Wednesday, November 27, 2013

Western Conference Semfinals, game 1-2: LA Lakers - Portland Trailblazers


Garauno e subito la notizia: i Portland Trailblazers sono senza Batum, alluce rotto, fuori dalle 2 alle 4 settimane. La squadra dell'Oregon esce da ogni possibilità di passare il turno. Apro la porta degli spogliatoi. C'è Sacre che sta prendendo le ordinazioni, una quattro stagioni, una prosciutto e fungo e poi? C'è Kaman che si fa le meches con gli ultimi due peli rimasti. Non ci vedo più.
"Se voi signorine finirete questi playoff sarete un'arma! Sarete dispensatori di morte, pregherete per combattere! Ma fino a quel giorno siete uno sputo, la più bassa forma di vita che ci sia nel globo! Non siete neanche fottuti esseri umani, sarete solo pezzi informi di materia organica anfibia comunemente detta "merda"! 
Dobbiamo spazzarli via, dobbiamo calare su Portland quintalate di napalm. Subito!!! E infatti dominano loro. Per tre quarti e mezzo abbondanti, incuranti dell'assenza del loro asso francese. Poi entriamo nei nostri classici ultimi cinque minuti (una caratteristica di questi Lakers), recuperiamo, passiamo a condurre 103-99 a -1'51" con la solita sospensione di Kobe che sembra aprire il parziale decisivo. Wrong. I Blazers, feriti, mangiano il campo, impattano in venti secondi, sorpassano con Lillard che serve ad Aldridge l'appoggio del 103-105 a -50" e si procurano il possesso per chiuderla. Lillard, 15 assist, colui che ci bruciò con quell'entrata a pochi decimi di secondo dalla fine di quella famosa garasette del 13 va per la sospensione all'altezza della lunetta che manda tutti a casa, una donna grida. Ferro. Rimbalzo nostro! Kobe ha tutti i 36.000 occhi dello Staples Center addosso, abbassa la spalla, sguscia via a Matthews sulla linea di fondo, va sù, riabbassa la palla, la fa riapparire dall'altro lato, segna in reverse alla Jordan e subisce fallo! 



Clamorosa azione da tre punti per il 106-105 a 34" dalla fine! Ma i Blazers hanno l'ultima azione, hanno in mano il buzzer della vittoria, come in quella garasette. Ancora Lillard ha la palla in mano, s'incunea, entra dentro l'area, va sù per l'appoggio facile ma scopre per un secondo la palla, McCallebb la smanaccia, recupera, la dà a Kobe (32 punti, 7 assist), fallo sistematico, 2/2 del Mamba, vinciamo 108-105!
Troppo, troppa fatica contro una squadra priva della sua stella. Garadue voglio che li sbraniate! Succede. Più o meno.
Tutto in numero, +34. No, non è lo scarto finale, quello è un più modesto 108-99 (vale comunque il 2-0 e non ci facciamo troppe pippe sugli scarti). Il +34 è il plus/minus di un giocatore che rischia di avere l'impatto che ebbe Barea sui Lakers del primo anello nel 13. L'impatto di un giocatore al quale non daresti due lire e invece ti fa svoltare la stagione, il pezzo mancante di un puzzle ora completo. Sto parlando di Mirza Begic.
Il 2,16 bosniaco, tribunaro per quasi tutta la regular season, reintegrato a tre giornate dalla fine, sembra che in campo non faccia nulla, ha numeri mediocri, che passano sottotraccia, come un pivot di riserva qualsiasi che ha passato gran parte dell'anno in tribuna ma con i suoi aiuti, i suoi tagliafuori, il suo guidare la difesa, i suoi blocchi granitici, si tra rivelando un fattore. In garadue il +34 di plus/minus (per i profani, significa che con lui in campo i Lakers hanno accumulato un vantaggio di 34 punti) l'ha messo insieme in soli 16 minuti di gioco. E' entrato con L.A. sotto di tre e subito in 4' siamo andati sopra di otto. Era in campo quando abbiamo toccato i 16 punti di vantaggio sul 43-27, era in panchina quando Portland è rientrata, impattando e sorpassandoci a sei minuti dalla fine (80-83).
E' qui che rimetto dentro Begic. E' qui che l'area dei Lakers si richiude, no pasaran, e con Kobe (30 punti), George (21 e 9 rimbalzi) e Papanikolaou (18) piazziamo il parziale di 19-5 che culmina con la tripla del nostro Kukoc greco a 1'48" dalla fine (99-88)!
Il dato? Da quando è stata cambiata la panchina, ovvero Begic è diventato il pivot che si alterna con 'Birdman', Gasol è tornato numero quattro (prendendo il posto di Haslem), Young è tornato ala piccola e Wesley Johnson è diventato guardia, abbiamo vinto le ultime tre gare di regular season, dato un 4-0 ai Kings e ora 2-0 ai Blazers. Totale, nove su nove. Un ruolino da evitare le terme con C.Paone!

