Tuesday, January 31, 2012

First Round, game 3: LA Lakers - Oklahoma City Thunder

Su Oklahoma City scende il ghiaccio. Fuori iniziano piccoli fiocchi di neve, ma dentro la Chesapeake Energy Arena è già clima da The Day After Tomorrow. Thunder 74, Lakers 93. E' una tempesta ghiacciata che congela i Tuoni, sotto 0-3 e ad un passo dall'eliminazione al primo turno per il secondo anno consecutivo, loro che già dall'anno scorso avrebbero dovuto concorrere per l'anello... 




E mentre Oklahoma City è ghiacciata dal burian yellowiola, noi siamo caldissimi ed esultanti in mezzo al parquet per un'impresa che ha del clamoroso. E questa volta non è complice solo la solita tattica del Coach Zen (I N   D A   P A I N T ), ma la morsa letale è arrivata anche da una difesa stritolamembra che ha tenuto Kevin Durant a soli 8 punti con 3/13 e James Harden a 6 con 3/11. Gli abbiamo gelato il fiato.
All'attacco ci hanno pensato solo i nostri lunghi. Like this: l'Mvp Pau Gasol 27 punti con 14/17, Zydrunas Ilgauskas 25 con 8/12 e 9/9 in lunetta, Andrew Bynum 20... Serve altro? Là sotto i Thunder non possono nulla, tutti i lunghi si caricano di falli e vanno fuori giri. Ed è solo là sotto che appoggiamo tutti i nostri attacchi, quasi sempre al limite dei 24", tenendo i ritmi bassissimi e non tirando mai mai mai da fuori, per evitare che un errore ci esponga ai devastanti contropiedi di OKC, quelli che c'hanno demolito nel recente passato (last year ci distrussero 115-88 spedendoci anche a -35). Ma questa  nostra trappola per loro è letale.
Il dominio di Gasol nel primo quarto (15 punti!) è seguito da quello di "Ilga" nel secondo, dove il 38enne lituano ne posta 20 (!!!) con 8/8 ai liberi e inizia a scavare il vuoto come l'acqua nella roccia (37-48 all'intervallo). Ma il vero capolavoro che apre al massacro arriva nella terza frazione, dove la nostra difesa si stringe a mo' di pressa idraulica costringendo i Thunder a schiantare sui ferri le conclusioni (37% al tiro in questo quarto). Il picco massimo lo raggiungiamo nell'ultimo periodo sul 62-87, quando ormai tutti i titolari sono in panchina e sul parquet ci sono solo le seconde linee, mentre la Chesapeake Energy Arena congelata trova voce solo per sommergere di "booo" i Thunder, che sono sembrati svuotati e inermi di fronte a questi Lakers. E siamo alla settima vittoria consecutiva dopo la clamorosa decisione di mettere fuori squadra Gary Neal...

Sunday, January 29, 2012

First Round, game 2: LA Lakers - Oklahoma City Thunder

The sentence arriva a 2’45” dalla fine. Andrè Miller sfrutta un blocco alto di Gasol, si butta dentro, tutta la difesa dei Thunder collassa sotto canestro perché sa già cosa succederà, ovvero un pick’n roll con Pau o un assist a Ilgauskas. E invece no. Miller vede Matt Barnes in angolo, totally wide-open, lo serve e OKC va al tappeto. Tripla che infiamma la retina, Lakers 102, Thunder 94! E’ la seconda tripla presa da LA in tutta la partita…
Why? Perché la tattica usata in garauno (“palla solo sotto!”) genera ancora robe fantascientifiche!!! Gasol mette 42 punti e 8 rimbalzi con 15/22 al tiro e Ilgauskas ne posta 21 from the bench! E ancora una volta l’inedita coppia che mise insieme 65 punti in garauno, ne edifica 63 in da game two! Vinciamo 110-100 e siamo 2-0 nella serie!!!
Ma se il piano offensivo è rimasto invariato, visto il dominio di Pau e “Z” contro il pacchetto lunghi di OKC, quello difensivo è stato stravolto. Se in garauno siamo stati a zona 2-3 e 1-3-1 per quasi 40’, qui sfidiamo i Thunder con una uomo ferocissima, guidata da un Andrè Miller che manda totalmente in overbooking Russell Westbrook, finito fuori per 6 falli e col ritmo-gara continuamente spezzettato per i lunghi soggiorni in panchina. Durant e Harden sono incredibili nel primo tempo firmando 18 punti a testa e portando OKC sul +10, ma Gasol ne piazza altrettanti inscenando un duello clamoroso contro Ibaka, che da par suo risponde con canestri impossibili; alla pausa lunga è 57-54 per noi. Quando azzardiamo una tripla, sbagliandola con Kobe, ne vediamo subito le conseguenze: rimbalzo Thunder, lancio lungo e dunk dall’altra parte. No more. Con Westbrook carico di falli, è Nate Robison a prendere le redini di OKC ed è un tormento. Il suo step and shot rapidissimo è implacabile in ogni azione, segna ovunque, non puoi lasciargli un millimetro libero che ti castiga all'istante. E’ così che i Tuoni dell’Oklahoma sembrano portarsela a casa (81-85 a -7’57”), ma coach Brooks non ha fatto i conti completi con Gasol. Lo spagnolo è inarrestabile, firma tutte le azioni della rimonta e del sorpasso, fino a quando non cambiamo tattica improvvisamente per il colpo di grazia. Dopo 38 minuti ad attaccare solo da sotto, li finiamo con un dardo infuocato di Barnes behind the arc! E l’ipertattoed è anche protagonista di una super difesa su Durant, che dopo i 18 del primo tempo segna solo 4 punti nella ripresa. E la stessa cosa, per osmosi, accade a James Harden, incontenibile nei primi due quarti e letteralmente vanishing negli ultimi due... DAI CAZZO AVANTI COSI’!!!!!!!!!
Gasol, 11 punti di media in regular season, sta viaggiando a 35.5 ppg in queste prime due partite. Ilgauskas, dai 2 punti di media abituali, è passato ai 28,5 di game 1 & 2... 

Saturday, January 28, 2012

First Round, game 1: LA Lakers - Oklahoma City Thunder

Prima della partita sono chiaro e folle: "Palla sotto, palla sotto e palla sotto! DAI CAZZO!!!!!!!" E la tattica produce un qualcosa di... 




. .  . I  N  S  A  N  E  ! ! !  "Big Z" Ilgauskas Mvp con 28 punti nel primo tempo (WTF!?!?!?!?) e 36 totali, Durant 28 nel secondo e 34 totali, 227 punti complessivi senza nessun overtime, 86 punti segnati dai Lakers in area col 63% e con zero tiri da tre presi; e prima vittoria in due anni sugli Oklahoma City Thunder per 115-112!!! F O L L I A  A L L O  S T A T O  B R A D O !  E una scoperta in più. OKC non ha nessuno in grado di fermare Ilgauskas. Le sue lunghe leve sovrastano tutti i lunghi dei Thunder, da Kendrick Perkins a Serge Ibaka, dal giovane droide Carr a Cole Aldrich. Nessuno è in grado arrivare fin lassù a stopparlo. E "Z" produce una gara alla Shaq: 36 punti, 17/22 al tiro che sommati ai 29 con 11/17 di Gasol fanno capire come in ogni attacco siamo andati solo ed esclusivamente lì. Senza ritegno alcuno. One way: Triangolo con ricezione in post.
Nei primi sei minuti di garauno saltano per aria i 4 lunghi titolari delle due squadre: Ibaka e Perkins da un lato, Bynum e Gasol dall'altro sono già carichi di 2 falli a testa. Ma se da noi entra la coppia Odom-Ilgauskas, da loro il duo Carr-Aldrich è improponibile. Palla sotto, palla sotto, palla sotto! E tutti si adeguano, anche Kobe. Il risultato sono 28 clamorosi punti di "Z" nei primi due quarti, noi anche a +9 (42-33) e relativamente tranquilli all'intervallo (55-49), mentre la nostra zona manda letteralmente in confusione Durant, 3/10 al tiro nel primo tempo e totalmente perso. Poi trova le misure e si scatena. Piazzato da numero quattro, KD35 fa sfracelli, inarrestabile trascina i Thunder all'aggancio, portandoli anche a +5 nel terzo quarto (73-78). Ma nell'ultimo periodo esce fuori Gasol.
Con Ilgauskas imbrigliato ("solo" 8 nella ripresa") è lo spagnolo a fare letteralmente il vuoto e con due canestri and one consecutivi ci lancia a +5 a 2'31" dalla fine (109-104). E quando è ora di chiudere i conti, il Mamba non lascia spazio a nessuno. Spalla contro petto, spinge via Westbrook e dal gomito lascia partire il fade-away letale a -59": 111-04. 1-0 Lakers! E una scoperta, il 38enne lituano, che potrebbe far saltare per aria ogni pronostico su questa serie, che per LA sembrava già segnata in partenza.

