Saturday, August 31, 2013

First Round, game 4 & 5: Los Angeles Lakers - San Antonio Spurs

"Gimme some nasty!!!" A Gregg Popovich non è andata per niente giù la sconfitta in garatre. Sul 2-0 tutto ottenuto a L.A. aveva la nostra giugulare scoperta e il rasoio pronto a reciderla, ma gliel'abbiamo tolto di mano. Ora 'Pop' sa che ha un'altra possibilità in casa per aprirci la gola; un'eventuale 3-1 ci dissanguerebbe. Lo sa Pop, ma lo so anch'io, che ho pur sempre giocato 17 Finali Nba: di situazioni così, ne ho affrontate a mucchi. Così come so che il tira chi è libero può generare qualsiasi cosa e illuminare qualsiasi giocatore. E' il discusso Ray Felton, ectoplasmatico nelle prime tre partite, a vedere la luce in garaquattro. Mentre tutto scorre fluido, l'ex Knicks fa arrivare la partita a sè e già nel primo quarto recapita ben 9 assist spingendo i Lakers subito in vantaggio in doppia cifra (19-30, poi 23-36). Popovich è fuori di sè con Parker, abulico come in game three, e nonostante San Antonio rientri in gara all'At&t Center compaiono i fantasmi di un 2-2 dal 2-0. Nando De Colo, grande sorpresa di questa serie, insieme all'ex Heat Birdman Andersen mettono i texani anche col muso avanti sul 63-60, ma la girandola d'attacco zen rende tutto fluido nei Lakers, anche quando Ginobili a pochi minuti dalla fine segna una nuova parità (80-80). Niente da fare. Oggi Felton ha la bacchetta di Harry Potter, consegna cioccolatini ai compagni come un umpa lumpa, l'ultimo, il ventiduesimo, è un passaggio ad un mano dal lato forte al lato debole scavalcando tutta la difesa Spurs e mettendo il droide Turner wide open dall'angolo: tripla dell'86-94 a -2'05". Game, set, match e 2-2! (finirà 90-98). Come? Sì, avete letto bene, 22. Raymond Felton chiude garaquattro con 4 punti, 2 rimbalzi e, riudite, riudite, 22 assist!!! Il record Nba di passaggi smarcanti in una partita di playoff, tanto per chiarire, è di 24... (Magic Johnson in garadue di Western Conference Finals 1984 contro Phoenix, e John Stockton in garacinque del secondo turno 1988 contro i Lakers).
Si torna a Los Angeles per garacinque e qui la situazione si ribalta. Ora siamo noi ad avere in mano il rasoio, perchè un 2-3 da un 2-0 distruggerebbe emotivamente San Antonio: riaffiorerebbero alla memoria le Western Conference Finals 2013 del Secondo Mondo, quando gli Spurs partirono 2-0 contro Nash, Kobe, Metta, Gasol e Howard per poi essere eliminati 4-2, aprendo ai Lakers le porte delle Finali poi vinte agli ultimi secondi di garasette contro Miami. I tifosi gialloviola espongono i cartelli "from 2-0 to 2-4" per ricordare quella sfida. Parker, Ginobili e Duncan se la ricordano bene. E il francese sa anche che proviene da una quarta partita dove il suo diretto avversario ha quasi fatto il record di assist in una gara di playoffs. N'existe pas, non esiste. Parker prende in mano partita e serie. Domina, come pochi. Segna e fa segnare. Cambia lo stato emotivo della partita, la gestisce lui, come gli pare e piace. A metà quarto quarto dà lo strappo che sembra decisivo (72-81 a cinque dalla fine), ma io piazzo Metta su Duncan, tolgo il caraibico dall'ingranaggio della motion offense, pareggiamo e addirittura facciamo deflagrare lo Staples Center quando Kobe in contropiede alza al tetto una palla per Turner che affonda la violentissima schiacciata del nostro +2 a 1'55" dalla fine (95-93). Ginobili da tre mette a sedere tutti. Più 3 Spurs trenta secondi dopo (95-98), poi Parker ci distacca con due liberi (96-100) e Manu ci pianta il paletto di frassino quando, triplicato, inventa l'assist schiacciato a terra che mette Birdman Andersen tutto solo in area ad appoggiare al vetro il 96-101 a 20" dalla fine. Finisce 98-105 per San Antonio, il fattore campo che salta per la quinta volta su cinque, Toni Parker che reagisce ai 22 assist di Felton in garaquattro scrivendo una gara da 31 punti, 4 rimbalzi e 9 assist. Ma soprattutto la serie: dal 2-0 Spurs al 2-2 Lakers al 3-2 Spurs con due match point. Il rasoio torna nelle mani Popovich che lo getta via e impugna la corda. La testa sulla ghigliottina è la nostra.


