Thursday, February 28, 2013

I Lakers scendono all'ottavo posto


I L  C I C L O  E’  G I A’  F I N I T O. L’El Segundo Times spara il titolo a nove colonne di fronte al desolante ottavo posto dei Lakers nella Western Conference, con già otto sconfitte nelle prime diciotto partite. Pialliamo via facile Milwaukee e Boston, due squadre in netta decadenza, ma poi cediamo il passo ai Clippers (109-116), ai Thunder (119-116 a OKC), ci prendiamo un brodino freddo e quasi indigesto a Charlotte contro i Bobcats (105-98) e poi torniamo alla sconfitta a Houston contro i Rockets di Jeremy Lin e il Barba Harden. Tre sconfitte nelle ultime quattro partite, 5-5 il bilancio delle ultime dieci. Che succede ai Lakers campioni? L’El Segundo Times si scatena, spara a zero contro i 40 anni di Steve Nash (‘esodatelo!”), contro i 35 di Metta World Peace (“è un tronco, non si muove più!”), contro tutti. La storia è che i Lakers, campioni in carica, a sole undici partite dalla fine della regular season sono nell’ultimo gradino utile per fare i playoff con lo stesso assetto che li ha portati al titolo 2013, ovvero il 23 slash post.

Friday, February 22, 2013

I L R E D E L S E C O N D O M O N D O


Comanda la Nba a oltre 32 punti a partita. Nelle ultime tre ha tenuto una media di 42,6... Ormai non c’è niente da fare, il Secondo Mondo è nelle mani del Ventiquattro. Il Black Mamba sta proseguendo anche in questa stagione le clamorose prestazioni con le quali a trascinato i Lakers al titolo, performance che sembravano irripetibili. E invece ormai ogni volta che giocano i gialloviola non si guarda solo al risultato, ma anche a cosa sarà in grado di combinare Kobe con la palla in mano. Perdiamo ad esempio allo Staples contro i lanciatissimi Philadelphia 76ers 110-113, la sconfitta ce la infiocchettano JRue Holiday e Jason Richardson, ma i 49 di Bryant sono uno spettacolo per gli occhi, tutti diversi, con movenze feline e tiri impossibili. Ci trasferiamo ad Indianapolis, la sbanchiamo 102-105 grazie ad una prestazione perfetta di un ritrovato Gasol (22 punti, 11 rimbalzi, 11/11 al tiro!), eppure anche qui è Kobe (32 e 8 rimbalzi) che decide la partita rubando dalle mani di George Hill l’attacco del pareggio Pacers a 15” dalla fine. Poi ancora in trasferta, alla Oracle Arena nel derby della California contro i Golden State Warriors: vinciamo 118-125 dopo aver toccato facilmente anche il +20 (evento rarissimo in questo Mondo) e Bryant ne rovescia addosso 47 con 5 rimbalzi e 6 assist...
Siamo a 7 vinte e 4 perse, quinti a Ovest senza infamia e senza lode. Le domande sono: Bryant può reggere così fino alla fine replicando lo scorso campionato? Quattro sconfitte nelle prime undici partite sono un allarme?

Friday, February 15, 2013

Sette partite, già tre sconfitte. I Lakers '14 sono la copia di quelli del '13?



Già tre sconfitte nelle prime sette partite della nuova stagione. I Lakers 4.2.2 (Quarto Universo, Secondo Mondo, Seconda Stagione), iniziano così, come avevano finito, con un 4-3. E con il solito, unico, dominante Kobe Bryant. La storia è nota: il 23 slash post, schema introdotto nello scorso campionato dopo la disastrosa partenza di 3-6 e preso dal triangolo dei Bulls 1998, esalta chi occupa la posizione che occupava il Ventitrè. Questo schema, associato al pensiero zen barbatrukkico del ‘tira chi è libero’, porta il Mamba a sparare spesso e volentieri wide-open, dunque ad altissime percentuali. Così il 24 ha dominato la scorsa stagione (cannoniere della regular season a 30,8 punti, campione Nba e Mvp delle Finals a 32,5…) e così ha iniziato questa, con 43 punti contro i Sacramento Kings nella serata della consegna degli anelli e con 40, 18/30 al tiro, 6 rimbalzi  e 4 assist contro i Mavs. Entrambe vittorie difficili, ma è contro Dallas che Kobe ci ha salvato alla sua maniera. Eravamo spacciati, -12 a metà ultimo quarto, quando il figlio di Jellybean è entrato in “2006 mode” rovesciando addosso ai texani 16 punti plutonici in 5 minuti che ci hanno trascinato al 108-99 finale. In mezzo a queste due partite volano smoccoli tonanti per la disfatta contro i Washington Wizards. Nella Capitale giochiamo da schifo, ci tengono sotto di venti per tutta la partita con un massimo di 93-72, ci abbattono 107-92, Bradley Beal ne piazza 27 implacabili (con 11/18 al tiro), Kobe idem, ma con 11/32 e una troppa insistita ricerca della tripla che non va (3/12 behind the arc).
Due a uno in avvio, poi quattro gare devo cederle al vice Bickerstaff per problemi tecnici, rimedia un 2-2 ed il 4-3 è servito.