Friday, January 27, 2012

5 domande 5 about: The 2013 Playoff


WESTERN CONFERENCE

San Antonio Spurs (1) vs Denver Nuggets (8)
Houston Rockets (4) vs Memphis Grizzlies (5)
Portland Trailblazers (3) vs New Orleans Hornets (6)
Los Angeles Lakers (2) vs Oklahoma City Thunder (7)

EASTERN CONFERENCE

Boston Celtics (1) vs Cleveland Cavaliers (8)
Chicago Bulls (4) vs Milwaukee Bucks (5)
New Jersey Nets (3) vs Philadelphia 76ers (6)
Miami Heat (2) vs Orlando Magic (7)



1. Zen, i Thunder al primo turno...
“Il delitto perfetto. Ci sono due squadre che non siamo in grado di battere, i Chicago Bulls, che per fortuna stanno a Est, e Oklahoma City… E’ il peggior cliente che ci potesse capitare, sto smoccolando in assirobabilonese da due giorni. FUCK!!!”
2.      E quindi?
“Quindi entro domani mattina finirò le bestemmie assirobabilonesi e dovrò attingere a quelle fenicie! Poi, finite anche quelle, comincerò a preparare la sfida con i Thunder. Dovremo abbassare i ritmi e menare come fabbri ferrai.”
3.      Però entrate nei playoff con una striscia aperta di quattro vittorie consecutive e di dodici vittorie nelle ultime sedici.
“Abbiamo fatto un’ottima seconda parte di stagione, l’esatto contrario dell’anno scorso dove ci presentammo ai playoff con sette sconfitte nelle ultime tredici. Tuttavia non sono soddisfatto di come stiamo sviluppando il Triple Post Offense, dobbiamo fare molto meglio sotto questo aspetto.”
4.      Chi vincerà l’anello?
“L’anno scorso predissi Miami, una puntata facile, visto il loro dominio. Quest’anno sembrano tornati sulla Terra, magari dovranno passare attraverso qualche garasette, ma alla fine stiamo comunque parlando di una squadra che negli ultimi due anni ha vinto 60 partite su 75 fino ad ora. Credo proprio che abbiano tutto per fare il back to back.”
5.      E dei vecchi Boston Celtics primi nella Lega che mi dice?
“Premesso che con 29 partite il fattore età incide meno nella regular season perché c’è molto più tempo per recuperare tra una gara e l’altra, i Celtics, vincendone 20 su 28, hanno fatto un campionato strepitoso. Anzi due. In pochi si ricordano che last year i Celtics si sono piazzati secondi nella Eastern Conference solo perché Miami fece un campionato da sole 4 sconfitte. Purtroppo nei playoff una gara ogni tre giorni si sentirà sulle squadre vecchie e difficilmente Boston o San Antonio avranno energie sufficienti per arrivare fino in fondo. Gli stessi Spurs, comunque, primi a Ovest, sono la dimostrazione di come chi cambia meno sia premiato. Le delusioni maggiori, infatti, sono arrivate da chi ha cambiato o perso giocatori chiave: i Dallas Mavericks con il ritiro di Jason Kidd sono rimasti fuori dai playoff, idem i Phoenix Suns (terzi l’anno scorso) con il ritiro di Grant Hill, che disputò una season ’11-’12 strepitosa. La stessa Miami, che ha perso tre pedine chiave della panchina come Ilgauskas, Juwan Howard e Mike Bibby, è ritornata sulla Terra, seppur sia sempre la favorita. Attenzione ai Portland Trailblazers, che si sono piazzati terzi nella Western Conference: ad un gruppo consolidato già fortissimo (Brandon Roy, Nicolas Batum, Lamarcus Aldrige, Greg Oden, etc…) ha aggiunto anche il Droid of the Year Wilson Petersen da 15.9 punti e 5.4 assist: sono favoritissimi. Comunque Spurs e Celtics in testa e Knicks per il secondo anno di fila fuori dai playoff significano anche un altro messaggio: difesa, difesa, difesa!”

Thursday, January 26, 2012

Season End: sarà LA LA Land vs Thunder al primo turno!

F U U U U U U C K ! ! ! ! ! Battiamo i Clippers 101-92, aggianciamo i San Antonio Spurs in vetta all'Ovest con 19 vinte e 10 perse, abbiamo con loro lo scontro diretto favorevole quando scopriamo che la sfida della regular season non vale  nulla! Il primo posto della Western Conference, per sorteggio o per ambarabàcicìcocò, va a Duncan e soci, così a  noi tocca il secondo e, ovviamente, al numero sette chi si piazza? Gli Oklahoma City Thunder...  F U U U U U U U U U U U U C K ! ! ! ! ! !

La regular season 2012-'13 ha emesso i suoi verdetti: due squadre veterane al termine del loro ciclo come i Boston Celtics (21-8) e i San Antonio Spurs (19-10) sono rispettivamente sui picchi più alti dell'Est e dell'Ovest, con i biancoverdi che ballano l'ultima danza dei Big Three con il miglior record della Lega! Miami, campione in carica, è seconda (20-9). Tornano a far paura i giovani leoni dei Portland Trailblazers (terzi a Ovest), finisce il ciclo dei Dallas Mavericks (esclusi dai playoff), stupiscono i New Orleans Hornets e i Los Angeles Clippers, ma in situazioni diametralmente opposte: la squadra della Louisiana si piazza sesta nella Western Conference, mentre i Velieri, che l'anno scorso ci diedero grande battaglia al primo turno, restano clamorosamente fuori. Here lo scambio dell'anno è stato nettamente penalizzante e più che la presenza di CP3 ha deciso l'assenza di Al-Farouk Aminu, Chris Kaman ed Eric Gordon. Basti pensare che i Clips hanno schierato per tutta la stagione Luke Walton come ala piccola titolare...  Questi i verdetti individuali.

Most Valuable Player: LeBron James (Miami Heat, 22.9 punti, 6.6 rimbalzi, 4.4 assist)
Droid of the Year: Wilson Petersen (Blazers, 15.9 punti, 5.4 assist)
Coach of the Year: Avery Johnson (New Jersey Nets, terzi assoluti con 20-9)
Difensore dell'Anno: Dwight Howard (Orlando Magic, 20.0 punti, 12.0 rimbalzi, 1.6 stoppate)
Sesto Uomo: Lamar Odom (LA Lakers, 7.6 punti, 5.4 rimbalzi)
La Rivelazione: Ricky Rubio (Minnesota T'Wolves, 11.4 punti, 7.7 assist)

Back-to-back personale del Prescelto che ha rivinto il titolo di miglior giocatore, anche se nel 2012 aveva cifre superiori (last year viaggiava a 31.1 punti). Back to back anche per Ricky Rubio, l'altr'anno premiato come Rookie of the Year e ora come Rivelazione. Mai premio fu più azzeccato di quello assegnato ad Avery Johnson, protagonista principe del miracolo Nets, mentre a sorpresa Wilson Peterson di Portland sottrae a Terence Bowen il titolo di Droide dell'Anno, complice un netto calo della matricola di New Jersey nell'ultima parte. Dwight Howard è il Signore degli Anelli togliendo lo scettro di miglior difensore a Josh Smith.
Un po' a sorpresa, non ce lo aspettavamo, arriva il premio di Sesto Uomo dell'Anno a Lamar Odom (7.6 punti, 5.4 rimbalzi) che a 33 anni e all'ultimo atto coi Lakers bissa il premio già ottenuto nel 2011. Kobe a 34 anni suonati se la cava ancora divinamentelly (24.7 punti, 3.5 rimbalzi, 49.5% dal campo) anche se scandalosamente non viene inserito in nessuno dei primi tre quintetti NBA. La sorpresa maggiore, tuttavia, è notevole miglioramento di Shannon Brown nel tiro da tre, seppur non abbia svolto alcun allenamento in materia: è passato dal 22.9% della scorsa stagione all'attuale 43.1%!

Wednesday, January 25, 2012

All in our Hands!

Il dopo Gary Neal continua a stupire. Ok, sono squadre già ampiamente escluse dai playoff e senza più nulla da chiedere a questo campionato , però un +25 al Palace of Auburn Hills (89-114) con noi che mandiamo ben 7 uomini in doppia cifra, e un +22 all'Energy Solution Arena di Salt Lake City (90-112) rispolverando un Ilgauskas d'annata (19 punti e 7 rimbalzi) non solo ci dà morale, ma ci mette anche il primato della Western Conference in our hands. Sta a noi e soltanto a noi tenerlo o gettarlo via.
Sì, perchè al seeding #1 dell'Ovest ci sono gli indomabili San Antonio Spurs, che hanno già concluso la loro regular season con 19-10. Noi siamo a 18-10 ma abbiamo vinto lo scontro diretto stagionale con gli "Speroni": l'arrivo in parità premierebbe noi. Dunque se all'ultima di regular season battiamo i Clippers, clamorosamente già fuori dai playoff come i Dallas Mavericks, entreremo nel tabellone da testa di serie numero uno della Western Conference, anche se con l'incubo di affrontare gli Oklahoma City Thunder al primo turno, visto che attualmente sono ottavi con lo stesso record di Golden State Warriors e Denver Nuggets: una poltrona per tre per l'ultimo posto utile.
E a Est? C'è del clamoroso. Con un incredibile colpo di reni dell'ultimo mese, i Boston Celtics di Paul Pierce (35 anni), Ray Allen (38) e Kevin Garnett (36) stanno scrivendo una nuova storia dei Big Three. Arrivati a "The Last Dance", visto l'annuncio del ritiro di KG alla fine di questo campionato, i biancoverdi sono primi nella Lega con 20 vinte e 8 perse e gli basta solo un successo all'ultima giornata per avere la certezza del primato assoluto, perchè i Miami Heat e i New Jersey Nets hanno già finito la loro stagione (20-9). Non vinceranno l'anello, nè arriveranno in Finale, perchè le gare ravvicinate dei playoff presenteranno il conto all'età avanzata, però questa incredibile ultima season dei Big Three resterà negli annali di questo Terzo Universo.

