La zavorra che ancora ci porteremo dietro è quella di Mike D’Antoni. Non è ancora licenziabile per un anno, perché se lo cacciassimo adesso, coi due milioni di dollari rimasti firmeremmo coach con tutte “F”, e dunque ci tocca tenerlo; a parte questo, per il resto il Barba è soddisfatto. Il materiale a disposizione era poco perché la free agency 2014 non aveva nessuno che ti potesse far svoltare l’Asso per essere subito competitivi in ottica anello, solo tanti ottimi giocatori per formare un’impalcatura solida: tanti Robert Horry, ma nessun Shaq, per farla breve. Inoltre c’è sempre quel contratto assurdo di Bryant con il quale fare i conti.
In dote noi avevamo l’ottava scelta assoluta e Pau
Gasol come merce di scambio. Insomma, c’era margine per costruire the basement. Col baratto ad esempio prendiamo dai Golden State Warriors Harrison
Barnes e dai free agent firmiamo Loul Deng, li mettiamo in
quintetto e scombineremo le carte, ogni partita, in ogni quarto: chi giocherà
ala piccola e ala pivot tra i due? Noi lo sappiamo, gli avversari no. La nostra
ottava pick overall la usiamo per arrivare al play panchinaro dei Celtics,
Avery Bradley Jr., difensore che non solo va a ricoprire la classica prima
barriera barbatrucchica, ma che andrà a rimediare anche alle lasciate difensive
di Bryant. Ci manca l’ultimo tassello del quintetto, lo otteniamo via Gasol, e così arriva il famoso
lungo dell’Est Europa di cui tanto si parlava, ha le fattezze di Valanciunas,
secondo lituano nella storia dei barbalakers dopo l’indimenticato “Z”.
Non riusciamo a portare a L.A. Gorgui Dieng, ma tra i
free agent c’è il ruvido che fa per noi nella posizione di pivot panchinaro, il
già fu barbalaker ‘Birdman’ Andersen, e anche qui tra le seconde linee di
esperimenti se ne possono fare, perché dai F.A. arrivano anche Boris Diaw e naturalmente
il barbapretoriano Papanikolaou, e così vedremo coppie di lunghi panchinare di
diverso impatto: quella più solida (Diaw-Birdman), quella che apre gli spazi
(Papanikolaou-Diaw), o entrambe le cose (Papa-Birdman). Oppure Diaw che se ne
va in quintetto a fianco di Valanciunas, o il lituano che fa il numero quattro
al fianco di Birdman, con uno tra Deng e Harrison Barnes che esce from the
bench.
Dagli agenti liberi puntiamo le nostre fiches anche su
Glen Rice Jr. come pura guardia tiratrice, che se solo ha preso un decimo di
suo padre, ci va bene. Non siamo da anello, massimo da Western Conference Semifinals, ma abbiamo fatto spese a relativo
basso prezzo, salvando our money per arrivare poi alla superstella o due che ci
faranno fare il salto definitivo l'anno prossimo. Mettete anche solo un LeBron o un George
dentro questa impalcatura qui, e ci siamo!
Bradley, Bryant,
Harrison Barnes, Loul Deng, Valanciunas come quintetto e De Colo, Rice Jr.,
Wesley Johnson, Nick Young, Papanikolaou, Diaw, Birdman Andersen, Ryan Kelly in
panchina.
Creazione di un gruppo in marcia verso una missione. E’
questo l’obiettivo della stagione 2014-15. Si parte da San Francisco, contro i
Golden State Warriors. Contro Iguodala e Bogut.
Davvero niente male !! Deng difensivamente non si discute , se e' ispirato offensivamente puo' dare tanto sia da tre che da quattro, raramente sbaglia un match . Barnes e' una bomba ad orologeria come dimostrato da Coach Answer, una "stellina". Diaw in game non saprei, per il resto giu' il cappello, un professore. Valanciunas (con me ai warriors) penso possa darti soddisfazioni inaspettate. Dalla panca punti ce ne sono...Niente male per adesso !!!
ReplyDeleteSotto con l'alchimia ...
Daje coach! Ancora col 14?
ReplyDeletemii anche tu sei sull'andante???? Non riesco a riprendere le finals ... Assurdo ;-))
ReplyDeleteDov'è finito? Il coach piu' leggendario di NBA 2k sparisce così?
ReplyDeleteSecondo me non hai comprato il nuovo gioco...ma ogni tanto ci osservi...