Friday, August 30, 2013

IL BARBATRUCCO PROLUNGA CON I LAKERS ANCHE NEL 2K14


Nonostante gli screzi, le liti e i piatti scagliati contro il muro negli ultimi anni, questo matrimonio continuerà ancora. Alla fine di garatre del primo turno contro San Antonio, il Barbatrucco ha firmato l'estensione del contratto con i Lakers anche per il 2K14; la prima stagione del Nuovo Universo sarà dunque la trentacinquesima del Coach Zen alla guida della squadra gialloviola, la ventisettesima consecutiva dal 2K9 ad ora (dopo le prime otto season a L.A., ci fu un interregno di tre anni ai San Antonio Spurs). 
Dal 2K12 però i rapporti tra il coach sedici volte campione Nba e la dirigenza ora guidata da "E la Scuolabuss'Son alle porte del buio" sono ai ferri corti. Gli acquisti di Troy Murphy, Josh McRoberts e di Mike Brown nel poco produttivo 2K12 e l'accoppiata Nash-Howard unita all'arruolamento di Mike D'Antoni nel 2K13, hanno scatenato le ire del coach. Nonostante siano arrivati 4 anelli nelle ultime 12 stagioni tra il 2K12 (1) e il 2K13 (3) si è spesso arrivati ai ferri corti tra l'allenatore e la dirigenza, con il Barbatrucco a minacciare di lasciare i Lakers per una squadra europea, portandosi dietro Bryant. Il mercato dei Lakers per il 2K14, con un quintetto assolutamente inconsistente, sembrava sancire la definitiva rottura. "Col "Son" sono stato chiaro - ha dichiarato il Barba - mi avete fatto un quintetto da metà classifica e forse anche peggio (Nash, Bryant, Nick Young o Wesley Johnson, Jordan Hill, Gasol), con un'asse play-pivot a me invisa e un'ala pivot che non sopporto. Se volete che accetti questa roba qua, dovete darmi carta bianca per la panchina." 
E c'è già chi parla di Eurolakers. Dato per scontato il ritorno in gialloviola dell'idolo dichiarato del Coach Zen, il greco Kostas Papanikolaou (due titoli vinti a L.A. nelle quattro stagioni del Secondo Mondo al 2K13), altri giocatori del vecchio continente potrebbero riempire le seconde linee dei Lakers. 

Thursday, August 29, 2013

First Round, game 3: Los Angeles Lakers - San Antonio Spurs


E ce l'andiamo a prendere! L'At&t Center di San Antonio fa impressione, sono tutti vestiti di nero che sembra un'adunata del Ventennio. Paura pura. Ma noi c'abbiamo un trentanovenne che qualche giorno fa ha annunciato formalmente il suo ritiro e che è venuto ai Lakers due stagioni fa con un unico obiettivo: vincere il suo primo anello. Già scottato dal fallimento di un anno fa, La Risposta non vuole andarsene a casa. Le sue cifre, 9 punti, 7 assist e 4/14 shooting, non parlano di una gara straordinaria. E invece lo è stata. E' lui a cambiare il ritmo della partita nel secondo quarto cogliendo gli Spurs in contropiede e mandando a canestro su un piatto d'argento vuoi Captain Jack, vuoi Elton Brand. E' il cambio di marcia che impone A.I., che mai si era preso ai Lakers la licenza di sparare 14 tiri, a produrre il primo parziale gialloviola (30-38 e 36-44); quando torna finalmente a regime dopo mesi Allen Turner (21 punti, 8 rimbalzi), arriva la seconda scudisciata sugli Spurs (48-61), oggi traditi da Manu Ginobili fermo a 14 punti con 5/16. Eppure il cuore da campione dell'argentino pulsa quando c'è da segnare la tripla della paura in step back, quella che dà il -4 agli Spurs a 4'50" dalla fine (84-88). Ma no way today. Un nostro nuovo parziale non lascia più dubbi, perchè ci sarebbe anche un Bryant che nel silenzio ne posta 32 con 6 rimbalzi e 7 assist... Finisce 93-100 e accorciamo a 1-2! Intanto Miami, entrata nei playoff per un miracolo, si è già portata 3-0 sulla prima dell'Est, i Chicago Bulls. Occhio alla freschezza degli Heat che, per un assurdo calendario, hanno sì giocato 27 partite prima dell'All Star Weekend, ma poi soltanto due da febbraio a maggio.