Monday, November 25, 2013

First round, game 1-4: LA Lakers - Sacramento Kings


Alla vigilia dei playoff l'El Segundo Times travasa i soliti liquami sul Barba, coach che ha affrontato due Esonero Game nelle ultime due stagioni e che non passa un turno di playoff da tre anni. Un'eliminazione al primo turno per 4-2 da parte dei Thunder, una non qualificazione ai playoff (queste sono le ultime due stagioni del 13) e un'altra eliminazione al first round, last year, per 4-0 sempre contro OKC è il recente ruolino di marcia del Coach Zen.
E la serie tra Lakers e Kings arriva a testare nei playoff i recenti accorgimenti zen, tutti riguardanti la panchina: Begic di nuovo tra i dodici, Haslem in tribuna, Young in ala piccola e Wesley Johnson da guardia. Avevano già dato i loro frutti con le ultime tre vittorie della regular season e relativo terzo posto-sorpresa, ma the post season è un'altra cosa. 
A giudicare da garauno e garadue, it works! Ma sono altri i protagonisti del perentorio 2-0 Lakers. C'è ad esempio il fatto che quando un play lento col palleggio alto incontra un play rapido con la rubata facile, il play lento col palleggio alto è un uomo morto. E' il caso di Greivis Vasquez contro Bo McCallebb. La prima partita è dominata dall'ex Montepaschi che non lascia respiro al dirimpettaio, gli ruba 6 palloni ne sporca almeno il triplo e contemporaneamente i Kings non ci capiscono nulla nemmeno contro Papanikolaou che esce fuori e spara triple sulla testa del povero Patrick Patterson. Lo Staples Center è un fattore, DeMarcus Cousins, nervoso, esce in anticipo per sei falli e quando succede ce ne andiamo via chiudendo agevoli sul 96-86 con 16 punti, 10 assist, 4 rimbalzi e 6 recuperi di uno scatenato McCallebb (in discussione nel periodo no dei Lakers) e 18 punti, 5 rimbalzi e 4/6 behind the arc di Papanikolaou.
Il nostro "Kukoc greco", inspired, apre i fuochi anche in garadue segnando 11 punti nel nostro 19-7 iniziale (chiuderà con 16 punti, 8 rimbalzi e 4/4 da tre) e la serie sembra un passeggiata, anche se Sacramento ce la scrolliamo di dosso soltanto negli ultimi cinque minuti: il 115-103 finale, però, con Kobe a quota 31 e McCallebb, solo 2 punti, con altri 5 recuperi, fotografa la partita.
Io però non mi fido di Sacramento, intesa proprio come città. Quando saliamo sul pullman per dirigerci alla Sleep Train Arena sappiamo che troveremo i tifosi più caldi della Nba, un campo tremendo, dove il pubblico agita i campanacci e non le manda a dire. Niente a che vedere con le star e starlette dello Staples. Qui è baccano vero. Loro sanno che garatre è La Partita. Lo so anch'io. Lo dico ai più giovani del gruppo: scordatevi le prime due partite, oggi qui sarà l'anticamera di una macelleria. Non mi sbagliavo. I Kings ci aggrediscono subito: 15-3 con uno scatenato Ben McClemore, che nel primo tempo ne segnerà ben 17 con 7/7 al tiro. Il tifo ti strappa i timpani, i Kings ci sbattono fino al -18 di inizio terzo quarto (60-42) urlandoci in faccia che da qui non ne usciremo. Thornton e McClemore stanno uccidendo Kobe, gli segnano contro da tutte le parti. l'El Segundo Times avvia già le rotatorie chiedendo la testa del Barba da servire con una mela in bocca.
E qui il Coach Zen fa la mossa. George, vai a difendere sulle guardie. E la chiave della rimonta clamorosa. Nel frastuono più atroce della Sleep Arena avviamo un break inaudito di 44-25 in poco più di dieci minuti. A 5'50" dalla fine McCallebb ci dà il primo vantaggio, 85-86! E' l'inizio dell'apocalisse. A 40" dalla fine Thornton spara la tripla, ferro, tabellone, dentro, sorpasso Kings (97-95). Kobe sguscia in area, riceve da una rimessa d'attacco e pareggia d'astuzia a -27". Ultima azione Sacramento, Vasquez chiama il pick 'n roll, Cousins blocca ma 'Birdman' Andersen gli impedisce il taglio e così il passaggio, affrettato, di Vasquez finisce fuori. Kobe affretta il tiro perchè vede un'occasione, la sbaglia, Vasquez tenta la beffa at the buzzeeeeer...ferro, fuori. Overtime!
Ci si gioca tutta la serie qui. E' un batti e ribatti continuo, a -1'22" Bryant lancia un razzo missile da tre: sorpasso Lakers, 107-109! Difendiamo il vantaggio fino a 14" dalla fine quando Thornton trova il modo di andarsi a prendere una coppia di liberi: 2/2, pareggio, il Mamba Nero palleggia sul posto, aspetta lo scadere del tempo, attacca, si alza, lascia partire la sospensione sulla sirenaaaa... ferro, secondo tempo supplementare!
Chiamo a rapporto la squadra. Non facciamoli rientrare nella serie, Begic tu vai dentro. E sarà il cambio decisivo. La presenza del fresco 2,16 bosniaco contro lo stanco Cousins cambia le carte in tavola. E' proprio Begic, con due rimbalzi e una stoppata su DeMarcus che ci consente di prendere diversi punti di margine. E a 1'46" dalla fine arriva l'azione decisiva. Bloccone granitico del 2,16 sull'arco, Kobe lo sfrutta, dietro il blocco fa un palleggio di incrocio e lascia partire la tripla che sotterra Sacramento: 109-116, game, set match! Garatre finisce 113-120 dopo due supplementari con il Ventiquattro che ne posta ben 42, George che fa 21 e 9 rimbalzi e Wesley Johnson 19 e six boards.
La prima parte di garaquattro, con noi ad issarci anche fino a +15 trainati da Wes Johnson, sembra la resa incondizionata dei Kings, moralmente demoliti dalla sconfitta di garatre, ma Sacramento non molla, recupera, sorpassa! (71-67). Qui Hackett, appena entrato, dimostra di avere le palla esagonali imbucando la tripla del nuovo vantaggio Lakers prima di riaccomodarsi subito in panchina (81-84), poi le giocate le fanno i campioni. Bloccone sul perimetro di Begic, Bryant si libera dell'avversario e segna l'arresto e tiro del 92-99 a -2'11". Gran circolazione di palla, la toccano tutti, George si smarca behind e la tripla della staffa è servita (92-104). Con un perentorio 12-1 negli ultimi cinque minuti chiudiamo i conti sul 4-0 (92-110) e l'ex Pacers è l'Mvp con 26 punti, 9 rimbalzi e 10/15 shooting (24 più 5 assist per il Mamba).
Siamo l'unica squadra del lotto che ha sweeppato via gli avversari. Di più. Da quando Begic è rientrato nei dodici e Young è tornato, come last year, a fare l'ala piccola, siamo imbattuti (sette vittorie nelle ultime sette partite). Di più! Eravamo 10-10, abbiamo chiuso 17-12 ed eliminato i Kings 4-0: dunque il nostro record, nelle ultime tredici partite è di undici vittorie!
Ma adesso, nelle Western Conference Semifinals affronteremo i Portland Trailblazers, brutta bestiaccia con Lillard, Batum e Lamarcus Aldridge: ci sarà da guerreggiare fino a game seven, sperando di arrivarci.... Thunder-Rockets, Heat-Wizards e Cavs-Bulls sono le altre sfide.

