Sunday, April 29, 2012

Disastro Lakers, contro i Nuggets arriva la terza sconfitta consecutiva. Barba a rischio esonero


E adesso i Lakers tremano sul serio. A Denver arriva la clamorosa terza sconfitta consecutiva (111-97) e la squadra sembra allo sbando (sotto tutta la gara, precipitati anche a -19 a fine secondo quarto). Dopo quattordici partite, le prime dieci dirette da John Kuester (5-5) e le ultime quattro dal Coach Zen (1-3...), Kobe & Co si trovano all'undicesimo posto nella Western Conference con un record di 6-8 e la mannaia di Damocle sul Barbatrucco: se non vincerà una delle prossime due partite verrà automaticamente esonerato con esilio a Sant'Elena.

Lakers undicesimi: e 'mmo 'so ccazzi!

"What a disaster season for the Lakers!" L'emblematico commento, mai sentito prima, di uno tra Marv Albert e Steve Kerr giunge alle orecchie del Barba mentre è in corso la gara contro i Minnesota Timberwolves. Quasi profetici i due, perchè al Target Center vinceranno i Lupi del Minnesota 103-96 condannandoci alla seconda sconfitta consecutiva e acuendo una classifica negativa che ora parla di 6 vinte - 7 perse e l'undicesimo posto della Western Conference. Prima ci eravamo fatti infiocchettare dagli Houston Rockets; ci ha castigato Courtney Lee con una velenosa sospensione a pochi secondi dalla fine e Bryant (39 punti) ha fallito il tiro della vittoria sul fucker-buzzer. Nella gelida Minneapolis, la stessa cosa: il Black Mamba esagera (45 punti) ma a 16" dalla fine, con Minne avanti 98-96, crasha sul ferro il tiro del pareggio e il resto lo fanno i falli sistematici. F U C K !  Ricky Rubio fa quello che vuole; con 30 punti, 10/15 al tiro, 8 assist e azioni funamboliche ha guidato Minnesota alla rimonta da -15 insieme ad un Kevin Love double double da 20 punti e 12 rimbalzi. 
E' chiaro che le ultime tre partite di Bryant (37 punti contro gli Spurs, 39 contro i Rockets e 45 contro i T'Wolves) sono un segnale che la squadra, nell'accezione di gioco di gruppo, ancora non c'è. Quella macchina perfetta che erano i Lakers pre-esplosione nucleare del Secondo Mondo, benchè i giocatori siano esattamente gli stessi, qui deve ancora rodarsi. Ma di tempo ce n'è poco.

Thursday, April 26, 2012

GUERRE STELLARI D'ALTRI TEMPI: BRYANT 37 PUNTI, GINOBILI 45 CON 14/15 DA 2!

Ai 18.581 dell'AT&T Center sarà sembrato di essere tornati a metà anni Ottanta durante le sfide a suon di quarantelli tra Larry Bird e Dominique Wilkins, perchè un duello individuale del genere, diretto face to face, non si vedeva da tempo, e quasi mai in un 2K Universo, dove agli avversari raramente è concesso sfondare certe quote. E invece Manu Ginobili ha esagerato: 45 punti con 5 recuperi ed un non-ci-si-crede 14/15 da 2, seppur affiancato da un 3/12 nelle triple. Ne bastava una in più e avrebbe pareggiato il suo career-high di 48 contro i Suns nel 2005. Ma l'insolito one man show ginobiliano è stato un huuuuuge looooooosing effort.
Abbiamo il sacco in terra texana (95-101) alla prima partita con il Coach Zen in panchina dopo le prime dieci giornate affidate a John Kuester, siamo tornati sopra il 50% di vittorie (6-5) e dunque dentro la zona playoff. Dopo essere stati avanti di dieci nel secondo quarto e sotto di otto nel terzo, il momento chiave arriva a 70" dalla fine quando siamo avanti di due e DeJuan Blair spedisce i liberi del pareggio entrambi sul ferro tra gli smoccoli di Popovich; il secondo personale sbagliato esce lungo dal rimbalzo sul ferro ed espone gli Spurs al nostro contropiede immediato che si conclude con un'entrata in rimorchio di Gasol su assist di Session: 89-93 e virtualmente chiusa. Il resto lo fa la mano glaciale di Bryant dalla lunetta sui continui falli sistematici, un Kobe che all'ombra dei 45 di Ginobili, ricama una prestazione da 37 punti, 5 rimbalzi e 4 assist. Alla fine trionfa il Mamba, ma i 45 di Manu con quell'irreale 14/15 da due (quasi tutti tiri in sospensione!) sono già l'evento della stagione. C'è però anche il rovescio della medaglia, quello difensivo: Bryant si è fatto sparare in faccia 45 punti e Ginobili 37.

Wednesday, April 25, 2012

5 domande 5 about: si riparte!


