Wednesday, October 31, 2012

Season End: un altro n°23 cambierà i contorni di questo sport?



Distruggiamo il nuovo parquet dei Suns scartavetrandoli per 87-107 (32 dell'ex lacustre Shannon Brown, ma 47 della coppia Mamba-Superman) ed è la mia ultima gara di questa regular season sulla panchina dei Lakers, perché poi vado in meditazione pre-playoff nel Montana a farmi qualche fungo peyote prima della Big Dance e lascio le ultime due a John Kuester, che esordisce con un incoraggiante -38 a Oklahoma City (111-73, 34 di Durant, 9 con 4/12 di Kobe) e si riprende sconfiggendo allo Staples i Dallas Mavericks 94-88 contro un super Nowitzki (31 punti, 10 rimbalzi).
Chiudiamo con 20-9, con otto vittorie nelle ultime dieci partite, lanciatissimi a palla di cannone, primi nella Western Conference e attendiamo i famigerati premi di fine stagione della 2K. E’ il dominio di un giocatore destinato ad entrare, a detta di molti, nella Hall of Fame. Un altro n°23 chiamato a riscrivere i contorni di questo sport. 


Il rookie 19enne Anthony Davis non riesce a portare New Orleans ai playoff, ma si prende sia il Rookie of the Year (14,6 punti, 10,3 rimbalzi, 1,7 stoppate), sia il titolo di Miglior Difensore! E’ mai esistita una matricola che al primo anno, oltre al Rookie of the Year, si prende anche un altro premio individuale? Sì, due: Wes Unseld e Wilt Chamberlain, entrambi migliori esordienti ed Mvp stagionali. Ma come ha svelato Alp, non c'è mai stato prima d'ora nella storia della Nba un Rookie of the Year in grado di vincere anche il premio di miglior difensore. Davis in pochi mesi si è portato a casa il titolo Ncaa, la medaglia d'oro olimpica, il Rookie of the Year e il Defensive Player of the Year! L’exploit dell’ex Kentucky Wildcats fa passare in secondo piano tutto il resto: sia il monotono Mvp a LeBron James (25,2 punti, 7,1 rimbalzi, 6,1 assist, 52% al tiro), sia il sempre meno accettabile Coach of the Year ad Erik Spoelstra (premio privo di senso se uno come Phil Jackson lo vince una sola volta). Men che meno il Sixth Man Award (a Ramon Session dei Bobcats!) o La Rivelazione (Brandon Knight dei Pistons).
Sono nella mia bettola di legno nel Montana, fuori già c’è un freddo porco. Rientrerò a ore per preparare il primo turno dei playoff. Contro chi? Quelli del “5 domande 5 about” mi stanno preparando l’intervista, lì verrà svelata la prima contender.

Superman e il Mamba Nero, volume 1, edizione limitata



Non è un fumetto di Clark Kent inviato dal Daily Bugle a fotografare il Dendroaspis polylepis, ma il connubbio che porta ad un evento più unico che raro: due giocatori della stessa squadra tra i primi cinque candidati al premio di Most Valuable Player della stagione. DH12 ci ha tirato fuori dalla melma dov’eravamo finiti a suon di prestazioni clamorose, il Black Mamba ci ha evitato una sconfitta certa contro i Philadelphia 76ers, tirandoci sù da solo da un -18 a metà terzo quarto. Bynum, nel suo primo ritorno allo Staples Center, è scatenato: salta, stoppa, schiaccia e ad altezza della lunetta smista pure i palloni alla perfezione; il Bimbo, che ho allenato per 24 stagioni nei vari 2KUniversi, non l’ho mai visto così (chiuderà con 16 punti, 7/13,  15 rimbalzi, 4 recuperi): costringe anche Howard ad uscire per 6 falli, anche se DH va a sedersi comunque con 26 punti e 18 "arpionate"... Ma noi tiriamo col 37% nel primo tempo, a metà terzo quarto siamo a -18 e a 60” dalla fine della partita siamo a -7, 85-92. Chiusa, andata, kaputt. Ma lì, tra l'erba bassa, c'è il Mamba Nero (Dendroaspis polylepis).  E’ avvolto nelle sue spire, pronto all’attacco. Affonda gli incisivi con la tripla del -4 (88-92), inietta il veleno con una sospensione alla Carlton Myers contro la Joventud Badalona (-2 https://www.youtube.com/watch?v=jH2JpyUwx9I&playnext=1&list=PLF3871DFC3B0F76EF&feature=results_main ), ne vede gli effetti in circolo dentro il flusso sanguigno del nemico quando affonda la bimane in solitudine in contropiede (92-92) e ad un secondo e cinque decimi dalla fine si prende il fallo su un altro tiro in sospensione: realizza i due liberi del sorpasso, JRue Holiday, super protagonista del match, forza da tre at the buzzer da 9 metri e trova solo il ferro. Lakers 94, Sixers 92, Bryant 41 punti (9 negli ultimi 60”…), 16/26 al tiro, 7/7 ai liberi, anche 3 stoppate.
Contro i Knicks, the same. Ci troviamo a -10 ad inizio quarto quarto, inchiappettati da Melo (26 punti, 6 rimbalzi), ma alla fine è ancora il #24 che ci tira sù issandoci a quella che è la sesta vittoria nelle ultime sette partite (103-98). Anche se contro New York c’è la coralità che manda in visibilio gli allenatori: Nash 14 punti, Bryant 30 (con 11/19, 5 rimbalzi e 6 assist), Metta World Peace 12, Gasol 14, Howard 13 (con 15 rebounds). Musica per le mie orecchie.
Tre partite alla fine, guys. @Phoenix, @Oklahoma City e contro Dallas. C’è da difendere il primo posto a Ovest dagli assalti dei San Antonio Spurs, che ci stanno li dietro attaccati.