Thursday, February 14, 2013

Dwight Howard rinnova per 4 anni, inizia la stagione 2013-14


Pronto? “Chi osa interrompere il Barba a quest’ora nel bel mezzo di un triple post offense?”. Sono CZ41, l’agente di DH12, AK47, KD35 e CP3. “Cosa smercia, codici fiscali?”. Veniamo al dunque: il mio cliente non è soddisfatto del coinvolgimento che gli ha riservato in attacco all’interno del suo 23 slash post ..”e sti cazzi?”… ma ha deciso comunque di rinnovare coi Lakers. Chiede 100 milioni di dollari per i prossimi 4 anni. “Sguinzaglio i doberman subito o preferisce più tardi?” Ok, allora facciamo novantacinque? “Bubi, Vierchowood, attaccate!”. Novanta? “Vuole che venga lì..?” Ok, ok, facciamo ottantacinque e non se parla più? “Lei rischia grosso”. D’accordo, d’accordo, ottanta, facciamo ottanta... “Facciamo invece che gliene do’ 77 come le gambe delle primedonne?”  D’accordo, accettiamo.
Howard firma dunque il rinnovo con noi fino al 2018 per circa 77 milioni di dollari, unica vera questione da risolvere della off-season gialloviola. Come già ribadito nei giorni scorsi, la squadra rimane esattamente la stessa della passata stagione, dal primo all’ultimo giocatore. Stesso quintetto (Nash, Bryant, Metta, Gasol, Howard), stessa panchina (Barea, Meeks, Jamison, Ebanks, Clark, Papanikolaou, Sacre), quasi stessa tribuna (non c’è più Duhon, ma rimane Darius Johnson-Odom), stesso coach, stesso staff.
Dopo la stagione appena trascorsa, un campionato che poteva tranquillamente vedere i Lakers uscire anche al primo turno, è impossibile fare qualsiasi tipo di pronostico. La squadra è la stessa polveriera del 2013 (e del 2004), capace di tutto e del contrario di tutto. E quanto peseranno le primavere in più che si poseranno sulle spalle di Nash, Bryant e World Peace?

Wednesday, February 13, 2013

T H E P A R A D E


Soltanto due squadre in precedenza avevano disputato tre garasette negli stessi playoff, i Lakers del 1988 (Magic, Worthy, Jabbar) e i New York Knicks del 1994 (Ewing, Oakley, Starks). Ma la stagione 2012-13 del Secondo Mondo passa comunque alla storia come quella con più game seven in assoluto, ben sei, una al primo turno, quattro confinate nelle Semifinali di Conference, una in Finale (il record precedente era di cinque, nel 1994). Pat Riley è il minimo comune denominatore: coach dei Lakers ’88, dei Knicks ’94 e ora Presidente dei Miami Heat che abbiamo sconfitto in Finale, vendicando la nostra sconfitta nel 2K12.
 Ma ora è tempo di passare oltre. The Parade su Figueroa Street e il Draft hanno chiuso questo campionato a dir poco irripetibile e hanno aprono i battenti del torneo successivo, la Seconda stagione del Secondo Mondo, con la prima ondata di droidi-terminator. 
Nel resto della Nba ci sono stati praticamente zero movements sul mercato, a parte Vince  Carter che dai Mavericks è passato ai Philadelphia 76ers, Tony Allen che è andato ai vicecampioni di Miami, e naturalmente i nuovi droidi. Appendono le scarpe al chiodo anche Jason Kidd, che finisce anche nella Hall of Fame, Jerry Stackhouse, Grant Hill, Shane Battier, Marcus Camby e ‘Birdman’ Andersen (che finisce al MOMA…). Dice basta anche George Karl dei Nuggets, interrompendo il bel percorso che stava portando avanti nelle Rocky Mountains.
Continuano invece Steve Nash e Rasheed Wallace (Knicks) che compiranno 40 anni durante il campionato, ma non scherzano nemmeno i 39 di Ray Allen (Heat) e i 38 di Kevin Garnett. E’ attesissimo il ritorno di Ricky Rubio, fuori tutta la scorsa stagione per la rottura del crociato nella prima partita e il riscatto dei Clippers, clamorosa delusione del 2013. LA LA Land, fino a prova contraria, continua ad essere a tinte gialloviola.