Scenario dopo la distruzione nucleare del Secondo Mondo: i Los Angeles Lakers ripartiranno nel Nuovo Mondo, il Terzo, con la formazione “before the explosion”, ma per ricomporla è stato necessario affidare a John Kuester le prime dieci partite della stagione. Bilancio: 5 vinte, 5 perse e undicesimo posto nella Western Conference…

1.       Zen, non male il suo vice…
“Gli venisse una perifrastica passiva al culo!!! Tra l’altro il 5-5 è arrivato in una prima parte di stagione relativamente facile: ora ho diciannove partite per raddrizzare la situazione: ma la squadra, con un’amalgama tutta da ricostruire, deve affrontare ancora tutte le big. A cominciare dalla prossima partita, quella del mio ritorno in panchina, a San Antonio contro gli Spurs…”
2.       Ricapitoliamo bene per chi ci segue da casa. Il Secondo Mondo esplode a metà della seconda stagione, si riparte così dal Nuovo Mondo con una formazione che ha sempre Beasley, Session e Shannon Brown, giusto? Perché ha dovuto lasciare le prime 10 gare a John Kuester?
“Perché da regolamento deve passare un mese prima di scambiare un giocatore appena firmato dai free-agent e noi per ottenere ‘B-Easy’ abbiamo dovuto rifare l’operazione fatta nel giugno 2012 del Secondo Mondo: Kirilenko + Murphy + una prima scelta a Minnesota. AK47, firmato dagli agenti liberi, non poteva andare ai T’Wolves subito, e così quei 30 giorni senza Beasley sono stati affidati al mio vice mentre io mi occupavo di tutte le faccende burocratiche del caso.”
3.       Questa sarà una stagione particolare: verrà sospesa per tre real mesi, presumibilmente nel bel mezzo dei playoff.
“That’s right. Per tre mesi sarò in un altro Continente e Davide Sterno, in via del tutto eccezionale, ha consentito alla sospensione del campionato. Sul sito ufficiale del Kobangeles Times verrà messo comunque un messaggio con il giorno della riapertura.”
4.       Mi ricapitola la formazione dei Lakers 2011-12 di questo Nuovo Mondo?
“Session, Bryant, Metta World, Gasol, Bynum in quintetto e Goudelock, Shannon Brown, Matt Barnes, Beasley, Przybilla, Ebanks in panchina. Fisher forever con noi, allenatore non-giocatore.”
5.       Lo sa che in questo Terzo Universo, a conti fatti, sono state giocate soltanto tre stagioni? Due nel Primo Mondo (vittoria Heat nel ’12 e Lakers nel ’13) e una nel Secondo Mondo (vittoria Heat ’12): Zen, sta invecchiando?
“Un tempo i campionati erano più corti: gare da 8 minuti, playoff al meglio delle tre nei primi tre turni e al meglio delle cinque in Finale. Ora dieci minuti a quarto e formula 7-7-7-7 allunga, anzi raddoppia, i tempi di conclusione di una stagione. Se poi ci si mettono in mezzo anche i bombardamenti nucleari! F U UU U u U u C K ! ! ! ! !

Sunday, April 22, 2012

Wednesday, April 18, 2012

5 domande 5 about: il 12-5


1.       Zen, eravate partiti 3-3, ora siete 12-5: nove vittorie nelle ultime undici partite! Cos’è successo??
“Siamo partiti con un quintetto ‘di onore e riconoscenza’, ovvero con ‘Da Fish’ ancora play titolare, come l’anno scorso. Pensavo che potesse reggere 4-5 minuti di partenza per poi lasciare il posto a Session, ma a 38 anni il Venerabile Maestro gnaaa fa più. Quei cinque minuti iniziali di non difesa finiva per condizionare tutta la gara e aveva effetti di osmosi su tutti i compagni: Fisher veniva battutto sul primo passo, doveva arrivare dunque uno in aiuto che a sua volta abbandonava il suo uomo. Insomma, saltava tutta la difesa, gli avversari ci perforavano ovunque wide-open. Facevamo sforzi difensivi inutili e questo poi si riverberava anche in un attacco poco lucido.”
2.       E allora la scelta definitiva: Ramon Session in quintetto.
“Right. Ma non volevo accantonare Fisher e così il Venerabile è diventato il primo cambio di Ramon. Ma anche così si ripresentavano i problemi suddetti, questa volta tra i panchinari. E così The Decision: “Fish, credo che tu non ce la faccia più come giocatore, però ti voglio sempre con me in za locker room.” Derek è così uscito dai dodici, ma c’è comunque la sua ‘presenza’. Negli allenamenti e soprattutto nello spogliatoio. Come fece Phil Jackson ai Knicks nel 1970, quand’era infortunato ma partecipava nelle vesti di vice-allenatore non giocatore.”
3.       Ma c’è dell’altro
“L’anno scorso in regular season non siamo mai andati sopra il quinto posto a Ovest. Ai playoff facemmo sì strada (Finali della Western Conference), ma perché era spianata: battemmo Dallas 4-0 solo perché Nowitzki s’infortunò nei primi minuti di garauno e nel secondo turno, in una serie apparentemente facile contro i Blazers, ce la cavammo soltanto di un punto in garasette con un tiro di Bryant at the buzzer. La differenza tra i Lakers 2011-12 e quelli 2012-13 è che quest’anno abbiamo un roster più forte: c’è Session al posto di Fisher, Beasley al posto di Kirilenko e Shannon Brown al posto di Alec Burks. B-Easy e Brown, inoltre, sono due panchinari solo sulla carta perchè l’anno scorso giocavano titolari a Minnesota e Phoenix.”
4.       E’ l’ottica del ‘rinnovamento energetico’ di cui parlava a inizio stagione?
“Sì, guardi qui ad esempio. http://www.youtube.com/watch?v=r65kueCFpGI  Questa intensità l’anno scorso non c’era. E l’energia è contagiosa, si propaga anche al resto della squadra. L’anno scorso Gasol e Bynum lasciavano passare qualsiasi entrata, Barnes era in netto calo, Bryant non difendeva e Metta World era un giocatore praticamente ritirato. Sembrava una squadra tutta da rifondare, allenatore compreso. E invece è bastato inserire due giocatori energetici (Session e Brown) per ri-alimentare una batteria spenta e rimetterla a pieno voltaggio. Senza fare alcun allenamento individuale sulla difesa, Gasol e Bynum sono diventati due muri, Metta è ringiovanito di 5 anni, e Barnes è ritornato al massimo della forma.”
5.       Ma Kobe è sceso dai 32,8 punti a partita dell’anno scorso agli attuali 23,5…
“E’ una discesa che in realtà è una netta risalita! Per tutti. Last year faceva tutto Kobe, segnava più di trenta punti ma con trenta tiri, vinceva il 95% dei Jordan Player of the Game in un campionato: era il Risolutore. Nei playoff l’hanno braccato, le sue percentuali sono crollate e con lui la squadra. Ora invece Kobe è parte di un coro che ha mille voci diverse: adesso il Jordan Player of the Game è un’alternanza tra lui, Bynum, Gasol, Beasley, a volte Brown, ultimamente anche Metta! E il Mamba, tolto da ogni pressione di essere il Finalizzatore Unico, ha innalzato le sue percentuali. Vige la legge del ‘tira chi è libero’ ed è questa la vera arma dei Lakers 2012-13. Di fianco al cartello del -37 con il quale i Thunder ci hanno eliminato in garacinque delle scorse Western Conference Finals ne ho messo un altro: O G N I  P A S S A G G I O   I N D E B O L I S C E   L A  D I F E S A. ‘Ma come? Proprio adesso che l’abbiamo ritrovata’??? Non la nostra difesa, Metta! Quella degli altri!!!