Wednesday, August 28, 2013

First Round, game 1 & 2: Los Angeles Lakers - San Antonio Spurs


Ginobili esce da un blocco a dieci metri dal canestro, carica la tripla da lì e gela lo Staples Center: 107-112. Ad un minuto e mezzo dalla fine è la tripla che interrompe la rimonta dei Lakers e consegna il 2-0 ai San Antonio Spurs. E' contro di loro che capitiamo nel primo turno dei playoff, contro i vicecampioni in carica, scivolati nelle ultime settimane al settimo posto a Ovest. Un gradino che non gli appartiene. Garauno la controllano subito (43-28, poi 53-37) e Felton si chiama fuori con 4 falli immediati già nel secondo quarto. La motion offense degli Spurs è eseguita in maniera clamorosa e Popovich sa anche che io la uso come base per il tira chi è libero, che infatti ci annullano. Molti di noi sbattono all'impatto con i playoff, si salvano solo Meeks (17), che ha esperienza forgiata da due titoli vinti con noi in questo 2K13, e naturalmente Bryant che con 43 punti guida la clamorosa rimonta del secondo tempo. La rincorsa si completa a 57" dalla fine quando il Droid of the Year, Allen Turner, trasforma i due liberi del pareggio. A -8" Kobe in fader contro Parker trova solo il ferro, la stessa cosa fa un incontenibile Ginobili (29) at the buzzer. Overtime! Che buttiamo subito. Raymond Felton perde tre palloni consecutivi che generano l'11-2 texano. Game, set match: 101-108 e 1-0 loro.
Garadue non possiamo perderla, ma anche qui, fin dalle prime battute, San Antonio dimostra di essere di un altro pianeta rispetto a noi. Qui riusciamo a rimanere in scia con un Mamba interstellare (51 con 20/31 shooting!) e provando per larghi tratti anche la zona 2-3, per bloccare i loro tagli e movimenti. Funziona, fino a quando Manu Ginobili non entra in "2007 Mode". Dopo aver segnato solo 7 punti nel primo tempo, l'argentino ne segna ben 31 dopo l'intervallo, con azioni clamorose da ci penso io, come ai tempi della Kinder Bologna. Prende palla, la porta su, sfida Kobe, gli va via, step back e tripla. O entrata. La prende in mano tutta lui. E quando Bryant ci trascina miracolosamente a -2 a 90" dalla fine, Ginobili ci ghiaccia. Tripla da 10 metri in uscita da un blocco e fader l'azione dopo contro il Mamba in post. Game, set, match ancora: finirà 116-123 ed è uno 0-2 pesantissimo. Ora gli Spurs possono chiudere in casa.

Tuesday, August 27, 2013

LINSANO SEASON ENDING


"Sono dentro! Sono dentro!!!" Er Mortazza, addetto ai panini dei Lakers, corre come un folle per l'huddle dello Staples Center a dare la notizia impossibile. I Miami Heat si sono qualificati ai playoff! Non si sa come, non si sa quando. Erano 'matematicamente' fuori, indietro di quattro sconfitte rispetto all'ottava a pochissimo dalla fine. Fuori. Out. Esclusi. E invece no. Il suicidio clamoroso dell'ottava a Est, che perde tutte le rimanenti, prende LeBron per i pochi capelli rimasti e lo ricaccia dentro il tabellone! E così l'ultima squadra campione in carica a non riuscire a qualificarci per i playoff rimangono i barbalakers 2014 a Nba2K9... Già, a proposito di noi. Come sono andate le cinque partite che mancavano alla fine della regular? Superiamo i Mavericks 99-95 con un Kobe nucleare da 42 punti, 6 rimbalzi e 7 assist, ma soprattutto con 17 rimbalzi di Glen Davis, che sono il suo career-high! Perdiamo a Washington dove John Wall ci fa il didietro a striscie. andiamo facile sul velluto contro i Milwaukee Bucks (120-108), ma quando si tratta di sbarcare nella Città dell'Amore Fraterno la tensione emotiva ci fa saltare per aria: Kobe, nativo di qui e mal visto a Philly, gioca la peggior gara dell'anno. Iverson praticamente piange per tutta la partita e i Sixers ci piallano con un 106-114 che è pur troppo poco per quello visto in campo. L'ultima gara a Houston è ormai ininfluente per la classifica: loro 22-6, sono già primi matematici, noi vinciamo 100-91 e chiudiamo la nostra regular season al secondo posto nella Western Conference con 20 vinte e 9 perse, un record da squadra che può lottare per l'anello. Il droide Allen Turner con 17,0 punti, 5,8 rimbalzi, 3,0 assist e 1,2 recuperi a partita è il secondo Lakers della storia a vincere il titolo di matricola dell'anno dopo Elgin Baylor nel 1959... cioè non so se mi spiego. Solo che non viene omologato, perchè ai mucchi di ferraglie, in quanto non umani, non viene assegnato il Rookie of the Year, bensì il Droid of the Year. Però "Il Casinaro" è in vistoso calo e si spera che il rookie wall non si manifesti anche nei playoff. Quando Davide Sterno però annuncia l'Mvp stagionale, viene confermata la guerra della Lega contro il Barba e il Mamba, nata quando il Coach Zen ha manifestato l'idea di allenare in Europa portandosi dietro Kobe. Nonostante il secondo posto a Ovest e nonostante cifre da 31,4 punti, 6,6 rimbalzi, 4,8 assist e il 56,5% dal campo, Bryant, dopo non essere stato convocato per l'All Star Game, non solo viene ignorato nel Most Valuable Player, ma non finisce neanche nei tre migliori quintetti della Nba! E figurarsi dare il Coach of the Year al Barba, che ha portato una squadra 29esima di overall a 20 vittorie stagionali... 
La follia dell'Mvp assume proporzioni assurde quando ad essere eletto miglior giocatore della stagione è Jeremy Lin! 22,2 punti e 10,1 assist di media, rinforzati a bestia dal primo posto indiscusso dei Rockets, bastano per metterlo sul trono. Ma la gioia dura poco. Al primo allenamento per preparare l'assalto al titolo il cinese si spacca e con 8 settimane fuori i suoi playoff sono finiti prima ancora di iniziare. E a Houston stanno tirando tanti di quei moccoli in serie che lo spostamento d'aria ha fatto decollare lo shuttle a suon di bestemmie.

