Saturday, June 29, 2013

Piccolo Terzo Mondo antico




Il posto è lo stesso, Salt Lake City. L’importanza della partita è un filino diversa da quella garasei di Finale 1998 dove Jordan rubò a Karl Malone dipingendo poi “The Shot”, perché questo è solo l’ Opening Game del Terzo Mondo. Ma l’azione è stata the same; contro i Jazz stiamo sotto tutta la partita, subiamo a rimbalzo, giochiamo confusionati, ma ad un minuto dalla fine con noi sotto di uno, Kobe ruba palla a Favors in raddoppio, in fotocopia alla Jordan su Malone, nella stessa identica zona, toglie ai Jazz il possibile +3 e sul ribaltamento di fronte pesca Metta in area con una palombella, bucket (92-93). Poi si consuma la seconda parte, in un’azione diversa. Utah non segna, il Mamba strappa il suo 11° rimbalzo, palleggia tranquillo fin dall’altra parte e attende sul posto lo scorrere dei secondi, come Air contro Bryon Russell, anche se qui di fronte c’è Randy Foye. Kobe lo attacca verso il centro, arrivano a raddoppiarlo, Metta si smarca behind the arc, il Ventiquattro lo serve ed MWP gela la Energy Solution Arena segnando wide-open da tre a  26” dalla fine (92-96). E’ l'8° assist di Bryant, che agli 11 rimbalzi affianca anche 36 punti. Finisce 92-100 questa prima partita gialloviola del Third World, dove abbiamo già tirato una riga su Dwight Howard.
Nella nostra L.A. del nostro multiverso non compariranno mai quei patetici cartelli, #STAYDH12, che ora stanno appesi nella real downtown per convincere Superman a rimanere. Ormai nella nostra storia Superman è un ‘villain’ e dunque che ne torni ai Clippers, insieme a Nash. Nella storia del nostro multiverso alternativo ai Lakers ci sono Chris Paul e De Andrè Jordan, ma la partita inaugurale contro i Jazz ha già fatto vedere che la chimica di questa squadra è tutta da costruire. Sotto canestro la coppia Gasol-DeAndrè si pesta i feet e non difende su nulla: Favor e Al Jefferson hanno banchettato. E’ tornato anche JJ Redick, uno dei grandi protagonisti dell’ormai famosa sporca dozzina, la squadra che vinse il titolo 2016 del Secondo Mondo. Siamo ancora alla ricerca di un play di riserva, perché Blake non mi piace, Duhon è stato pedina di scambio e cerchiamo qualcosa di meglio di Goudelock. Comunque ci siamo! Ed esordendo in maniera totale con 36 punti, 11 rimbalzi e 8 assist Kobe Bryant ha già mandato un messaggio chiaro a LeBron James in questo piccolo Terzo Mondo, che le previsioni indicano possa durare soltando due stagioni.

Wednesday, June 12, 2013

T H E P A R A D E


Hanno dovuto spostare il classico mercatino del mercoledì, togliere un po’ di baldracche dal marciapiede, ripulire tutto in fretta e furia. E chi si immaginava di dover organizzare una parata a Los Angeles nel 2016 lungo Figueroa Street?? E tantomeno quella dei Lakers. Su uno dei carri scoperti vengono esposti i due trofei conquistati in questo Secondo Mondo, il primo del 2013, quello dell’obbligo, quello del Nash – Kobe – Metta – Gasol - Howard e il secondo, quello impossibile, quello del riscatto, quello della folle scommessa di rinunciare a firmare Lamarcus Aldridge per lanciare in quintetto Kostas Papanikolaou, la scommessa del Barba. L’Asso che si apre con un titolo e si chiude con un titolo, la giovane promessa greca che comincia l’Nba dal fondo della panchina al primo anno e che finisce da titolare titolato nell’ultimo.
E il Barba che ritorna al 50% di vittorie in carriera: 17 Finals disputate, 16 titoli Nba vinti in 32 stagioni. Scorrono i titoli di coda su quella che, fin ad ora, è la miglior barba-asso ever e sul miglior Kobe Bryant di sempre. 