Tuesday, April 17, 2012

Power & Gold

Così titolava l’El Segundo Times dopo la sconfitta a Miami. Right, avete letto bene: la sconfitta. Ma in quel 94-85 finale non c’è scritto però che noi, volontariamente, abbiamo giocato tutto l’ultimo quarto con le seconde linee (Ismael Smith, Brown, Barnes, Beasley, Przybilla) mentre loro, campioni in carica, sono andati naturalmente con gli starting fivers. Sul -3 a pochi minuti dalla fine la tentazione di mettere dentro i titolari è stata forte: con loro avevamo controllato il primo tempo con un Kobe da Fantasilandia. Ma alla fine è prevalsa ‘La Prova’: "dai benchers, portatemela dritta fino in porto voi!" E hanno battagliato come feroci tagliagole, perché alla fine il bucket decisivo arriva solo a 45” dalla fine con un piazzatone di Bosh per il +7 Heat. E mentre tutta l’American Airlines Arena urlava “BEAT L.A., BEAT L.A.” io me la sghignazzavo, perché questi non hanno capito l’importanza che ha avuto per noi giocarsela fino alla fine con i panchinari in una partita che valeva il primato assoluto nella Lega: c o n f i d e n c e . Il giorno dopo, però, lo capisce tutta la Nba. Siamo a Orlando e dominiamo i Magic con una supremazia schiacciante. Gasol mostruosizza 17 punti e 18 rimbalzi con 4 assist, 2 recuperi e 2 stoppate che non ci si crede, perché non se n’era accorto nessuno. Con la stessa scioltezza, Kobe materializza il suo high stagionale postandone 35 e a nulla servono per i Magic i 33 punti e 17 rimbalzi di Howard. Finisce 88-103, per noi è la nona vittoria nelle ultime undici, ma sono vittorie profondamente diverse da quelle di tutti gli altri mondi di questo Universo: ora l’armatura purple & gold spazza via gli avversari. E i tifosi yellowiola sono in delirio.


Sunday, April 15, 2012

"Metta a nudo i Thunder"!


Ci avevano fatto fuori 1-4 last year nelle Western Conference Finals. Ci avevano sbattuto fuori con un umiliante -37 in garacinque, due cifre che il Coach Zen ha affisso a caratteri cubitali nello spogliatoio dei Lakers fin dalla preseason. Alla prima occasione buona gliel'abbiamo fatta pagare, nello stesso palas - la Cheseapeke Arena - contro gli stessi avversari. Ma siamo noi a essere profondamente diversi da quelli del 2011-12. Non inganni il risicato 99-106 finale, perchè l'abbiamo dominata, a partire dal secondo tempo. In un terzo quarto paradisiaco abbiamo toccato a più riprese anche un inimmaginabile +28 in casa degli scorsi finalisti Nba, l'ultimo sul punteggio di 60-78, con tutta Oklahoma City zittita di fronte all'ennesima esecuzione perfetta del Triple Post Offense che offriva l'ennesima bomba wide-open ad uno strepitoso Metti Pace nel Mondo. World Peace entra in questa gara in modalità "Ron Artest dei tempi di Indiana", scodella 12 punti nel primo quarto e chiuderà poi con 20 e 5 granate esplose su otto. Bryant, senza accorgersene nessuno, dipinge una tela da 28 punti, 6 rimbalzi e 7 assist; Bynum (recentemente nominato Giocatore della settimana!) sfiora la doppia doppia con 15 e 9 boards, 'B-Easy' ne infiocchetta 13 puliti puliti e Shannon Brown 11. I trentuno di Durant e i 28 di Westbrook (sul quale ha pressato uno strepitoso Session) arrivano a danze già chiuse. Quinta vittoria consecutiva, guys, record di 11-4, primato consolidato nella Western Conference e ora via verso la Florida! La sfida contro i Miami Heat, primi in Nba, vale il ranking n°1.

