Friday, December 30, 2011

Western Conference Finals, game 5: LA Lakers - Dallas Mavericks

“Re Nowitzki ha già abdicato”. “Wunderlost”. “Dallas Never-more-rings”. Sono solo alcune headlines dei newspepa dopo la sconfitta dei campioni in carica in garaquattro all’AA Center. Coach Carlisle li ha stampati tutti, li ha fotocopiati e li ha incollati ovunque: dentro l’aereo che ha portato la squadra a LA Land, nella hall dell’albergo, nelle camere dei giocatori, negli spogliatoi dello Staples Center.
L’effetto ottenuto? Lakers 70, Mavericks 77, serie riaperta e si ritorna a Dallas per garasei! Cla-mo-ro-so. Tutti i network stavano già muovendo i loro reporter verso Miami per le preview delle Finals contro i Lakers, tutto il merchandising della Lega stava già stampando i gadget della sfida tra LeBron e Kobe, tutta la programmazione televisiva era già stata reimpostata in vista delle Finali. Tutto da rimettere nel cassetto.
E proprio i due sotto accusa, ovvero Dirk Nowtzki e Tyson Chandler, non ci stanno. Il pivot torna ad essere il muro difensivo che ha cambiato, last year, la stagione dei Mavs, mentre il tedesco svolta incredibilmente di 360° il suo essere, contribuendo con altro "materiale" là dove, per la terza gara consecutiva, non riesce più. Il Wunder, infatti, va incontro all’ennesima gara inesistente in attacco (addirittura solo 3 punti con 3/13 dal campo!), ma gira la partita lavorando di rimbalzi (13) e assist (4) innescando la contraerea formata dai due Jason: Kidd, Mvp again a 39 anni accarezzando again la tripla doppia con 16 punti, 8 rimbalzi e 9 assist, e Terry (19 punti, 7 rimbalzi). E siccome anche Caron Butler di “boards” ne ha presi ben 7, emerge come da questo terzetto di piccoli che non supera i due metri siano usciti ben 22 rebounds! E’ stato l’aspetto, insieme alla difesa, che ha consentito ai Mavs di espugnare per la seconda volta lo Staples in questa serie.
La loro partenza è subito forte (4-13), noi rimontiamo subito con 8 punti di Artest (16-17), torniamo ancora sotto (20-27), rimontiamo e passiamo avanti con la panchina e i giochi a due tra Odom e Barnes (38-34), e andiamo ancora sotto all’intervallo (38-42). Ma è un fatto ad inizio terzo quarto che ci fa capire come gira, ovvero Kobe da tre dall’angolo che prende il palo colpendo il lato del tabellone. Era wide-open... Mai visto prima. Così come era stata mai vista prima una dunk violentissima di Tyson Chandler in rimorchio, in testa a tutta la difesa losangelina (38-44), con il pivot a puntare i due indici verso il Mamba, in segno di sfida. Noi riusciamo ancora a tirarci su con la panchina, salendo anche a +5 a 41” dalla fine del terzo quarto (57-52) a coronamento di break purple&gold di 19-8. Poi non segniamo più. Ci impiantiamo a quota 57 per i primi 4’ dell’ultimo periodo, dove Dallas pareggia, sorpassa e se ne va via sulle triple di Kidd e DeShawn Stevenson, con Marion dentro e Nowitzki in panchina. A 6’ dalla fine Tyson Chandler da sotto deposita il +9 Mavs e il mostruoso break è servito: dal 57-52 per noi al 57-66 per loro. Quattordici a zero. Stesi. O meglio, litterally stritolated dalla loro difesa. Serve a poco risalire fino a -6. L’asse Nowitzki-Kidd ci tira giù la sbarra. Il Wunder smarca divinamente wide open Giasone che a -1’56” chiude tutte le questioni infilzandoci con la bomba del 66-75. Noi, che chiuderemo la partita con il 36% al tiro (…), alziamo definitivamente bandiera bianca. Kobe, stremato (19 punti, 7/19 dal campo) ha lo sguardo perso nel vuoto.


Era la gara che ci avrebbe riproiettato alle Finals dopo due anni. E invece si riapre tutto con il fattore campo che salta per la quarta volta consecutiva in questa serie. 3-2 Lakers ancora, ma adesso per garasei si va a Dallas, in una città tornata in ebollizione: sente tutta l’aria dell’impresa impossibile. Che ora impossibile non lo è più.

Thursday, December 29, 2011

Western Conference Finals, game 4: LA Lakers - Dallas Mavericks



C A P O L A V O R O    L A K E R S! E processo, ferocissimo, della stampa texana a Dirk Nowtkzi. L’Mvp delle Finals 2011, dopo i 7 punti con 3/8 al tiro in gara tre, disputa un’altra partita da pesante j’accuse che le pur scarse cifre (10 punti, 5/12, 4 perse) non riescono nemmeno a spiegare. L’ultimo quarto di Wunderdirk è una tregenda tedesca: lento, lentissimo, si fa intercettare i passaggi, sbaglia incredibili tiri wide-open, si fa letteralmente strappare la palla dalle mani, anche in palleggio e schianta assist dietro il tabellone… Un crollo inspiegabile, quasi come quello successo a Kobe last year, proprio nella serie contro i Mavs. E l’ultimo quarto disastroso di Nowitzki non può che spianarci la strada verso un facile 80-93, anche se fino a 5’ dalla fine tutto era ancora in discussione. Ma come in game 3, ci ha pensato Metti Pace nel Mondo... 
La prima "ron-ronata" arriva a -4’50” quando un clamoroso Fisher (15 punti, 6/7 al tiro, 6 assist!) risolve un attacco ingarbugliato allo scadere dei 24” inventando un passaggio che sposta tutta la difesa Mavs mettendo Ron Ron da solo con i piedi per terra oltre l’arco: swish e +8 Lakers! (69-77). Esattamente un minuto dopo, a -3’56”, arriva il colpo di grazia, ancora con Artest che da fermo rilascia un’altra tripla, questa volta in faccia ad un sempre più spento Nowitzki: swisssh, +11 L.A. (69-80). E tanti saluti.
Ma garaquattro non è stata tutta così, anzi. Quando a metà secondo quarto siamo precipitati due volte a -12 (40-28 e 42-30) nell’AA Center aleggiava già il 2-2 nella serie. Il senso del dominio di Dallas era evidente e Jason Terry (11 punti nel primo quarto) non si fermava neanche con un uzi nove millimetri. Con l’abulico Nowitzki spedito in panchina e l’energico Shawn Marion in campo, il volto dei Mavericks era totalmente cambiato. Ora dominano, controllano, maneggiano la serie a loro piacimento, offrendoci il fianco da fuori e costringendoci ad un tiro al bersaglio dalla lunga gittata, tutte triple che finiscono sul ferro e lasciano spazio ai loro fastbreak: 11-0 il vantaggio di Dallas nei punti ottenuti su contropiede a metà secondo quarto. Poi qualcosa gira. Rientra Nowitzki e i Mavs tornano statici, mentre noi saliamo d’intensità con la panchina e produciamo un tremendo break di 17-5 che suggella la parità a quota 47 con una veemente dunk di Shannon Brown nella prima azione della ripresa. Comincia un terzo quarto memorabile, fatto di sorpassi e controsorpassi, con Caron Butler indemoniato che firma il +5 Mavs in apertura ultimo quarto (68-63). Hanno in mano garaquattro, hanno in mano il 2-2 nella serie. Nessuno può immaginare che sono in agguato una serie di clamorosi errori di Nowitzki che daranno completa via libera ai Lakers, anche se noi ci mettiamo del nostro con un esecuzione del Triple Post Offense da manuale (all'interno del quale Kobe sguazza che è un piacere) che ci porta dal -5 al +11 in sei minuti. I sei minuti che ci mettono più di un piede alle Finals e decretano virtualmente la fine dell'interregno Mavs. Re Nowitzki sembra aver già abdicato.



Kobe è l’Mvp con 27, ma in doppia cifra ci sono anche uno strepitoso Fisher – alla miglior gara dell’anno – poi Artest (11 punti, 5 rimbalzi), Odom (11 punti, 8 rimbalzi) e Gasol (10 punti, 8 boards). 3-1 per noi, mentre a Est è già tutto deciso con i tritatutto Miami Heat che piallano i Bulls in garaquattro per 96-75 e con il 4-0 sono già alle Finali Nba. Re LeBron è già sul piede di guerra. Vuole il Regno. No way.