Tuesday, January 24, 2012

5 domande 5 about: Neal fuori squadra e -3 ai playoff

Sbanchiamo Philadelphia, la città di Kobe, per 100-94 e ci scateniamo in Georgia contro gli Atlanta Hawks (113-96); tra queste due partite c'è anche la pesante sconfitta nel New Jersey contro i Nets, primi in Nba. Poi allo Staples Center arrivano i Milwaukee Bucks e noi perdiamo malamente dopo un tempo supplementare (93-100).

1.       E scoppia il casino inatteso. Gary Neal dichiara sulla copertina di Nba.com di volere essere ceduto e che non ha nessuna intenzione di restare ai Lakers! Zen, ‘zzo è successo?
“Fatto gravissimo, sia per il momento delicato della stagione, sia per il fatto che Neal era il play che giocava di più tra i tre. Inoltre l’abbiamo prelevato dai free-agent, dove non lo stava cagando nessuno, portandolo nella squadra vicecampione NBA e questa è sua la riconoscenza.... Non ha nessuna intenzione di restare? Bene, noi non abbiamo nessuna intenzione di tenerlo. Quella contro i Bucks è stata la sua ultima partita con noi e l’ho spedito subito tra i d-leguati ai Los Angeles D-Fedenders: qui non abbiamo bisogno di primedonne. Oltre ad Andrè Miller, faremo con Patrick Mills, che tra l’altro la gara successiva ci ha condotto alla vittoria contro i Sacramento Kings (85-76, ndr) con 19 punti, 7 assist e 8/11 al tiro uscendo dalla panchina…”
2.      Mancano tre partite alla fine della regular season: due trasferte, a Detroit e Salt Lake City, e poi l’attesissimo derby contro i ‘Lob City’ Clippers di Chris Paul e Blake Griffin, che non se la passano benissimo e sono ancora in lotta per i playoff.
“Attualmente siamo secondi a Ovest dietro i San Antonio Spurs con 16 vinte e 10 perse. In una season da 29 ho sempre ritenuto le dieci sconfitte il “limite massimo invalicabile” oltre il quale è lecito puntare all’anello. E’ importante chiudere con 19-10, sarebbe quasi lo stesso record dell’anno scorso (che fu di 20-9, ndr). Dobbiamo vincerle tutte e tre ed entrare nei playoff con una striscia aperta di quattro vittorie consecutive.”
3.      Resta positivo perché?
“Perché abbiamo ‘sbragato’ soltanto in una partita (contro i Nets), perché diverse gare le abbiamo dominate (anche sopra i 30 punti) e perché le sfide con Heat, Thunder e Bulls ce le siamo giocate punto a punto. Ricorda l’anno scorso? Le vincevamo tutte all’ultimo tiro, anche contro squadre scarse, mentre Thunder e Bulls ci massacravano di 30 punti. Sotto questo aspetto siamo molto migliorati, anche perché abbiamo un Devin Ebanks in più. C’era anche l’anno scorso, ma non entrava quasi mai.”
4.      Quali sono i problemi?
“A tre gare dai playoff ancora non abbiamo trovato il nostro gioco. Il Triple Post Offense non scorre e solo ora stiamo sperimentando un Ron Artest da numero quattro, perché da tre, contro certe squadre rapide e veloci, non regge più. E poi abbiamo appena sbattuto fuori Gary Neal, reinserendo tra i 12 Derrick Caracter. Siamo un cantiere quando non dovremmo esserlo.”
5.      Cos’ha scritto sulla lavagna dello spogliatoi adesso?
“DAI CAZZOOOOOO!!!”

Il droide che sta terrorizzando la 3.1.2.

Lo Skynet l'ha certamente assemblato in una sua succursale slava, lontano da tutti, in gran segreto. Nonostante il nome yankee (Terence Bowen) e la provenienza da un college Usa (la celebre Duke University), il nuovo droide bianco che sta terrorizzando la seconda stagione del primo 2kmondo di questo terzo Universo è di chiara matrice dell'Est: guardia/ala, fisico massiccio alla Marko Milic, durezza difensiva, rilascio di tiro alla Sasha Danilovic. 
E macchina da canestri impressionante alla Dragan Kicanovic. Eravamo curiosi di affrontare questi New Jersey Nets che comandano la NBA con un clamoroso 13-5 ed abbiamo capito perchè sono lassù. E abbiamo visto Terence Bowen. Una macchina: nel 18-11 iniziale ci ha già rovesciato addosso 16 punti (!!!), mandandoci subito un messaggio di dominio, aprendo la gara con due schiaccioni e una tripla. Inoltre loro hanno la miglior difesa del campionato, un Brook Lopez che cancella ogni lungo e un Deron Williams in forma perfetta.
Per la prima volta quest'anno perdiamo sonoramente (95-79), surclassati su tutti i fronti. Bowen, seconda scelta assoluta del Draft 2012, chiuderà con 27 punti e 12/20 al tiro, cancellando Bryant che sarà costretto a prendersi 31 tiri per fare 29 inutili punti nel nulla. Mai visto un droide del genere: è arrivato in una squadra da fondo-classifica e da solo ha elevato il rendimento di tutti i compagni, trasformando i New Jersey Nets di coach Avery Johnson (indiscutibilmente Allenatore dell'anno) in una squadra da primato, tanto da poter addirittura concorrere - da rookie - al titolo di Mvp. Solo un altro bianco ha avuto un impatto simile in passato. Veniva da French Lick, nell'Indiana.

Sunday, January 22, 2012

131 miliardi di $ in 7 anni, i Lakers blindano Bynum

Il Barba era stato chiaro ad inizio stagione. Se Bynum non mi va in doppia cifra almeno in una voce tra punti o rimbalzi, verrà ceduto. A poche ore dalla chiusura del mercato, dopo l'All Star Game, abbiamo deciso di rinnovare per altri sei anni il contratto di Andreone che percepirà 131 miliardi di dollari per i prossimi 7 campionati (questo compreso). Rimarrà o non rimarrà a fine anno? Attualmente Bynum viaggia a 10.2 punti e 8.6 rimbalzi a partita. Storicamente i Lakers hanno sempre avuto un centro dominante, da Mikan, a Jabbar a Shaq e tutti dicono che il prossimo Eletto al Trono dell'area yellowiola sarà Dwight Howard. Ci si arriverà? Quasi impossibile, se non dissanguando la squadra. Varrà la pena cedere Bynum, Gasol, Artest e magari anche Odom per arrivare a DH12? Per ora puntiamo in casa, puntiamo su AB17 blindandolo subito, altrimenti c'era il rischio che andasse via gratis a giugno.
Intanto clamoroso crollo di Oklahoma City che scivola al nono posto della Western Conference con 12 vinte e 11 perse (52%). Con noi attualmente secondi, si fa sempre più possibile un primo turno di playoff-paura tra Lakers-Thunder... Clamoroso anche ad Indiana dove l'entourage dei Pacers, causa risultati, ha licenziato coach Frank Vogel. La cosa potrebbe indirettamente interessare anche i Lakers nel caso uscisse da Indianapolis anche il vice Brian Shaw che vorremmo riportare a LA Land come secondo di Mike Brown.

Saturday, January 21, 2012

OPS, HE DID IT AGAIN!!!

L'anno scorso Lakers-Celtics fu allo Staples Center, e andò così , 70-68 L.A. con una tripla di Kobe sulla sirena. Quest'anno per la prima volta andiamo in Massacchussets, parquet incrociato del TD Garden, in casa di una Boston che veleggia sorprendentemente seconda nella Eastern Conference. Ed è andata così...


A G A I N  ! ! ! Il Mamba castiga ancora i Celtics sulla sirena e usciamo vivi da Boston con un 87-88 dalla portata enorme! Boston è impenetrabile, l'ultimo atto dei "Big Three" (Garnett si ritirerà a fine anno) è tutt'altro che un canto del cigno: toccano un massimo di +9 e nonostante un Kobe delle grandi occasioni (35) tornano avanti a 61" dalla fine con una bomba H di Jeff Green che fa saltare in piedi tutto il palazzo (87-86)! Noi sprechiamo, loro pure, andiamo ancora per vincere, Kobe ci prova in fade e non va ma è provvidenziale un rimbalzo offensivo di Gasol contro Garnett che ci dà un'altra possibilità. Pau apre fuori ad Artest, i secondi passano, Ron Ron la gira a Kobe e c'è tempo solo di un palleggio arresto e tiro contro Ray Allen. Sirena, bucket. E i tifosi biancoverdi sprofondano ancora nelle sedie. C H E  G O D U R I A !  Peccato solo che questa, salvo clamorose Finals, sia stata l'ultima volta che affrontiamo The Big Ticket.