Monday, February 11, 2013

5 domande 5 about: CAMPIONI NBA!




1.      Zen, clamoroso
“Abbiamo giocato 27 partite di playoff su un massimo possibile di 28, abbiamo giocato tre garesette in quattro turni , un totale di 56 partite, la più lunga e la migliore barbaseason ever. Siamo passati attraverso di tutto: un terzultimo posto, sei kappaò nelle prime nove partite, quattro sconfitte consecutive, il quasi mio esonero, il reale rischio di non qualificarci ai playoff e di diventare il più grande fallimento nella storia dello sport americano…”
2.      E poi è arrivato Barea, è arrivato il 23 slash post, sono arrivate 16 vittorie nelle ultime 20, la deflagrazione di Bryant…
“Di questo si è detto, ormai. Il campionato di Kobe dalla decima partita in poi, quella contro i Toronto Raptors che ha salvato la mia panchina, ha assunto i contorni della leggenda; al 23 slash post, lo schema che ci ha girato la stagione, andrebbe dedicato un banner da issare sotto le volte dello Staples Center. A questi playoff andrebbe dedicata una puntata de ‘Non è più l’Nba 2K dei vostri pad’.”
3.      Buffa racconta il Barba?
“Meglio di no, ho degli aneddoti compromettenti!”
4.      E adesso?
“Adesso c’è la parata su Figueroa Street, poi lavoreremo per la prossima stagione. In effetti, c’è ben poco da lavorare.”
5.      Che intende dire?
“Dopo la decisione di Nash, che prosegue per un altro anno, li ho confermati tutti, uno a uno, dal primo all’ultimo. Quella appena trascorsa è stata una stagione leggendaria, i Lakers 2012-13 del Secondo Mondo entreranno nella storia per il modo nel quale hanno vinto. Tutti indosseranno ancora l’armatura dorata dei Lakers 2013-14!”