Wednesday, August 21, 2013

L'odore dei playoff ancora lontani


Il profumo degli aranci si diffonde per tutta L.A., io comincio a sentire un solo odore, quello dei playoff. Li vedo, vedo la forma del tabellone che comincia ad apparire all'orizzonte di Palm Springs, vedo gli adesivi Western Conference Semifinals confezionati a Monterey, vedo le aguerrite dell'Ovest che affilano i coltelli, eppure siamo ancora lontani. Dieci partite alla fine, un limbo tranello per la voglia di postseason imminente e il rischio di perdere di vista la realtà che ci vede ancora nel pieno della regular season. Ma questa squadra, tirata sù a bestemmie e a tira chi è libero, la realtà ce l'ha ben chiara. Utah la liquidiamo in scioltezza 95-85 con 27 punti e 9 rimbalzi di Stoudemire, poi ci va di fondoschiena che incrociamo Oklahoma City proprio nella settimana di un infortunio a Durant, che assiste in tribuna alla sconfitta dei suoi, ben più larga di quanto non dica il risicato 83-80 con il quale usciamo dal campo con tutto lo Staples Center che regala una standing ovation a Thabo Sefolosha e Reggie Jackson, due indimenticabili protagonisti della Sporca Dozzina che vinse il titolo 2016 nel Secondo Mondo. Andiamo a Phoenix, a mio avviso il più bel parquet della Nba, dove troviamo un'altro protagonista di quella squadra che fece l'impresa, Marcin Gortat: saluti, strette di mano e ricordi, poi l'arbitro alza la palla a due, Kobe fa 51 punti, 7 rimbalzi e 6 assist e ci portiamo a casa la double vù per 105-96. Ci sentiamo pericolosamente invincibili quando a L.A. arrivano i Cleveland Cavaliers, già ampiamente fuori dalla qualificazione ai playoff, che ci danno una bella svegliata, tirandoci giù dalle nuvole. Ci sottomettono come una mistress, ti affondano cinque schiacciate nelle prime dieci azioni con tre alley-hoop, ci tengono sotto di 19 punti per tre quarti e vincono in scioltezza allo Staples 96-105, togliendoci di fatto dalla corsa al primo posto. Ora la Houston di James Harden e Dwight Howard, con sole 4 sconfitte su 25 partite, è davvero inarrivabile, così come sono inarrivabili i playoff per i Miami Heat che diventano così la terza squadra nella storia della Nba che non si qualifica alla post-season da campione in carica, uno scempio creato dallo scandaloso calendario che in pratica ha trasformato la prima parte della stagione di Miami in un continuo back-to-back games: su 29 partite, ben 27 sono state concentrate prima dell'All Star Weekend, con l'assurdo che a LeBron & Co rimangono da giocare solo due inutili gare da febbraio in poi!
Mentre il mondo parla di questo scandalo, noi c'abbiamo un'altra sfida interna, contro gli Charlotte Bobcats che sotto ora hanno Josh Smith e Thiago Splitter e viaggiano alla grande in terza posizione nella Eastern Conference! Kemba, che il Barba attaccò nel Multiverso di Alp definendolo non un giocatore da titolo, fa la sua solita gara clamorosa da vendetta contro lo Zen con 23 punti e 15 assist, ma sul campo c'è un altro che i giornali dei multiversi li legge: Amarè Stoudamire! La vendetta contro Coach Alp si materializza sottoforma di 20 punti e 14 rimbalzi, ma soprattutto una roba così...


Affondata ad una mano in transizione, con fallo subìto e tiro libero realizzato che ha dato il +2 ai Lakers a 1'10" dalla fine. Poi ci ha pensato Kobe (34) a sigillarla dalla lunetta: 105-101 e record che lievita a 17 vinte e 7 perse per un momentaneo secondo posto a Ovest. Cinque partite alla fine, tra le quali Dallas (16-7, terzi) e la dominatrice Houston. L'odore acre dei campi di battaglia dei playoff si fa sempre più vicino.