Western Conference Finals, game 3: LA Lakers - Dallas Mavericks


“The Ron Ron Redemption!” Così titola oggi l’El Segundo Times! Metta World, che aveva fallito wide open dall’angolo la tripla del 2-0 Lakers pochi giorni fa, si è redento con l’azione ribalta-fattore-campo-again. Un minuto e 46” at the end, Mavs 75, Lakers 77 con i 21.000 e passa spettatori dell’AA Center tutti in piedi: un muro di texani esaltanti, tutti in maglietta color cobalto. Come in garadue, ancora una volta Kobe pesca Artest wide open da tre, ancora una volta Ron Ron non si tira indietro: ancora una volta la sbaglia. Ma stavolta non demorde. Nowitzki cattura il rimbalzo ed è pronto a lanciare immediatamente le guardie già corse in solitario in contropiede, un canestro certo che avrebbe sancito il 77 pari. E invece no. Ronald William Artest Jr., meglio conosciuto come Ron Artest, ora Metta World Peace, magari futuro “MWP”, si para davanti al Wunderdirk agitando le braccia a mo’ di portiere di pallavolo che aspetta il rigore. E’ un attimo, con un dito Ron Ron devia il lancio quarteback di Nowitzki, recupera palla e con i Mavs ormai tutti proiettati in fastbreak, sorprende tutta la difesa texana servendo Bynum rimasto solo in area. Dunk open! E dal quasi certo 77 pari, si passa in un attimo al +4 Lakers (73-79)!
Ma in un finale così in volata non poteva mancare il morso velenoso del Mamba Nero. Dopo il recupero chiave di Artest, infatti, Giasone Kidd scotenna la tripla del -1 che infiamma tutto il Texas (78-79) e noi siamo nella condizione di non poter fallire. Non troviamo varchi, passano i secondi, quasi scadono, quando Kobe si avvita su sé stesso in corsa e skunka la frustata del 78-83 allo scadere dei 24”! Siamo a -50” ed è il tiro che mette tutto il Texas in silenzio. I falli sistematici dilatano poi il punteggio finale sull’89-81 per noi, che ci riprendiamo subito il vantaggio del fattore campo perso in garadue. Ma Dallas, ancora una volta, ha venduto cara la pelle. Noi siamo andati un paio di volte sopra la doppia cifra di vantaggio (15-25 nel primo quarto e 52-63 nel terzo), giocando nel terzo periodo il miglior Triple Post Offense visto finora nei nostri playoff. Ma i Mavs non si sono mai arresi, nonostante un Nowitzki inesistente che chiuderà con soli 7 punti e 3/8 dal campo. E senza l’apporto del Wunder, i campioni in carica sono stati capaci di risalire più e più volte, fino a rifilarci un mostruoso parziale di 17-4 tra il terzo e il quarto quarto prendendosi completamente l’inerzia della partita e passando avanti per la prima volta a 6’30” dalla fine (69-67) grazie a Kidd, Jason Terry e ad uno Shawn Marion ispirato come ai tempi di Phoenix.
Ma nel finale in volata, The RR Redemption e l’azzannata velenosa del Black Mamba (35 punti, 12/20, 5 rimbalzi, 7 assist...) hanno vergato il 2-1 yellowpurple sui muri dell’AA Center. Mentre Miami, sbancando lo United Center, è già virtualmente in Finale sul 3-0.

Tuesday, December 27, 2011

How about Jason Kidd?


Una quasi tripla doppia a 39 anni. La prestazione di Jason Kidd a Los Angeles in garadue delle Western Conference Finals ha lasciato stupefatti: 19 punti, 8 rimbalzi, 10 assist e tutte a segno le prime 5 triple tirate. Si mobilitano tutti gli uffici della Nba per sapere quale altro 39enne in passato fu in grado di fare una prestazione simile a 39 o più anni di età."Za Master of Nba History Stats" Alp89 ne sa qualcosa? Forse Jordan ai Wizards? Forse Kareem Abdul ai Lakers?

Monday, December 26, 2011

Western Conference Finals, game 2: LA Lakers - Dallas Mavericks

6” alla fine, Lakers 96, Mavs 98, Carlisle sta ancora smoccolando in uzbeko dopo che Tyson Chandler ha appena schiantato due tiri liberi contro il ferro che potevano chiudere la partita. Time-out Zen. Rimettiamo di lato, la diamo a Kobe che viene subito raddoppiato e braccato all’istante, si libera Artest e il Mamba lo serve, come in garasette contro i Celtics nelle Finals del 2010, anche se stavolta Ron Ron è wide-open in angolo. Metta World rilascia la tripla: se entra si va 2-0 e la serie si incanala decisamente per le highway di Los Angeles, se esce Dallas va 1-1 e ribalta tutto il vantaggio del fattore campo.
La parabola di Ron Ron scheggia appena il primo ferro, rimbalzo di Nowitzki, fallo sistematico, 2/2 del Wunderdirk, +4 Dallas e tanti saluti, anche se Kobe avrà poi nelle mani la tripla dell’overtime sul 99-102. Ma, non avendo più time-out, deve slalomeggiare per tutto il campo e scagliarla rapidissimo entro 4” secondi. Esce un tiro corto, come quello di Ron Ron.  
Uno a uno gente. I Mavericks se ne fregano del massacro subìto in garauno e si presentano nuovamente allo Staples Center sfoggiando l’abito dei playoff 2011. Pick ‘n roll centrali, penetra e scarica e un controllo che si manifesta subito nel primo quarto, dove vanno subito a +10 (22-32), salvo poi essere ripresi nel 2° dalla panchina yellowiola. Ma la nostra difesa, today, non riesce a contenere i texani come in garauno e Pau Gasol non è più quello dei “37 punti in tre quarti” di qualche giorno fa. Oggi lo tengono meglio, ne metterà comunque 25, ma con 10/23 dal campo. Oggi, a dettare legge, c’è l’ossuto “Matrix” Marion, autore anche di una schiacciata memorabile proveniente direttamente dai tempi dantoniani di Phoenix. Nel secondo quarto, trainata dalle triple di Jason Terry, Caron Butler e Jason Kidd, Dallas arriva +11 (33-44), ma non riesce a piazzare il colpo del kappaò, perché di certo non stiamo a guardare. Sempre sotto nel punteggio, operiamo il primo sorpasso solo a fine terzo quarto con Odom (70-69), ma i campioni oggi sono in palla e quando Kidd segna la sua quinta tripla (su cinque!) per il nuovo +10 texano, cominciano ad essere volatili per diabetici (73-83 a 6’13” dalla fine). Ci affidiamo al duo “Lamarvellous”-Kobe per risalire la china, con il primo che converte in triple gli assist smarcanti del Mamba. E’ proprio un passaggio di KB24 a mettere Odom con i piedi per terra dall’angolo: tripla, solo rete, bolgia allo Staples, 94-96 a -1’17” e sembra riapparire all’orizzonte una sceneggiatura già vista, con i Lakers-miracolo che ribaltano lo svantaggio e vanno a vincere all’ultimo secondo. Wrong stavolta.
Vince Dallas 102-99 con Kidd clamoroso Mvp che a 39 anni sfiora una tripla doppia da 19 punti, 8 rimbalzi, 10 assist e 5/6 behind the arc. Letale Jason Terry (24), mentre Nowitzki scava il solco nel silenzio, come l’acqua sulla roccia (22 punti, 7/11 dal campo, 7 rimbalzi per il tedesco). Da noi non bastano Gasol (25 punti, 9 rimbalzi), Kobe (23 punti, 10/17, 6 rimbalzi, 8 assist) e Odom (17 from the bench). 1-1, fattore campo a loro. E mmo’ so’ ccazzi.

Miami intanto continua a macellare i Tori facendo propria anche garadue per 110-76. Se non interviene il “fattore United Center”, questa serie sembra già virtualmente chiusa.

Saturday, December 24, 2011

Western Conference Finals, game 1: LA Lakers - Dallas Mavericks

Ho passato tre notti insonni a scervellarmi su come fermare Nowitzki, su come fare contro il loro pick ‘n roll centrale che ci ha devastato in regular season. Non trovavo soluzioni, niente. Poi, in the middle of the night, mi arriva l’illuminazione improvvisa.
“Cazzo! Loro non hanno nessuno per marcarlo! Non può marcarlo Nowitzki, non può tenerlo Tyson Chandler, non può nulla Shawn Marion. Loro non hanno nessuno per marcare Gasol!” Devo solo convincerlo delle sue potenzialità...


 “Dazzi cazzo Pau! Che se vuoi sei più forte di Nowitzki!” Ogni tanto una balla a fin di bene è utile.  E cambiano tutti gli orizzonti. I  Mavericks hanno studiato il piano partita difensivo su come fermare Kobe (e di uomini ne hanno per farlo, da Terry a Caron Butler, a DeShawn Stevenson), ma non hanno pensato a quanto il Barba abbia poggiato l’intero Triple Post Offense su Pau Gasol, convincendo anche il Mamba a fargli da sponda. Ed è una carneficina.
Gasol è inarrestabile. Eleganti sottomano in virata, appoggi al vetro dopo rimbalzi offensivi e, soprattutto, letali tiri in sospensione dai cinque metri per scardinare in tutti i modi la difesa dei campioni in carica: un campionario di soluzioni offensive che si traduce in 17 clamorosi punti dello spagnolo nel primo quarto (!!!), con 8/9 al tiro e i Lakers a raggiungere il +13 sul 29-16, tirando col 62% e tenendo i Mavs al 36%! Questo fatto preoccupa un po’ solo quando Dallas, grazie ad una tripla di Wunderdirk, riesce a risalire a -4 (29-25): sono sotto solo di quattro con noi che tiriamo oltre il 60% e loro sotto il 40%? Bad signals. Ma dura poco. Quando Gasol si accomoda in panchina, interviene “l’altro che i Mavs non possono marcare”, ovvero Lamar Odom. Sfruttando le lunghe leve che gli consentono di tirare in testa ai difensori più bassi, Lamarvellous scotenna 7 punti in fila nel secondo quarto e noi decolliamo fino all’incredibile 54-38 dell’intervallo. E non è finita.
Gasol è in trance più totale e firma tutti i primi 16 punti dei Lakers della ripresa, finendo per registrarne ben 37 (con 8 rimbalzi) quando ancora mancano due minuti alla fine del terzo quarto! Si fermerà a queste cifre, perché non rientrerà più. Toccato il massimo vantaggio del +26 (80-54…), mando dentro tutte le seconde linee, mentre Odom si diverte a perforare i Mavericks ovunque. Garauno finisce 98-82, Gasol Mvp (37 punti, 15/23 al tiro, 7/8 in lunetta, 8 rimbalzi) e Odom a quota 29 con 5/5 da 2, 5/7 da tre e 6 rimbalzi. Bryant (16) si è limitato a fare da spettatore.  Nowitzki questa volta non è stato un fattore (21 punti ma innoqui) e gran parte dell’attacco è stato fagocitato da Jason Kidd che ne ha messi sì 21, ma con 7/22 dal campo. Se Giasone avesse pensato a smistarla innescando i compagni, forse la storia sarebbe stata diversa.