Tuesday, October 30, 2012

DH12, ENORME DOPPIA DOPPIA DA 28 + 21 (e 12/15 dal campo...)

65/81, 80.2% al tiro, nemmeno Darryl Dawkins quand'era in Italia. E' l'incredibile percentuale dal campo di Dwight Howard nelle ultime sei partite, quelle che di fatto ci hanno tirato fuori da una crisi di mezzo inverno (ad un certo punto eravamo settimi a Ovest...) riportandoci in cima alla Western Conference. Il flusso ritrovato in attacco a seguito del riposizionamento di Antwan Jamison in ala piccola ha scatenato DH12: l'ex Magic, dopo una prima parte di stagione normale, ha svoltato. In questo periodo di stapotenza, arriva dunque quasi 'fisiologica' la prima prestazione da 20+20, per la precisione 28 punti, 12/15 al tiro e 21 rimbalzi contro Roy Hibbert e gli Indiana Pacers che here, super delusione dell'anno, sono nettamente sotto il 50% di vittorie e quasi sicuramente staranno fuori dai playoff: George Hill play al posto della pesante partenza di Darren Collison, non va. A sorpresa vinciamo facile e in controllo: un 100-88 @Indianapolis che arriva 24 ore dopo la furibonda battaglia contro Miami fa proprio ben sperare. Ora doppia sfida contro  Philadelphia e New York (seconda a Est), entrambe allo Staples Center:  Howard vs Bynum e poi Nash vs Kidd. mentre all'orizzonte il tempo comincia a cambiare. Nuvole si ammassano l'una sull'altra, in attesa di scatenarsi. Sono i playoff.

Sunday, October 28, 2012

HEAT-LAKERS, Guerra Nucleare Totale!


C’abbiamo lasciato il primato, ma abbiamo visto cose che voi umani… Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, ho visto i raggi B balenare vicino alle porte di Tannhäuser. Che robe! Ho visto Dwyane Wade scatenarci addosso 39 punti, con 7 rimbalzi, 10 assist e 18/22 al tiro, ho visto LeBron James affondarne 34 con 11 assist, ho visto Howard giganteggiare là sotto (19 punti, 15 rimbalzi, 3 stoppate) e Bryant recapitarne 39, come “Flash”, anche se macchiati con l’olio di motore di 11 palle perse, inlavabili. Ed è tutta qui, sulle traiettorie di passaggio, che si decide Heat-Lakers. Il 120-111 finale è un fuoco nella pineta alimentato dai venti di contropiede che Miami scatena con intercetti ovunque. Si è giocata tutta lì: il debordante atletismo dei campioni in carica non è contenibile a campo aperto e le nostre quasi 20 palle perse si sono trasformate in pedane di decollo per LBJ & Co. E poi c’è Wade, in formato Finals 2006, che aveva già 23 punti ad inizio terzo quarto...: ma le avete lette le sue cifre sopra?!? Allucinante. Loro vanno a 20 vinte e 6 perse, noi siamo 15-8 e al 99,999% il primato assoluto è andato (per arrivare primi noi dovremmo vincerle tutte, loro perderne due delle prossime tre). Li abbiamo visti scatenarsi nella loro massima potenza, più di così è difficile che quei due possano fare.