Tuesday, November 19, 2013

Quando conta!


Quando abbiamo visto che Houston, terza, aveva solo una sconfitta in meno di noi, settimi, abbiamo iniziato a salivare. Non siamo mai andati oltre il sesto posto quest'anno e improvvisamente il terzo è lì, lo vediamo, quasi lo tocchiamo. Dobbiamo solo vincere le ultime tre, e due di queste sono scontri diretti con squadre che hanno 11 o meno sconfitte. Noi ne abbiamo 12: batterle, sarebbe come prendere un ascensore. E darci questa opportunità è stato come mettere una fiorentina sanguinolenta in una vasca di piranha tenuti a digiuno per un anno. A brandelli.
Noi siamo nel pieno dei piccoli cambiamenti effettuati nelle ultime ore: Haslem fuori dai dodici, Begic dentro, Young riportato in ala piccola come l'anno scorso e più minuti ad Hackett. In soldoni, voglio più difesa, perchè quando c'è da fare gruppo, niente unisce più dello sbranare le caviglie degli avversari. La difesa è contagiosa, se ci sono due tre che difendono come animali, questa 'attitude' si propagherà anche negli altri. Quello che accade è che la squadra, conscia del momento, si unisce come mai ha fatto quest'anno.
La prima a venir spazzata via è Sacramento con un 109-98 che non fotografa affatto il nostro dominio.Poi c'è la Dallas del vecchio Nowitzki e di Monta Ellis, seconda forza della Western Conference dietro gli inarrestabili Thunder. E' questa la partita che sorprende tutti, perchè i Mavericks ce li mangiamo, stabili sul più venti, quasi trascinando la partita nel garbage. E' in questa partita che viene fuori tutta l'ardore agonistico di Daniel Hackett. Daniboy è un risucchio difensivo, non lascia fiato all'avversario, sfrutta il suo fisico per portare in post l'avversario e uccellarlo con un paio di tiri in allontamento, alla sua maniera. In campionato viaggia a 3 punti di media col 20% da fuori, ma oggi che conta doppio, sfodera 9 punti e 7 assist d'energia. Manca l'ultima, la trasferta a Phoenix. Ma siamo troppo lanciati per fermarci, espugnamo anche il campo dei Soli dell'Arizona e poi ci incolliamo all'Ipad per il play by play della gara dei Rockets. Siamo appesi a Dwight Howard.
Se perdono li agganciamo al record di 17-12, e il vantaggio dello scontro diretto è nostro. E succede! I Rockets perdono la dodicesima partita e noi chiudiamo al terzo posto della Western Conference, un ultimo gradino del podio che ci mette anche tabellonisticamente al riparo da Oklahoma City del neo Mvp stagionale Kevin Durant (24,2 punti, 7,9 rimbalzi, 6,2 assist di media), almeno fino alle eventuali Finali di Conference. L'anno scorso con Nash chiudemmo con 16-13 e l'0ttavo posto. Quest'anno con Paul George chiudiamo 17-12, ma terzi.
Il primo turno ce l'abbiamo contro i Sacramento Kings, appena dominati nella prima delle tre ultime gare di regular season. Now si fa sul serio. E questi Lakers, quando c'è da fare sul serio, han dimostrato che ci sono. O almeno si spera...

Monday, November 18, 2013

E si va alle terme!


