aldridge e ne esce fuori un 1/2 in lunetta che sigilla la parità a quota 91. Mancano 5 secondi alla fine, time-out Lakers, pressione alle stelle. L'habitat preferito del Mamba Nero.
Kobe chiude con un'altra prestazione clamorosa da 41 punti, 6 rimbalzi, 4/7 da tre e 11/13 ai liberi. Portland paga i 24 punti del droide Petersen fatti con 9/28 dal campo e 2/14 nelle bombe. Negli altri campi Spurs, Celtics e Heat se la cavano tutti alla settima partita dipingendo Finali di Conference che più meritrocatiche non potevano essere. Sia a Ovest che a Est si scontrano le teste di serie numero uno (San Antonio e Boston) contro le teste di serie numero due (Lakers e Miami). Incredibili i vecchissimi Boston Celtics che nell'ultima stagione di Garnett sono stati in grado contro tutto e  contro tutti di raggiungere la Finale della Eastern Conference! Sono già loro i vincitori morali della stagione. E il loro cammino potrebbe non fermarsi qui...


I risultati delle Conference Semifinals

Western Conference
San Antonio Spurs - Memphis Grizzlies 4-3
Los Angeles Lakers - Portland Trailblazers 4-1

Eastern Conference
Boston Celtics - Chicago Bulls 4-3
Miami Heat - New Jersey Nets 4-3

Western Conference Finals
San Antonio Spurs - Los Angeles Lakers

Eastern Conference Semfinals
Boston Celtics - Miami Heat

Wednesday, February 8, 2012

Western Conference Semifinals, game 4: LA Lakers - Portland Trailblazers

Regola numero uno. Mai far arrabbiare il Black Mamba. Fino alla metà del terzo quarto Kobe stava giocando una partita offensivamente anonima (8 punti), anche se corroborata da 8 rimbalzi. I Lakers stavano affondando a -14, demoliti dalla difesa Blazers che aveva già costretto LA al 33% nel secondo quarto. Oden sembrava tornato quello dei tempi di Ohio State (15 punti, 12 rimbalzi, tanta durezza), il point-guard droide Wilson-Petersen stava dando un contributo sostanzioso ai rimbalzi (già 8 all'intervallo...) e Portland ha avuto il gioco completamente in mano: 48-34 a 3' dall'inizio del terzo quarto. Poi è successo "Il Fatto".Kobe penetra, Gerald Wallace piomba su di lui con un fallo pesante. Kobe inventa un canestro miracoloso e, rialzandosi da terra, con il dito indice indica il punto esatto in cui è avvenuto il fallo. Non ho mai visto una scena del genere, nè ho mai visto Kobe così furioso. 
E qui la partita cambia. Al punto che il Mamba segnerà ben 34 punti negli ultimi 22 minuti, i 17 dei tempi regolamentari, più i 5 minuti in più di overtime. Sensational. I Lakers sembrano aver vinto la partita a 51 secondi dalla fine quando l'ex Blazers Patrick Mills (17 punti e 5 assist), segna subendo fallo e trasformando il tiro libero aggiuntivo (87-90), ma a -35" il droide Wilson Peterson rompe la zona 1-3-1 di LA firmando la tripla del pareggio (90-90), seguita due azioni più tardi da LaMarcus Aldridge in fader sdal post basso a 9 secondi dalla fine (92-92). Bryant va di fade-away anche lui, ma la conclusione s'infrange sul ferro alla sirena: overtime. La nostra zona 1-3-1 con Artest ala grande, Ebansks n°3 e Ilgauskas centro, incasina Portland che viene definitivamente affondata da due bombe firmate Metta World Peace (92-95) e Black Mamba (92 -98 a -2'19"). E' poi lo stesso Kobe ha sigillare la vittoria yellowiola con un lay-up sulla linea di fondo (98-102) e due tiri liberi a 17 secondi dalla fine (100-104). 3-1 nella serie, guys!!!
Per Bryant una partita d'altri tempi: 42 punti, 11 rimbalzi e 15/17 dalla lunetta.