Saturday, October 27, 2012

5 domande 5 about: i due giorni del Condor

I Lakers vincono anche a Charlotte e inanellano la quinta double “W” consecutiva: decide Bryant, fuori gioco con 4 falli ad inizio terzo quarto, che rientra in tempo negli ultimi otto minuti per segnare 16 punti nel 6-22 che spacca in due la partita…



1.      Ma l’Mvp, per la quarta volta consecutiva, è stato Dwight Howard: 26 punti, 10 rimbalzi, 3 stoppate, quattro soli errori al tiro su quindici.
“E’ il suo momento, no doubt. In queste ultime cinque vittorie ha tenuto una media di 31,2 punti e, a naso, avrà avuto più dell’80% dal campo, anche se non è lui la vera svolta dei Lakers".
2.      Tiro ad indovinare, è Jamison?
“Bravo, come ha fatto?”
3.      Ho letto i post precedenti
“Il ritorno di Antwan nel ruolo di ala piccola ha cambiato tutto. Chimica pura: aggiungi ad un acido (H1O) un solo atomo di idrogeno e questo diventa acqua, fresca, fluida, a volte impetuosa. Una ‘culata’, ovviamente: pensavo che questo spostamento potesse gioviare alla squadra, ma non così. Puoi intuire qualcosa, ma non prevedere simili svolte.”
4.      Non si gasi troppo, ora avete una due giorni che potrebbe ricambiare tutto
“Saranno i due giorni del Condor. Andremo a Miami, contro i campioni in carica, un autentico spareggio per il primo posto assoluto nella Nba, visto che siamo a mezza vittoria di distanza da loro. Una gara che potrebbe valere il vantaggio del fattore campo in un’ipotetica finale. La sera dopo saremo ad Indianapolis contro i Pacers…”
5.      Bryant miglior marcatore della Nba (29,3), Howard miglior rimbalzista (11,0), Nash secondo ai liberi (94,4%), squadra prima nella Western Conference e con tre giocatori nei primi tre posti delle percentuali di tiro (1.Howard, 70,3%, 2.Gasol, 60,1%, 3.Bryant, 59.4%).
“Siamo dove mi aspettavo di essere, in testa alla Western Conference e in corsa per il primato della Nba. Se non avessimo avuto quel crollo clamoroso di inizio inverno, forse avremmo già prenotato il primo posto assoluto. Probabilmente da ubriaco, qualche giorno fa misi in discussione Steve Nash, per scarsa difesa: ma poi cosa ti fa? Ti mette tre giocatori ai primi tre posti della percentuale dal campo, perché quelle medie sono soprattutto merito suo. Se Bryant fosse un voto scolastico di Hogwarts sarebbe Oltre Ogni Previsione: un esterno che tira col 59% dal campo come lo definisce?".

Doc Rivers non ha La Verità in tasca, per i Lakers è la quarta vittoria consecutiva



L’assenza, per frattura alla schiena, di Paul Pierce (2-4 weeks out), le scelte discutibili di “Doc” (una delle quali, qualcuno ricorderà, costò tre quarti di titolo ai Celtics contro di noi nel 2K12… link gara 3 Finals 2012) e tutta la strapotenza di un Dwight Howard in un momento della stagione da trance agonistica: Lakers-Celtics, 93-80 per noi, è racchiusa tutta qui. Se Superman confeziona un’altra prestazione monstre (23 punti, 14 rimbalzi, 8/8 dal campo contro Garnett), non tanto si può dire di Coach Glen Anton Rivers che fronteggia l’assenza della Verità concedendo ben 35 minuti ad Avery Bradley (disastroso) e solo 14 a Jason Terry che invece viaggia ad un punto al minuto (chiuderà, infatti, con 13) e con lui in campo, insieme a Fab Melo (solo 6 minuti per il rookie) i Celtics erano riusciti a portarsi anche avanti, facendo temere persino un clamoroso blitz. Ma dal terzo quarto “Jet”, inspiegabilmente, non è più entrato, Fab Melo anche lui si è carteggiato il fondoschiena in panchina ed è proprio lì che diamo la prima spallata, anche “showtimizzando”, perché in pochi secondi Nash alza al cielo tre alley-hoop che fanno saltare sulle sedie i 18.000 dello Staples Center: ne escono fuori una schiacciata devastante di Howard e due di Bryant, ma soprattutto si apre un solco di dodici punti tra le due squadre (55-43), reso ancora più profondo dal punteggio basso. Qui ci specchiamo, Boston con Rondo e Garnett si tira su fino ad un pericoloso -1 a tre minuti dalla fine (75-74), ma la seconda ondata Lakers è devastante, confezioniamo un 11-0 in pochi secondi e alla fine il 93-80 è infiocchettato. E’ la quarta vittoria consecutiva ed è plausibile che la striscia si allunghi; la prossima ce l’abbiamo nel North Carolina, a Charlotte, un campo dove Bryant nell’ultima stagione nel 2K12, per ‘omaggiare’ Jordan, ne postò 63…

Friday, October 26, 2012

"Gimme some nasty!" E lui tira giù tutto!