Friday, January 20, 2012

La vendetta di "Pistol Ricky"

Ricky Rubio se l'era legata al dito. Il Barba aveva definito una farsa il premio di Rookie of theYear '12 vinto dall'ex Barcellona, in quanto - tesserato prima del lock out - era l'unica matricola presente last year. Rubio ora ha risposto: 19 clamorosi punti nel primo quarto (!!!), 34 in totale e assist smarcante dal palleggio in pick 'n pop per mettere Kevin Love piedi per terra da tre per la bomba della vittoria: Wolves 107, Lakers 104.  F U C K ! ! !  Una prestazione alla Pete Maravich.
Io, naturalmente, S M O C C O L O   I N   A S S I R O B A B I L O N E S E, perchè eravamo a +10 a cinque minuti dalla fine. C'eravamo con tutta la panchina in campo (Neal, Brown, Ebanks/Barnes, Odom, Ilgauskas) e in campo dovevo tenercela. Invece per gli ultimi 5' decido di rimettere Kobe & Co. e ci asfaltano. F U U U U C K ! Next trip a Boston...

5 domande 5 about: il 12-7

1.      Zen, 12-7, secondi a Ovest, not bad
“Eravamo 7-6, confinati al settimo posto della Western Conference, nella landa di nessuno, veramente in difficoltà, la squadra stanca e priva di energie, Kobe in netto calo, braccato, forzava segnando poco più di 20 a partita ma prendendosi 30 tiri. Il Triangolo non si sviluppava.”
2.      Poi cosa è successo?
“Tre cose: abbiamo tesserato Gary Neal dai free agent per aggiungere pericolosità da tre, togliere pressione difensiva su Kobe e dare maggior difesa contro i play avversari che ci stavano massacrando. Abbiamo completato la rosa in essere da quest’estate, con l’ufficializzazione dell’arrivo di Patrick Mills in cambio di T.J. Ford, e abbiamo prolungato per un'altra stagione i contratti di Andrè Miller e Zydrunas Ilgauskas. Sembra una cosa da poco, ma questo è stato un aspetto fondamentale perché ha tolto dalle spalle di Miller e “Z” l’etichetta di “giocatori solo di passaggio” e li ha fatti entrare all’interno di un progetto biennale. La squadra, sicura di essere la stessa anche l’anno prossimo, si è così compattata e fortificata.”
3.      E con gli ormai famosi “tre playmaker” i Lakers si sono ripresi.
“Andrè Miller è la saggezza, l’uomo che detta i ritmi, che dà esperienza. Gary Neal l’energia difensiva, primo cambio del play titolare, un microwave subito pronto all’uso. Patrick Mills sta studiando da futuro “nuovo Fish”, avrà in mano i Lakers tra due anni. Tre play diversi tra di loro, che si integrano l’uno nell’altro e, soprattutto, non si contestano i minuti. Titolare parte Miller, ma poi gioca chi è più utile per quella determinata partita.”
4.      In settimana sono successi due eventi
“Già, i 52 punti di Kobe nel primo tempo contro gli Houston Rockets e i 38 di Ebanks contro i New York Knicks. Incredibile. Ogni tanto nei 2k-Universi esplodono queste "nane bianche" che ci lasciano uno spettacolo indescrivibile. Ma sono di brevissima durata e dobbiamo solo considerarli come tali. Non dobbiamo distrarci da un campionato ancora indecifrabile.”
5.      Nessuna squadra domina, “piccole” come Warriors e Nets in testa a Ovest e Est, Dallas al 38% di vittorie, Miami in difficoltà (quinta), Chicago settima nella Eastern Conference…
“Al momento la classifica è un gran casino. Ha presente quegli aggeggi natalizi sottovetro che fanno la neve quando li capovolgi? Ecco, più o meno così. E’ tutto mescolato, tutto incerto e le squadre sono tutte ammassate, dunque non ci si possono permettere passi falsi. Ora siamo attesi da ben cinque trasferte consecutive, una di queste a Boston, seconda a Est. E’ il momento cruciale della nostra regular season. Vinciamone quattro e lotteremo per il primato a Ovest: perdiamone tre e saremo ai margini dei playoff.”

Thursday, January 19, 2012

Dal Queens con furore

Il singolare "grafico" delle prestazioni di Devin Ebanks quest'anno, con l'impennata improvvisa dell'ultima partita contro i New York Knicks a quota 38. Nelle precedenti 18 partite, il prodotto del Queens (stesso quartiere da duri di Ron Artest) era andato in doppia cifra soltanto in tre occasioni, con un picco di 13 punti contro gli Oklahoma City Thunder. Aveva segnato soltanto 60 punti nelle prime 14 gare della stagione (media 4.2), ma la sua media era salita a 10.5 ppg nelle quattro partite che hanno preceduto la deflagrazione contro i Knicks, la squadra della sua città. Insomma, da circa una settimana il prodotto del Queens che sradicava gli anelli al Rucker Park stava già cominciando a "riscaldarsi". Sarà l'arma in più dei Lakers in questa seconda parte di stagione?

A New Star will born

" 'To the rec', al ferro. 'In the weightlifting room', in sala pesi; devi giocare lì se vuoi guadagnarti il rispetto dei giocatori NBA." Le parole dell'Avvocato Buffa sono legge, e Devin Ebans, lo "sradicarec", il rispetto se l'è guadagnato tutto. Trentotto punti (avete letto bene sì, 38!), 13/18 from the court, 12/13 in lunetta, 5 rimbalzi! I N S A N E.
Ok, spieghiamola. Prima di tutto davanti aveva i New York Knicks di quello che il grande amico di Phil Jackson, Charlie Rosen, chiama coach "Mike Antoni", senza la "D" di difesa. Contro gli "antonians" la via al canestro è facile per legge, ma qui c'è da aggiungerci il fatto che Ebanks quando si trova sul perimetro viene "non marcato". Essendo incapace da tre, gli vengono concessi almeno 4 metri buoni di spazio. Today lo "sradicaferri" se li è presi tutti. "Mi lasci 4 metri di spazio? Ok, impara a leggermi le suole". E inizia a decollare. Con i Knicks incapaci a difendere anche in area (coppia di lunghi titolari, Stoudemire & "Birdman" Anderson...), Ebanks non ha fatto altro che scatenare tutta la sua energia verticale, buttarsi dentro e aprirsi alle soluzioni che arrivavano; a) canestro in entrata b) schiacciata devastante c) fallo subìto. E' una potenza esplosiva che genera 19 punti nel primo tempo e 19 nel secondo, che ci spara sopra il "ventello" di vantaggio nel terzo quarto e alla fine vinciamo 103-92, infiliamo la quinta double vu nelle ultime sei, andiamo a 12 vinte e 7 perse, secondi nella Western Conference dietro ai sorprendenti Golden State Warriors, mentre i Dallas Mavericks che ci diedero filo da torcere nelle Western Conference Finals '12 sono a 8-13, 38% di vittorie e praticamente fuori dai playoff...
Ma 38, ragazzi... per non parlare poi della difesa che ha "erasato" dal campo Carmelo Anthony. Questo qui se mette un minimo di tiro da tre diventa un All Star tra 2-3 anni.

Wednesday, January 18, 2012

La bomba di Ebanks!

Non sono giorni memorabili per l'El Segundo Times. Dopo l'articolo incriminato che metteva in evidenza il calo di punti di Bryant e il 2/43 da tre di Ebanks in due stagioni, è arrivata pure la risposta sul campo dello "sradicaferri". Nella gara vinta in volata a Phoenix contro i Suns di uno Steve Nash in nettissimo calo (Bryant, invece, ne ha messi 38...), Ebanks ha segnato dall'angolo la sua terza tripla dall'autunno 2011 a oggi...
Già Kobe aveva risposto all' El Segundo Times con i 52 punti nel primo tempo della gara contro i Rockets. Il Coach Zen sta cercando di convincere l'El Segundo Times a scrivere che questi Lakers non vinceranno mai il titolo NBA. Intanto, 4 vinte delle ultime 5, avanti così!

Tuesday, January 17, 2012

H I S T O R I C B R Y A N T !

L'asso dei Lakers risponde alle critiche con una prestazione per i tempi. Contro gli Houston Rockets, secondi nella Western Conference, segna 52 punti nel primo tempo,  31 nel secondo quarto. Poi all'intervallo fa la doccia, lascia lo Staples Center e va a far visita all'El Segundo Times...