Friday, August 16, 2013

All Sterno Game, il sopruso al Mamba

4 Pennsylvania Plaza, New York. Qui c'è il Madison Square Garden che se chiamate Madison i bigappleliani vi riempiono col piombo e vi gettano nell'Hudson. Qui è The Garden e basta. C'è la sfida incrociata tra le assi play-pivot della discordia che si sono scambiate le casacche qualche settimana fa: Felton-Stoudamire, ora ai Lakers, contro Nash-Gasol, ora a N.Y. Uno scambio da apoteosi della Moral: sia noi che loro abbiamo un record di 12 vinte e 6 perse e sia noi che loro veniamo da sette vittorie nelle ultime dieci partite. Comunque qua Gasol lo fanno partire da sesto uomo, perchè i Knicks se la giocano con Copeland numero tre, Carmelo Anthony ala-pivot e Tyson Chandler in mezzo. Se la giocano, sì, nonostante Stat limiti il Melo cresciuto nella "Farmacia". Il fatto è che quando il tira chi è libero si esprime così, c'è ben poco da fare, ed ecco ancora che nei momenti decisivi Ray Felton si fa trovare libero behind the arc, proprio come contro Miami, e a due minuti dalla fine ghiaccia il Garden con la tripla frontale del +7 che traccia il solco. L'ex play dei Knicks "genera" il quarantello (14 punti, 14 assist), Kobe scrive il trentello tondo tondo ma lascia comunque il campo infuriato, così come il Coach Zen. Il Black Mamba sta disputando l'ennesima stagione clamorosa di questo Universo e il tira chi è libero gli regala delle cifre incredibili. Eppure nonostante i 31,3 punti di media (miglior marcatore della Nba davanti ai 30,2 di Westbrook), nonostante il 58,7% dal campo col 42,7% da tre e il 92,8% in lunetta, nonostante i 4,5 rimbalzi e 4,9 assist non è stato convocato per la Partita delle Stelle! ! ! M A   E'   U NO   S C A N D A L O ! ! !  E' la vendetta di Sterno dopo che ha sentito le dichiarazioni del Barba che vuole portare Bryant in Europa a #NBA2K14? Mo' so' cazzi comunque. Davanti ad un sopruso simile è certo che il Mamba reagirà. Alla sua maniera...


Tuesday, August 13, 2013

Kobe goin' in banana in Miami drama


Pochi mesi fa i coriandoli gli si incollavano sulla faccia grondante mentre Bill Russell gli consegnava in mano il titolo di Mvp delle Finali 2013 alla fine di garasette contro i San Antonio Spurs. Ora il sudore di LeBron James è ghiacciato. Perso Ray Allen per ritiro e 'Birdman' Andersen per non rinnovo, i Miami Heat con Norris Cole - Turiaf quale asse play-pivot titolare, sono crollati. Il loro record attuale di 12 vinte e 13 perse a sole quattro partite dalla fine li mette spalle al muro e trasformano la gara all'American Airlines Arena contro di noi nella loro la partita della vita se non vogliono entrare nel libro nero della Nba come la terza squadra campione in carica a non qualificarsi per i playoff (Bulls 1999 e barbaLakers 2K9 gli altri due precedenti).
King James, che si è preso tutti i sei Mvp stagionali di questo Universo 2K13 (uno nel Primo e nel Terzo Mondo e quattro consecutivi, record, nelle quattro stagioni del Secondo Mondo) non ci sta a finire nell'Hall of Shame e disputa una partita alla LBJ con 39 punti, 7 rimbalzi e 6 assist e anche Dwyane Wade vuole evitare di macchiare la sua storia, ne butta dentro 25. Si arriva in volata, Heat a +1 vanno per portarla a casa. Kobe chiuso, Felton si apre behind the arc, assist del Mamba in stile Jordan to Kerr... bucket! Sorpasso! L'irruenza fisica di Allen Turner, che cancellerà the Choosen One negli ultimi cinque minuti e l'atletismo di Stoudamire chiudono il canestro a Miami, noi scendiamo giù, ancora Felton si apre dietro l'arco, ancora Kobe lo serve: un'altra tripla! E poi Bryant in uscita da due pendoli sotto canestro ne spara altre due di fila! Game, set, match! Miami sprofonda a 12 vinte e 14 perse a tre sole, difficilissime, partite dalla fine e in Florida si ghiacciano le palme. Kobe Bryant, criticatissimo per le scelte nella gara dei 67 punti a Brooklyn, risponde con una prova da sezionatore killer: 38 punti e 7 triple su 9, una prestazione che gli vale anche una rara convocazione per il Three Point Contest dell'All Star Weekend 2014. 


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Monday, August 12, 2013

Follie al Barclays Center


E questa volta m'incazzo col Mamba Nero!!! Nel giorno che mi fa una partita da empireo della pallacanestro. Lasciamo le penne all'avveneristico Barclays Center, un palas che è solo la seconda volta che vediamo in sette campionati, le lasciamo davanti al padrone di questo Universo, Jay-Z (sic...), per 142-138 dopo due tempi supplementari...si ma come? Dopo essere stati a -14 ad inizio quarto quarto, ci hanno riportato sù Kobe e Felton (19 punti e 17 assist per l'ex Knicks), al punto poi da controllarla ed averla in mano negli ultimi minuti che si stavano addirittura trasformando in garbage. E invece? E invece siccome a pochi minuti dalla fine il Mamba Nero ha tra le mani una tripla doppia da storia della Nba (51 punti, 10 rimbalzi e 9 assist), si mette spalle a canestro a cercare quell'assist mancante, invece magari di piazzare il fader che avrebbe chiuso tutto. L'assist lo cerca tre volte e ne escono fuori tre palle perse al curaro che rimettono i Nets dentro la partita consentendo loro di acciuffare l'overtime con una tripla di Deron Williams a tre decimi di secondo dalla fine in una bolgia assurda! F U C K ! ! ! Poco male, nel supplementare dominiamo, la nostra 1-3-1 manda totalmente in tilt l'attacco dei bianconeri, andiamo anche a +7 a due minuti dalla fine con un'entrata di Felton, sembra fatta! Ma anche qui gigioneggiamo, ci facciamo riprendere e Bryant fa l'altro delitto, torna il n°8 con manie di protagonismo eroico e vuole deciderla con un dipinto: con noi a +1 e palla in mano a 40" dalla fine il Mamba forza un'assurda tripla dall'angolo braccatissimo da Gerald Wallace in un attacco che andava gestisto col bilancino. E' un'azione da poster dell'anno, se la palla fosse andata dentro... Non la chiude, prende il ferro e Brooklyn si rifugia nel secondo tempo supplementare trascinata dal trio Trentello Deron Williams (33 punti e 14 assist), Marshon Brooks (39!) e Joe Johnson (38). Nel secondo overtime non ci lasciano scampo, la nostra insopportabile arroganza viene giustamente punita e i bianconeri la chiudono per 142 a 138. Kobe Bryant esce dal Barclays Center con cifre che vanno scritte: s e s s a n t a s e t  t e   p u n t i, dieci rimbalzi e nove assist. Ma per quella sua tripla doppia cercata alla fine dei regolamentari, e poi beffardamente non arrivata nonostante i due extratime, e per quella sua tripla da ricerca dell'azione da poster nel primo supplementare non solo abbiamo buttato via una partita già vinta, ma ci siamo anche sobbarcati due tempi supplementari a 48 ore di distanza dalla trasferta a Miami...