Battlestar Galactica


Potevo portarmi anche uno sdraio, crema protettiva, Ray Ban, due tope e abbronzarmi in panchina con le luci dello Staples; quando giochiamo così la squadra si allena anche da sola e io al posto di disegnare gli schemi mi metto a fare i cartelli di Vivalaspicchia da distribuire in parterre. Piastrelliamo, in order, Detroit Pistons (e vabè, sso bboni tutti), New Jersey Nets (sempre più difficile, eh?) e Golden State Warriors, che però qui nella seconda stagione del Secondo Mondo sono (o meglio erano) in testa alla Western Conference. As usual, verrebbe da dire, è un loro classico nel 2K-Universo partire sparati a tutta manetta nelle prime 10-12 partite di una season da 29 e poi squagliarsi dopo l’All Star Game.
Comunque ‘erano’ primi, perché adesso on the Western Conference vetta ci siamo noi con un bel 10-4, che sì – di nuovo – poteva essere un 12-2 se non avessimo sbagliato due tiri della vittoria da un millimetro nelle trasferte a Phoenix e Dallas dove, sotto di uno, la palla ci ha fatto ferro-tabella-buzzer-ferro-fuori. Era un bel pezzo che non ci trovavamo lassù. Per come stiamo giocando ora, sviluppando armoniosamente il Triple Post Offense, sembriamo unsinkables, ma la vedetta sul pennone più alto già ci mette in allerta: “iceberg a prora!” 

Già, perchè il Magnifico Rettore Davide Sterno ci ha piazzato ora davanti una settimana con tre trasferte insane in quattro giorni: Oklahoma City, Miami e Orlando, che poi si allungano a cinque trasferte in una settimana e mezzo, perchè dopo andremo a Memphis e a Salt Lake City. B A T T L E S T A R  G A L A C T I C A. Forse è meglio che metta via lo sdraio, la crema protettiva e i cartelli. Le tope? Me le ha già fregate Jack Nicholson.

Friday, April 13, 2012

5 domande 5 about: l'8-4


I Los Angeles Lakers rinforzano la squadra firmando dai free agent con un triennale Sasha Vujacic, 28 anni, già campione Nba in maglia yellowiola nel Back to Back 2009-2010. Intanto la squadra piastrella i Detroit Pistons e veleggia su di un record di 8-4.

1.       Zen, why Vujacic?
“Siamo coperti in tutti i ruoli ma ci siamo accorti di non avere nessuno specialista affidabile sugli scarichi, intendo una ‘sentenza’ piedi a terra wide-open alla Stojakovic. Inoltre Sasha conosce già il Triple Post Offense e i compagni, è uno che può giostrarsi su più ruoli (play, guardia, ala piccola), sia in attacco, sia in difesa: e passa bene. Senza considerare che ci è costato due lire (triennale da poco più di 2 mln di dollari, ndr), è ancora fresco (28 anni) e può essere un eventuale sostituto il prossimo anno per Matt Barnes, che potrebbe non rinnovare.”
2.       Otto vinte, 4 perse, un classico record barbatrucchico da pre All Star Game
“Senza quei clamorosi due tiri da un millimetro usciti a Dallas e Phoenix potevamo essere anche a 10-2, comunque sono soddisfatto dell’8-4, anche se i Chicago Bulls ci hanno dato una dimostrazione di forza che ci ha fatto capire la lontananza che c’è ancora dall’essere una sicura contender.”
3.       Come prosegue l’inserimento di Michael Beasley?
“Il giocatore di natura è uno senza mezze misure e su questo c’è poco da fare: è capace di farti una partita da 3 punti e 1/12 al tiro e poche ore dopo di fartene una da 30 e 15 rimbalzi. Quando non è in serata deve rimediare con altro, deve essere in grado di creare movimento anche senza palla, deve capire che un taglio, uno spazio creato o un assist se non possono creare due punti per lui, possono farlo per un compagno. E due punti sono sempre due punti che entrano alla causa della squadra.”
4.       Sorprendono ancora una volta in negativo i San Antonio Spurs…
“Evidentemente lì c’è qualcosa che non quadra. Dopo l’inspiegabile penultimo posto dell’anno scorso (anche se privi di Ginobili nella prima parte di stagione), ora sono solo settimi a Ovest con un roster che ha Tony Parker, Manu Ginobili, Tim Duncan, DeJuan Blair e anche un rookie ‘futuro Hall of Famer” (Flavio Tranquillo dixit) come Anthony Davis. Dev'esserci un 'bug' nello spogliatoio...”
5.       Miami intanto sta già dominando in testa alla Nba con 11 vinte e sole 3 perse
“Sono i campioni in carica, hanno già vinto due titoli in tre stagioni di questo Universo, seppur uno nel Primo Mondo, quello pre SIM-World. A Est la concorrenza è minima; con il probabile calo dei Boston Celtics per una questione d’età, tra gli Heat e la Finale ci sono solo eventualmente i Chicago Bulls.”

Thursday, April 12, 2012

The Black Mamba take off

"In calando io? Beccatevi questa!"