"Pronto? Sì no, sono allenatore sì, ma di pallacanestro. No, non è proprio la stessa cosa.. sì ci sono due reti e una palla ma è un po' diverso... Grazie comunque per l'interessamento, arrivederci.. Sì sì sono sicuro, è proprio un altro sport, mi creda. Di nuovo, tante belle cose".
Pure il tycoon indonesiano mi doveva rompere le palle. Sbatto giù il telefono e ritorno tra le mie scartoffie nell'ufficio di El Segundo. Valutazioni, statistiche, un tomo di psicologia, un pezzo della pizza di Sacre, diagrammi, triangoli, tampax delle pom pim girl. La scrivania è un cesso. Ma in mezzo a tutto questo casino penso di aver capito cos'ha che non va questa squadra. E' fatta di precari. O che si ritengono tali. Molti giocatori di questi Lakers sono gli stessi che hanno vissuto la passata transition season, una stagione trascorsa sapendo che in estate avrebbero fatto tutti le valigie. Adesso con la squadra che va così così si sentono nuovamente addosso l'incertezza. Non si vedono come parte di quel gruppo che dovrà vincere l'anello dal prossimo anno. Eppure siamo una delle poche squadre che quest'anno sono state in grado di battere gli Oklahoma City Thunder (22-5 il loro record attuale), tra l'altro conducendo per tutta la partita, e abbiamo sfiorato la vittoria at the buzzer contro Miami. Siamo quelli dei 7 punti rimontati in 18" contro i Nuggets e quelli del 20-0 in cinque minuti nell'esonero game contro i T'Wolves.
Ma siamo quelli, soprattutto, che dobbiamo vincere tutte e nove le prossime partite, pena una visita alla terme con C.Paone. Per allontanarne anche solo il pensiero, spazziamo via subito San Antonio per 122-108. In una delle prime partite stagionali gli Spurs hanno perso Kawhi Leonard per tutta la stagione e sono crollati: ciò non toglie la nostra grande prestazione, con 30 punti e 9 assist di Kobe e 31 di un'implacabile Paul George, che ad un certo punto aveva un clamoroso 10/10 al tiro, quasi tutti tiri in sospensione in uscita dai blocchi (chiuderà poi con 12/16).
Replichiamo contro i Sixers, battuti 115-100 con una clamorosa accelerata nell'ultimo quarto dopo tre in difficoltà, ma poi davanti abbiamo due trasferte consecutive che ci staccano il pass per le terme. Lasciamo i due punti a Charlotte, ma soprattutto crolliamo psicologicamente ad Atlanta, dove semplicemente smettiamo di giocare nel secondo tempo. Contro Toronto allo Staples Center non possiamo permetterci passi falsi, ma rischiamo di lasciarci le penne anche qui. Ci salva una jordanata di Bryant. Lakers 99, Raptors 100, rimessa nostra a metà campo, riceve il Mamba, attacca la linea di fondo, va sù, il difensore gli oscura il canestro, Kobe abbassa la palla e la fa riapparire dall'altra parte for the win a 2" dalla fine!

Ed è ancora il Ventiquattro che ci mette lo zampino contro Utah. Lakers 108, Jazz 106, pochi secondi alla fine. Kobe chiama palla, va sulle tacche per il fader, viene raddoppiato e così offre un assist cioccolatino a Nick Young behind the arc per la tripla decisiva!
Young, per l'occasione riproposto per la prima volta in ala piccola (panchinara), ha sfoderato 26 punti, 4 rimbalzi, 3 assist e 3/3 da tre from the bench! Noi siamo attualmente settimi con 14 vinte e 12 perse. Molte sconfitte. Ma la terza, Houston, ne ha già perse 11 anche lei. Se vincessimo tutte le ultime tre partite che ci rimangono (vs Kings, Mavs e at Suns) potremmo anche ritrovarci su gradini della classifica mai toccati quest'anno.
Hey dove pensate di andare? A casa? No no, vi fermate qui allo Staples. Il bus per le terme parte tra mezz'ora, buon divertimento.

Friday, November 15, 2013

Sgt. Zen

Davide Sterno le pippe si fa!
Davide Sterno le pippe si fa!
Cinque volte al giorno tutto il mondo lo sa!
Cinque volte al giorno tutto il mondo lo sa!

Allora luridissimi vermi perchè siete qui nel mio beneamato Corpo?
Signore, per vincere l'anello, signore!
Allora voi siete dei vincenti?
Signorsì signore!
Fatemi una faccia da vincenti!
Signorsì, signore! 
E queste sarebbero facce da vincenti? Aaaaahh! La mia è una faccia da vincente! Avanti con la vostra faccia da vincenti!
Aaaahh!
Manco per il cazzo, non fate paura a nessuno! Voglio una faccia da vincenti vera!
Aaaaaaaaaah!!!
Non mi fate paura vi ci dovete applicare!!!
Sappiate che mancano nove fottutissime partite alla fine! Il nostro record è di 10-10 e io non tollero più sconfitte, che cosa significa secondo voi?
Signore, che dobbiamo fare nove su nove, signore!
Bene! E sarà meglio che per voi! Altrimenti vi rinchiudo in una sauna termale con C.Paone!!! Sono stato chiaro???!