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Sunday, August 11, 2013

Iniziano le trasferte infernali

Dalla Detroit dichiarata fallita un mese fa, i Pistons ora subiscono l'esproprio borghese di Kobe Bryant che li balestra a tre decimi di secondo dalla fine, dallo stesso esatto punto, alla stessa esatta maniera, palleggiando dalla rimessa verso lì e caricando il tiro in leggero fade con due cristoni addosso, come colpì Phoenix nel 2006 quando ancora vestiva l'otto.


Ghiacciato il Palace of Auburn Hills 107-109, meglio che trovarsi Halle Berry  infilata nel letto, un'arena dove Kobe ne mise 84 nel 2K9. Oggi si è fermato a 38, con 8 rimbalzi e 6 assist salvandoci, insieme a Stat (21 punti, 9 rebs, 6 assist), da un -12 a cinque minuti dalla fine e da quello che sembrava un fatale -5 a -80 secondi. La sera prima avevamo perso di brutto in Tennessee a 1197 chilometri di distanza contro i Memphis Grizzlies (103-78) e la pesatezza del viaggio e di quella sconfitta ci stava facendo incappare nel secondo kappaò in 48 ore. La striscia infernale delle sette trasferte consecutive si era comunque aperta con una "w" nel Minnesota 93-98 e i primi tre viaggi ci portano due vittorie e un complessivo 10-5.

Saturday, August 10, 2013

Sì, viaggiare

Superiamo anche i Sacramento Kings con qualche difficoltà, 103-97, grazie ad un canestro di Bryant a 45" dalla fine e grazie anche alla prima doppia cifra del trentanovenne Iverson from the bench (11 punti, 5/7 al tiro, 6 assist) e poi prendo l'aereo, vado a New York e busso in maniera zen negli uffici della Nba...


 M A   C H I   C A Z Z O   H A   F A T T O   I   C A L E N D A R I ! ! ? ! ? ? Sterno ci ha appioppato sette trasferte consecutive. Di più, ci ha messo tre trasferte assurde in quattro giorni. Di più! Perchè la striscia si allarga a sei trasferte rinchiuse in undici giorni! Per una squadra vecchia come la nostra potrebbe essere una morsa fatale. Il primo viaggio è nel Minnesota, poi tre viaggi in quattro giorni (a Memphis, a Detroit e a Toronto), poi 48 ore di riposo nei vari areoporti e via con un nuovo trittico ristretto in poche ore, questo veramente devastante: a Brooklyn, a Miami e a New York! Da fuori di testa!