A Est intanto anche i Miami Heat hanno vita facile in garauno contro i Bulls: 86-73 con Dwyane Wade a quota 31 e Derrick Rose limitato a 14 punti con 3/19 al tiro…

Thursday, December 22, 2011

5 domande 5 about: Western Conference Semifinals and other things

1.      Zen è fatta, 4-1 sugli Spurs e siete alle Western Conference Finals!
“Fin dall’inizio della stagione ho ritenuto i Lakers  una squadra da semifinale, inferiori soltanto a Mavericks, Bulls e Heat. Ebbene ora siamo tutte e quattro qui: Miami, Chicago, Dallas e noi, in rigoroso ordine di quello che io ritengo sia il Ranking di queste “Final Four”.
2.      Ci parli della serie appena vinta contro gli Spurs.
“Questo articolo spiega tutto.  Abbiamo vinto garauno grazie ad un canestro inverosimile forzato da Gasol a 10” dalla fine e Ginobili che sbaglia la bomba della vittoria. Abbiamo vinto garadue con Tony Parker che fallisce wide-open il tiro per l’overtime. Abbiamo vinto garatre ai supplementari dopo che eravamo sotto di 12 punti a 3’ dalla fine e sotto di 5 a -11”. Bastava solo una folata di vento diversa e a quest’ora eravamo già in vacanza”.
3.      Resta il fatto che in questi playoff avete vinto 8 partite su 9, non può essere solo un caso di episodi favorevoli
“Si parlava di questo argomento anche ad inizio stagione, si ricorda? Quando vincemmo quattordici delle prime sedici partite, in circostanze simili, quasi tutte all’ultimo secondo. E non ero soddisfatto. Questi arrivi in volata non possono andare sempre bene e infatti partimmo con 14-2, ma finimmo la regular con 20-9, ovvero con 7 sconfitte nelle ultime 13 partite.  Non vorrei finire i playoff alla stessa maniera del campionato. Abbiamo battuto gli Spurs e questo è quello che conta, ma tutti sappiamo che quel 4-1 è fuorviante. Dobbiamo tenere i piedi per terra e considerare che San Antonio nelle prime quattro partite ha giocato meglio di noi: ergo, se contro Dallas giochiamo come contro gli Spurs, possiamo già dire addio ai playoff.”
4.      Già, Dallas. Un anno fa vi buttavano fuori 0-4 alle Western Conference Semifinals segnando la fine dell’era Phil Jackson. Ora sono di nuovo qui.
Avete l’opportunità di riscattare la storia, ho fatto scrivere sulla porta degli spogliatoi. I Mavs sono i campioni in carica, meritati, ma sappiamo tutti che i Lakers l’anno scorso avrebbero potuti batterli. Troppi casini esterni, a cominciare dalle mogli dei giocatori e per finire alle mogli dei giocatori, hanno minato quella serie. Non che ora la situazione sia tranquilla, però last year la squadra era in sfiducia e lo spogliatoio spaccato.”
5.      Quale sarà la chiave tattica della serie contro i Mavs?
“Lascio la disamina all'Avvocato Buffa, che ne sa molto più di me. Condivido in toto sul discorso degli aiuti e delle spaziature sul pick 'n roll centrale, perchè è successo nuovamente quest'anno nella gara di regular season."



Western Conference Semifinals, game 5: LA Lakers - San Antonio Spurs

Kobe sente il momento dell’attacco a chilometri di distanza. Decide che non c’è tempo per girare attorno alla preda, decide di affondare subito. A sorpresa. I San Antonio Spurs erano risaliti dal -11 al -2 nel 2° quarto con tre improvvise bombe di fila (due di Gay Neal, una di James Anderson), per un complessivo 7/12 bianconero behind the arc nei primi 18’ di gara, dove i Lakers erano partiti fortissimo (11-2, con gli Spurs a impiegare 2’30” per segnare il primo canestro) iniziando per la prima volta in vantaggio una gara di questa serie. Quando James Anderson scotenna la tripla del 43-41 a 2’ dall’intervallo, Kobe attacca. 



Like this: tre fade-away consecutivi contro Ginobili (break di 8-0 L.A. e 51-41 alla pausa lunga), tripla in apertura di terzo quarto (54-41), dunk “and one”, poi un altro 2+1 e un’altra bomba! Sono 18 punti consecutivi che il Black Mamba segna tra gli ultimi 2’ del secondo quarto e i primi 5’ del terzo, perennemente “infiammato”: è una furia che porta i Lakers dal +2 del 43-41 al + 14 del 63-49 e spezza letteralmente in due la serie. Diciotto morsi da squalo che non lasciano scampo e spediscono San Antonio anche a -20 a fine terzo quarto (84-64) con Bryant che ha già toccato quota 40, frutto di un terzo periodo clamoroso da 23 punti.
L’ultima frazione è puro garbage time. Garacinque allo Staples Center finisce 104-91, il Mamba Mvp con 40 punti e 15/24 dal campo, Odom in doppia doppia da 15 + 11 rimbalzi e i Lakers che chiudono definitivamente i discorsi sul 4-1 in una serie che verrà ricordata a lungo per i clamorosi episodi delle prime tre partite che ne hanno inevitabilmente incanalato l’esito. Che poteva essere molto ma molto diverso.

Dunque sarà Los Angeles Lakers vs Dallas Mavericks l’attesa sfida delle Western Conference Finals, alle quali i campioni in carica ci sono arrivati sovvertendo sempre l’iniziale svantaggio del fattore campo, sia nel primo turno contro i Phoenix Suns, sia al secondo turno contro gli Utah Jazz.  Grosso rischio a Est per i Chicago Bulls! In vantaggio per 3-0, i Tori dell’Illinois si sono fatti clamorosamente rimontare sul 3-3 dai sempre più sorprendenti Milwaukee Bucks, che alla fine hanno ceduto ai Tori dell’Illinois per 101-66 in garasette allo United Center. Milwaukee nel primo turno aveva fatto fuori i Boston Celtics per 4-2 con lo svantaggio del fattore campo e trascinando Chicago fino a garasette si guadagna di diritto il titolo di “Squadra rivelazione 2012”.

I risultati delle Semifinali di Conference

Western Conference
Los Angeles Lakers – San Antonio Spurs 4-1
Utah Jazz – Dallas Mavericks 0-4

Eastern Conference
Miami Heat – Atlanta Hawks 4-1
Chicago Bulls – Milwaukee Bucks 4-3

Western Conference Finals
Los Angeles Lakers - Dallas Mavericks

Eastern Conference Finals
Miami Heat - Chicago Bulls

Wednesday, December 21, 2011

Believe it or Not! Spurs avanti per 152 minuti su 165 eppure sotto 1-3 nella serie



Ball don't lie or numbers don't lie? Lakers-Spurs sta diventando un caso. La stampa si sta spaccando in due. La serie sul 3-1 per L.A. è già chiusa, dicono in molti. Ma è veramente così? I numeri sembrerebbero dire il contrario...
Game 1. Gli Spurs comandano allo Staples Center per 39 minuti e 14 secondi, con un max vantaggio di +12 e un inizio di ultimo quarto sul +7. Ma vincono i Lakers 89-86: Ginobili sbaglia la bomba della vittoria a 5” dalla fine.
Game 2. Gli Spurs comandano allo Staples Center per 34 minuti. Massimo vantaggio, +9. Parker sbaglia il tiro che avrebbe portato al supplementare e vincono i Lakers 87-85.
Game 3. Gli Spurs comandano all’AT&T Center per 39 minuti e 56 secondi. Max vantaggio: +16. San Antonio era avanti di 12 punti a 3 minuti dalla fine (84-72) e di 5 a 11” dalla fine (87-82). Ma vincono i Lakers al supplementare per 98-92…
Game 4. Gli Spurs comandano per 40 minuti. Massimo vantaggio sul +26 e vittoria San Antonio per 119-95.

Dunque i San Antonio Spurs sono stati in vantaggio per 152 minuti complessivi su 165 e in tutte le quattro gare il massimo vantaggio è stato bianconero (+12 in garauno, +9 in garadue, +16 in garatre e +26 in garaquattro). Gli Spurs hanno segnato 382 punti, i Lakers 369...  I numeri dicono che gli Speroni stanno dominando, eppure i Lakers conducono la serie per 3-1. Chi mente? La palla o i numeri? Lo scopriremo a giorni.