Tuesday, February 7, 2012

Western Conference Semifinals, game 3: LA Lakers - Portland Trailblazers

Voli cancellati. Treni soppressi. Strade bloccate. L'epic snow sta ghiacciando tutto: come raggiungiamo Portland per garatre? Ho un lampo di genio. "Tutti agli Hollywood Studio's! Tu, tu e tu, entrate nello Stargate. Tu, tu, tu, nel trasbordo de La Mosca. Io e gli altri dentro il teletrasporto di Star Trek!". Bzzz...




Riemergiamo in Oregon, al Rose Garden, che vedo per la prima volta here a nba2k12. La storia è che in queste prime sette partite di playoff Kobe Bryant, 35 anni, soltanto due volte ha segnato 20 o più punti (24 in garaquattro, persa, contro i Thunder e 35 in garauno, vinta, contro Portland). Ecco la terza. Ne ha piazzati 20 giusti giusti (con 8/12 al tiro), ben 11 di questi negli ultimi tre minuti che sono valsi il 90-98 e il 2-1 nella serie, con annesso riappropiarsi del fattore campo! Anche se forse la vera miccia decisiva per garatre l'ha accesa l'intramontabile Ron Artest aka Metta World Peace, già autore di canestri importanti - seppur in losing effort - in garadue.
La questione si stava facendo dangerous perchè la Portland molle e rinunciataria di game one non c'è più. Viceversa c'è un Greg Oden formato Ohio State (dominante nel primo quarto dove i Blazers vanno anche a +9, 24-15), un Brandon Roy strappato al ritiro e rigenerato, un Lamarcus Aldridge totale (16 più 14 rimbalzi) e il droid of the Year Wilson Peterson inspired. Oggi si è aggiunto anche un Gerald Wallace da 17 punti. Se non fosse stato per un clamoroso Shannon Brown da 15 punti nel 2° quarto (che ci fa rimontare e ci spedisce anche a +8, 39-47), Portland avrebbe preso il largo perchè, come in game two, abbiamo Kobe carico di falli già nei primi minuti. Ilgauskas prova a darci la fughina spezza gara ad inizio ultimo periodo (72-78), ma i Blazers non ci lasciano andare.
E allora arrivano le condizioni ideali di pressione che rendono fertile l'habitat del Mamba Nero. A farlo uscire dalla tana ci pensa prima Ron Artest che scodella cinque punti in fila portadoci dal -1 al +4 a 3'47" dalla fine (82-86), ed è lo stesso Metta World che serve a Kobe l'assist per un appoggio facile (82-88). Sfiancati dai colpi al costato sferrati da Ron Ron, i Blazers cedono all'angolo sui rapidi morsi del Black Mamba: fastbreak "and one" (84-91), fade away (84-93), sospensione in face (86-95) e poi 2/2 from the charity line che chiude tutto a -47" (90-97). 2-1 Lakers! E con una distribuzione di punti da epopea del Triple Post Offense: Kobe 20, Brown 15, Ilgauskas 14, Artest 12, Ebanks 12, Bynum 11.
Nelle altre serie, 2-1 per gli Spurs sui Grizzlies, 2-1 degli Heat sui Nets e 2-1 dei Celtics sui Bulls, con Chicago, sotto 0-2, che accorcia grazie a 45 clamorosi punti di Derrick Rose in garatre.

Monday, February 6, 2012

Western Conference Semifinals, game 2: LA Lakers - Portland Trailblazers



Ancora seppelliti dalla neve, le autorità di Los Angeles danno l'autorizzazione che si può giocare, nonostante lo Staples Center sia a rischio crollo del tetto. E forse era meglio se ce ne stavamo a casa davanti al camino con una tazza di cioccolata calda... Il break di 17-4 che i Blazers ci rifilano negli ultimi cinque minuti, chiudendo garadue sul 76-90 ha una sola spiegazione: stanchezza. E' questo il rischio che i vecchi Lakers corrono sempre nei playoff. E questa volta la giovane Portland non ci lascia scampo con il trio Wilson Petersen (Mvp-droide con 20 punti e 8 assist), Lamarcus Aldrige (20 punti, 10/17, 8 rimbalzi) e Brandon Roy (con 21 e 7 rimbalzi). Il vecchio Bryant nullo con 10 punti, 3/13 al tiro e problemi di falli che l'hanno tenuto a lungo in panchina. Sfiancato.
Il match è equilibrato nel primo quarto, poi nel secondo 9 punti-sorpresa di Larmar Odom from the bench ci proiettano sul +8 (45-37) iniettandoci sottopelle la pericolosa sensazione che, come in garauno, sarà tutto facile. Ed è la nostra fine. Con Bryant e Gasol carichi di tre falli e scarichi di energie, cediamo il passo lentamente ai Blazers che salgono di tono con Petersen e prendono in mano la gara nell'ultimo periodo, fino a toccare un +11 che ci sembra già enorme (62-73). Abbassiamo il quintetto, Artest da numero quattro produce cinque punti consecutivi che ci riportano sù a ciqnue minuti dalla fine (72-73) con un controparziale di 10-0 che ci fa ben sperare. Ma qui ci si spegne completamente la luce. La squadra di Nate McMillan ci congela sul posto, se ne va definitivamente con Roy e pareggia la serie sull'1-1 prendendosi il vantaggio del fattore campo. F U C K ! ! ! Ma almeno il tetto dello Staples ha retto... 