Friday, August 9, 2013

R I N N E G A T I


Nella offseason eravamo spacciati. Esclusi dai playoff 2013, uno dei più grandi fallimenti del Barba, ci ritrovavamo a dover ricostruire una squadra potendo firmare senza motivo solo giocatori al minimo salariale. Un impresa disperata. Eppure tra i bassifondi dei free agent ristagnava un gruppo che tutti avevano dimenticato. Erano stelle, e anche in gamba, ma commisero l'errore di mettersi contro Davide Sterno. Accusati ingiustamente di
essere piantagrane, sono diventati dei fuorilegge a caccia di contratti oltre la cortina sovietica, dei cacciatori di yen, dei R I N N E G A T I. https://www.youtube.com/watch?v=6TDCvPKZXrc
Allen Iverson, Stephen Jackson, Raja Bell, Elton Brand, Leon Powe. Il rischio che lo spogliatoio implodesse  era
altissimo e invece il gruppo dei rinnegati, che formano tutta la panchina dei Lakers di quest'anno, è diventato un blocco di granito. E il resto lo fanno gli altri nuovi arrivati. Come contro i Clippers, dove Ray Felton sente la sfida contro Chris Paul e gli spara in faccia 17 punti nel 1° quarto, purtroppo conditi anche da 4 falli irruenti che lo mettono fuori partita. Entra 'Captain Jack' a prendersi cura di CP3, lo annulla, e Kobe (28), Turner il Casinaro (21 punti, 7 rimbalzi) e Amar'e Stoudamire (20 punti, 12 rebounds, 7 assist) confezionano il 116-108. Contro i Blazers troviamo Batum (32), Lillard (31 punti, 7 rimbalzi, 10 assist, 5 recuperi) e Lamarcus Aldridge in totale stato di grazia; ci affossano anche a -26 a fine terzo quarto segnando da ovunque senza ritegno, ma noi che l'anno scorso avremmo lasciato perdere tirando fuori tutti i titolari, continuiamo invece a giocare come se fosse una garasette. Risaliamo fino a -13 con Kobe a quota 40 (e 18 triple tirate in totale 'Bisy demoniac possession'), poi risprofondiamo al conclusivo 120-99 ma la reazione non è stata a fondo perduto e si farà sentire. Vinciamo 93-89 contro Altlanta dove ci pensa il droide Turner con 29 punti e 9 rimbalzi a compensare una rara serata no di Kobe (9 punti, 3/9), poi andiamo a New Orleans contro i rinominati e ri-logati Pelicans e anche lì portiamo a casa i due punti per 92-104 con Kobe 35, Anthony Davis tenuto lontano dai tagliafuori di culo ernome del nostro Davis (Glen) e "Captain Jack" con l'ex asse dei Sixers Iverson - Elton Brand che hanno segnato azioni pesanti dalla panchina. 


Siamo 7-4, un buon record considerando che abbiamo avuto un inizio di stagione difficilissimo dove abbiamo incontrato gran parte delle grandi. Siamo sesti a Ovest perchè San Antonio (13-2!), Houston (12-3) e Golden State (8-2) stanno viaggiando a mille. Quando caleranno di un po', saliremo la classifica! Cioè, si spera.

Tuesday, August 6, 2013

Felton-Amar'e, la nuova asse play-pivot debutta

La temperatura è rovente, la gente cuoce le uova sull'asfalto e della partita allo Staples Center contro gli Orlando Magic nell'altoforno di L.A., non frega a nessuno. Non importa nemmeno a me. Il 106-97 contro la peggior squadra della Nba non è un test da considerare, anche se Ray Felton bagna la sua prima partita in gialloviola con 19 punti, 8/10 dal campo e 9 assist e Kobe può prendersi un giorno di vacanza (17). Not bad, ma frega niente. E' la gara dopo che ci terrorizza perchè in Californo arrivano i San Antonio Spurs, i quasi campioni, sconfitti anche qui 4-3 nelle Finals 2013 da Miami dalla quale in estate hanno prelevato 'Birdman' Andersen, che ora fa coppia con Tim Duncan. La motion offense di Popovich contro il tira chi è libero del Barbatrucco, frittatone di cipolle, birroni gelati e rutti liberi in tribuna. La perdiamo, 104-112, ma è una sconfitta che mi fa lasciare il campo soddisfatto. Primis, loro sono 8-1 e stanno maciullando tutti, secundis, eravamo a -2 a poco dalla fine sulla sesta tripla (su dodici) di Kobe, che chiuderà con 39 punti,  e abbiamo avuto in mano la bomba wide-open del sorpasso con Felton, ferro, prima che questo qui sotto decidesse di chiuderla col chiavistello.


Il francesino confeziona una tripla doppia paradisiaca da 24 punti, 11 rimbalzi e 12 assist, ma sopratutto imbocca Green (20) e Ginobili per le triple che ci hanno fatto saltare per aria nel finale, quando andavamo per giocarcela. Ma le ottime sensazioni avute contro San Antonio si concretizzano poi nella vittoria successiva contro i Nuggets, sempre a L.A., dove controlliamo la gara a piacimento, salvo poi gigioneggiarci nel finale e rischiare di mandare a monte tutto. E' l'unica tripla tirata e segnata da Stoudemire per il 99-92 a 3' dalla fine a solcare la via, poi è ancora l'ex Cypress Creek High School che piazza le giocate chiave, sottoforma di una stoppata su un tiro di Iguodala che avrebbe portato Denver a -2, e sottoforma di un piazzatone dai sei metri che ha chiuso ogni discorso. Dopo due gare in ombra, per Stat c'è la prima vera partita da "fattore" con 24 punti, 11 rimbalzi e 10/15 al tiro, una prestazione inaspettata perchè i 24 punti non sono stati cercati ma sono arrivati tramite smarcature, spesso a ricciolo in catch and shoot o su scarichi in angolo di Felton che ha registrato la seconda doppia doppia consecutiva (19 +11 today). L'Mvp però è il solito Kobe che in scioltezza mette insieme 25 punti, 6 rimbalzi e 10 assist, mentre il droide Turner per la seconda volta è stato votato Giocatore della Settimana a Ovest. Pazzesco per un rookie, che viaggia a 20 punti e 6 rimbalzi di media e grazie al tira chi è libero "fucila" anche col 45% da tre. Notevole comunque anche l'apporto di Iverson from the bench. Lo tengo a bada a suon di birre e bestemmie e se in attacco è nullo e non segna neanche con trenta metri wide-open (viaggerà a 3 punti di media col 20%...), in difesa per i play avvesari è una zanzara fastidiosissima.