Wednesday, November 13, 2013

L'esonero game

L'esonero. Lakers 83, Minnesota 94. Il clima allo Staples Center è surreale, il silenzio assorda l'arena, alcuni già sfollano. Ingrati, non si lascia il palazzo così: il Coach Zen merita quantomeno un "Barba left the building". Quando Elvis finiva i suoi concerti nessuno si muoveva fino a quando, ore dopo, l'annunciatore non usciva fuori e diceva "Elvis ha lasciato il palazzo." Solo allora si alzavano per tornare a casa. 
Jack Nicholson è congelato sulla sedia come nel finale di Shining. Una donna urla da dietro una porta. Il Barba si sofferma un attimo a guardare col naso in sù i banner appesi al soffitto dello Staples Center: 15 di quelli li ha portati lui in 33 stagioni su questa panchina. Che ora salta.
Minnesota domina in lungo e in largo. Sono anche senza Rubio, injured, ma Alex Shved (29 punti) fa quello che vuole e Pekovic nel pitturato non trova nessun ostacolo. La gente è attonita. Il Barba accende distrattamente il cellulare e già fioccano le richieste da mezza Nba: con Vogel in odore di licenziamento, è Indiana a farsi viva per prima. Quindici sms di cellulare irraggiungibile. Chiamano anche da San Antonio. Lì allenò il Barba per tre stagioni, all'alba di cento anni fa: due eliminazioni al primo turno  e un titolo Nba al terzo tentativo fu il bottino dell'allora giovane Coach Zen prima di ritornare in California. Otto anni ai Lakers, tre agli Spurs e poi di nuovo sulla panchina gialloviola, per venticinque campionati consecutivi.
Il Barba legge tutta 'sta roba qua sbirciando l'Ipad di un giornalista che ha fretta di chiudere il pezzo. "A' Montanelli, guarda che mancano ancora sette minuti". 
Eh già, 83-94 per loro, ma non è mica ancora finita. Succederà una roba che in trentasei anni di karriera non avevo mai visto in una partita di simile importanza. Giocatori e pubblico vengono travolti da un'onda emotiva vasocomunicante, mai vista, "percepibile a vista d'occhio". A trasformarsi da Adam in He-Man è Paul George. Deflagra. Tiri in sospensione che criogenizzano la retina, entrate dove nasconde la palla, la fa riapparire, appoggia al tabellone, subisce fallo e segna il libero. Poi lancia una tripla, una donna grida, attorno c'è una pressione pari a quella di Marte in Total Recall quando a Swarzy escono fuori gli occhi dalle orbite, ma l'ex Pacers non se ne cura: ha in testa un gelo da quinta luna di Giove. E il cotone si gonfia. E poi caccia un'affondata dove viene giù tutto lo Staples Center. Frastuono, timpani che saltano. 
Adelman non crede ai propri occhi. In cinque minuti su Minnesota, terza forza dell'Ovest, si abbatte in soli cinque minuti un parziale di 20-0. Ma è roba da matti!!! Dall'83-94 a 6'51" dalla fine al 103-94 a -1'30", mentre il custode stava già svuotando l'ufficio del Barba! Dodici punti del 20-0 che salverà il Coach Zen sono di Paul George; finirà con 37 e 5 rimbalzi! E non male anche il Mamba con 26 punti, 6 boards, 6 assist e 10/17 shooting. Quando la partita è ancora in bilico Kevin Martin forza una tripla alla Reggie Miller. Ferro fuori. Finisce 105-96, il Barba è salvo con un miracolo di cui se ne parlerà nei decenni a venire, perchè su quel -11 i Lakers erano rassegnati. Sembrava un meno trenta, tanto giocavamo male, tanto Minnesota faceva quello che voleva. Poi è arrivata la Forza e dal nulla, ma veramente dal nulla, è uscita fuori la rimonta che può riscrivere la storia di quelli che sono ancora i barbalakers.


Monday, November 11, 2013

La bufera



Kobe spacca tutto. Quando suona la sirena del Madison Square Garden lui ha 53 punti, 10 assist e 6 rimbalzi, sbav!, e la squadra ha completato la sua bella striscia di quattro sconfitte consecutive che ci manda sotto il cinquanta percento di vittorie (9-10) e mette il Barbatrucco per la quarta volta in carriera con la testa alla base della ghigliottina.
A tenere la fune sarà la gara allo Staples Center contro Minnesota. Se si perde anche quella la corda verrà lasciata e la testa del Coach Zen rotolerà via. Come si è arrivati a tutto ciò? Partendo da una comoda vittoria contro i Pellicani di Nuova Orleans, una gara dove Bryant ne mette ancora 37 ed è la terza partita di fila che va di parecchio sopra i trenta. Il Mamba è in un periodo di grazia e a Los Angeles aspettiamo con fiducia i Brooklyn Nets , profondi ma vecchi. Sì, vecchi un benemerito paio di palle!!! Deron Williams ne mette 33, Joe Johnson addirittura 37 con un terrificante 14/18 al tiro, tutti tiri in sospensione anche con tre dita nel naso e due in gola. Allucinati. Resistiamo finchè possiamo con un Mamba da 36 e 6 assist, ma i tiri implacabili di Johnson ci squarciano come una raffica di bora contro una carta velina già strappata. 
A Boston, lo scempio. Scendiamo in campo con la supponenza irritante di vincerla quando e come vogliamo perchè i Celtics di Brad Stevens non potranno mai batterci. E infatti, vallo a dire a Gerald Green che con i verdi sotto di un punto palleggia per dieci minuti sul posto e poi sgancia un missile terra aria da tre in faccia a Paul George a 10" dalla fine che decide la partita (96-94). Nell'ultima azione Kobe, seppur disastroso al tiro (7/25...) è raddoppiato, è costretto a scaricare fuori a Wes Johnson wide open ma per la seconda volta quest'anno l'ex Suns sbaglia sulla sirena la bomba dall'angolo for the win. Il TD Garden esplode. Il Barba entra nello spogliatoio pervaso da una calma zen. 
Barba: E tu che scusa hai?
Giocatore Ignoto: Signore, scusa di che, signore?
Barba: Le domande qui le faccio io fino a prova contraria, sono stato chiaro?
Signorsì, signore.
Bene, grazie mille, ti dispiace se comando io per un po'?
Signorno, signore.
Sei un po' emozionato, sei un po' nervoso?
Signorsì, nervoso, signore.
Sono io che ti rendo nervoso?
Signore?
Signore cosa, avevi mica intenzione di darmi dello stronzo?
Signorno, signore.
Quanto sei alto soldato?
Signore, 1 e 73 signore.
1 metro e 73? Prima non facevano pile di merda così alte... cerchi anche di fregarmi qualche centimetro?! Eh... è chiaro, io dico che la parte migliore dello schizzo da cui sei nato è colata tra le chiappe di tua madre ed ha macchiato il materasso. T'hanno fatto con lo scarto! Da dove cazzo vieni comunque soldato?
Signore, Texas Signore.
Strano io ho sempre saputo che nel Texas ci nascono solo tori e checche, soldato Cowboy. Tu l'aria del toro non ce l'hai neanche un po' e quindi il cerchio si restringe! 
Io sono un duro però sono giusto! Qui vige l'eguaglianza "non conta un cazzo nessuno". I miei ordini sono di scremare tutti quelli che non hanno le palle necessarie per servire nel mio beneamato corpo. Capito bene luridissimi vermi?!?
Funziona... difatti perdiamo anche quella dopo, contro i Milwaukee Bucks (106-97) e Kobe fa 3/15, che sommato alla partita precedente, fa un bell'orrido 10/40 al tiro nelle ultime due uscite! Subissato dalle critiche, ecco che deflagra i famosi 53 punti e 10 assist al Madison Square Garden, dove però steccano tutti gli altri, in primis Paul George che sbaglia alcune conclusioni fondamentali wide-open. At The Garden è 113-106 per i Knicks, è la nostra quarta sconfitta consecutiva col paradosso che, nonostante un record negativo, siamo ancora dentro i playoff (settimi). L'anno scorso, per arrivare ottavi, dovemmo fare il 55% di vittorie. Adesso ce ne vuole solo una, però, quella che consentirebbe al Coach Zen di conservare il posto sulla panchina dei Lakers.