Tuesday, December 20, 2011

Western Conference Semifinals, game 4: LA Lakers - San Antonio Spurs


“BEAT L.A! BEAT L.A! BEAT L.A.!” Il coro della marea nera sugli spalti dell’AT&T Center rimbomba da San Antonio fino a Los Angeles quando gli Spurs toccano il +26 a due minuti dalla fine. Questa volta non c’è tempo per miracoli. Quando suona la sirena sul 119-95 un chiaro messaggio arriva dai bianconeri: “questo turno non lo passerete così facilmente".
E la San Antonio vista in game #4 non solo non ha alcuna intenzione di farcelo passare, ma ha tutte le carte in regola - partita dopo partita - per riaprire questa serie. A partire dal secondo quarto ci hanno letteralmente dominati. Ed è un errore pensare che sul 3-0 forse inconsciamente possiamo esserci rilassati. No no. Abbiamo affrontato questa garaquattro per andare a chiudere subito la serie, ma gli Spurs l’hanno giocata a livelli a noi sconosciuti. Difesa impenetrabile, percentuali altissime frutto di una circolazione di palla chirurgica, fatta di tagli smarcanti, blocchi granitici e frenetici ribaltamenti di lato: proprio il ribaltare con passaggi lob veloci dal lato debole al lato forte ci ha totalmente indebolito la difesa, come parlano i 59 punti subiti all’intervallo (contro i 44 nostri) e i 119 a fine gara. Tony Parker (Mvp con 20 punti, 7 rimbalzi e 9 assist), Manu Ginobili (21 punti, 8/13), Richard Jefferson e la variabile impazzita James Anderson from the bench (letali le sue bombe), hanno dominato. A inizio ultimo quarto riusciamo ad avviare un’insperata rimonta passando dal -19 al -10 nel giro di pochi minuti, ma arrivati sull’86-76 gli Spurs ci rovesciano addosso un contro parziale devastante di 19-5 che non ci lasciava più fiato. Il massimo vantaggio San Antonio lo tocca sul 117-91, quando ormai tutte le panchine sono in campo e i titolari di entrambe le squadre riposano in vista di gara cinque.
Gli Spurs ce l'hanno detto chiaro e tondo: non ci schiodiamo, siamo ancora qui. 

Monday, December 19, 2011

Western Conference Semifinals, game 3: LA Lakers - San Antonio Spurs

Clamoroso. Era finita. Stra-andata. Quando sull'86-82 Spurs a 11" dalla fine Tim Duncan subiva il fallo sistematico dei Lakers e si avviava verso la lunetta per i due tiri liberi, il pubblico in delirio già aveva in tasca l'1-2 nella serie. Quello che è successo dopo entrerà nella storia di questo campionato.

Duncan fa 1/2 in lunetta e gli Spurs sono sull'87-82. E' finita, ma Bryant ci vuole comunque provare e si fa servire con un passaggio lungo per tentare alla disperata da tre... segna!!! Spurs 87, Lakers 85 a 5" dalla fine! Ma il possesso agli Spurs non lascia comunque scampo ai Lakers. Senonchè Kobe s'inventa la giocata dell'anno: con un tempismo al millimetro di secondo riesce ad intercettare la rimessa da fondo campo deviandola di un nonnulla, riesce a recuperare palla da terra e a fiondarsi dentro l'area alla cieca. Fischio arbitrale... fallo sull'entrata di Kobe! Pazzesco. A 4" dalla fine il Mamba va in lunetta sul punteggio di 87-85 per San Antonio. Kobe proviene da un 1/3 ai liberi nel primo tempo, ma la mano non gli trema: buono il primo, buono il secondo, parità clamorosa a quota 87! Ma non è finita, perchè gli Spurs hanno l'ultima azione: si va su Parker, il francesino si libera a suon di finte e lascia partire il tiro della vittoria ad altezza lunetta sul suono della sirena. Ferro. Supplementari! L'AT&T Center è incredulo. San Antonio era avanti di 12 a 3' dalla fine (84-72) ed era avanti di 5 a -11". Overtime. Pazzesco.
E come poteva finire il tempo supplementare dopo un ribaltone del genere? Right, a tinte gialloviola. A 61" dalla fine il 6° fallo di Ginobili manda Kobe in lunetta e con un 2/2 è +1 L.A. (92-93), poi il Mamba fa la seconda magia a 51" dalla fine: ruba palla a Richard Jefferson e lancia Fisher verso il contropiede solitario  (92-95)! E' la giocata che vale tutto, soprattutto quando Gary Neal wide open da tre manda sul ferro la tripla del pareggio a -13". I falli sistematici fisseranno poi il punteggio sul 92-98 Lakers. Il pubblico è attonito.
Anche perchè, per la terza gara consecutiva, i San Antonio Spurs hanno comandato. Tony Parker segna 17 punti in un primo tempo stratosferico, anche se gli Speroni non riescono ad andare oltre il +7 del 38-31. Ma nel terzo quarto la squadra di Popovich domina e si issa sul +16, trainata dalle triple di Richard Jefferson e dalle incursioni di Anderson (56-40). Noi siamo stritolati dalla loro difesa.
Kobe (solo 7 punti nei primi due quarti) commette ancora troppi errori e quando Jefferson a 3' dalla fine della partita brucia la retina da tre portando gli Spurs sul +12 del 84-72 la gara è virtualmente chiusa. L'AT&T Center, con tutti gli spettatori vestiti di nero, è una bolgia irrefrenabile. L'1-2 nella serie rimette tutto in discussione. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare l'esito degli ultimi pazzeschi secondi.
3-0 Lakers, Gasol sontuoso (17 punti, 18 rimbalzi), Parker (25 punti, 7 assist) e Duncan (18 punti, 13 rimbalzi) in losing effort (Ginobili ancora nullo con soli 11 punti e 6 falli). Sono i 27 punti di Bryant nella ripresa (34 in totale), con quella clamorosa rubata dalla rimessa da fondo, che proiettano virtualmente i Lakers già alle Finali della Western Conference contro i Dallas Mavericks.
Già, perchè anche le altre sono tutte sul 3-0 (Jazz-Mavs 0-3, Heat-Hawks e Bulls-Bucks) per cui le Conference Finals sono già belle che delineate: Lakers-Mavs, Heat-Bulls...


Sunday, December 18, 2011

Western Conference Semifinals, game 2: LA Lakers - San Antonio Spurs

“Donne, è arrivato lo sradicaferri, sradicaferri e ombrellaio. Smonta anelli, tabelloni, strutture. Donne, è arrivato lo sradica ferri…”
Ci sono partite alla fine delle quali metti un segnalibro, perché lì dovrai tornare se ti chiederanno “quando realmente” è iniziata la carriera di tal giocatore. Su Los Angeles Lakers – San Antonio Spurs 87-85, garadue delle Western Conference Finals, c’è già il primo segnalibro del progetto yellowiola per eccellenza: Devin Ebanks.
Dopo che in tutta la regular season aveva collezionato più n.e. che canestri realizzati, dopo che in tutto il primo turno di playoff contro i Clippers non si era mai alzato dal pino, lo “sradicaferri” irrompe sulle scene di garadue dal nulla con 15 punti nel secondo tempo, firmando in calce tutte le azioni decisive alla stregua del miglior Bryant. E firmando anche azioni come queste...


Garadue rispecchia in toto garauno. Gli Spurs comandano, ma il fatto preoccupante è che lo fanno senza Ginobili, questa volta cancellato da Artest. Nel secondo quarto un break bianconero di 13-2 ci spedisce a -9 (25-34); da noi segna solo Odom (9 punti nei "secondi 10 minuti") e solo grazie ad una bomba di Kobe a 1" dall'intervallo riusciamo ad andare alla pausa lunga sotto solo di 4 punti (37-41), pur tirando col 38%. Dopo un minuto e mezzo dall'inizio della ripresa Tim Duncan commette il suo quarto fallo ed è costretto ad uscire: ciò ci consente di rimanere aggrappati al match, sempre grazie a "Lamarvellous" che è un rebus irrisolvibile sia per Timoteo, sia per McDyess.
Il fatto che il primo vantaggio Lakers avvenga soltanto a sei minuti dalla fine della partita (66-65) la dice lunga sul comando emotivo che San Antonio ha sulla gara. Ma qui entra in gioco il Barba. Annuso nell'aria che è arrivato il momento di un cambio strutturale improvviso senza dare tempo agli Spurs di adeguarsi.
Mi prendo tutta la responsabilità di mettere in panchina nei momenti decisivi "Mr. Clutch Shot" Derek Fisher e l'uomo che sta cancellando Ginobili, Ron Artest. Vado negli ultimi cinque minuti con un quintetto atletico composto da Brown, Bryant, Ebanks, Odom, Gasol.
All'inizio sorprendiamo Popovich e una tripla di Lamarvellous sembra addirittura farci decollare (74-70), ma l'arrivo sul filo di lana è in agguato.
A -1’55” Tony Parker perfora la difesa yellowiola e suggella il pareggio: 77-77. I Lakers attaccano, Shannon Brown si butta in mezzo ma viene stoppato, la palla vaga tra una selva di gambe, Ebanks è il più lesto a catturarla e a vedere Odom libero nell’angolo da tre. Lo serve e “Lamarvellous” ringrazia: 82-79 Lakers a 57" dalla fine! Ci pensa Ginobili ad accorciare con un 2/2 a -46” (82-81), ma l’azione successiva Ebanks s’inventa il numero. Solitamente è Kobe che si prende responsabilità di questo genere, ma “D.E.” è in trance agonistica: circumnaviga la linea da tre, vede un varco nella difesa, si butta dentro, rilascia un semigancio in corsa, la palla fa due giri attorno all’anello e si accomoda placida dentro la retina a -33”: Lakers 84, Spurs 81! Ma non è finita: Antonio McDyess sorprende Odom dai 5 metri e gli piazza la sospensione del -1 Spurs a 10” dalla fine (84-83), mentre Kobe non sbaglia dalla lunetta sul fallo sistematico bianconero (86-83 a -14”). Time-out San Antonio. Per evitare un nuovo piazzato di McDyess decido di mettere dentro Ron Ron in ala grande al posto di Odom. Rimessa Spurs… palla a Parker… il francesino si butta dentro e all’altezza della lunetta lascia partire il suo classico tiro ad una mano proteso in avanti… secondo ferro..rimbalzo di Artest! Fallo sistematico, Ron Ron fa 1/2 ai liberi ma basta e avanza. Lakers 87, Spurs 83 e il tiro realizzato allo scadere da Parker non serve più a nulla (87-85). 2-0! DAI CAZZO!!!