Sunday, August 4, 2013

Nash e Gasol ai New York Knicks


...M A  F A'   U N    S A L T O,   U N   F A L L O   C O N   L A  P  A L L A  L I' ! FA' A C A  Z Z O T T I   A L M E N O...!!!! Chi si aspettava che la vittoria ai supplementari allo Staples Center contro i Bulls avesse sistemato la questione Nash-Gasol, si sbaglia. Il Barba ha sviato nei commenti post partita, ma dopo aver rivisto il match nella locker room con il fido Brian Shaw, una gara dove al catalano cadevano i rimbalzi tra i piedi senza che reagisse minimamente facendoseli soffiare dagli avversari, è arrivata la decisione. Con un Gasol 'bargnanizzato' in versione Gasoft 2011 della serie contro i Mavericks, non andiamo da nessuna parte. E allora tanto vale che si faccia un anno di disintossicazione gialloviola, per poi ritrovarcelo magari rigenerato nel prossimo Universo. Del resto con la coppia Nash-Gasol abbiamo sì vinto due anelli, uno alla prima e unica stagione del Primo Mondo (4-2 contro Chicago) e l'altro alla prima stagione del Secondo Mondo (4-3 contro Miami, tra l'altro con una decisiva stoppata del catalano su Wade negli ultimi secondi di garasette), ma in quelle squadre c'era anche Howard. Di fatto Nash-Gasol hanno giocato come asse play-pivot solo una stagione, quella appena passata, conclusasi con un disastroso 14-15 e una clamorosa esclusione dai playoff. Un'asse play-pivot così soffice non può reggere. E così troviamo un accordo con i Knicks che farà far loro un autentico salto di qualità consegnadogli una 'One shot season' per vincere subito l'anello 2014. Gli diamo Nash e Gasol, con il catalano che sarà protetto dalla difesa di Tyson Chandler e il canadese che può innescare ininterrottamente Carmelo Anthony, e a LA LA Land arrivano Raymond Felton e Amarè Stoudemire.
Nash è stato la guida dei Lakers nella prima e unica stagione del Primo Mondo, nelle prime due stagioni del Secondo Mondo (2012-2014) e in una stagione e un quarto di questo Terzo Mondo, con due anelli vinti ma altrettanti fallimenti (l'elimazione al primo turno contro Portland nella seconda stagione del Secondo Mondo e l'esclusione dai playoff l'anno scorso). Poi c'è stato Chris Paul, che ha guidato LA per due stagioni nel Secondo Mondo (2014-2016) ed ora c'è Felton per questo secondo e ultimo campionato del Terzo Mondo. Tutti gli altri hanno comunque vinto almeno un titolo da play titolari dei Lakers (Nash due, CP3 uno) e così su Felton pesa la responsabilità di non fallire l'appuntamento con il Larry O'Brien Trophy.

Friday, August 2, 2013

Nashville, California

A metà dell'ultimo quarto contro Chicago eravamo spacciati. Eravamo reduci da una sconfitta a Boston sanguinosa per 102-93, crollati negli ultimi minuti sotto i colpi di Rajon Rondo (29) che ci ha mandato a casa, nonostante i 44 di Bryant, con quattro canestri consecutivi. Inutile dire che i responsabili sono sempre loro, Steve Nash, che non tiene un passo, e Pau Gasol, mollaccione come pochi. Anche contro i Bulls la stessa storia. Derrick Rose fa pentole e coperchi (40 punti con 33 tiri), Nash ovviamente non chiude la prima linea di difesa e Gasol non chiude l'ultima. E' così, fisso, da due anni. Perchè mi ostino a tenerli!?? Ho deciso, quando i Bulls ci scaraventano a -12 a quattro dalla fine con noi che vediamo materializzarsi l'1-3 in classifica Nash e Gasol hanno già le valigie in mano. Il play e il pivot nelle barbasquadre non possono non difendere. E' inammissibile! Poi succede l'imponderabile. Esattamente così.


Il canadese spara un 4/4 da tre riaprendo tutto e segnando anche la tripla del pareggio a 43" dalla fine che vale l'overtime. Il tempo supplementare (che giochiamo con Gasol e Big Baby Davis in panchina e lo affrontiamo con Metta numero 4 e la zona 1-3-1) viene aperto da un'altra bomba centrale di Nash e chiuso dall'ex Suns che a 15" dalla fine, con noi avanti 118-115, intercetta un passaggio a Rose e lancia Metta per l'affondata solitaria del conclusivo 120-115. Per Steve Nash, anni 40 tondi tondi, nel giorno dell'annuncio del suo ritiro arriva una delle prestazioni balistiche più clamorose della 2kstoria: 29 punti, 11 assist, con 11/11 al tiro di cui 7/7 da tre! Follia allo stato brado. L'Mvp va a Kobe (35 punti, 6 rimbalzi, 12 assist), ma il 7/7 behind the arc del canadese e quell'11/11 al tiro con tutte conclusioni in sospensione entra già nella leggenda. E adesso mi tocca pure tenerlo.