Sunday, February 5, 2012

BIG SNOW


Playoff 2013 temporarely suspended for epic snow. The Lakers-Blazers series will get back as soon as possibile.

Friday, February 3, 2012

Western Conference Semifinals, game 1: LA Lakers - Portland Trailblazers



Nevica di brutto a Los Angeles. Fuori dallo Staples Center un deserto di ghiaccio da Day After Tomorrow, ma dentro siamo caldissimi. Il columnist Alp, once again, ha avuto ragione: “Portland is a full-of-talents, but has the ability to win”? Lakers 95, Blazers 78 è solo la risposta di garauno delle Western Conference Semifinals '13. Ma è già un “messaggio”.
Dalle stats capisco subito che tipo è il temuto Droide dell’Anno Wilson Petersen, un play-guardia massiccio alla Russell Westbrook, devastante in uno contro uno, ma totalmente sprovvisto di tiro da fuori, dove ha un rilascio lentissimo e macchinoso. E’ giunto dunque il momento di rispolverare la famigerata difesa barbatrucchiana “One & Box”, mai usata prima d’ora in questo Universo nba2k12. E una Box & One al contrario, che prevede un giocatore a zona e gli altri quattro a uomo. Il battezzato è proprio la prima scelta 2012 al quale vengono lasciati 5-6 metri di spazio e viene praticamente “obbligato moralmente” a prendersi la conclusione da fuori. Morale: fa 6/22 al tiro, congela tutto l’attacco, influisce sulle non prestazioni di Roy (10 punti con 3/13) e Aldridge (3/12) e noi veleggiamo tranquilli, anche perché Kobe, libero dalla serie da terzino contro i Thunder, può finalmente tornare a scatenarsi. Il “Black Mamba” ne scodella 35 con 12/20 al tiro e 5 rimbalzi, Gasol lo spalleggia con 19 punti, Bynum con 16 rimbalzi. Ma quello che sta veramente facendo la differenza è Zydrunas Ilgauskas: qui in garauno i suoi aiuti difensivi sono ovunque, anche sul perimetro, e sono stati artefici anch’essi delle scarsissime percentuali al tiro di Roy e Aldridge, che davanti si sono spesso trovati le lunghe leve del 38enne lituano. Aiuti intelligentissimi, che arrivano sempre dove serve e mai dove non serve. “Z”, tesserato dai free agent in estate a soli 480 k l’anno, è la reale arma in più che last year non avevamo.
Sopresa intanto a Est dove i New Jersey Nets vincono garauno contro i Miami Heat che così si trovano sotto nei playoff per la prima volta in due anni. 1-0 anche per i Celtics sui Bulls e per gli intramontabili Spurs, primi a Ovest non dimentichiamolo, sui Memphis Grizzlies.

