I Los Angeles Lakers rinforzano la squadra firmando dai
free agent con un triennale Sasha Vujacic, 28 anni, già campione Nba in maglia yellowiola nel
Back to Back 2009-2010. Intanto la squadra piastrella i Detroit Pistons e
veleggia su di un record di 8-4.
1.
Zen, why Vujacic?
“Siamo coperti in tutti i ruoli ma ci
siamo accorti di non avere nessuno specialista affidabile sugli scarichi,
intendo una ‘sentenza’ piedi a terra wide-open alla Stojakovic. Inoltre Sasha
conosce già il Triple Post Offense e i compagni, è uno che può giostrarsi su
più ruoli (play, guardia, ala piccola), sia in attacco, sia in difesa: e passa
bene. Senza considerare che ci è costato due lire (triennale da poco più di 2 mln di dollari, ndr), è ancora fresco (28 anni) e può essere un eventuale sostituto il prossimo anno per Matt Barnes, che potrebbe non rinnovare.”
2.
Otto vinte, 4 perse, un classico record
barbatrucchico da pre All Star Game
“Senza quei clamorosi due tiri da un
millimetro usciti a Dallas e Phoenix potevamo essere anche a 10-2, comunque
sono soddisfatto dell’8-4, anche se i Chicago Bulls ci hanno dato una
dimostrazione di forza che ci ha fatto capire la lontananza che c’è ancora
dall’essere una sicura contender.”
3.
Come prosegue l’inserimento di Michael Beasley?
“Il giocatore di natura è uno senza mezze
misure e su questo c’è poco da fare: è capace di farti una partita da 3 punti e
1/12 al tiro e poche ore dopo di fartene una da 30 e 15 rimbalzi. Quando non è
in serata deve rimediare con altro, deve essere in grado di creare movimento
anche senza palla, deve capire che un taglio, uno spazio creato o un assist se
non possono creare due punti per lui, possono farlo per un compagno. E due
punti sono sempre due punti che entrano alla causa della squadra.”
4.
Sorprendono ancora una volta in negativo i San
Antonio Spurs…
“Evidentemente lì c’è qualcosa che non
quadra. Dopo l’inspiegabile penultimo posto dell’anno scorso (anche se privi di Ginobili nella prima parte di stagione), ora sono solo
settimi a Ovest con un roster che ha Tony Parker, Manu Ginobili, Tim Duncan,
DeJuan Blair e anche un rookie ‘futuro Hall of Famer” (Flavio Tranquillo dixit)
come Anthony Davis. Dev'esserci un 'bug' nello spogliatoio...”
5.
Miami intanto sta già dominando in testa alla
Nba con 11 vinte e sole 3 perse
“Sono i campioni in carica, hanno già
vinto due titoli in tre stagioni di questo Universo, seppur uno nel Primo
Mondo, quello pre SIM-World. A Est la concorrenza è minima; con il probabile calo
dei Boston Celtics per una questione d’età, tra gli Heat e la Finale ci sono
solo eventualmente i Chicago Bulls.”
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