Friday, November 8, 2013

Tira di più un Kobe vs. LeBron che un


C'è il fatto che quando giochi contro Miami ci sono quei due lì, il Brone e Flash, che se decidono di incenerirti, ti inceneriscono. Salivavamo come una iena davanti ad una carcassa di gnu con le olive quando ci eravamo trovati in vantaggio 78-71 con la nostra panchina in campo e LeBron fermo a 13. 'Sta a vedere che siamo da titolo già quest'anno! Poi James, 24 punti, 6 rimbalzi, 5 assist, 4 recuperi, e Wade, 29 punti, 5 rimbalzi, 5 assist, hanno deciso di scrollarci via come un cane quand'è bagnato: sono bastate due-tre giocate a testa e in un attimo ci ritroviamo sotto di 13 a tre minuti dalla fine (98-85), con Bryant appena uscito per sei falli. Insomma, sotto le docce. Senonchè questi LAL, suddenly, sovvertono tutto. 
Con la pressione di McCallebb e Wes Johnson recuperiamo tre-quattro palloni consecutivi, li convertiamo in contropiedi e due punti. A 31" dalla fine l'ex play della Montepaschi (16 punti e 7 assist), dopo un prezioso rimbalzo offensivo, tripleggia un clamoroso -2, 109-107. L'azione dopo Nick Young ruba a Wade, coglie Miami sbilanciata e schiaccia in solitario il pareggio. Mancano 19" alla fine e il nostro break negli ultimi tre minuti è un venusiano 22-9! Nell'ultima azione difendiamo come Gentile su Maradona, James ci sguscia via su un rimpallo, decolla, pianta il gomito sul naso di Gasol e gli affonda in faccia la Violentissima, per un nuovo vantaggio Heat: di secondi ne mancano solo due. Time-out. Rimessa nostra a centrocampo, George è semi wipe open, spara sulla sirena la tripla della vittoria, sembra buona, ma la palla fa un mezzo giro sull'anello ed esce, 111-109 Miami.
E' una sconfitta che ci complica la classifica (7-6) ma ci fa fare un passo in avanti nella consapevolezza di squadra. Venire qui, nella Tana del Lupo, a giocarcela contro gli illegali ad appena 24 ore dalla gara a Indianapolis contro i Pacers qualcosa significa. A dire la verità la sera prima contro la squadra di Vogel era stata una passeggiata. Nell'estate 2014, non rifirmando Paul George e nemmeno Lance Stephenson, i Pacers hanno semplicemente deciso di chiamarsi fuori dai giochi. Senza senso, perchè erano una squadra probabilmente destinata all'anello nel giro di un paio d'anni, forse già quest'anno. E invece, niente. 
L'anno scorso erano stati finalisti di Conference sconfitti solo dagli Heat campioni, ora sono sul fondo dell'Est e continuano a scavare con una striscia aperta di otto sconfitte consecutive. Che contro di noi diventano nove. La gara dura solo un tempo, poi da metà terzo quarto è tutto tempo spazzatura, tanto che teniamo il nostro quintetto tutto a riposo per gran parte del secondo tempo proprio in vista della gara del giorno dopo a Miami. Contro i Pacers finisce 110-92 per noi e a divertirsi è soprattutto Nick Young, Mvp con 17 punti e 6 rimbalzi. Indiana, dopo aver mollato Paul George e Lance Stephenson, e l'anno prima uno dei migliori vice allenatori possibili, Brian Shaw, è ora sul punto di licenziare anche l'ottimo Frank Vogel, giusto per completare in nemmeno mezzo anno l'opera di disfacimento totale.
Nel frattempo noi disfaciamo i Pistons al Palace of Auburn Hills con Kobe che scrive 37 e noi che ci stabilizziamo al sesto posto della Western Conference con un 8-6. E' ora di iniziare una striscia.