Kobe Bryant non le manda a dire e nella gara vinta contro i Sacramento Kings mostra ancora sprazzi di freschezza atletica, fugando i dubbi che aleggiavano sul suo rendimento in diminuzione a causa dei 35 anni. Il Mamba Nero alla ex Arco Arena, ora Power Balance Pavillon, ne infiocchetta 30 in scioltezza, anche se non è lui l'eletto per il Jordan Player of the Game che invece va ad un Michael Beasley da 27 punti e 10 rimbalzi, seppur con 24 tiri presi... Quando l'avversario è soft e concede spazi, 'B-Easy' non ha ostacoli in nessun universo conosciuto.

Wednesday, April 11, 2012

Non c'è scampo a Chicago

Contro i Bulls non ci rimediamo mai, figurarsi nella Windy City, dove regnano sovrani. Hanno il giocatore che servirebbe a noi, Luol Deng, lo Scottie Pippen del Sudan; sarebbe perfetto come ala piccola titolare dei Lakers per sostenere il trentacinquenne Bryant, in calando. Ma ce l'hanno loro. E' proprio lo swingman dei Tori ad aprirci in due nel secondo tempo, anche se il risultato finale di 109-99 non è poi così disastroso. Ci sta perdere di dieci a Chicago, però la sensazione che ci ha trasmesso questa partita è che siamo ben più lontani da loro di quanto non dica il punteggio finale. Derrick Rose (Mvp) fa quello che vuole in un primo tempo clamoroso dove ne segna 26, noi riusciamo a fermarlo soltanto con la 1-3-1 (il play dei Bulls segnerà solo 8 punti nel secondo tempo), ma contro questa zona a ferirci è Luol Deng, implacabile con le triple sugli scarichi dall'angolo, senza contare il lavoro di massacro difensivo su Bryant. Michael Beasley è in una delle sue giornate dove è scollegato dal mondo ed esce spaesato dallo United Center con 5 punti, solo 2 rimbalzi e 2/10 al tiro...

Tuesday, April 10, 2012

The B-Easy Inseriment

L’inserimento di Michael Beasley sta facendo scorrere fiumi di inchiostro sui newspepa losangelini e passare notti insonni all’entourage yellowiola. E’ già un mezzo miracolo che “La Bestia” abbia accettato il ruolo di sesto uomo “alla Odom” senza incendiarmi la casa, ma quando lo si ha tra le mani  è subito chiaro come la seconda scelta assoluta del Draft 2008 sia alquanto lontano dall’essere il nuovo ‘Lamarvellous’. Non tanto per le skills, quanto per l’ 'alone di tentazione' che B-Easy si porta dietro. Come tutti quei giocatori da campetto con un talento offensivo sconfinato, centrifuga le attenzioni e le tentazioni su di sé: ogni volta che riceve palla, l’instinto è quello di farlo andare uno contro uno, metterlo spalle a canestro in post e uccellare l’avversario di turno. Quando questo accade, salta tutto il Triple Post Offense. Ma quando si riesce a contenere l’ex Kansas State tenendolo ‘dentro ai giochi’, allora facciamo saltare anche scalpi eccellenti, come quello dei Boston Celtics. E’ proprio la vittoria allo Staples di otto, tenendo sempre gli odiati nemici a distanza nell’ultimo quarto, che ha fatto vedere il lato migliore di Beasley, quello che sta dentro al Triangolo senza andarsi a prendere pause per cercare funghi o tiri scriteriati da centrocampo con 22 uomini addosso. Quello dell’inserimento di B-Easy nel Triple Post Offense dei Lakers sarà il leit-motiv di una stagione che per ora ci vede terzi nella Western Conference con 5 vinte e 3 no, sempre con il doppio rimpianto di quelle due partite perse per un tiro sbagliato da un centimetro all’ultimo secondo a Phoenix e a Dallas: a quest’ora poteva essere un 7-1 che in una stagione da 29 avrebbe già segnato già il passo.

5 domande 5 about: il 3-3


1. Zen, sta smoccolando in venti lingue diverse!
“Potevamo essere 4-1, e invece siamo 3-3! F U U U u u U  U C K! Due partite perse di un punto per un tiro da mezzo centimetro che prende il ferro ed esce sulla sirena ti fa smoccolare anche a caratteri da pittura rupestre!”
2.  Cos’è che non va?
“La difesa. Paradossalmente, l’arma migliore di Mike Brown è quella che fa acqua. Usciamo fuori malissimo dai blocchi, sempre in ritardo e spesso gli avversari ci castigano wide-open e siamo costretti a rifugiarci nella zona per evitare questi situazioni. Devo ancora capire da cosa dipende, se dall’età o dalla voglia di difendere.”
3.   Cos’è che va?
“Larghe vittorie e sconfitte solo all’ultimo secondo: ci hanno detto-no tutti gli arrivi in volata, tra l’altro con ‘multi-tiri’. A Phoenix negli ultimi 2” abbiamo sbagliato due tiri, uno wide-open di Bryant e poi il tap-in da un millimetro di Bynum sulla sirena. Stessa cosa a Dallas, Kobe prende il ferro a -3” per la vittoria, rimbalzo offensivo di Session in mezzo ad una selva di mani, tiro da un centimetro, ferro-fuori sulla sirena e altra sconfitta di un punto. Nelle ultime due partite abbiamo sbagliato quattro tiri for the win nel giro di 5 secondi…”
4.   Cos’ha intenzione di fare?
“Allenamenti, allenamenti e allenamenti individuali sulla difesa finchè non vomitano l’anima in campo. Voglio cinque vittorie consecutive, qualsiasi siano gli avversari. Dobbiamo alzare subito l’asticella del nostro gioco.”
5.   Continuano a rincorrersi le voci di un esonero di Mike Brown…
“Brown è una scelta di Jim Buss, non è certo la mia tipologia di allenatore ideale. Sarò franco con lei, volevo Byron Scott, che tra l’altro fu mentore anche di Bryant ai Lakers nella sua stagione da rookie, quando Scott era agli ultimi scampoli di carriera da giocatore. Scott è l’unico che Bryant ascolta, insieme a Fisher e Phil Jackson. Purtroppo Brown ha un contratto ‘in-esonerabile”, sostanzioso e lungo. Tagliando Brown non ci sarebbero poi soldi a sufficienza per prenderne un altro, dunque Brown non può essere esonerato.”