L'Mvp viene dato immeritatamente a Kobe Bryant (21 punti, 5 rimbalzi), ma il vero Most Valuable Player è stato Devin Ebanks, con 15 punti nella ripresa, dei quali almeno 10 nell'ultimo quarto. Ma soprattutto, il fatto di decidere così una gara di Western Conference Semifinals dopo un anno intero passato in panchina, dimostra che Ebanks ha le "huevos" per diventare un futuro campione. Devastante anche l'impatto di Odom con 19 punti from the bench. Nonostante un Ginobili ectoplasmatico (11 punti, 3/13 al tiro) e un Duncan messo fuori uso dai falli, gli Spurs hanno nuovamente comandato per larga parte della gara, sfiorando ancora una volta la vittoria (anche grazie alla surprise from the bench, il play Quinn). Ora la serie si sposta a San Antonio e lì non ci faranno sconti.


Tutte sul 2-0 anche le altre serie. I Mavs campioni in carica comandano sui Jazz vincendo la seconda partita consecutiva a Salt Lake City. Miami è 2-0 su Atlanta e Chicago è 2-0 su Milwaukee.

Saturday, December 17, 2011

Western Conference Semifinals, game 1: LA Lakers - San Antonio Spurs

Los Angeles Lakers vs San Antonio Spurs. Nove titoli negli ultimi tredici anni del Real World se li sono spartiti loro . Entrambe sono ancora qui. Significa che una delle due tra poco più di una settimana sarà ancora alle Western Conference Finals, a più di un decennio di distanza dal loro primo titolo (1999 gli Spurs, 2000 i Lakers dell’era Kobe). Una longevità ai vertici con pochi eguali nella storia della Nba. La posta in palio è altissima, tutti avevano previsto una guerra. E guerra è stata… 

Gli Spurs non sono quelli affrontati e battuti facilmente durante la regular season. Quando entrano nei playoff entrano in “modalità taglialegna” e questa volta hanno DeJuan Blair, che nella gara di campionato non c’era per infortunio. E cambia tutto. Noi veniamo da quattro partite dove di fronte ci siamo trovati la difesa blanda dei Clippers e l’impatto con quella degli Spurs è traumatico: 2-12 per San Antonio in avvio (noi 1/6 al tiro), poi 8-18 e 13-25 a fine primo quarto. Lo Staples è ammutolito. Gli Speroni stanno comandando e Ginobili sembra quello del 2007: strappa anche a Bryant un paio di palloni direttamente dalle mani, volando poi a schiacciarli in contropiede! Il White Mamba ha tutta l’intenzione di dettare legge nel tempio del Black Mamba, ma KB24 non sta a guardare anche se i 22 punti all’intervallo li predica nel deserto. Se il dominio di Ginobili arriva all’interno di una coralità diffusa dove spiccano anche Tony Parker, Tim Duncan, Richard Jefferson e DeJuan Blair (implacabile nei rimbalzi offensivi concedendo molte “seconde chance” di attacco agli Spurs), quello di Kobe è fatto solo di forzature ed estemporanee iniziative personali. Che non è giornata lo si intuisce anche dalla bomba da metacampo di Parker sulla sirena dell’intervallo (38-46)…
Tentiamo di aggrapparci alla partita nel terzo quarto trainandoci su fino al -4 (52-56), ma ancora Ginobili, coadiuvato da James Anderson, ci ricaccia a -11 facendo sprofondare sulle sedie i 19.000 dello Staples Center. E’ giunto il momento: zona 1-3-1!  Volevo riservarla per altri momenti della serie ma qui si mette veramente male. Con la 1-3-1 blocchiamo gli Speroni, li mandiamo un po’ in confusione e complice due bombe di Odom, una delle quali a 1” e 4 decimi dalla terza sirena, riusciamo a piazzare un break di 10-0 che ci dà un insperato -1 a 10 minuti dalla fine (64-65)! Rimonta completata? Manco per idea. L’inizio del quarto quarto vede Tim Duncan dominare il post basso e con Ginobili sgusciante ripiombiamo di nuovo a -7 (67-74) consegnando di fatto garauno nelle mani dei bianconeri. Consegnando di fatto garauno nelle mani dei bianconeri?? MAI! Ci rimettiamo in carreggiata alternando le zone (1-3-1 e 2-3) e a -1’05” Gasol da sotto apre il finale infuocato (83-84!). L’azione dopo Kobe devia un passaggio interno di Parker, serve Odom e “Lamarvellous” piazza il primo vantaggio Lakers di tutta la partita: a 46” dalla fine! Lo Staples esplode e si riammutolisce pochi secondi dopo quando Tim Duncan deposita nella retina un elegantissimo semigancio dalla linea di fondo che non lascia scampo (85-86, +1 Spurs a -28”). Andiamo ancora da Gasol centro, fa a sportellate con Timoteo, Pau forza all'inverosimile tutto storto... e segna!!! 87-86 Lakers a -10” e time-out Popovich! Rimessa da centrocampo, problemi di assestamento, Ginobili improvvisamente sgancia una tripla forzata a 5” dalla fine. Ferro. Fallo su Kobe (31 punti), 2/2 del Mamba, Parker  col tiro dell'Ave Maria da un canestro all'altro prende il ferro (...) e garauno delle Western Conference Finals è nostra per 89-86!

Un sontuoso Ginobili (30 punti) rovina tutto con una scelta più che discutibile nel finale, affrettando da tre quando poteva scegliersi tranquillamente una conclusione più facile da due. Parker (18 punti) e DeJuan Blair (13 rimbalzi) si mangiano le mani. 1-0 Lakers. Ma la guerra è soltanto all'inizio.

Friday, December 16, 2011

5 domande 5 about: First Round and other things

1.      Zen, 4-0 facile e i Clippers sono stati spazzati via.
“4-0 sì, facile è stata solo garaquattro. Sono poi convinto che se avessero vinto almeno una delle prime due partite (entrambe finite agli ultimi secondi), poi la serie si sarebbe trasformata in una battaglia. Loro sono una squadra molto giovane, dunque con l’umore molto soggetto ai risultati. Aver perso agli ultimi secondi sia garauno, sia garadue li ha messi in ginocchio”

2.      Qual è stata la chiave della serie?
“L’esperienza emotiva, una cosa che non si vende al supermercato. Non hanno avuto il sangue freddo di chiudere garauno, che avevano saldamente in mano e l’avevano praticamente vinta. Poi una volta sotto 0-2 si sono fatti prendere dalla foga, alternando in garatre e in garaquattro momenti disastrosi da finire anche a -20, ad altri esaltanti da recuperare tutto lo svantaggio. Un andamento skizofrenico generato da un forte conflitto tra la loro energia fisica (che è stata sempre ai massimi livelli in tutte le partite) e la loro energia emotiva (che è scemata con l’avanzare della serie). Tipico da squadra giovane e inesperta,”
3.      Che mi dice di Thunder e Celtics fuori al primo turno
“L’eliminazione di Oklahoma City mi ha lasciato stupefatto: 2-4 contro i Jazz, chi l’avrebbe mai detto? Boston ha pagato a caro prezzo garauno persa di un punto: quella sconfitta ha raddoppiato le energie dei Bucks. La serie Celtics-Bucks è probabilmente la sliding door di Lakers-Clippers: se avessimo perso "da game 1" i Velieri sarebbero decollati, proprio come i giovani Bucks. Non dico che ci avrebbero eliminato, ma probabilmente ci avrebbero forzato a garasette.”
4.      Ora sotto con i San Antonio Spurs, un accoppiamento favorevole: non avete mai avuto nessun problema a battere gli Speroni, in tutti e tre gli Universi.
“E’ una squadra vecchio stampo, come la nostra e con squadre di questo genere, solitamente non abbiamo problemi… in regular season. Ma quello dei playoff è il loro ambiente, sono animali da battaglia e benché non lottino per il titolo ormai dal lontano 2007, hanno i campioni col cuore dei campioni. Sanno come amministrare, sanno cosa fare nei momenti decisivi, sanno difendere, e Gregg Popovich li starà preparando in un campo di addestramento della CIA. Sarà una guerra.
5.      Quale sarà la vostra chiave tattica?
“Isolare Tony Parker impedendogli il passaggio di ritorno (appena smista il primo pallone Fisher o Blake si frappongono tra lui e la palla per non farlo ricevere più) e piazzare Ron Ron su Ginobili. E speriamo che Kobe "scarichi" tutto sul campo il suo momento difficile (il divorzio da Vanessa)." 

