“Re Nowitzki ha già abdicato”. “Wunderlost”. “Dallas Never-more-rings”. Sono solo alcune headlines dei newspepa dopo la sconfitta dei campioni in carica in garaquattro all’AA Center. Coach Carlisle li ha stampati tutti, li ha fotocopiati e li ha incollati ovunque: dentro l’aereo che ha portato la squadra a LA Land, nella hall dell’albergo, nelle camere dei giocatori, negli spogliatoi dello Staples Center.
L’effetto ottenuto? Lakers 70, Mavericks 77, serie riaperta e si ritorna a Dallas per garasei! Cla-mo-ro-so. Tutti i network stavano già muovendo i loro reporter verso Miami per le preview delle Finals contro i Lakers, tutto il merchandising della Lega stava già stampando i gadget della sfida tra LeBron e Kobe, tutta la programmazione televisiva era già stata reimpostata in vista delle Finali. Tutto da rimettere nel cassetto.
E proprio i due sotto accusa, ovvero Dirk Nowtzki e Tyson Chandler, non ci stanno. Il pivot torna ad essere il muro difensivo che ha cambiato, last year, la stagione dei Mavs, mentre il tedesco svolta incredibilmente di 360° il suo essere, contribuendo con altro "materiale" là dove, per la terza gara consecutiva, non riesce più. Il Wunder, infatti, va incontro all’ennesima gara inesistente in attacco (addirittura solo 3 punti con 3/13 dal campo!), ma gira la partita lavorando di rimbalzi (13) e assist (4) innescando la contraerea formata dai due Jason: Kidd, Mvp again a 39 anni accarezzando again la tripla doppia con 16 punti, 8 rimbalzi e 9 assist, e Terry (19 punti, 7 rimbalzi). E siccome anche Caron Butler di “boards” ne ha presi ben 7, emerge come da questo terzetto di piccoli che non supera i due metri siano usciti ben 22 rebounds! E’ stato l’aspetto, insieme alla difesa, che ha consentito ai Mavs di espugnare per la seconda volta lo Staples in questa serie.
La loro partenza è subito forte (4-13), noi rimontiamo subito con 8 punti di Artest (16-17), torniamo ancora sotto (20-27), rimontiamo e passiamo avanti con la panchina e i giochi a due tra Odom e Barnes (38-34), e andiamo ancora sotto all’intervallo (38-42). Ma è un fatto ad inizio terzo quarto che ci fa capire come gira, ovvero Kobe da tre dall’angolo che prende il palo colpendo il lato del tabellone. Era wide-open... Mai visto prima. Così come era stata mai vista prima una dunk violentissima di Tyson Chandler in rimorchio, in testa a tutta la difesa losangelina (38-44), con il pivot a puntare i due indici verso il Mamba, in segno di sfida. Noi riusciamo ancora a tirarci su con la panchina, salendo anche a +5 a 41” dalla fine del terzo quarto (57-52) a coronamento di break purple&gold di 19-8. Poi non segniamo più. Ci impiantiamo a quota 57 per i primi 4’ dell’ultimo periodo, dove Dallas pareggia, sorpassa e se ne va via sulle triple di Kidd e DeShawn Stevenson, con Marion dentro e Nowitzki in panchina. A 6’ dalla fine Tyson Chandler da sotto deposita il +9 Mavs e il mostruoso break è servito: dal 57-52 per noi al 57-66 per loro. Quattordici a zero. Stesi. O meglio, litterally stritolated dalla loro difesa. Serve a poco risalire fino a -6. L’asse Nowitzki-Kidd ci tira giù la sbarra. Il Wunder smarca divinamente wide open Giasone che a -1’56” chiude tutte le questioni infilzandoci con la bomba del 66-75. Noi, che chiuderemo la partita con il 36% al tiro (…), alziamo definitivamente bandiera bianca. Kobe, stremato (19 punti, 7/19 dal campo) ha lo sguardo perso nel vuoto.
Era la gara che ci avrebbe riproiettato alle Finals dopo due anni. E invece si riapre tutto con il fattore campo che salta per la quarta volta consecutiva in questa serie. 3-2 Lakers ancora, ma adesso per garasei si va a Dallas, in una città tornata in ebollizione: sente tutta l’aria dell’impresa impossibile. Che ora impossibile non lo è più.