Wednesday, November 6, 2013

I S A L D A P A S S E R E

Se entrano in ritmo, a questi Lakers ci diventano le dita talmente roventi che rischiano di saldare le passere alle proprie morose. In due partite di fila segnamo 124 punti ai Grizzlies e 128 ai Clippers. Nessuna è finita ai supplementari. Aiuta certo l'aver affrontato due squadre che non se la passano bene e con la difesa che è un App non ancora scaricata, però c'è anche una nuova consapevolezza zen per questi Lakers che dopo le prime difficoltà stanno iniziando a respirare insieme.
Kobe, 26 punti e 6 assist, George, 25 punti e 9 rimbalzi, e Gasol, 17 punti e 6 rimbalzi insieme fanno molto di più di un allucinato Jerryd Bayless (45 punti, 9 rimba e 7 assist!) e Memphis viene stese di quattordici. Poi entriamo nello Staples Center riaddobbato con i colori dei Clippers e contro i 'cugini' viene fuori una parte finale di gara che fotografa l'andamento dei Lakers: l'abbiamo praticamente già chiusa sul 93-78 quando poi incassiamo un break di 13-1. Rispondiamo subito con un 14-0, subiamo immediatamente un 16-0 (108-107) e tagliamo il traguardo noi con un 18-6 (126-111)! Da pazzi! Nel break gialloviola finale 13 punti sono del Black Mamba, che alla fine chiude con 33 punti, 5 rimbalzi e 7 assist. I Clippers di uno strepitoso Blake Griffin (32 con 14 rimbalzi e 14/16 shooting) e un CP3 da 26 e 13 assist vengono però sorpresi da Kostas Papanikolaou: il barbapupillo, subbissato di critiche dopo il brutto inizio di campionato, segna 18 punti con 8 rimbalzi e 5 assist, giostrandosi indifferentemente sia da quattro atipico, sia da ala piccola. I Lakers saldapassere sono 6 vinte e 5 perse e ora affronteranno un back to back da leoni, tutto in trasferta: a Indiana e il giorno dopo a Miami.

Monday, November 4, 2013

Manco Crepet

Ed è così che matura la terza sconfitta consecutiva... Tutte, tra l'altro, allo Staples Center. A pelarci come patate questa volta sono i Portland Trailblazers, 93-103. Uno scatenato Lamarcus Aldridge ha limonato con il cotone rovesciandoci addosso 37 punti con 15/19 al tiro e 9 rimbalzi. Nessuno riusciva a fermarlo, nè Wes Johnson (di fatto, il nostro miglior difensore), nè Jack Nicholson, nè l'arrivato dell'ultim'ora, l'ipertattoed 'Birdman' Andersen, 36 anni e sentirli tutti, che abbiamo firmato al minimo dai free agent.
Ora siamo a 3 vinte e 5 perse e sembra anche esserci un pestaggio di piedi tra Kobe e Paul George perchè i 31 punti del Mamba e i 37 dell'ex Pacers in questa partita sono sembrati più una gara a chi l'ha più lungo che ad  un contribuire alla causa comune. George è devastante: forse troppo in una squadra che ha già un Re sul trono, e praticamente in quello stesso ruolo? I dubbi sembrano fugarsi tutti nella trasferta a Oklahoma City. I Thunder, giusto per capire che intenzioni hanno su questa stagione, sono partiti con 10-1; la nostra sentenza i newspepa l'hanno già scritta, sarebbe per giunta la quarta "L" di fila e metterebbe il Barba per la terza volta in carriera con la testa sulla ghigliottina: a cinque "L" si lascia la corda e la testa rotola tra il pubblico. Ma nemmeno Crepet capirebbe qualcosa su questi Lakers, neanche con un plastico davanti. Una squadra in grado di perdere tre volte consecutive in casa e poi capace di fare una partita come questa. La conduciamo dall'inizio alla fine, quasi ininterrottamente, anche toccando un vantaggio in double figure nel terzo quarto! Non capiamo se Durant (solo 4 punti!) si sia cancellato da solo o sia stato merito della staffetta George - Papanikolaou - Wes.Johnson, oppure se sia stato a causa del buco nero creato da Westbrook, che in un delirio di onnipotenza si è preso 34 tiri per mettere 41 punti, a tratti, immarcabilmente lebroneggiante, ma succhiando tutta la luce ai suoi compagni. Sappiamo solo che con noi sotto di tre (91-88) a Kobe è arrivato il sangue al cervello. Il Mamba Nero, solo 4 all'intervallo, esplode la bomba H di 18 punti negli ultimi quattro minuti e mezzo! Triple, entrate, sospensioni, di tutto. A 34" dalla fine punta Jeremy Lamb, lo attacca, sale in sospensione, fallo (non fischiato) di Lamb, e mentre il Ventiquattro rotola per terra la palla finisce nella retina: 97-102. Poi sigilla la porta a chiave con un 4/4 ai liberi impedendo a OKC di rientrare. Lo zampino tatuato però ce l'ha messo anche Birdman Andersen,  autore di una stoppata decisiva in aiuto su Westbrook nei secondi finali. Per Kobe ci sono 32 punti (e 7 assist), 28 segnati dal terzo quarto in poi...



Saturday, November 2, 2013

I N D E C E N T I


Vi porto tutti in ritiro sotto l'ascella di un lottatore di sumo!!! Dopo il miracolo dei 7 punti rimontati in 18" contro Denver, ci facciamo subito riconoscere facendo persino peggio dei Nuggets. Eravamo 113-106 a 50" dalla fine contro la derelitta Orlando (una vittoria su undici partite) e abbiamo perso 113-116... Gli abbiamo regalato tre canestri da due nel giro di sei secondi con tre scellerate rimesse dalla linea di fondo, poi Oladipo (30 punti) a 20" dalla fine ha gelato lo Staples col canestro del sorpasso e lì già sapevamo come sarebbe finita, perchè nella nostra ultima azione Kobe braccatissimo è costretto a servire wide-open un ottimo Wes Johnson behind the arc, ma visto il disastro che abbiamo combinato nelle azioni precedenti quella tripla non meritava di entrare. E infatti, ferro, fuori. Non si può perdere così, per giunta in casa, considerando che nella gara prima eravamo finiti anche sotto di 24 punti contro i Golden State Warriors per poi uscire dallo Staples Center comunque seppelliti da -17 (98-115). Siamo 3 vinte e 4 perse, che poi sarebbe stato un 2-5 senza il miracolo delle Rocky Montains.
I problemi emersi sono diversi. Intanto Papanikolaou non può ancora tenere il quintetto dei Lakers. Nello scorso Universo, effettivamente, ci arrivò a meritarlo solo nella sua quarta stagione e qui siamo ancora nel 2014. Una barbascelta troppo avventata. Problema n°2: Gasol non può giocare pivot, nemmeno da panchinaro; non protegge l'area. Problema n°3, già noto: ci serve un lungo difensivo. Problema n°4: basterà risolvere questi problemi?
No ma poi comunque vale la pena ricapitolare il nostro capolavoro contro gli Orlando Magic. Siamo in vantaggio 113-106 a 50" dalla fine, rimessa da fondocampo direttamente nelle mani di Marcelinho Huertas che segna subito (113-108). Nuova nostra rimessa da fondocampo, intercettata da Davis, altro canestro (113-110). Altra nostra rimessa, altro intercetto, Oladipo affonda la schiacciatona imperiosa del -1 Magic (113-112). Tutto questo nel giro di 6 secondi. Mai visto.