Demolisce i Portland Trailblazers con 45 punti, 9 rimbalzi e 3 stoppate. Spazza via il Palace of Auburn Hills con 40 caramelle, 10 palloni artigliati, ancora 3 blocks e 19/21 al tiro. Fino ad ora Dwight Howard era stato un po’ ai margini, se si può considerare tale essere comunque il primo della Nba nei rimbalzi, nella percentuale di tiro e viaggiare a 19+11 di media con oltre il 60% dal campo. Però non aveva ancora manifestato tutta la sua devastante potenza. “Gimme some nasty!” gli ‘Popovichizzo’ prima di due gare facili, e dunque delicatissime, come quelle contro Portland e Detroit. Aiutato anche dal fatto che Blazers e Pistons sotto canestro non avevano praticamente nessuno (non c’era neanche Andrè Drummond nella Motown, infortunato) il collaudo di “Superman” è andato liscio come l’olio: 113-106 allo Staples Center, 99-108 al Palace, allunghiamo a tre la striscia di vittorie consecutive e torniamo sù, al secondo posto nella Western Conference (13-7 #DAICAZZO!) e nascosto dietro ad Howard c'è anche un Bryant che fa 16 e 8 assist nella prima partita e 21 con 9 passaggi smarcanti nella seconda. Arriva l’All Star Game, ce ne strafottiamo, anche se c’è il primo duello Howard vs Bynum. All’orizzonte ora c’è una sola sfida: ci aspettano i Boston Celtics, secondi a Est dietro una Miami che viaggia in testa sul 13-5 ma con uno scarto medio tra punti fatti e subiti di +16,5. Come dire che, a parte qualche passaggio a vuoto, stanno demolendo tutti.

Thursday, October 25, 2012

I Lakers rivedono la luce: Jamison torna small forward come agli inizi



Nel read and react barbatrucchico, più volgarmente chiamato “dai la palla a chi è libero altrimenti t'impalo come Vlad Tepes III”, se non si sviluppa il flusso, sei fuori. Se il giocatore legge bene, ma agisce male, sei fuori. Mi sono rinchiuso per notti intere nel mio ufficio di El Segundo mangiando solo cinese, mi sono rivisto centinaia di volte i Dvd della partenza stagionale (6 vittorie nelle prime 7 partite) e poi quelli di questo inizio autunno da 5 sconfitte nelle ultime 6. Cosa c’era di diverso?
All'inizio c’era Jamison ala piccola titolare (e World Peace ala piccola panchinara), poi si è cambiato: World Peace ala piccola nello starting five e Jamison n°4 panchinaro con Devin Ebanks diventato n°3 from the bench. Ed è proprio qui che il castello ha iniziato a crollare. Cosa succedeva prima? Sia con il quintetto (Nash, Kobe, Jamison), sia con la panchina (Blake, Meeks, Metta) c’erano tre esterni capaci di colpire da fuori. Ora invece solo il quintetto è in grado di farlo in tutti e tre i suoi elementi, perché con dentro la panchina salta un pezzo del puzzle: Ebanks, infatti, è ancora inabile a tirare dalla distanza. Cosa succedeva con la batteria delle seconde linee in campo? Che quando il n°3 si trovava libero per lanciare la castagna, non poteva farlo. Questo, oltre a bloccare tutto il flusso, creava anche una sorta di 'timore del tiro' nei confronti di tutti agli altri compagni. In parole povere, l'insicurezza di uno si diffondeva a macchia d'olio anche tra tutti gli altri.
Contro i Brooklyn Nets allo Staples Center ho fatto una via di mezzo tra il Prima e il Dopo. Ebanks n.e., Earl Clark n°4 panchinaro e Jamison che torna a fare l’ala piccola, sempre tra le seconde linee. Vinciamo 119-107, Kobe divulga basket (32 punti, 13/18 al tiro e 8 assist con la sigaretta in bocca), Howard e Gasol confezionano in due 40 punti e 20 rimbalzi, Nash sforna 9 assist ma all'interno del “dai la palla a chi è libero” barbatrucchico si fa trovare pronto Antwan Jamison che dalla fabbrica di cioccolato tira fuori 20 “caramelle” con 4/8 nelle bombe. Una rondine non fa primavera, ma l’acqua stagnante delle precedenti sei partite qui ha ripreso a circolare fluida. Come nelle prime sette.