Friday, April 6, 2012

Well, not wellissimo

E' cominciata la stagione 2012-13, la seconda del Secondo Mondo, e ci troviamo con un 3-2 da 'bene, ma non benissimo'. Smoccolo in australopitechese  nell'ultima azione a Phoenix; noi sotto di uno, Kobe in post cancellato da Dudley, il Mamba sbaglia, da dietro arriva Bynum che corregge in tap-in sulla sirenaaa... ferro, fuori. F U C K Y A ! Potevamo essere 4-1.
Avevamo anche perso l'Opening Game casalingo contro i Clippers 101-105, squartati da Chris Paul (24), finiti alla giugulare da Chauncey Billups (21) e sorvolati dai decolli stellari di Blake Griffin over un spaesato Gasol, che in questa partita si è preso almeno 3-4 alley hoop in back door dall'ex Sooner di Oklahoma e anche dall'altro verticalista dei Velieri, DeAndrè Jordan. Ma poi ci rifacciamo con gli interessi infiocchettando tre double vu in fila. Ad Atlanta dominiamo, sfioramo a più riprese il +20, chiudiamo 82-98 con Bryant in doppia doppia sbavante da 25 punti e 10 assist, per lo più sono imbeccate in da paint per Bynum (16 punti, 14 rimbalzi) e Beasley (18). Torniamo allo Staples e mettiamo l'altolà agli ottimi Houston Rockets (90-83) che finiscono sotto di quindici nel primo tempo solo perchè Scola è stato costretto alla panchina da due falli subito. Quando rientra l'argentino, i Rockets cambiano faccia: l'ex Tau Vitoria mette a posto tutto e tutti (a mio avviso è il giocatore 'tatticamente più intelligente' della Nba), trascina i texani di presenza difensiva, smistamenti per i compagni, rimbalzi, blocchi e piazzati letali e i Rockets hanno tutte le intezioni di venire a fare il sacco a LA LA Land: Bryant (29 punti, anche se con 5 perse e 24 tiri) e "B-Easy" (13 e 8 rimbalzi, ma con 5/17) lo impediscono. Risolviamo 92-82 anche la pratica Toronto Raptors. I canadesi si presentano a Los Angeles in battagliera uniforme mimetica, fanno anche la loro porca figura all'inizio con Bargnani rebus insoluto per noi, ma quando ci piazziamo a zona 2-3 perdono la trebisonda: in una giornata ai margini per Kobe (solo 9 punti, bruttissime percentuali) a portare a casa i due punti ci pensano Beasley (doppia doppia da 15 punti, 12 rimbalzi, 5 assist ma anche 5/20 dal campo), Bynum (18) e Shannon Brown (13).

Impressioni di questi nuovi Lakers? Un potenziale da titolo. Nei minuti di furia scartavetriamo qualsiasi avversario, ma sono solo sprazzi. La novità è che si difende tantissimo a zona, con la quale spesso giriamo le partite: Kobe, Metta, Barnes, Gasol non sono più (Pau non lo è mai stato...) difensori che tengono il primo passo, la zona ci ovvia a questo problema quando sono in campo loro, e Beasley è uno che chiude benissimo tutti gli angoli. Siamo una squadra dal grande potenziale, con un "B-Easy" da calmare (10/37 al tiro sommando le gare contro Rockets e Raptors...) e  da inserire in un Triple Post Offense che comunque soffre sempre le 'coaching skills' di Mike Brown.

Thursday, April 5, 2012

Kobe a 35 anni gl'aa fa ancora?


In questo video è racchiuso il precampionato dei Lakers 2012-13. Un buon quattro vinte e due perse contro squadre di medio-piccolo (Cavaliers) o grande cabotaggio (Spurs), ma quello che preoccupa tutta LA LA Land sono le percentuali di tiro di Kobe Bryant, scese drasticamente negli scorsi playoff dopo una regular season immaginifica a 32,5 punti di media, e ulteriormente in picchiata ora. L'impietoso SIM-Wolrd, che adesso assegna al Black Mamba addirittura sole tre stelle e mezzo nella voce 'valutazione del ragazzo', sta cominciando a presentare il conto dell'età? Staremo a vedere. I Lakers esordiranno nelle prossime ore a Los Angeles in un'Opening Game di fuoco, il derby per la supremazia cittadina contro i Lob City Clippers di Chris Paul, Chauncey Billups e Blake Griffin.

Wednesday, April 4, 2012

5 domande 5 about: il mercato e la nuova stagione


I Los Angeles Lakers completano il mercato firmando dai free agent il ritorno di Shannon Brown e l’acquisto del play Ramon Session. Alec Burks fa ritorno agli Utah Jazz (che lo scelsero al primo giro nel draft 2011) in cambio di un paio di scelte, Andrew Goudelock richiede cifre esorbitanti per il rinnovo e non viene confermato.