Saturday, February 9, 2013

NBA FINALS, GAME 7: LA LAKERS - MIAMI HEAT





E  D   E’    L ’ A  N  E  L  L  O  O  O  !   !   !   !   !  Vinciamo il Larry O’Brien Trophy in una garasette tremenda, ineguagliabile, da acqua alle ginocchia, con sette cambi di vantaggio nell’ultimo minuto e mezzo di pieno terrore, risolta solo a 14” dalla fine quando sul 116-113 Gasol stoppa un tiro dalla media di Wade, recupera palla e lancia Bryant in contropiede solitario per la schiacciata del 118-113!  !  !
Ma vale la pena riavvolgere subito il nastro a due minuti dalla fine quando Wade segna il secondo canestro “and one” consecutivo e porta Miami avanti di tre, 104-107. Lo Staples è congelato sulle sedie perchè è in corso un parziale floridiano di 4-11 con gli Heat che in questo ultimo quarto stanno sparando con 8/8 from the court… La tensione è indicibile, è il terzo break che gli Heat ci rovesciano addosso, come lo 0-10 del secondo quarto che li aveva portati avanti 28-32 dopo essere stati a lungo sotto nel first period (27-22, grazie alla nostra zona 2-3 per rallentare i ritmi), o come il 2-10 in un minuto e mezzo all’inizio del terzo (61-60), dopo che noi avevamo toccato il massimo vantaggio sul +9 del 59-50 grazie ad uno strepitoso Gasol, capace di chiudere all’intervallo con 15 punti, 5 rimbalzi e 6/6 al tiro. Spoelstra qui aveva provato anche James da centro.
Ma quando gli Heat piazzano l’ultimo break è un’altra questione. Di minuti alla fine ora ne mancano solo due, loro sono avanti di tre e noi attacchiamo col terrore che ogni tiro sbagliato o ogni palla persa ci annienterebbero. Una donna urla dalla tribuna in un silenzio carico di tensione. Howard riesce a smarcarsi bene, c’è un varco, riusciamo ad innescarlo in movimento, cosa rarissima, e violenta il ferro con la schiacciata del 106-107! Miami non finalizza, scendiamo giù ancora, ci complichiamo l’attacco, Kobe s’infogna sotto canestro circondato da mille mani, non si sa come riesce a sgusciarne fuori appoggiando al tabellone, è il canestro del nostro sorpasso (108-107) a 1’44” dalla fine. E qui parte la follia pura da spararsi tutta d’unfiato! Wade palleggio, arresto, tiro, brucia la retina a -1’33” e ci rimanda sotto (108-109), Bryant si alza in sospensione, grida una donna nel silenzio, poi esplode tutto lo Staples: solo rete, a -1’29” (110-109). Miami scende in attacco, “Flash” scarica in angolo per James, LeBron infila la sospensione velenifera ma ha un piede sulla linea da tre, è da due, ma vale comunque il nuovo vantaggio Heat (110-111)!  Vediamo sotto Howard, andiamo da lui, non tradisce spalla contro spalla, deposita ed è +1 Lakers, 112-111! Ormai siamo al delirio puro, e questo raggiunge i massimi livelli quando con una tensione del genere Dwyane Wade si prende il lusso di lanciare la palla in aria su un back-door di James, presa al volo, il Prescelto stupra il ferro in una clamorosa alley-hoop dunk e Miami torna avanti 112-113 a 69” dalla fine ! ! ! Ora qui salta tutto, saltano schemi, nervi, tutto. A -57” Kobe cattura un fallo, va in lunetta, rimane di ghiaccio e mette i due liberi del nuovo controsorpasso (114-113). Sono tutti in piedi allo Staples, Miami attacca, Wade va in sospensione per castigarci a -45”, ferro, rimbalzo nostro!!! Non possiamo gestirla fino alla fine, ma se segniamo più di mezzo titolo ce l’abbiamo in mano. Bryant, braccato, tutti gli occhi sono su di lui, decidono di non raddoppiarlo, attacca, si alza dai cinque metri, parte il tiro, una donna grida...
Seeegnaaaaaaaa! ! ! ! ! ! Il tetto dello Staples Center salta per aria ! ! ! ! ! ! ! Il Mamba Nero infila la retina a 18” dalla fine con un tiro che entrerà negli annali: Lakers 116, Heat 113…! ! ! Ma non è finita, non è finita, decidiamo di non fare fallo e di difendere forte, decisione giusta, non giusta? , teniamo d’occhio il perimetro per non incassare la tripla, si prende ancora Wade la responsabilità, scocca la sospensione per il -1 da cinque metri e mezzo, Gasol si stacca dall’area e appena la palla esce dalle mani di Flash lo spagnolo gli inchioda la stoppata della carriera ! ! ! Tutte le energie mai viste quest’anno del catalano si sprigionano in quest’azione! Miami è colta di sorpresa, sbilanciata, Kobe è già scattato in contropiede, viene servito nel deserto e in mezzo ad un autentico tripudio può affondare comodamente la schiacciata del 118-113 che a 14” dalla fine non lascia più repliche! E a L.A. scoppia l’inferno!!!
Finisce 120-113, Bryant ne piazza 38, Gasol chiude garasette con la sua miglior prestazione dell’anno (19 punti e 14 rimbalzi).  James ne fa 24, con 6 rimbalzi e 11 assist e chissà come sarebbe andata a finire se quelle ultime azioni le avesse gestite lui, invece che Wade: ‘Flash’, dal canto suo, mette insieme una gara strepitosa da 41 punti, 5 assist e 8 rimbalzi, ma pesano tonnellate quei due tiri sbagliati negli ultimi 45”…


Dopo la consegna del Larry O’Brien Trophy, la leggenda dei Celtics Bill Russell si avvicina e mette il trofeo di Mvp delle Finali a lui intitolato nelle mani del #24, indiscusso padrone con 32,5 punti e 5,1 assist di media (e il 57% dal campo col 42% da tre e il 94% dalla lunetta…).
Non ha precedenti il campionato disputato da Bryant: ha preso da solo questa squadra dal terzultimo posto nella Western Conference e l’ha condotta alla vittoria dell’anello con prestazioni indescrivibili, che meriteranno uno speciale capitolo a parte. ‘Pssst, Coach…”
Mi volto, non vedo nessuno
“Pssst, sono qua sotto!” Cazzo ci fai sotto il tavolo segnapunti, hippi-pi
“Ho le due belve qui fuori in sosta vietata”. Andiamo allora. “Sempre in direzione nowhere Zen?” Sempre. https://www.youtube.com/watch?v=s8aftCh3wYI