Thursday, February 2, 2012

5 domande 5 about: The First Round and other things

1.      Zen, palla solo sotto ai lunghi e 4-1 ai Thunder! Lei è un pazzo, lo sa?!?
“L’altro giorno ho visto uno speciale sull’NFL e ho tratto ispirazione. Per questa serie contro i Thunder ho suddiviso i Lakers in special team: attaccano in due (i lunghi), difendono in cinque. Tiri ad un centimetro dal canestro solo con i lunghi significa avere gli esterni pronti a coprire sui loro terrificanti contropiedi in caso di errore. E' stata questa la chiave della serie: impedire a loro i fulminei fastbreak che producevano vagonate di punti in pochissimi secondi: costringerli ad attaccare a difesa schierata sempre, in ogni azione! La vera goduria poi è stato vedere uno come Kobe lasciar perdere quasi completamente l’attacco ("appena" 15 di media in questa serie con 5-6 tiri presi a gara, ndr) dedicandosi solo a servire i lunghi e a dannarsi come un pazzo in difesa. Sembrava Del Piero che si sacrifica a giocare terzino nella storica semifinale Italia-Olanda agli Europei del 2000!”
2.      Veniamo ad Ilgauskas: viaggiava a due punti di media in regular season ma nelle cinque partite di questa serie ne ha messi 22,8 col 65,3% al tiro!!!
“E Gasol ne ha segnati 27,2 col 65,9%... Palla solo a loro e obbligo di tirare a non meno di un metro dal ferro, con Ibaka e Perkins che in quattro gare su cinque hanno avuto problemi di falli. Ma lei sa che se faccio una tattica del genere con Bryant, affidando solo a lui in post basso ogni attacco, è in grado di chiudermi una serie alla media di 60 punti a partita?”
3.      Alle Semifinali di Conference, vi attendono i Portland Trailblazers…
“Le faccio l’elenco dei nomi? Brandon Roy, Greg Oden, Lamarcus Aldrigde, Nicolas Batum, Wes Matthews, Gerald Wallace, Marcus Camby, Raymond Felton... Bene, a questo gruppo qui lei ci deve aggiungere anche la prima scelta assoluta dei Draft 2012, il play-guardia Wilson Petersen, premiato con il Droid of the Year...”
4.      Vacca zozza!!!
“Già… i Blazers sono l’unica squadra NBA che conosca che ha almeno sei giocatori in grado di segnare 20-25 punti. Sono un arsenale nucleare, ed hanno tutto: hanno l’asse play-pivot (Petersen-Oden), hanno ecletticità con Aldridge e Wallace, hanno difesa, hanno stoppate, hanno velocità, hanno imprevedibilità. E Nate McMillan è un signore allenatore.”
5.      Ma come farà a fermarli?
“Guardi non lo so. Tra l’altro i Blazers non li ho mai affrontati quest’anno, perché rientravano nelle prime nove partite di regular season dirette da John Kuester, quelle che io credevo fossero di preseason. Devo solo sperare che questo droide Petersen sia un pazzo accentratore di gioco, perché se è un play alla Chris Paul che innesca a turno tutti i compagni di squadra, per noi sarà una carneficina.”

Wednesday, February 1, 2012

First Round, game 5: LA Lakers - Oklahoma City Thunder

E   L A   C H I U D I A M O   4 - 1  !  In gara cinque allo Staples Center non c'è storia. Dopo un primo tempo dove i Thunder, trascinati da Westbrook, sembravano poter fare il colpaccio, ci prendiamo la scena dalla ripresa con un'aggiunta chiave al duo Gasol (25 pt e 12 rimbalzi) e Ilgauskas (19): Devin Ebanks. 





L'ex West Virginia Mountaneers sfrutta gli spazi che OKC gli concede e ne deposita 22 con 8/11, protagonista del break spaccapartita a cavallo tra il secondo e il terzo quarto, quando da un pericoloso -6 (39-45) passiamo al +11 in appena tre minuti (61-49)! Un parziale-bufera di 22-4 guidato dagli "and one" in successione di Gasol, Mills, Kobe e Ebanks che spazzano via tutto in contropiede, un break che si allunga a dismisura fino ad un clamoroso 66-36 che ci porta sul +24 a 2'30" dalla fine lasciando i Thunder sulle ginocchia (105-81)! Oklahoma City ha ceduto di schianto nel secondo tempo, Kendrick Perkins e Ibaka vengono messi fuori uso dai falli e così la coppia Gasol-Ilgauskas torna a devastare combinando 44 punti in due. Ma stavolta è Devin Ebanks la vera spinta che ci manda alle Semifinali della Western Conference contro un'altra corazzata, i Portland Trailblazers, mentre i Tuoni di Oklahoma City se ne tornano a casa con la seconda eliminazione di fila al primo turno che deve farli riflettere, loro che avrebbero dovuto concorrere per il titolo NBA già dall'anno scorso. 
Nessuna sorpresa, intanto, nelle altre serie, anche se a Est hanno rischiato grossissimo i Boston Celtics e i Chicago Bulls, forzati a garasette rispettivamente dai sorprendenti Cavaliers e dai Milwaukee Bucks. Sono alle semifinali di Conference i primi due droidi del Draft 2012, la prima scelta Wilson Petersen, play guardia dei Blazers e "Droid of the Year" e il celebre Terence Bowen dei New Jersey Nets che tornano in una semifinale di conference dopo sei anni, dai tempi di Jason Kidd.