In autunno la Espn lo aveva messo soltanto al settimo posto nella classifica dei giocatori più forti della Lega. Poche ore fa l'El Segundo Times l'aveva additato quale causa del calo dei Lakers, evidenziandone il crollo di punti e di percentuale al tiro. Ne ha sentite abbastanza. E così Kobe Bryant, 34 anni, trasforma la gara contro gli Houston Rockets, secondi a Ovest, in una pietra miliare della storia NBA2K. Confeziona 21 punti con 8/12 al tiro nel primo quarto, ne esplode 31 nel secondo e all'intervallo, quando il tabellone recita Lakers 68, Rockets 37, lo score del Black Mamba è un qualcosa che non ci si crede: 52 punti, 15/21 da 2, 3/8 da tre, 13/13 ai liberi e anche 6 rimbalzi.
Sfiora due record, quelli di più punti un quarto (detenuto da George Gervin e Carmelo Anthony con 33) e quello di più punti in una metà gara, i 59 di Wilt Chamberlain segnati nel secondo tempo di Philadelphia Warriors - New York Knicks del 2 marzo 1962, la celebre gara dei 100 punti.
Avrebbe potuto raggiungerli Kobe? E' la domanda che ora tutti si fanno. Non avrà mai risposta. Sul +31 Lakers dell'intervallo, il Mamba fa la doccia, si veste, lascia il resto della gara nelle mani della panchina (finirà poi 105-93) e va a vedersi il resto della partita in tv nella redazione dell'El Segundo Times: "allora? Vogliamo rivedere un attimo il vostro articolo?"
Sbalordito il Coach Zen Barba, che pure gli aveva visto segnare i celebri 84 punti al Palace of Auburn Hills contro Detroit, due Universi fa. "Ma quella volta fu diverso, quei Pistons erano stravecchi, Richard Hamilton veniva sistematicamente battuto con un passo e Kobe andava a depositare comodamente in entrata. Qui rendiamoci conto, invece, che ha segnato in avvitamento con l'uomo addosso! E per 'uomo addosso' intendo letteralmente: dei 13 tiri liberi tirati, almeno l'80% proviene da falli su tiro in fade: l'avversario gli saltava letteralmente sopra! Oh, ma vi rendete che ne ha fatti 52 in un tempo contro una squadra che è seconda nella Western Conference!!?!??? Chamberlain? No, è questo primo tempo di Kobe la più grande prestazione balistica di tutti i tempi!"


Ed è stato esattamente così...

Monday, January 16, 2012

"KOBE, -6.9 POINTS PER GAME!"

Con questo titolo eloquente a nove colonne oggi l'El Segundo Times centra forse la vera questione di tutto, del perchè i Lakers pochi mesi dopo aver giocato le Finali NBA si trovano solo settimi nella Western Conference con 9 vinte e 7 perse. Kobe Bryant è passato dai 30.8 punti a partita dell'anno scorso agli attuali 23.9, passando dal 39% da tre della stagione 2011-12 all'attuale 31%. Ma sono i suoi classici fade che fanno la differenza: se last year si metteva spalle a canestro ad altezza della lunetta, si girava e almeno sette volte su dieci la metteva dentro. Ora non accade più. Su cinque fade, ne mette al massimo un paio. La sua Arma Letale sembra aver perso quella frazione di secondo di velocità in virata che in passato bruciava gli avversari sul posto.
L'articolo è ancora più impietoso quando mette in evidenza i numeri di Devin Ebanks al tiro da tre: 1/25 nella stagione 2011-12, 1/17 in quella in corso... per un totale di 2/42... Se Bynum provasse a tirare 42 triple, forse ne metterebbe più di un paio.

Sunday, January 15, 2012

ܟܠ ܒܪܢܫܐ ܒܪܝܠܗ ܚܐܪܐ ܘܒܪܒܪ ܓܘ ܐܝܩܪܐ ܘܙܕܩ !!!!!

S M O C C O L O    I N    A S S I R O B A B I L O N E S E ! ! !  Era nostra. La gara con gli Oklahoma City Thunder era nostra. Eravamo a +5 a due minuti e mezzo dalla fine. Eravamo 100-98 a -1’47” e l’inerzia totalmente in mano nostra. E cosa succede? Che i Thunder ci rifilano un break di 11-0 negli ultimi 100”. Repeat: undiciazeronegliultimicentosecondi! E perdiamo 100 a 109…  Come? Riavvolgo il nastro. Andrew Bynum è il devastatore: dopo aver messo solo 2 punti in tutta la partita, ne piazza 9 negli ultimi tre minuti, trascinandoci avanti, noi che sembravamo spacciati sulle repentine fughe devastanti dei Thunder (più volte a +8 e +10). Bynum è un rebus irrisolvibile, Kendrick Perkins non lo tiene, e un 2+1 di Andreone ci vale il 100-98 a -1’47” e la sensazione di dominio. Time-out Brooks, che s’inventa la magata. 

Perkins non ce la fa a tenerlo? Molto bene, quando Bynum andrà su per tirare riceverà una bella sorpresa. La sorpresa è Serge Ibaka: per due volte consecutive piazza la stessa giocata difensiva che vale la partita. Attacchiamo, passiamo ancora a  Bynum sotto; solito spalla-petto contro Perkins, solita finta, solita "beccata" di Perkins, ma quando il nostro centrone rilascia il sottomano open certo del canestro, ecco che Ibaka si stacca da Gasol, arriva in aiuto difensivo come un fulmine e inchioda Bynum con una stoppata clamorosa, lanciando subito a mo' di quarterback Durant a schiacciarne due facili dall’altra parte in contropiede solitario. Succede per due volte di fila, e vale tutto. Dalle due stoppate clamorose di Ibaka nascono 4 punti rapidissimi in fastbreak-dunk solitaria e in un attimo ci spazzano via! F U U U U C K ! ! ! !

Ma poi, a mente fredda, analizzo che: a) l’anno scorso contro gli Oklahoma City Thunder abbiamo perso 115-88…  b) here la squadra che ha portato Alp fino a garasette ha aggiunto al suo roster Carr, un droide di almeno 2,10 che è un misto tra Kukoc e Odom…  c) Kevin Durant (37 punti e 10 rimbalzi) e Russell Westbrook (30 punti con 11/19 e 7 assist) hanno segnato 67 punti in due (mai visti here due trentelli nella stessa squadra!) tirando sempre con il difensore aggrappato alle spalle che gli infilava due dita negli occhi e tre nel naso, segnando canestri impossibili da non crederci.  d) Patrick Mills (17 punti) è uno con le palle esagonali.
 Right, abbiamo perso, eravamo a +2 a 1'47" dalla fine nonostante loro stessero facendo la partita della vita, irripetibile, gli entrava qualsiasi cosa assurda (più del 60% dal campo, nonostante tutti i difensori addosso!). Right, siamo settimi a Ovest con un record di 9-7, ma la classifica è cortissima (siamo tutte ammassate) e non dimentichiamoci che 3 sconfitte sono uscite fuori dal primo mese di John Kuester: e che abbiamo già incontrato due delle tre squadre che per noi sono imbattibili (Miami e Oklahoma City). E quindi? Quindi nelle prossime tredici rimamenti partite, di squadre che certamente ci asfalteranno ne è rimasta solo una, i Chicago Bulls. L’anno scorso iniziammo con 12 vinte su 14 partite. Quest’anno dobbiamo chiudere nella maniera in cui last year abbiamo iniziato! DAI CAZZO!!!!!!!!!

I nuovi Lakers dei tre playmaker si presentano con un +40!


Ok, l'avversario era quello che era, gli Charlotte Bobcats di Sua Maestà Michael Jordan, ma un +40 è pur sempre un +40, tanto da - e non l'avevo mai visto fare prima! - svuotare per metà la Time Warner Cable Arena ad inizio quarto periodo! Il palas delle Linci del North Carolina era già "pieno di vuoti" ad inizio partita (possibile sia solo frutto del record di 4-9 della squadra?), ma negli ultimi dieci minuti, quando già viaggiavamo da tempo intorno al quarantello di distacco, lo sfondo di seggiolini vuoti diventa clamoroso. Sembrava di stare in palestra all'allenamento.... Seppur arrivato contro una squadra di bassa classifica, il 101-61 dei Lakers fa comunque notizia. Teniamo gli avversari al 32% al tiro, mandiamo due giocatori in doppia doppia da 20 punti e 10 rimbalzi (l'Mvp Odom che colleziona un 23 + 10, seppur tirando con 9/22, e Bryant che fa 24 + 10, con 8/12 from the court) e nonostante i 47 punti combinati di Kobe e Lamarvellous, spediamo altri tre giocatori e mezzo in doppia cifra (Ebanks 12, Gasol e Bynum 10, Brown 9).
E' indubbio che l'acquisto di Gary Neal, oltre a mettere la museruola sul perimetro ai play avversari, abbia tolto moltissima pressione in attacco ai Lakers. Ora la pericolosità è diffusa, non c'è più la concezione "bryantcentrica" che attanagliava la squadra all'inizio campionato, perchè l'aggiunta dell'ex play-guardia degli Spurs costringe le difese a tenere d'occhio pure lui. E non solo. C'è anche Patrick Mills. E Andrè Miller, "confortato" dalle presenze in panchina di Neal e Mills, si è sciolto al tiro pure lui, tanto da mettere alcuni piazzatoni da fuori che non sono certo nelle sue corde. E' iniziato un "secondo campionato nel campionato" per i Lakers?
Lo scopriremo a giorni, quando allo Staples Center verranno a far visita gli attuali padroni della Western Conference, gli Oklahoma City Thunder di Kevin Durant. Lì si vedrà se i nuovi "Lakers dei tre playmaker" hanno realmente cambiato marcia. 