First Round, game 4: LA Lakers - LA Clippers



La mattina di garaquattro De Andrè Jordan riceve via cell la notizia dell'acquisto di Chris Paul. L'attenzione dei Clippers è distratta dall'evento, già pregustano l'inizio della prossima stagione. Sotto 0-3, con tre giocatori che sanno già di non far più parte dei Velieri next season (Kaman, Al-Farouk Aminu, Eric Gordon), non ci si poteva aspettare nessuna sorpresa: vinciamo anche da game 4 (92-85), sweappiamo via la vecchia versione dei Clips e avanziamo alle Western Conference Semifinals contro i San Antonio Spurs.
Le avvisaglie che questa garaquattro sarebbe stata una passeggiata le abbiamo fin dai primi minuti, dove andiamo 9-2 con tre triple feroci, due di Ron Ron Artest che chiuderà flirtando addirittura con una tripla doppia (11 punti, 7 rimbalzi, 7 assist!). Andiamo anche sul 32-17, poi tutto il resto è amministrazione. Compreso Kobe (31 punti).

Sorprese dagli altri campi. Gli Oklahoma City Thunder, terzi in regular season a Ovest, vengono eliminati 2-4 dagli Utah Jazz e i Dallas Mavericks emergono da uno 0-2 contro i Phoenix Suns eliminandoli in Arizona in garasette. Vanno fuori anche i Boston Celtics (sorpresi 2-4 dagli arrembanti Milwaukee Bucks) e gli Orlando Magic (sconfitti in garasette da Atlanta), mentre se la cavano i Chicago Bulls: sotto 1-2 contro Philly, rimontano e vincono la "bella" allo United Center.

I risultati del primo turno

Western Conference
Los Angeles Lakers - Los Angeles Clippers 4-0
San Antonio Spurs - Golden State Warriors 4-1
Oklahoma City Thunder - Utah Jazz 2-4
Phoenix Suns - Dallas Mavericks 3-4

Eastern Conference
Miami Heat - Indiana Pacers 4-1
Orlando Magic - Atlanta Hawks 3-4
Chicago Bulls - Philadelphia 76ers 4-3
Boston Celtics - Milwaukee Bucks 2-4

Western Conference Semifinals
Los Angeles Lakers - San Antonio Spurs, Utah Jazz - Dallas Mavericks

Eastern Conference Semfinals
Miami Heat - Atlanta Hawks, Chicago Bulls - Milwaukee Bucks

Wednesday, December 14, 2011

Kobe Bryant makes 10 three-pointers in a row



In da practice, Kobe scalda la mano segnando triple a raffica (10 consecutive) in attesa di garaquattro contro i Clippers. Così come i Lakers, anche i San Antonio Spurs conducono la serie 3-0 contro i Golden State Warriors e così si profilano Western Conference Semifinals old style con la vecchia rivalità tra gialloviola e bianconeri. Intanto in da real world viene ufficializzato il passaggio di Chris Paul ai Clippers in cambio di Eric Gordon, Al Farouk Aminu, Chris Kaman e una prima scelta: il pubblico dei "Velieri" è già in fermento. Se questa serie con i Lakers sembra destinata a chiudersi presto, a partire dal prossimo anno potrebbe invece aprirsi un vero e proprio feud a L.A. Land.

First Round, game 3: LA Lakers - LA Clippers


Kobe osserva l'impressionante "muraglia rossa" dello Staples Center in versione Clippers dopo aver fiondato la tripla del +11 Lakers a due minuti dalla fine. E' il canestro della sentenza che ammutolisce il Mar Rosso. Tre a zero, signori! E qui il Barba ha tirato fuori tutta la sua esperienza di venti e passa playoff. Sul punteggio di 78 pari a sei minuti dalla fine, sapevo esattamente quale schema tirare fuori dal cilindro per andare a vincere. Ho giochicciato un po' con coach Del Negro, poi ho piazzato lo schema. Il risultato? Break di 17-4 L.A. negli ultimi cinque minuti e noi che la andiamo a vincere 95-82, chiudendo virtualmente tutti i discorsi sul 3-0. Ma abbiamo rischiato un clamoroso ritorno.
Right, perchè ci siamo fatti rimontare fino al 78 pari nonostante ci fossimo issati sul +20  a metà del secondo quarto (42-22)! Abbiamo letteralmente dominato i primi quindici minuti, anche grazie ad un sorprendente Matt Barnes (10 punti, inattese schiacciate e stoppate), ma sulla distanza i cugini poveri si sono ricomposti: trascinati da Mo Williams (25), Foye e Aminu, iniziavano una lenta rimonta fino ad impattare a metà ultimo quarto, prima che il Barba tirasse fuori il coniglio dal cilindro. Dopo i 39 punti di garauno e i 40 di garadue, Kobe qui si è "fermato" a 34... Segnati  in questa atmosfera qui...


Negli altri campi Dallas e Boston espugnano Phoenix e Milwaukee e accorciano lo svantaggio sull'1-2, ma i Philadelphia 76ers sorprendono per la seconda volta in tre gare i Chicago Bulls e passano nuovamente a condurre! Clamoroso.

Tuesday, December 13, 2011

First Round, game 2: LA Lakers - LA Clippers

Lo Staples Center esplode a 4" dalla fine quando Kobe Bryant infilza i Clippers con una freccia velenosa in fade-away da quasi 7 metri scavalcando una selva di mani: il 40° punto del Mamba è il dardo intriso di curaro che non lascia scampo: 91-87, non c'è nè spazio nè tempo per trovare l'antidoto. Due a zero Lakers. Ma ancora una volta è stata una battaglia che poteva concludersi in altra maniera, anche se la "composizione molecolare" della partita è stata ben diversa da garauno.
Se "Da game #1" fu in equilibrio per tutto il primo tempo e poi finì in mano ai Clippers per gran parte della ripresa, qui invece i Lakers dominano subito, sfruttando un'evidente pecca cronica di questi  "Velieri", evidenziata anche dal noto sito nba playbooks, ovvero la capacità di subire un contropiede dopo un canestro segnato. Ecco perchè contro i Clips non riusciamo a tenere ritmi lenti. Ti offrono sempre il fianco per colpirli subito in fastbreak. Se a questo ci aggiungiamo un Bryant in una di quelle serate dove si fonde con l'ambiente e tutto scorre fluido al rallentatore, ecco spiegato il primo quarto da 30-18 Lakers, con Kobe a imbucare 18 clamorosi punti in piena media per infrangere il record di segnature di Jordan nei playoff. Un riposo dei nostri strarting fivers consente a LAC di piazzarci uno 0-11 di break in pochi secondi riacciuffandoci subito (30-29) e così all'intervallo abbiamo un controllo relativo (52-46) con il Mamba Nero già a quota 29 punti.
Ma nella ripresa cambia la consistenza dell'aria all'interno dello Staples, cominciando a prendere i colori biancorossi. Blake Griffin non si marca (finirà con 19 punti e 13 rimbalzi), Al Farouk Aminu (19) sembra Pippen, a metà terzo quarto arriva il pareggio (59-59), poi i Clips passano per la prima volta in vantaggio con un tap-in dunk di Griffin (62-64). E ci si trascinerà così fino alla fine. Episodi again.
A -1'51" Pau Gasol circumnaviga Griffin e va ad appoggiare alla tabella il +4 LAL (89-85), Mo Williams sbaglia due rigori wide-open da crocifissione in sala mensa, ma a -28" un'entrata di Eric Gordon riapre tutto (89-87). Palla ai Lakers, se si sbaglia i Clippers hanno il tiro per l'overtime o per la vittoria. Si va dal Mamba, braccato come in una caccia alla lince. Gli impediscono di forza di avvicinarsi di più e così si gira e tira dai sette metri con sei mani addosso. Solo rete.


Per Kobe 40 punti, 6 rimbalzi e 16/21 al tiro, ma ancora una volta è Shannon "Browntown" a dare la benzina necessaria con 14 from the bench. Per la seconda gara consecutiva non è entrato Devin Ebanks, ma Kobe crede in lui fermamente: http://lakersblog.latimes.com/lakersblog/2011/12/kobe-bryant-remains-high-on-devin-ebanks.html
Nelle altre serie i campioni in carica dei Mavericks sono sotto 0-2 contro i Suns. Miami e Chicago pareggiano sull'1-1 dopo le inaspettate sconfitte casalinghe in garauno, mentre i Celtics perdono clamorosamente la seconda partita consecutiva a Boston contro i Milwaukee Bucks e sono sotto 0-2 con la serie che ora si sposta a Milwaukee.

First Round, game 1: LA Lakers - LA Clippers

Più di diciannovemila sciarpe gialloviola mulinellano dagli spalti dello Staples Center in un baccano d'inferno. Sarà che il derby Lakers-Clippers in una sfida per l'anello non c'è mai stato prima d'ora nel Real World, ma qui sembra di stare al San Paolo. Tifo indiavolato, frittatona di cipolla, famigliare di Peroni gelata e rutto libero. Tutto è pronto per l'attesissimo debutto nei playoff di nba2k12!