1.       Zen, partiamo dagli ultimi due acquisti
“Sono nell’ottica di quello che io chiamo ‘rinnovamento energetico’ dei Lakers. Shannon Brown lo volevo a tutti i costi, avrei scambiato il mondo per riottenerlo. Fortunatamente non ha rinnovato con Phoenix ed era libero nei free-agent: ho impiegato 10” netti per firmarlo. Non è una bocciatura per Alec Burks, il ragazzo ha disputato un ottimo campionato per essere uno di appena 20 anni e avrà un bel futuro, però era troppo un ‘ordinary man’: su 10-12 punti che faceva, ne distribuiva chirurgicamente 3-4 per periodo, punti che spesso non giravano una partita. Avevamo invece bisogno di una macchina istantanea di canestri dalla panchina, di un “Microwave” alla Vinnie Johnson, di uno che potesse spaccare in due il match in cinque minuti di furore, anche se poi non faceva nient’altro. Avevamo bisogno di energia pura, di carica agonistica, di un esalta folle contropiedista e, all’occorrenza, anche di uno tosto on D, che potesse tenere anche i play avversari: tutto questo è Shannon Brown”.
2.       E Session?
“In pre-season ho visto che Fisher non può partire dalla panchina, la quale ci deve fornire cambi di marcia istantanei, così “Fish” sarà ancora uno starter, ma dopo 3-4 minuti dall’inizio lascierà spazio a Ramon e, all’occorrenza, a Brown. Ho voluto Session per la sua solidità difensiva sul perimetro. E’ un buco, quello della difesa sul play avversario, che ci è costato carissimo l’anno scorso.”
3.       Il prossimo anno ci sarà una “stra-big” in più, i San Antonio Spurs: come si temeva, hanno scelto il ‘Bill Russell di Kentucky’ Anthony Davis, recente campione NCAA ed Mvp delle Final Four di New Orleans.
“Il clamoroso ed inspiegabile flop di San Antonio last year ha creato tutto ciò, una seconda scelta assoluta come Davis che si va ad aggiungere a Duncan, Parker, Ginobili, DeJuan Blair e compagnia è un’addizione potenzialmente sconquassante. Ma stiamo parlando di un ragazzo di 19 anni, stoppatore galattico ma privo di tecnica: i lunghi di questo tipo maturano tardi, dunque aspetterei. Singolare il nostro calendario del precampionato: nelle prime due partite affronteremo la prima e la seconda scelta assoluta dei Draft, esordiremo contro i Cavaliers, che con la chiamata n°1 hanno preso - sempre da Kentucky - l’ala 18enne Michael Kidd Gilchrist, e poi affronteremo San Antonio.”
4.       Chi vincerà l’anello?
“Ogni anno mi fa la stessa domanda e ogni anno gliela racchiudo sempre in quelle squadre: Thunder, Bulls, Heat in primissima linea e due variabili, Spurs e noi.
5.       Ma lo sa che alla fine non l’ho mica capito quali saranno i Lakers 2012-13? Ci fa un riassunto?
“Fisher, Bryant, Metta World, Gasol, Bynum in quintetto; Session, Shannon Brown, Barnes, Beasley, Przybilla, Ebanks e un altro in panchina. Sperimenteremo un sacco, anche Bryant da ala piccola. Ci saranno quintetti d’assalto tipo Session, Brown, Kobe, B-Easy, Gasol o altri da bunker tipo Session, Brown, Barnes, Metta, Przybilla. Più che il Coach Zen mi divertirò a fare il piccolo chimico!”

Tuesday, April 3, 2012

Barbabomba: arriva Michael Beasley!


Con un blitz in stile Navy Seals nelle ancor fredde sere di Minneapolis, il Coach Zen piazza il colpo che potrebbe cambiare il presente e il futuro dei Lakers, dando al club yellowiola nuove stagioni da contender: “B-Easy”, “La Bestia”, al secolo Michael Beasley, vestirà l’armatura dorata dei Lakers! Ai T’Wolves, che nel suo ruolo hanno deciso di puntare sul più ‘stabile’ Derrick Williams, vanno Andrei Kirilenko, Troy Murphy, la nostra prima scelta 2013 e la nostra seconda scelta 2013. A LA LA Land, città dalle mille tentazioni, arriva uno dal talento tanto vasto quanto la sua fedina penale: si mette in luce fin da subito nella sera del Draft 2008 dopo essere stato scelto dai Miami Heat come numero 2 assoluto, dietro a Derrick Rose: quella sera c’era talmente tanto fumo nella sua stanza da far scattare l’allarme antincendio dell’albergo… Poi l’anno dopo droga, depressione e l’estate passata in un centro riabilitativo. Appena uscito, nuovamente possesso di 16 grammi di erba e nuovi problemi. I suoi soli 11 punti e 4 rimbalzi di media (ne potrebbe fare più del doppio) sono frutto di tutto questo.
Ora sbarca a Los Angeles, in una squadra dove c’è già gente come Metta World Peace e Matt Barnes, con il quale condivide una legggerissima passione che farà contenti i tatuatori di Marina del Rey. La bomba è lanciata: sbarca ai Lakers uno che potrebbe frantumare in due la squadra (partirà dalla panchina come numero 4 “alla Odom”, lo accetterà?) o farla decollare verso il titolo Nba. Le vie di mezzo pare non esistano.