Saturday, January 14, 2012

Kobe at the buzzer salva tre quarti di dominio. Ed ecco Patrick Mills

“Kobe… for the win… g o o o O o O O ! ! ! !”   Tutta la tensione del momento dei Lakers si scarica nell’urlo del 2ktelecronista quando il tiro in avvitamento del Mamba scavalca le braccia protese di Jason Richardson e si deposita in retina: Lakers 98, Magic 96, sette decimi di secondo alla fine. Non c’è più tempo, non c’è più spazio. Lo Staples Center, emblematicamente silenzioso per tutti i 40 minuti, può finalmente esultare.
Ce la siamo cavata? Tutt’altro, meritavamo di vincerla di almeno 20 punti! Tanto è stato il divario tra i Lakers e gli Orlando Magic, con noi che comandiamo in maniera impressionante nei primi tre quarti. Ron Artest scava i Magic picconandoli con le triple su scarico (12 punti) e tirando giù inusuali 9 rimbalzi: Gary Neal dalla panchina ne mette 16, Kobe 33 e l’intera difesa stritola Orlando senza lasciarle scampo. Stiamo costanti sui 15-20 punti di vantaggio per 30’ fino a quando nell’ultimo periodo loro esplodono come una polveriera: ci grandinano triple da tutte le parti, ci rovesciano addosso la mostruosità di 38 punti in 10’ con Dwight Howard immarcabile (chiuderà con 24 punti e 14 rimbalzi) e rischiano perfino di beffarci. Poi Kobe mette in chiaro su chi comanda.


Alcuni giorni dopo la gara contro i Magic scade il “lock-out” mensile sul contratto di T.J. Ford e finalmente possiamo scambiarlo sul mercato per Patrick Mills. Non lo accettano proprio alla pari, così sul piatto mettiamo anche il ruvido pivot Mamadou N’Diaye (che tenevamo in tribuna) e alla fine i Blazers acconsentono. Mills, 24 anni, già nel nostro mirino fin dall'inizio di questa Asso, è stato scelto per la sua capacità riconosciuta di leadership e per il suo spirito estremamente competitivo. Solo che in panchina c’è anche un altro tipino del genere appena arrivato, Gary Neal. E l’ex Spurs non cederà minutaggio così facilmente…
A titolo di fiducia, inoltre, accettiamo la richiesta di rinnovo di contratto di Andrè Miller, Zydrunas Ilgauskas e Matt Barnes, tutti e tre prolungati anche alla stagione 2013-14 per soli 480 k l’anno. “Z”, dunque, continuerà almeno fino ai 38 anni. Età alla quale i tifosi dei Celtics speravano potesse arrivare anche Kevin Garnett, che invece appenderà le scarpe al chiodo alla fine di questo campionato, at 36 years old.

5 domande 5 about: il 7-6

I Los Angeles Lakers perdono ancora allo Staples Center, contro i derelitti Washington Wizards (112-120 dopo un tempo supplementare, acciuffato dai capitolini con un tiro da tre sulla sirena) e si apre il vaso di Pandora a LA Land. Per i vicecampioni NBA è la terza sconfitta nelle ultime quattro partite per un record da metà classifica di 7 vittorie e 6 sconfitte.


1.     Zen, che succede? Fino a poche settimane fa combattevate per il titolo contro Miami, ora siete a rischio qualificazione playoff
“Gnaaa famo più. Abbiamo tutti rallentato di un passo, a volte anche di due: ciò significa che i difensori ci anticipano sempre e gli attaccanti avversari tirano sempre wide open, dunque con altissime percentuali. Per non parlare a rimbalzo, dove subiamo contro tutti. Le squadre giovani, come appunto Memphis e Washington, ci hanno massacrato così.”
2.      Forse che The Last season per questo gruppo qui sarebbe dovuta essere quella passata?
“Non immaginavamo un crollo fisico del genere, però effettivamente troppi giocatori tutti insieme hanno varcato il limite d’età. Intendo che se avessimo avuto solo un paio di giocatori 33-34enni, allora le loro pecche difensive sarebbero state “pezzate” dai più giovani in aiuto, ma qui sono tutti un passo più lento e tra i vecchi e un Devin Ebanks energico che parte in contropiede schiacciando in testa a tutti c’è un gap enorme: c’è un giocatore che va ai 100 all’ora e tutti gli altri che vanno ai 10.”
3.      Sta pensando ad una rivoluzione?
“Lei mi sta dicendo se abbiamo pensato di dare Odom e Artest ai Nuggets per Gallinari, vero? Sì, ci abbiamo pensato. E l’abbiamo anche fatto, testando il Gallo di nascosto in un’amichevole organizzata  ad El Segundo. Sa perché alla fine ho detto no?
4.      Eh, mi dica
“Perché I made a promise”
5.      Eh, quale?
“Che The Last Season, per questo gruppo qui, sarebbe stata questa. Togliamoci dalla testa il titolo NBA, togliamoci dalla testa i risultati o anche il rischio di rimanere fuori dai playoff. Dobbiamo giocare liberi, tornare a eseguire il Triangolo per il semplice piacere di eseguirlo, al netto di qualsiasi risultato. Se attacchiamo bene poi difenderemo meglio. Se forziamo i tiri e ci esponiamo ai contropiedi, è finita.” 

Friday, January 13, 2012

Cocci Lakers, arriva la colla Gary Neal

Una brutta sconfitta casalinga contro i Grizzlies (101-102), un record che non soddisfa (7-5), un Triple Post Offense che non gira e tante piccole crepe che indeboliscono la struttura. Tra un Kobe Bryant in difficoltà (30 punti ma con 36 tiri contro i Grizzlies), un Ron Artest che non ce la fa più a tenere il primo passo, un Devin Ebanks che non può prendersi triple e un Pau Gasol in netto calo, il Coach Zen propende per una colla che si spera rimetta insieme i pezzi: Gary Neal.
L'ex play/guardia dei San Antonio Spurs, 28 anni, viene firmato dai free agent con un 3+1 ed è quel play con tiro da tre che mancava alla squadra, ma è anche e soprattutto un mastino difensivo per mettere la museruola a quei registi che ci stanno aprendo in due come cozze, come Conley (Mvp dominante nella vittoria  di Memphis allo Staples) o Mario Chalmers nelle Finali NBA. Dice il Barba: "Ci serviva un apriscatole dal perimetro e allo stesso tempo un difensore arcigno da mettere alle calcagna di play avversari. Gary costringerà le difesa a chiudere sul perimetro anche su di lui, togliendo pressione a Kobe, che sta patendo tutti i suoi 34 anni: l'anno scorso era infallibile nei fade-away spalle a canestro, quest'anno non ne segna mezzo... Il record di 7-5? Non mi soddisfa affatto, ma è frutto anche dell'incertezza su cosa vogliamo fare: Artest è in evidente difficoltà, non tiene più il primo passo, non prende più un rimbalzo. La testa ci dice di cambiarlo, il cuore dice 'one more year'. Tra 13 giorni inoltre possiamo cedere T.J. Ford, ma non siamo sicuri che i Blazers lo accettino per darci Patrick Mills. Insomma, l'incertezza dietro la scrivania si sta riflettendo specularmente anche sul campo."

Thursday, January 12, 2012

I Dominatori dell'Universo...

... sono ancora loro. I Miami Heat tornano sul luogo delitto, lo Staples Center, palas dove hanno alzato il titolo Nba '12 e lo sbancano di nuovo, per la quarta volta consecutiva (77-85) considerando anche garauno, garadue e garasei delle scorse NBA Finals.
Non hanno un gran record quest'anno (5-4 prima della gara contro di noi), hanno qualche volto nuovo tra le seconde linee  (Jeff Foster al posto di Ilgauskas, Earl Boykins al posto di Mike Bibby, e Maurice Evans al posto di Juwan Howard), ma la strapotenza del quartetto Chalmers, Wade, James, Bosh basta e avanza. Al quale va sempre aggiunto l'eterno guerriero Udonis Haslem, giocatore chiave sia per il titolo del 2006, sia per quello del 2012. Noi per la verità teniamo benissimo, considerando l'enorme divario di overall (Miami è prima in tutto: difesa, attacco e valutazione generale), ad un certo punto sembriamo anche poterla portare a casa, ma nella seconda metà dell'ultimo quarto Coach Spoelstra ordina la chiusa della morsa e ci stritolano difensivamente, di muscoli e di energia, mentre Wade e James (24 punti il primo, 22 il secondo) scodellano le giocate decisive. Kobe s'infrange demolito contro i muscoli di Miami e chiuderà con soli 14 punti e 6/16 al tiro. Stanco e imbufalito.
Ci sfoghiamo la gara successiva a Denver, in una Mile High City sepolta dalla neve. 