Ci si aspetta una battaglia furente, con percentuali parrocchiali e difese da fabbri-ferrai e invece Lakers e Clippers si sfidano a viso aperto, con punteggi alti e percentuali da cecchini. Totalmente presi dalla bolgia dello Staples Center, non ci rendiamo conto che stiamo facendo il loro gioco. Poca difesa, tiri rapidi. E' un errore, ma ci sguazziamo dentro, perchè è un bel vedere. Ma alla lunga i "Velieri" prendono il vento in poppa. Kaman tira giù la saracinesca, Blake Griffin non si tiene (27 punti, 8 rimbalzi, 4 assist, 13/17 al tiro alla fine), Gordon è un martello (18) e Mo Williams una valvola impazzita che ci taglia in due la difesa come un coltello rovente nello Spuntì. Scivoliamo a -9 senza accorgecene, per quasi tutto il secondo tempo, venendo continuamente risucchiati al centro del maelstrom creato dal loro ritmo, senza riuscire a risalire. Siamo già condannati a lasciare sul piatto garauno perdendo subito il vantaggio del fattore campo quando il Mamba decide che non andrà così. Shannon Brown (13 from the bench) è la benzina che ci consente di non finire in riserva, ma è Kobe che completa la rimonta e decide.
Siamo sotto di tre a 1'30" dalla fine quando Bryant segna cinque punti consecutivi e ci porta in vantaggio 102-100 ed è sempre KB24 che a -16" stoppa a Mo Williams l'entrata che vale l'overtime, chiudendo poi dalla lunetta con una coppia di liberi. Ce la caviamo in Da Game 1 per 106-104, col Mamba Mvp a quota 39 e Gasol in doppia doppia da 19 punti, 8/10 al tiro e 12 rimbalzi. Ma i Clippers ci hanno fatto penare. L'avevano praticamente vinta.
Coach, un commento? "Avete visto cosa è successo a Est? Miami, Chicago e Boston hanno tutte perso in casa garauno. E' una partita pericolosissima e siamo andati a tanto così dal perderla anche noi."

Monday, December 12, 2011

5 domande 5 about: The 2012 Playoff


WESTERN CONFERENCE

Los Angeles Lakers (1) vs Los Angeles Clippers (8)
San Antonio Spurs (4) vs Golden State Warriors (5)
Oklahoma City Thunder (3) vs Utah Jazz (6)
Phoenix Suns (2) vs Dallas Mavericks (7)

EASTERN CONFERENCE

Miami Heat (1) vs Indiana Pacers (8)
Orlando Magic (4) vs Atlanta Hawks (5)
Chicago Bulls (3) vs Philadelphia 76ers (6)
Boston Celtics (2) vs Milwaukee Bucks (7)





1. Zen, ci siamo. Iniziano i playoff.
“E inizia un campionato completamente diverso. Difese più dure, fattore campo che aumenta, tifosi scatenati. E due squadre che si affrontano in una serie al meglio delle sette dopo un paio di partite non hanno più segreti: e allora subentrano cuore, attributi e voglia di vincere. “

2. Non è il massimo iniziare la corsa all’anello con tre sconfitte consecutive, che sono anche quattro kappaò nelle ultime cinque partite e sette sconfitte nelle ultime tredici.
“Chiaramente avrei preferito entrarci con una striscia positiva, ma siamo arrivati alla fine della stagione veramente scarichi. Dopo la matematica del primo posto a Ovest e la certezza che Miami non era più raggiungibile in vetta, abbiamo inconsciamente tirato il fiato. Abbiamo chiuso con 20 vinte e 9 perse, potevamo chiudere con 22-7 o con 23-6 e avere dunque il vantaggio del fattore campo in un’eventuale Finale senza gli Heat, però non ne avevamo più”.

3. In quell’inizio da 14 vittorie e 2 sconfitte, dove sembravate imbattibili, una delle due squadre che è riuscita a fermarvi sono stati proprio i Clippers, vostri avversari al primo turno. Vi dominarono, costringendovi al 39% al tiro e annullando Bryant con Eric Gordon e Aminu.
“Quasi tutte le squadre nel tabellone della Western Conference ci hanno battuto in regular season: Clippers e Thunder ci hanno demolito, ma ci hanno sconfitto anche i Mavs e i Phoenix Suns. Contro i Golden State Warriors siamo finiti a -16 e ci siamo salvati per miracolo vincendo all’ultimo secondo, come contro gli Utah Jazz. Soltanto con i San Antonio Spurs abbiamo vinto facile. Con chiunque sarà una battaglia.”

4. Chi vincerà l'anello?
“Alla fine di tutto credo che i Miami Heat siano i grandi favoriti. Hanno il vantaggio del campo in tutte le serie e qui a nba2k12 il court factor ha un peso notevole rispetto ai passati Universi".

5.  E i Lakers?
"Viviamo serie dopo serie. Con i turni al meglio delle sette la lunghezza dei playoff è quasi paragonabile a quella della regular season. Non possiamo pensare nè alla Finale, nè alla semifinale, nè a niente. Pensiamo solo ai Clippers e sarà già una sfida durissima. Sanno come batterci, lo hanno già fatto."

Season End

I Dallas Mavericks sono venuti a sbancare lo Staples Center per 87-94 e per noi è la terza sconfitta consecutiva, la quarta nelle ultime cinque partite. Siamo in formissima. Nowitzki, dopo un primo tempo disastroso (appena 2 punti e molta panchina) si scatena nella ripresa e negli ultimi minuti si carica i campioni sulle spalle, segnando i suoi classici tiri "mentre sale le scale", anche se chi ci stende è il play Rodrigue Beaubois con una tripla e una sospensione l'azione dopo che tracciano il solco definitivo. Wunderdirk è l'Mvp e con 17 punti, 8/12 al tiro e 10 rimbalzi evita a Dallas l'onta di una non-qualificazione ai playoff da campioni in carica.

Finisce così la stagione regolare con il dominio dei Miami Heat (25 vinte e 4 perse) e i due classici premi di quando questo succede: LeBron James viene eletto Mvp (31.1 punti, 6.8 rimbalzi, 4.4 assist, 49.7% al tiro) ed Eric Spoelstra è nominato Coach of the Year, un premio che l'avrebbe meritato invece Alvin Gentry, capace di consegnare ai Phoenix Suns un incredibile secondo posto assoluto nella Western Conference. Josh Smith di Atlanta è il miglior difensore (16.4 punti, 8.6 rimbalzi), Louis Williams dei Sixers è il Sixth Man of the Year (13.5 punti, 40.4% da tre) e Ty Lawson di Denver è la Rivelazione (15.3 punti, 5.1 assist, 43.4% da tre).
Un'autentica farsa è il premio di Rookie of the Year, vinto da Ricky Rubio di Minnesota in quanto... unica matricola presente in questa stagione... Va ricordato che il premio "Matricola dell'anno" scompare dalla seconda stagione di Asso per lasciare il posto al "Droid of the Year", introdotto nel Primo Universo (nba2k9) dall'Associazione droidi che ne rivendicava i diritti in quanto i Draft dei 2kmondi contengono soltanto giocatori  prodotti dallo Skynet.

Sunday, December 11, 2011

La sfida che visse due volte?


Una regia hitchcockiana ha trasformato Lakers-Mavs, ultima di regular season, in una sliding door "al buio". Dall'altro lato potrebbe esserci in agguato un... Lakers-Mavs come primo turno dei playoff! Incredibile. Noi siamo matematicamente primi a Ovest (20-8), Dallas è attualmente ottava (14-14) ad una partita dalla fine, quella contro di noi. Se battiamo i Mavs, loro possono scivolare fuori al nono posto, ma anche rimanere all'ottavo e dunque affrontare noi al primo turno. Se invece perdiamo contro Nowitzki & Co., loro sono certamente qualificati ai playoff, possono avanzare non più in alto del settimo posto, ma anche rimanere ottavi. Se i Mavs dunque si qualificano ai playoff c'è un'alta possibilità di un Lakers-Dallas al primo turno...


... CON NOI IN NETTO DECLINO
Col primato a Ovest in saccoccia dopo il vincente back-to-back Miami-Indiana, abbiamo letteralmente tirato i remi in barca. Dopo la sconfitta allo Staples contro i Sixers, abbiamo distrutto i New York Knicks (106-84 giocando tutta la ripresa con i panchinari, con 35 punti di Shannon Brown di cui ben 28 clamorosi nel secondo tempo!), ma poi siamo incappati in due sconfitte consecutive esterne: a Phoenix (88-96) e a Oklahoma City, dove i Thunder ci hanno smaterializzato: 115-88 spedendoci anche a -35!
Siamo ad un record di 20-8, ma visto che siamo partiti con 14 vittorie nelle prime 16 partite questo significa che nelle ultime 12 ne abbiamo perse 6 (tre nelle ultime quattro). Qui ci vuole un bel discorsino...

Dallas rischia di star fuori dai playoff!

Clamoroso. Fino ad un mese fa erano secondi nella Western Conference, ci tallonavano. Poi il crollo. Sei sconfitte consecutive (sette nelle ultime dieci partite) e ora campioni in carica sono scivolati fuori dalle prime otto dell'Ovest: noni. A noi mancano due partite prima di finire la regular season: Oklahoma City Thunder e Mavs all'ultima giornata. Potremmo dunque essere decisivi per l'esclusione di Nowitzki & Co alla lotta per l'anello. In passato soltanto due volte è successo che la squadra campione in carica non sia riuscita a qualificarsi per i playoff: è accaduto ai Chicago Bulls 1998-99 (ma la squadra del titolo '98 era stata completamente smembrata) e ai Los Angeles Lakers del Barbatrucco nell'anno astrale 1.1.6. (Primo Universo - ovvero nba2k9 - primo 2kmondo, sesta stagione). I Lakers campioni 2013 arrivarono noni a Ovest nel 2013-14 (poi ci ripigliammo nel 2014-15, ultima stagione di quel primo 2kmondo, dove venimmo eliminati alla "bella" delle Western Conference Finals da OKC).