Monday, April 2, 2012

5 domande 5 about: The Western Conference Finals and other things

1. Zen, non è poi andata così male, in fondo uscire alle Western Conference Finals contro i Thunder ci sta.
“Quando alleni i Lakers, questi Lakers di Kobe Bryant, ci sta solo una cosa: il titolo Nba. Qui non solo non abbiamo chiuso la stagione con una vittoria, ma siamo usciti dalla Chesepeake Arena con un umiliante -37 in garacinque. I tifosi hanno ragione ad essere inferociti, lo sono anch’io. Quel -37 lo stamperò a caratteri cubitali e da lì che dobbiamo ripartire, come facemmo dopo il -39 di garasei a Boston nelle Finals 2008”.
2. Che stagione è stata?
“In perenne ricerca di un’identità. Abbiamo iniziato con una campagna acquisti sottotono e con un azzardo troppo azzardo (il 38enne Rasheed Wallace inattivo da due anni, ndr), siamo partiti con un “quasi” 0-3 e con le “quasi” mie dimissioni dopo una partenza da 17-42 in una gara (poi vinta) contro i Raptors. Ad un certo punto eravamo a rischio playoff. Poi l’arrivo di Kirilenko ci ha fatto svoltare la stagione, abbiamo chiuso con un discreto 18 vinte e 11 perse, anche se non siamo mai andati oltre il quinto posto a Ovest. Lo “sweap” nel primo turno contro i Mavs facilitato dall’infortunio di Nowitzki è stato illusorio, il crack di Kirilenko in garadue contro i Blazers ha forzato la serie con Portland fino a garasette, vinta solo di un punto con un tiro allo scadere di Bryant. Era già un segnale. Comunque fino all’inizio dell’ultimo quarto di garatre contro i Thunder, nonostante AK47 infortunato (ma in campo), eravamo dentro alla serie, ce la giocavamo quasi alla pari. Quella sconfitta in garatre ci ha virtualmente chiuso le porte della Finale. Ma forse è stato il mercato estivo che ci ha segnato l’annata, i non chiari obiettivi iniziali dove si era partiti con un basso profilo. Le squadre forti si costruiscono in estate.”
3. Come ha intenzione di ripartire?
“Tutti si aspettano una rivoluzione, un nuovo ciclo. Non avverrà ciò, però ci saranno acquisti importanti, forse un potenziale All Star, anche se per ora non posso far nomi. Per competere con Oklahoma City, Miami, Chicago e anche San Antonio – non dimentichiamo che gli Spurs avranno la seconda scelta assoluta – dovremmo attrezzarci a dovere, considerando che Kobe la prossima stagione avrà 35 anni. Ma non solo: dovremo fare una squadra “stimolante”, con un futuro almeno a medio termine. L’arrendevole -37 in garacinque contro i Thunder è frutto anche della sensazione di non futuro della squadra.”
4. Voci incontrollate parlano di un clamoroso divorzio da Mike Brown…
“E chi dovremmo prendere al suo posto, Stramaccioni?”
5. Tutti i newspepa sono a caccia di dove andrà Gasol
“Rimarranno delusi. Per quel che ne so io, Pau resterà con noi. In questi casi, prima di fare scelte avventate, è sempre utile farsi la domanda al contrario: se non lo avessi, cercherei di prendere Gasol? La risposta è sì. Bene, ce l’abbiamo già!”

Sunday, April 1, 2012

Western Conference Finals, game 4 & 5: Oklahoma City Thunder - LA Lakers

Finisce alle Western Conference Finals contro gli Oklahoma City Thunder l'avventura della prima stagione del Secondo Mondo. Durant & Co. ci danno la mazzata totale in game four, espugnando per la seconda volta consecutiva lo Staples Center per 96-102, con 38 'caramelle' di un immarcabile KD35 e 20 plus 13 assist di Russell Westbrook. Sotto 1-3 nella serie, come spesso capita a LA LA Land, si aprono definitivamente i boccaporti del sottomarino e affondiamo in garacinque nella Fossa delle Marianne della Chesapeake Energy Arena sotto un umiliante 102-65...


Kobe esce dal campo con tutti gli indici puntati addosso. Il Mamba Nero, 34 anni, è stato letteralmente surclassato dal nuovo fenomeno Kevin Durant, anche se poi KD35 si è dovuto arrendere in Finale al più straripante LeBron James che ha trascinato gli Heat alla vittoria del titolo per 4-1: in Finale OKC ha pagato a caro prezzo un infortunio/acciacco occorso a James Harden.
Ma mentre a Miami si celebra il secondo anello di questo Universo (il primo arrivò nella prima stagione del Primo Mondo, 4-2 contro di noi), a El Segundo è già tempo di processi feroci. Sono già al lavoro nel mio ufficio quando fuori cominciano a volare pietre contro le vetrate della sede dei Lakers. I tifosi vedono una squadra che non ha più un futuro, sanno che il Black Mamba non potrà più essere quello del back-to-back 2009-2010; è un momento chiave nella storia yellowiola. Tirare ancora avanti col vecchio gruppo, puntellandolo il giusto che serve per tornare a competere, o fallout nucleare totale con cessioni illustri? A El Segundo l'aria si è fatta pesante: l'ufficio è piccolo e John Kuester non la smette di fare puzzette.


I risultati delle Conference Finals

Western Conference
Oklahoma City Thunder - Los Angeles Lakers 4-1

Eastern Conference
Philadelphia 76ers - Miami Heat 1-4

NBA FINALS

Oklahoma City Thunder - Miami Heat 1-4