Sornioniamo nel primo tempo, poi stritoliamo i Nuggets per 101-82, tenendo il nostro quintetto a riposo in tutto l'ultimo quarto. Kobe in poco più di 20' ne mette 27 con 11/18 e 5 assist... Noi siamo a 7 vinte e 4 perse, ben altra storia rispetto all'anno scorso quando partimmo vincendone 12 delle prime 14. Ora l'Ovest è in mano agli Oklahoma City Thunder (6-1) e all'altra sponda di LA Land, i "Lob City" Clippers di Chris Paul e Blake Griffin (6-2). 

Sorry, I'm in late!

La stagione 2012-13 si apre con un episodio che manda su tutte le furie la dirigenza yellowiola: il Barbatrucco per un mese è irrintracciabile. Viene ritrovato a dormire nella sua baita del North Dakota e per una svista clamorosa confonde il primo mese del campionato per le amichevoli di prestagione. Credendo che fosse preseason, come da prassi dei precedenti 2k, affido tutte le gare al vice. Soltanto alcuni giorni dopo ci si rende conto che quelle erano gare di campionato vere e proprie, quelle del mese di novembre. Fuck!!! Prendo il primo taxi che passa per la baita del North Dakota per dirigermi in fretta e furia all'areoporto...
Ben nove partite di inizio stagione vengono dunque dirette dall’assistente John Kuester: fa 6 vinte e 3 perse e mi riapprorio della squadra soltanto alla decima gara, anche se Chupa Kuptchak e Scuola Buss non me la fanno passare liscia e per quest'anno, come punizione, riducono a da cinque a quattro le sconfitte consecutive che fanno scattare l'esonero automatico.
Il vero “esordio” del Barba con nuovi Lakers di Andrè Miller e Zydrunas Ilgauskas avviene dunque ai primi di dicembre 2012, allo Staples Center contro gli Indiana Pacers di coach Frank Vogel e del vice Brian Shaw. Nonostante il record di partenza pessimo (una vinta, 4 perse), la squadra di Indianapolis è una delle future nuove contender, con una solidissima asse play-pivot (Darren Collison – Roy Hibbert), un’ala piccola destinata a fare sfracelli (Paul George), un’ala grande infallibile (Tyler Hansbrough) e una guardia da “30 tranquilli” (Danny Granger). Non è per niente facile sbarazzarci di loro, e alla fine è uno dei tre nuovi arrivati a deciderla, Andrè Miller, recitando dunque alla perfezione il ruolo di erede di Derek Fisher. L’ex play dei Nuggets segna 5 dei suoi 8 punti totali nell’ultimo minuto e mezzo con due tiri wide-open sugli scarichi: prima una bomba letale, poi una sospensione ad altezza lunetta. Game, set, match.
Ad impressionare più di tutti, però, è Zydrunas Ilgauskas. “Z” è una furia difensiva in aiuto, uscendo anche a chiudere anche sulle triple degli avversari! Un’arma tattica formidabile (soprattutto nella 1-3-1), anche a livello offensivo dove può castigare il pivot portandolo fuori col tiro da 6 metri.
Forse è proprio la sua assenza (sommata a quella di Mike Bibby - free agent - e a quella del ritirato Juwan Howard) che può spiegare l’inusuale partenza dei Miami Heat: i campioni in carica hanno già perso tre partite delle prime sei, quando in tutta la scorsa regular season ne persero appena quattro. What’s happen? Lo scopriremo prestissimo: alla prossima gara ci sarà allo Staples Center proprio la rivicinta delle Finals 2012...

Tuesday, January 10, 2012

Boston spiazzata, Kevin Garnett annuncia il ritiro a fine stagione a soli 36 anni

La stagione dei Boston Celtics inizia con l’annuncio che nessun tifoso biancoverde avrebbe voluto sentire. Kevin Garnett, a “soli” 36 anni, annuncia che questa sarà la sua ultima stagione in NBA. La notizia un po’ sorprende perché tutti speravano che “The Big Ticket", come la maggior parte dei giocatori here, continuasse almeno per altre 1-2 stagioni, seppur a livelli parecchio ridotti rispetto al KG che alzava al cielo il titolo del 2008, o che sfiorava quello del 2010. L’annuncio del ritiro di Kevin Garnett a 36 anni getta un’ombra lunga fino a Los Angeles, dove i tifosi dei Lakers sono in fibrillazione. Il contratto di Kobe scade tra due anni, quando appunto ne avrà 36: si dava quasi per scontata la sua richiesta di rinnovo ma, a questo punto, potrebbe decidere anche di dire basta nel 2014.
Con il ritiro di Garnett nel giugno 2013 al quale si sommerà con ogni probabilità anche quello di Steve Nash, salirebbero a quattro gli "Hall of Famer" che hanno appeso le scarpe al chiodo negli ultimi tre anni (ci sono anche Shaquille O'Neal nel 2011 e Jason Kidd nel 2012). Una perdita enorme per il campionato. 

5 domande 5 about: A New Season Begins

1.      Zen ci siamo, una nuova stagione è alle porte!
“Non vediamo l’ora di iniziare. La rimonta interrotta dallo 0-3 al 2-3 contro gli Heat ce l’abbiamo ancora qui, andiamo a completarla! Siamo carichi e motivati!
2.      Torniamo un attimo alla scorsa stagione
“Guardi, potrei parlare del primo posto nella Western Conference, potrei parlarle del titolo di campioni dell’Ovest, potrei parlare che siamo andati ad una partita da garasette di Finale o di Kobe a 30.8 punti di media. Il dato di fatto è che siamo qui per vincere l’anello e nel 2012 abbiamo fallito quest’obiettivo.
3.      Allora passiamo al campionato 2012-13
“Al solito, sarà una guerra. Previsioni? Ho solo dato una rapida controllata agli organici, ma sembrano esserci pochi cambiamenti significativi, a parte Chris Paul ai “Lob” Angeles Clippers. Non è difficile dunque prevedere Miami già in decollo verso il Back to Back. Ai Chicago Bulls mancava una guardia per fare il salto di qualità: hanno preso Vince Carter… e con questo acquisto potrebbero aver buttato via un anno: “Vincredible”, a parte l’età avanzata (35 years old) è un giocatore che ti crea dei crateri in difesa grandi come il buco nell’ozono e potrebbe far saltare completamente per aria il gioco perfetto di Thibodeau.  Non ho visto le scelte, ma non credo che sia uscito dai Draft un droide dell’impatto di un Shaquille O’Neal da poter cambiare radicalmente il volto di una squadra. A Ovest prevedo un calo dei Dallas Mavericks: l’anno scorso si sono qualificati ai playoff alla penultima giornata, this season potrebbero rimanere fuori. Non vedo proprio altri contender al di fuori degli Oklahoma City Thunder, chiamati ad un feroce riscatto dopo l’eliminazione al primo turno del ’12.
4.      Sarà l’anno di…?
“Temo di Kevin Durant, spero lo sia di Andrew Bynum. E’ giunto il suo momento, deve farmi una stagione da centro titolare dell’Ovest all’All Star Game. In estate l’ho fatto lavorare sulla rapidità: non dico che dovrà essere il nostro Shaq, ma deve essere il nostro il centro devastatore. Lo farò lavorare anche sui rimbalzi, sulla difesa, sulla reattività. E’ giunto il momento che sia dominante. Ho già parlato anche con Kobe: deve servirlo di più. Bynum quest’anno deve letteralmente tirare giù i ferri! Sono stato chiaro con lui: se non mi va in doppia cifra in una delle due voci di punti e/o rimbalzi, verrà scambiato a fine campionato. Non voglio più da lui stagioni da 8 punti e 6-7 rimbalzi di media, deve farmi almeno 15 + 9!”
5.      Per questi Lakers qui sarà The Last Season?
“Sì, comunque vada, anche in caso di vittoria dell’anello, a giugno 2013 si cambia completamente ciclo, non si può più aspettare. Se vogliamo essere competitivi fino al ritiro di Kobe, dovremo ringiovanire. I diretti interessati lo sanno: Artest, Odom, Barnes e ovviamente anche Andrè Miller e Ilgauskas, sanno già che questa sarà la loro ultima stagione in maglia Lakers. Per quello che riguarda Gasol vedremo. In giro non vedo ali-pivot migliori di lui, a parte quelli che per arrivarci bisogna vendere tutto il quintetto, come Blake Griffin. Inoltre Pau non ha così tanto mercato come sembra: è nella fase calante della carriera ed ha uno stipendio altissimo. Sa, l’engine di mercato della 2k si è svegliata, non è più come nel recente passato: nessuna squadra vuol darci il proprio lungo futuribile (tipo Ed Davis dei Raptors) per accollarsene uno con un megastipendio a fine carriera.” 

Monday, January 9, 2012

Ben Wallace e Grant Hill si ritirano, la ECM non viene approvata!