I risultati del primo turno

Western Conference
San Antonio Spurs - Denver Nuggets 4-1
Houston Rockets - Memphis Grizzlies 2-4
Portland Trailblazers - New Orleans Hornets 4-2
Los Angeles Lakers - Oklahoma City Thunder 4-1

Eastern Conference
Boston Celtics - Cleveland Cavaliers 4-3
Chicago Bulls - Milwaukee Bucks 4-3
New Jersey Nets - Philadelphia 76ers 4-2
Miami Heat - Orlando Magic 4-1

Western Conference Semifinals
San Antonio Spurs - Memphis Grizzlies, Los Angeles Lakers - Portland Trailblazers

Eastern Conference Semfinals
Boston Celtics - Chicago Bulls, Miami Heat - New Jersey Nets

First Round, game 4: LA Lakers - Oklahoma City Thunder

E ora i "playofologi" si interrogano. La sconfitta di oggi è solo la "classica sconfitta da 3-0" oppure Oklahoma City ha finalmente trovato il modo di fermarci? Right, perchè garaquattro alla Chesapeake Energy Arena è quella dell'orgoglio Thunder, quella della del "NO SWEAP", quella del "Not in our house", quella della rivincita di Serge Ibaka (14 punti, 8 rimbalzi) e Kendrick Perkins (12 e 9 boards) che cancellano Gasol (11 pt, 4/9...) e Ilgauskas (13) dopo tre partite da incubo. E' anche la gara di un incontenibile Russell Westbrook, che non ci sta e scodella 30 punti, 6 rimbalzi, 7 assist, 11/20 dal campo e 8/10 in lunetta trascinando OCK a peso verso il 107-102 finale, alimentato da un suo 4/4 ai liberi dopo che un ottimo Patrick Mills aveva fallito la bomba del pareggio a 7" dalla fine. Ma è forse un tap-in schiacciata di Kendrick Perkins a -42" sul punteggio di 101-98 Thunder che sentenzia la vera fine. Proprio il dominio a rimbalzo dei Thunder sarà un'altra chiave di volta di questa game four.
Che non era giornata lo si capisce subito. Gasol fa due falli nei primi due minuti ed è subito costretto ad uscire, Westbrook e Durant segnano anche da casa loro bendati con quattro dita nel naso... E soprattutto Perkins e Ibaka non si caricano di penalità, stanno in campo e mettono un'energia mostruosa. Ilgauskas, che aveva dominato le tre precedenti gare, non riesce nemmeno a girarsi contro di loro e va completamente a escort l'arma con la quale li castigava, ovvero la finta con passo di incrocio e lay-up. Niente. Oggi sotto c'è un muro, e inoltre Scott Brooks ha ordinato anche ai piccoli di raddoppiare in post basso, così i palleggi spalle a canestro di "Ilga" spesso vengono sottratti o disturbati in raddoppio dal Westbrook o Nate Robinson di turno.
Sbandiamo nel terzo quarto (73-64), deragliamo a cinque minuti dalla fine (91-78), ma grazie alla 1-3-1 indoviniamo quattro recuperi consecutivi che ci rimettono dentro il match (97-94 a -1'53"). 
Sul 99-96 ancora la 1-3-1 ci consegna un possesso, Ebanks s'invola sulla fascia pronto ad esplodere una delle sue proverbiali schiacciate atomiche, ma da dietro arriva Russell Westbrook che decolla insensatamente con la testa sopra il ferro inchiodando una stoppata clamorosa. Recupera palla, lancia a mo' di quaterback e dall'altra parte Ibaka dunka in testa a Kobe con fallo del "Mamba". In pochissimi secondi passiamo dal possibile -1 al certo -5. Poi Perkins sentenzia con la tap-in dunk e Westbrook sigilla from the line. F U C K ! ! !