Friday, November 1, 2013

Lakers Record! Rimontano 7 punti in 18" e vincono al supplementare!


Da fuori di cranio!!! Quando JJ Hickson segna il libero del 95-88 per i Nuggets mancano solo 18" alla fine, Kobe è fuori con sei falli e mandiamo dentro al suo posto Daniel Hackett, tanto per fare. Javale McGee ha già ordinato una quattro stagioni dalla panchina, dall'altro capo del telefono ha risposto Sacre, che aveva già fatto la doccia e iniziato il secondo turno in pizzeria. Gli ultimi 18 secondi ci vedono in campo con McCallebb, Daniboy, George, Papanikolaou e Kaman. Saranno i cinque che entreranno nella barbastoria.
Dopo il libero di Hickson la rimessa da fondocampo consegna la palla a McCallebb, slalomeggia, serve Hackett che non se lo caga nessuno (ha meno del 20% da tre...). "Telespalla Daniel" carica la castagna behind the arc in cui non crede nessuno, McGee ordina un'altra pizza, Brian Shaw comincia già ad avviarsi verso la mia panchina per i complimeti di rito quando si ferma immobile con la mano protesa. La parabola si è accomodata dentro. L'ha messa. Hackett l'ha messa!!! Mancano 11" e la bomba vale il 95-91. Fallo sistematico su Foye, tarantolato (chiuderà con 25). Mette il primo (96-91), sbaglia il secondo, rimbalzo di Kaman, corsa a perdifiato di George e sospensione immediata con un piede sulla linea da tre: 96-93, ma di secondi ora ne mancano solo cinque. Time-out Nuggets, rimessa da metacampo. Qui McCallebb fa la magata ad impedire il passaggio a Nate Robison, così la palla finisce non proprio su una sicurezza: JJ Hickson, a -4". Ma ne basta uno ed è finita. Sbaglia il primo libero, sbaglia anche il secondo! Rimbalzo di George, timeout Barba!
Arriva Sacre con la quattro stagioni per McGee, c'ho la mezza idea da internamento immediato di sfruttare la cattiveria agonistica di Hackett per la tripla overtime, poi rinsavisco con i sali. Paul, pensaci tu. George esce dall'arco, riceve, spara a 1" dalla fine, solo il profumo del cotone... 96 pari e si va al supplementare!!!!! McGee rimane con la bocca aperta, un peperone gli penzola tra i denti, l'olio della pizza gli cola su un ginocchio, 
E qui lo zen chiama il Barba, perchè logica vorrebbe che si inserissero i migliori, quantomeno certamente Nick Young al posto di Hackett e Gasol al posto di Kaman. Forse anche Farmar al posto di McCallebb. E invece il Coach Zen conferma i cinque della rimonta: voi ci avete portato fino qui, voi completerete l'opera fino alla vittoria!
E succede. Prima McCallebb e poi Hackett imboccano due tagli di Kaman sotto canestro e l'ex Clippers firma prima il sorpasso (101-102, a -1'46") e poi il +3 (101-104, -1'22"). Wilson Chandler non ci sta, colpevolemente dimenticato da un cambio di marcatura sbagliato, recapita la tripla del 104 pari che fa saltare per aria il Pepsi Center. Sarà l'ultima parità. A -51", Papanikolaou risolve un attacco complicato dei Lakers inventandosi un tiro "salendo le scale" alla Nowitzki (104-106). L'azione dopo, -40", Nate Robinson fa solo 1/2 in lunetta (105-106) e sul secondo libero sbagliato George strappa il suo decimo rimbalzo, apre ad Hackett, Daniboy spinge e poi vede wide-open di lato McCallebb in un'asse tutto senese. Ricezione con i piedi sulla linea da tre e Bo non ci pensa due volte: sospensione, canestro a -36" (105-108). E' quello della vittoria, e sarà poi lo stesso McCallebb a 8" dalla fine a sigillarla definitivamente con i due liberi del 106-110!
Se l'Mvp ufficiale va a Paul George con 20 punti, 10 rimbalzi, 9/12 al tiro e la bomba-buzzer per l'overtime, il nostro most valuable se lo prende Bo McCallebb from Euroleague che firma una prestazione strepitosa: 15 punti, 11 assist, 7 palle recuperate e l'avversario, Nate Robinson, tenuto a 2/12 al tiro! Ottimi anche i 6 punti con 7 assist di Hackett! Vana la grandissima prova di Faried (14 punti, 15 rimbalzi), autentico dominatore del secondo tempo dove Denver, dopo aver rimontato dieci punti di svantaggio nei primi due quarti, si era impossessata della partita. Era +7 a 18" dalla fine.