Sunday, June 9, 2013

NBA FINALS, GAME 4: LA LAKERS - CHARLOTTE BOBCATS




“C O N G R A T U L A T I O N S    T O  T H E  2 0 1 6  N B A  C H A M P I O N S ,  Los Angeles Lakers”. I coriandoli scendono giù a pioggia dallo Staples Center mentre Davide Sterno ci consegna il Larry O’Brien Trophy, il secondo di questo Secondo Mondo, il sedicesimo (su diciassette Finali) per il Barba che riporta il titolo a LA LA Land a quattro campionati di distanza da quello vinto nel 2013!
Anche garaquattro la dominiamo senza pietà (127-108, partenza di 11-0 e successivo 26-8…) e così la partita dello sweap si trasforma subito in un lunghissimo Final Countodown di 2400 secondi, con il pubblico sempre tutto in piedi ad esaltare il predominio gialloviola sulle malcapitate Linci del North Carolina. Questa volta, a differenza della terza partita, non c’è recupero, non c’è niente. I Bobcats, neutralizzati emotivamente dal 3-0, suono svuotati di tutte le energie, non oppongono alcuna resistenza e così ci godiamo un lunghissimo antipasto-celebration fatto dai numeri di CP3 (23 punti, 5 rimbalzi, 15 assist), dalle evoluzioni del Mamba Nero (34 punti) e dall'energia di Papanikolaou (14) che vince il suo primo anello da titolare dopo che in quello del 2013, da rookie ancora impacciato, praticamente non vide mai il campo. Ed è forse proprio qui che questo incredibile anello 2016 è nato! Dalla sfida estiva, da quando cioè il Coach Zen, dopo l’intollerabile eliminazione da parte dei Clippers nelle Western Conference Semifinals 2015, di fronte alla possibilità di tesserare dai free agent Lamarcus Aldridge optò per la promozione in quintetto del suo pupillo greco. A LA si scatenò un putiferio, con teste di cavallo recapitate alla sede dei Lakers indirizzate al Barbatrucco. Ma ora il putiferio che si scatena per le strade di LA è di ben altro tenore.
Un po’ a sorpresa, ma forse neanche troppo, Bill Russell consegna il titolo di Mvp delle Finals a Chris Paul che di fatto ha spezzato in due queste Finali nella seconda partita con quella clamorosa prestazione da 40 punti e 15 assist. E’ la terza volta nella 2Kstoria dei Lakers che un Mvp delle Finals non viene vinto da Kobe (ne vinse uno Jordan Farmar nel 2K9 e Dwight Howard nella prima e unica stagione del Primo Mondo qui, nel 2K13). Un bel riscatto per CP3 dopo le critiche piovutegli addosso in questo Secondo Mondo per non aver mai saputo trascinare i Clippers ai vertici e per l'eliminazione dell'anno scorso, nella prima stagione ai Lakers, proprio ad opera della sua ex squadra, 

  


Per quello che riguarda Kobe, beh, parlano i numeri. Dal 2K9 ad oggi questo è il quindicesimo titolo vinto, con dodici Mvp delle Finals in bacheca. And still counting...
“Pssst…psssst” Ma chi è? “Sono io Coach, qui sopra!” Hippy-pi, ‘zzo ci fai nei condotti dell’aria? “Non ho trovato i biglietti coach” Andiamo hippy-pi, come sempre."Nowhere Coach?" Nowhere. https://www.youtube.com/watch?v=S33abzXQfkc

Saturday, June 8, 2013

NBA FINALS, GAME 3: LA LAKERS - CHARLOTTE BOBCATS



T R E  A  Z E R O ! ! ! I Los Angeles Lakers dominano anche la terza partita 119-109 e si portano ad un passo dal titolo Nba 2016! ! ! Dont say Bobcats if you dont have in the sac, continua a ripetere il Coach Zen, che tiene ancora a mente il vantaggio dei Lakers 3-1 sui Portland Trailblazers nel primo turno 2014 poi tramutatosi in 3-4 ed eliminazione. Ma quando vai a vedere lo stato dei giocatori gialloviola, capisci veramente che qui – come il columist Alp ha già riportato – siamo alla riproduzione dei Mavs 2011.  Ben dieci giocatori hanno la linea della morale al massimo, serbatoio pieno fino all’orlo, a quota 100: mai visto nei passati trentun anni di carriera nei vari 2k-mondi una situazione del genere. E’ questo fattore qui, ovvero un affiatamento alle stelle, che ha trasformato una squadra da quindicesimo posto nel Power Ranking in squadra di (quasi) campioni. E sta anche qui l’altro fatto, quando ad inizio stagione il Coach Zen ha radunato a El Segundo quelli che non avevano mai vinto niente (Vince Carter, Sefolosha, Reggie Jackson, Butler, Gortat) dicendo loro: “mi hanno riferito che siete dei perdenti, ma io qui non ne vedo neanche uno”. Mind game, ma anche una discreta botta de culo a ritrovarci di fronte, per l’ultimo atto, i gattacci del North Carolina al posto di Miami.
Li mettiamo in riga subito come in garadue (21-5 in avvio), loro rimontano fino al 29-27 ma nel secondo quarto si scatena Caron Butler, arzillo come un ventenne: l’ex Clippers scodella 16 punti in cinque minuti per riportarci a dominare (62-47), non solo in attacco, ma anche in difesa, dove abbiamo il controllo di tutto. Thabo Sefolosha, 15 punti, 8 rimbalzi e 7/10 today, è la chiave di queste Finals: sta cancellando dal campo Michael Kidd-Gilchrist. In estate l’abbiamo preso per questo. A fine terzo quarto sfonnamo la barriera del più venti fino al massimo del 97-74 ed è proprio qui che facciamo quello che non dobbiamo. Riteniamo la partita finita, riteniamo le Finals finite. Don’t say Bobcats if you not have in the sac: la loro risposta nell’ultimo quarto è un clamoroso parziale di 6-25 che li riporta a -4 a cinque minuti dalla fine (103-99). No panic, no panic. Ok, panic!  E invece no, perché si fermano lì! Chiudiamo il canestro a Charlotte negli ultimi cinque minuti di gara dove segnano zero punti e piazziamo il 16-0 finale che porta al conclusivo 119-109!
Kobe è l’Mvp con 27 punti, 7 rimbalzi e un chirurgico 11/15 al tiro. Caron Butler ne scodella 24 e decisiva è anche l’energia di Papanikolaou che scrive 12, con 6 rimbalzi e 3 assist.  E adesso, completiamo l'opera.