E’ ufficiale, la Extension of Contract Manual, ovvero il progetto creato per allungare la carriera dei giocatori tramite il prolungamento manuale del contratto dopo l’annuncio del ritiro, non è stata approvata dalla NBA. “Big Ben” Wallace, il primo giocatore-cavia che ha aderito alla ECM, è stato costretto a confermare il ritiro, così come Grant Hill, che aveva chiesto l’Extension of Contract Manual dopo la spettacolare regular season che valse ai sorprendenti Phoenix Suns il terzo posto nella Western Conference dello scorso campionato. Insieme a Ben Wallace e Grant Hill, hanno detto basta anche Jason Kidd (inserito nella Hall of Fame), Derek Fisher e il neo-campione NBA Juwan Howard.
Svanisce dunque la possibilità per i Los Angeles Lakers di trascinare Kobe Bryant fino a oltre 40 anni, come si pensava inizialmente di fare per un Associazione di dieci stagioni. Nothing to do. Il Black Mamba, 34 years old, il cui contratto coi Lakers è in scadenza tra due anni, giocherà dunque fino all’annuncio del ritiro. Una decisione che dunque è improrogabile

5 domande 5 about: The New Arrivals



1.      Zen, ci ha stupito ancora una volta. Andrè Miller, T.J. Ford e Zydrunas Ilgauskas, chi l’avrebbe mai detto!
“Io! Ma lo sa quanti affari si possono fare pescando tra i free agent? E a che prezzi, poi. Andrè Miller, che prenderà il posto del ritirato Fisher, e “Z” Ilgauskas li ho firmati entrambi al minimo, 480 k l’anno! E T.J. Ford come play panchinaro al posto di Blake è un vero lusso. Mi faccia poi dire due parole su Andrè Miller: per me, esclusi gli inarrivabili Chris Paul e Derrick Rose, è il miglior playmaker puro della Lega.”
2.      Ci dica però la verità su Ford…
“Lo confesso, l’abbiamo preso per poter arrivare al vero nostro obiettivo, Patrick Mills, che non siamo riusciti a prendere prima e ce l’ha soffiato Golden State. Il nostro obiettivo è scambiare Ford per Mills, ma possiamo farlo solo tra 30 giorni in quanto T.J. è stato appena firmato e per nuova clausola non può muoversi prima di un mese. Se non riusciremo a fare lo scambio, comunque, ci rimarrebbe T.J. in squadra e nessuno ha un play di riserva così. E sostituire Ratliff con Ilgauskas è un ulteriore potenziamento della panchina”
3.      L’altro suo capolavoro è stato il contratto di Devin Ebanks…
“Gli abbiamo fatto firmare un contratto quinquennale a 2,88 milioni di dollari. N on intendo annuali, intendo complessivi!
4.      Complimenti
“Il pegno l’abbiamo pagato però per confermare Shannon Brown, che di milioni ce ne scucirà 14 in 4 anni, una gran bella sommetta. Ma lo volevamo a tutti i costi, così come volevamo ancora con noi Odom, Artest, Barnes e, naturalmente, Bynum. Hanno tutti accettato la riconferma, hanno tutti accettato di indossare ancora l’armatura dorata dei Lakers!
5.      Ricapitoliamo. Il quintetto dei Lakers 2012-13 sarà composto da Andrè Miller (36 anni), Kobe Bryant (34), Ron Artest (33), Pau Gasol (32) e Andrew Bynum (25), mentre la panchina da T.J. Ford (29), Shannon Brown (27), Matt Barnes (32), Lamar Odom (33), Devin Ebanks (23), Zydrunas Ilgauskas (37) e Derrick Caracter (24): siete di una vecchiaia imbarazzante!
“Ha dimenticato però il play 22enne Willie Warren, che prendemmo l’anno scorso e che si farà un altro anno in D-League nei Los Angeles D-Fenders. Scherzi a parte, l’anno scorso siamo arrivati ad una partita da garasette di Finale con un 39enne, Derek Fisher, che ora abbiamo sostituito con un play di due anni più giovane (Miller). Avevamo Blake che abbiamo sostituito con un play molto più forte di lui (T.J. Ford) e penso di non dire un’eresia nel ritenere Ilgauskas di un altro livello rispetto al comunque ottimo Ratliff. Ha dimenticato poi la “carogna” che ci accompagnerà per tutta la stagione. Abbiamo fame di vendetta e questo ci moltiplicherà le energie!

Sunday, January 8, 2012

The Miami Heat Parade

 

"Not one, not two, not three, not four..." l'ormai celebre frase di LeBron James appena sbarcato a Miami after the Decision e rinfacciatagli dopo le Finals 2011 perse contro Dallas, ora trova il suo sfogo. L'intera annata 2011-12 degli Heat è stata un dominio dall'inizio alla fine: 19 vinte nelle prime 21 partite con uno scarto medio di più di 10 punti, nonostante un infortunio che ha tenuto Wade fuori dai giochi per più di un mese. 25 vittorie e 4 sconfitte per dominare in testa a tutti la stagione, con LeBron James Most Valuable Player ed Eric Spoelstra Coach of the Year.
Poi iniziano i playoff e la marcia di Miami si fa davvero impressionante: 4-1 agli Indiana Pacers, 4-1 agli Atlanta Hawks, addirittura 4-0 ai Chicago Bulls e in vantaggio per 3-0 contro di noi. Prima di garaquattro di Finale, insomma, i Miami Heat avevano un ruolino complessivo di 40 vittorie su 46 partite!!! Solo per un caso di distribuzione equa delle sconfitte nella timeline stagionale non hanno superato il celebre record dei Los Angeles Lakers 1971-72 di 33 vittorie consecutive...
Infliggendo per giunta scarti abissali agli avversari, soprattutto nei playoff (clamoroso il massacro ai danni dei Bulls), soprattutto in Finale, dove hanno vinto le quattro partite necessarie con uno scarto medio tra i 15-20 punti. Numeri alla mano siamo indiscutibilmente di fronte ad una delle squadre più forti di tutti i tempi, considerazione marchiata a fuoco soprattutto dalla vittoria del titolo NBA, perchè se non fosse arrivato il Larry O'Brien Trophy, tutto sarebbe stato rimesso in discussione. Basti pensare all'anno scorso: in fondo nel 2011 Miami è pur sempre arrivata in Finale e poteva vincere. Ma ha perso e la loro stagione 2010-11 è pressochè stata considerata un fallimento. Ma visto con gli occhi di adesso, anche la passata season "fallimentare" da vice campioni del mondo assume un suo senso. Era solo il preludio al dominio. A  N E W   D I N A S T Y   I S  B O R N.

Saturday, January 7, 2012

5 domande 5 about: The Finals and other things

1.                 Zen, peccato
“Peccato sul serio, perché dopo la vittoria in gara cinque e la rimonta da 0-3 a 2-3 ci credevamo veramente. Ma non abbiamo alcun rimpianto: loro hanno vinto quattro partite con quasi una media di 20 punti di scarto, ci hanno surclassato.”
2.                 Dove ha sbagliato?
“Il primo tempo di garatre ha deciso tutto, lì forse non abbiamo avuto la pazienza necessaria per recuperare e avevamo due quarti interi per farlo. Ecco, il crollo di garatre forse potevamo evitarlo, soprattutto alla luce delle nostre vittorie nelle successive due partite. Ma con i “se” e con i “ma” non si fa la storia. La verità è che Miami si è presentata a queste Finals in forma smagliante in tutti e 12 i giocatori a referto.”
3.                 Spesso infatti l’abbiamo sentita parlare di “retrovie”.
“Per carità, se non ci fosse stato LeBron James, o Dwyane Wade, gli Heat forse sarebbero andati fuori al primo turno, però senza le prestazioni sopra le righe di gente come Chalmers, Haslem, Jerome James, Bibby, Ilgauskas, e persino Juwan Howard, queste Finals non le avrebbero vinte. LeBron e Wade hanno fatto esattamente quello che sanno fare, le “retrovie” invece sono andate oltre le loro capacità. La chiave è lì.”                  
4.       Ora è tempo di mercato.
“E’ stato un mese di playoff intensissimo, ora dobbiamo fermarci un attimo e pianificare bene a tavolino la prossima stagione. Perderemo un punto di riferimento insostituibile come Derek Fisher, dovremo cercare un play vero, di tale caratura d’esperienza e leadership. Si aprirà un varco anche per il ruolo di pivot panchinaro, perché anche Ratliff dirà basta con la NBA. Tutto il resto dipenderà dai giocatori se accetteranno o meno la conferma: la sconfitta in Finale potrebbe essere un stimolo per tutti loro di riprovarci ancora con l’armatura dorata dei Lakers addosso.
5.       Ora se ne va in vacanza?
“Vacanza?? Sta scherzando, spero. Oltre al mercato, passerò i prossimi giorni a rivedermi garauno, garadue, garatre e garasei delle Finals per capire dove abbiamo sbagliato e non ripetere più gli stessi errori. Qualche giorno in una baita del North Dakota a pescare trote salmonate insieme alla biondazza me li concederò, ma le vere trote salmonate che voglio pescare nella prossima stagione saranno solo i Miami Heat.