Thursday, December 29, 2011

Western Conference Finals, game 3: LA Lakers - Dallas Mavericks


“The Ron Ron Redemption!” Così titola oggi l’El Segundo Times! Metta World, che aveva fallito wide open dall’angolo la tripla del 2-0 Lakers pochi giorni fa, si è redento con l’azione ribalta-fattore-campo-again. Un minuto e 46” at the end, Mavs 75, Lakers 77 con i 21.000 e passa spettatori dell’AA Center tutti in piedi: un muro di texani esaltanti, tutti in maglietta color cobalto. Come in garadue, ancora una volta Kobe pesca Artest wide open da tre, ancora una volta Ron Ron non si tira indietro: ancora una volta la sbaglia. Ma stavolta non demorde. Nowitzki cattura il rimbalzo ed è pronto a lanciare immediatamente le guardie già corse in solitario in contropiede, un canestro certo che avrebbe sancito il 77 pari. E invece no. Ronald William Artest Jr., meglio conosciuto come Ron Artest, ora Metta World Peace, magari futuro “MWP”, si para davanti al Wunderdirk agitando le braccia a mo’ di portiere di pallavolo che aspetta il rigore. E’ un attimo, con un dito Ron Ron devia il lancio quarteback di Nowitzki, recupera palla e con i Mavs ormai tutti proiettati in fastbreak, sorprende tutta la difesa texana servendo Bynum rimasto solo in area. Dunk open! E dal quasi certo 77 pari, si passa in un attimo al +4 Lakers (73-79)!
Ma in un finale così in volata non poteva mancare il morso velenoso del Mamba Nero. Dopo il recupero chiave di Artest, infatti, Giasone Kidd scotenna la tripla del -1 che infiamma tutto il Texas (78-79) e noi siamo nella condizione di non poter fallire. Non troviamo varchi, passano i secondi, quasi scadono, quando Kobe si avvita su sé stesso in corsa e skunka la frustata del 78-83 allo scadere dei 24”! Siamo a -50” ed è il tiro che mette tutto il Texas in silenzio. I falli sistematici dilatano poi il punteggio finale sull’89-81 per noi, che ci riprendiamo subito il vantaggio del fattore campo perso in garadue. Ma Dallas, ancora una volta, ha venduto cara la pelle. Noi siamo andati un paio di volte sopra la doppia cifra di vantaggio (15-25 nel primo quarto e 52-63 nel terzo), giocando nel terzo periodo il miglior Triple Post Offense visto finora nei nostri playoff. Ma i Mavs non si sono mai arresi, nonostante un Nowitzki inesistente che chiuderà con soli 7 punti e 3/8 dal campo. E senza l’apporto del Wunder, i campioni in carica sono stati capaci di risalire più e più volte, fino a rifilarci un mostruoso parziale di 17-4 tra il terzo e il quarto quarto prendendosi completamente l’inerzia della partita e passando avanti per la prima volta a 6’30” dalla fine (69-67) grazie a Kidd, Jason Terry e ad uno Shawn Marion ispirato come ai tempi di Phoenix.
Ma nel finale in volata, The RR Redemption e l’azzannata velenosa del Black Mamba (35 punti, 12/20, 5 rimbalzi, 7 assist...) hanno vergato il 2-1 yellowpurple sui muri dell’AA Center. Mentre Miami, sbancando lo United Center, è già virtualmente in Finale sul 3-0.

4 comments:

  1. Grandissima vittoria in gara 3. Ora puoi giocare gara 4 "tranquillo" in quanto solo i Mavs avranno "l'ansia da prestazione". Serie quantomai aperta, aspettati la veemente reazione di Dirk e compagni. Comunque, il tanto vituperato Ron Artest fa la giocata della stagione e cambiala serie. È un giocatore controverso, ma raramente tradisce nel momento decisivo.

    Purtroppo non ho nulla per riprendere gara 7. La fotocamera che utilizzavo si è rotta in estate e non posso fare tutto il video con il cellulare. Viene malissimo e non è adatto a fare una cosa del genere. Vi dovrete solo affidare alle mie parole.
    Comunque confermo: serie a dir poco stupenda. Dopo il miracolo di gara 5, Kobe era troppo stanco e lascia per strada gara 6. I Thunder hanno fatto esattamente quello che dovevano fare in questa gara 6: hanno giocato tranquilli il loro basket, hanno difeso forte e nel momento decisivo hanno alzato il ritmo. Brutto segno per me. Ora Pau, Bynum e Lamarvellous devono svegliarsi sul serio: o si vince o si va a casa e qualche testa potrebbe saltare!

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  2. I Thunder sono una delle squadre peggiori da affrontare in una garasette. Energici, rapidi, imprevedibili, intercambiabili, con mille soluzioni diverse: e con uno come Durant che può trovarti la giornata da immarcable dove non ce n'è per nessuno.

    Ma qui on ci sono nè se e nè ma. Non ci sono schemi, nè segreti. Le due squadre si conoscono a menadito e conterà soltanto voglia, cuore, attributi.

    Con un vantaggio d'obbligo per i Lakers. Dal 1948 a oggi, soltanto una quindicina di volte, in tutti i turni di playoff, la squadra di casa ha perso garasette. Entrando ancor più nel merito: nella loro storia, sia quando erano ai tempi di Minneapolis, sia dopo il trasferimento a Los Angeles, i Lakers soltanto una volta hanno perso una garasette in casa: nelle Finals del 1969, quando erano già pronti i festeggiamenti per il primo titolo di Wilt Chamberlain in maglia yellowiola, e invece vinsero incredibilmente i Celtics di due punti, nell'ultima partita in carriera di Bill Russell

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  3. Il problema è che in campo non ci va la storia, ma ci vanno Gasol, Odom e Bynum. I quali, nelle ultime due gare, hanno lasciato molto a desiderare. Kobe è stato costretto a fare gli straordinari e ne ha segnati circa 120 tra gara 4 e gara 6, e il minimo è arrivato proprio in gara 6 in quanto era realmente più stanco e quindi lento e prevedibile. Come se non bastasse, i Thunder si sono dimostrati capaci di vincere allo Staples: certamente la situazione è diversa, la tensione sarà altissima e non giocheranno da underdog come in gara 1, ma non sono certo degli avversari facili. E poi è una gara 7, basta poco per cambiarne la storia.
    Insomma, mi aspetta una gara indecifrabile, bellissima e ricca di emozioni. Sperando che "vinca il migliore, cioè io!"(cit).

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  4. Odom, Gasol e Bynum vanno assolutamente "messi in ritmo" da Kobe, come faceva Jordan che dedicava i primi quarti a mettere in ritmo i compagni (salvo poi devastare nella ripresa). Benchè il Mamba sia in grado di farlo, non si può sempre sperare nel Kobe immaginifico di garacinque.
    Ma soprattutto devi entrare negli spogliatoi spalancando la porta con un calcio, con un Bic Mac in una mano e una Coca Cola nell'altra e tranquillizzare i tuoi giocatori: "Have no Fear, Alp is here"

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