ALTRE DECADUTE
Non solo Mavs. In questa prima stagione a nba2k12 dietro al quartetto Miami, Lakers, Celtics e Bulls ci sono altre sorprese. Clamoroso il fallimento dei Portland Trailblazers che hanno perso 7 delle ultime 10 partite e ora si trovano ultimi a Ovest con un record di 9-19: avranno una delle prime scelte droidi e next year (visto che qui Roy non si ritira) potrebbero diventare una forza. Disastro anche per i New York Knicks: 10 vinte, 18 perse e già fuori dai playoff. Phoenix è la vera sorpresa: mentre i Mavs erano in discesa, i Suns sono usciti fuori con i loro "Big Three" matusa (Steve Nash, Vince Carter, Grant Hill) e hanno preso il posto di Dallas al secondo gradino della Western Conference.

Saturday, December 10, 2011

Losing (Effort) Gasol


Trentatrè punti e 13 rimbalzi di Pau Gasol non bastano ai Lakers per evitare la seconda sconfitta stagionale allo Staples per mano della "Eastern Surprise", la City of Brotherin' Love. L'energia e l'ecletticità di Philadelphia (quarta a Est dietro al terzetto Miami, Boston, Chicago) vale l'85-92 finale, con Elton Brand Mvp (14 punti, 13 rimbalzi), Louis Williams implacabile nei momenti decisivi e Andrè Iguodala che ha cancellato Kobe Bryant: per il Mamba soltanto 14 punti con 4/12 al tiro e una rara uscita per 6 falli a 4' dalla fine. Philly aveva altre motivazioni (è in corsa per un miracoloso terzo posto a Est), mentre noi siamo tornati a L.A. scarichi dal back-to-back Miami-Indiana e siamo già al punto che vincere o perdere non cambierà la nostra classifica nella Western Conference: siamo matematicamente primi. E anche per il primo posto assoluto nella Lega il discorso è già matematicamente chiuso: Miami è irraggiungibile. La corsa alla vittoria è dunque da fare sulla seconda e sulla terza a Est (Boston e Chicago) in modo da avere il vantaggio nelle Finals nel caso Miami dovesse andare fuori nei playoff.
Ma al momento sono altri i pensieri: ciò che sta succedendo nel Real World a Los Angeles mette Pau Gasol e Lamar Odom in una strana situazione. Sanno già che questa sarà la loro ultima stagione ai Lakers. Coach, come sta gestendo questa storia? "Ho semplicemente detto loro che se dovessimo vincere il titolo Nba la squadra non verrà cambiata. Hanno dunque l'occasione di decidere il loro destino."

Thursday, December 8, 2011

Back-to-back (ma a fighe mai?)

Il giorno dopo "The Deep Impact" a Miami potremmo starcene tranquillamente in una vasca idromassaggio con un sigaro e due biondazze, e invece no. Cosa ci mette Da Calendar? La trasferta a Indianapolis. Il record attuale non rende loro giustizia (11-11), i Pacers for me sono un futuro top-team. Grandi dirigenti, gran pacchetto allenatori (non solo Voghel, ma anche Brian Shaw as assistant), solido asse play-pivot (Collison-Hibbert), un bomber (Granger), un'ala piccola in fase di decollo illimitato (Paul George), un'ala grande che è uno dei giocatori più sottovalutati del pianeta, Tyler Hansbrough, e un mastino difensivo come George Hill. Se non vendono nessuno, tra tre anni saranno la terza forza a Est dopo Miami e Chicago. Dobbiamo andare contro questi qui, nello Stato della pallacanestro, dopo aver speso energie fisiche ed emotive appena 24 ore prima.
E infatti ci asfaltano. Più reattivi, più energici, più tutto, ci scaraventano a -15 a inizio secondo quarto e noi non abbiamo resistenze. Ed è proprio qui che capisco: i Lakers sono entrati in modalità playoff. Ci calmiamo, giochiamo di esperienza, Kobe mette gli occhi della tigre, Fisher dirige come fosse alla Scala. A 5' dalla fine Lamar Odom piazza la bomba del -7 e lì siamo come lo squalo che sente l'odore del sangue. Non ci fermiamo più. Centriamo il primo pareggio a quota 84, andiamo avanti di due grazie a Kobe ma il tiro decisivo lo mette - as usual - Derek Fisher: sfrutta un mis match momentaneo (lo stava marcando Hibbert) e segna la bomba del +5 L.A. a -1'30". Game, set, match. La vinciamo 97-90 con un break di 31-17 nell'ultimo quarto, con Kobe da 34 punti e 7 rimbalzi, Bynum da 16 +15 e 14 punti decisivi di "Lamarvellous" from the bench. Non basta un grandissimo Tyler Hansbrough (17 punti, 7/12 al tiro, 8 rimbalzi, 4 assist, 4 recuperi) che ha fatto a fette Gasol (al punto da costringermi a lasciare lo spagnolo in panca in the last period, andando di lunghi con Odom e Bynum).
Rimontare da un -15 a Indianapolis dopo che 24 ore prima avevamo giocato a Miami è un altro segnale: ci siamo! Dopo la partita mi intrattengo con Brian Shaw. Discutiamo del più e del meno, e di come meno più meno faccia più. Gli svelo che volevo riportalo ad L.A. come assistente di Brown. Magari quando scadrà il contratto con i Pacers, riproverò a fare un tentativo.

Tuesday, December 6, 2011

DEEP IMPACT



A 8’37” dalla fine Shannon Brown letteralmente decolla, piazza il gomito sinistro sulla faccia di LeBron e con la destra affonda uno schiaccione memorabile, schienando il Prescelto a terra e poi guardandolo dall'alto con sguardo di sfida. Sacrilegio. Re Brone si irrita, colpisce le caviglie di Brown da terra e poi, una volta in piedi, lo squadra di rimando mentre la guardia dei Lakers si dirige in lunetta a tirare (e segnare) il tiro libero aggiuntivo. E’ l’azione del clamoroso +20 Lakers (67-87), che pochi minuti dopo si trasformerà in un incredibile +29 (68-97) con quattro triple (una di Kobe, due di Barnes, una di Odom) che trasformano l’incredula American Airlines Arena in una landa desolata. Un tale silenzio che fa risuonare nel nulla un inequivocabile “WHAT'S THAT??!”, gridato da una spettatrice all’ennesimo attacco statico degli Heat che finisce con l’ennesima palla persa. 


Heat-Lakers, la partita che avrebbe dovuto sancire la macellazione yellowiola e la consacrazione dei Dominatori dell’Universo (22-2 il record pre-gara di Miami) diventa un autentico Armageddon che mette in discussione tutto. Il Barba – da vecchio marpione – dopo aver subito uno 0-4 iniziale con quattro punti rapidissimi di Wade, decide di piazzarsi a zona 2-3 per tutta la partita: ritmi bassi, tira solo chi è libero, giocate ogni pallone come se fosse l’ultimo e costringete i Tre Amigos a tirare da fuori. Il risultato è che prendiamo subito il controllo della partita. Noi tiriamo col 68% nel primo quarto e Miami col 34%, proprio loro che sono la squadra che tira meglio in tutta la Nba! Vado di "prostituscione intellettuale" e tengo la 2-3 per tutta la gara, mi aspetto che da un momento all’altro Spoelstra trovi le contromosse, ma le cose non cambiano nemmeno quando mette dentro i "triplatori" (Jones, Chalmers, Mike Miller). Noi giochiamo la miglior partita dell’anno. Il Triple Post Offense che non siamo riusciti a sviluppare contro i Bobcats, qui a Miami scorre fluido e ogni tiro preso è wide open: per la prima volta in questa stagione mandiamo sei giocatori in doppia cifra, con Bryant chirurgico (24 punti con 9/11 al tiro), Gasol Mvp eletto (18 punti, 8/12) e Shannon Brown Mvp virtuale (13 punti) nonostante il 4/14 al tiro: ma ha dato un’energia e una scossa nei momenti decisivi che è come se ne avesse segnati 40. E i Tre Amigos? Due limitati, uno completamente evanescente. Lebron, che viaggia a 31.5 di media, l’abbiamo fermato a 19. Wade ne ha messi 18 ma in gran parte nel garbage time, mentre Bosh si è perso completamente contro la nostra zona (9 punti, 4/10).

Finisce 87-101. Miami ha sempre il primato saldo in mano (22-3 contro il nostro 18-5) e probabilmente abbiamo scoperto le carte e dato modo a LeBron – con quella schiacciata "and one" di Brown – di maturare una spietata vendetta in futuro. La prossima volta che lo incontreremo, lo so già, ce ne farà 70: abbiamo profanato il Re. Ci siamo scoperti, ma volevamo anche dare un segnale e mettere più di un sasso negli ingranaggi fin qui perfetti degli Heat. Scateneremo la “belva Lebron”, ma gli abbiamo pure detto: non solo possiamo battervi, ma possiamo anche dominarvi.