Salt Lake City, Utah. A metà partita conduciamo di 19
contro la terza forza dell’Ovest e nel palazzo il vociare del pubblico è tutto
per i Lakers; Steve Kerr, allenatore dei Jazz che ha visto il Triangolo sotto
P.J., Totòschillacia gli occhi di fronte all’esecuzione read & react del
tira chi è libero. In tribuna, all’ennesimo rimbalzo offensivo di Faried e
schiacciata in rimorchio, le donne lanciano in aria i Tampax.
Ma metà gara non è il quarantesimo. Utah rientra nel
secondo tempo, Alec Burks ci gela con la bomba dall’angolo del pareggio a 5”
dalla fine, Kobe sbaglia il tiro in sospensione libero dai cinque metri per la
vittoria e nel tempo supplementare Trey Burke ci castiga con il più classico
dei palleggi arresto e tiro. Kobe, altri 42 in questa partita, va per il
pareggio, trova davanti un’autostrada, ma al momento del sottomano arriva una
“veloce” inappellabile di Derrick Favors sulla sirena che spedisce il pallone
su Marte e la questione si chiude qui. La vittoria dei Jazz rimontando 19 punti
a questi Lakers è come una secchiata d’acqua gelata in faccia a tutte le altre:
svegliatevi, SI PUO’ F A R E!
Quarantotto ore dopo la trasferta a Salt Lake City e con
un supplementare impiantato nelle gambe siamo di scena a Minneapolis, la quarta
dell’Ovest. Possiamo reggere? No. The Salt Lake City Marathon, ad aria
rarefatta, ci ha annebbiato la vista. Pekovic è dominante, Rubio si rifugia in tutti
gli angoli del pick ‘n roll uscendone fuori con tiri immarcabili e Minnie ha la
partita: 111-102. A tre minuti alla fine.
Due recuperi di Reggie Jackson riaprono tutto, un’invenzione
di Faried pareggia, un tiro in sospensione di Bryant addirittura ci dà il +2 a
31” dalla fine prima del pareggio di Love l’azione dopo. Come contro Utah 48
ore prima, il Mamba ha l’ultima azione per vincere ma nell’atto di caricare il
tiro una smanacciata gli fa perdere palla che rotola sul parquet mentre suona
la sirena: 119 pari, overtime again.
Kobe drive into the
lane, he score and foul! Three point play by Bryant! Kobe in trouble, dribble, shot from 7 foot,
foul, and scooooore!!! U N B E L I E V A B L E ! Il Ventiquattro è
indescrivibile, i commentatori impazziscono. Ma non è solo questo: prende anche
rimbalzi chiave, spara assist decisivi come quello a 39” dalla fine che manda
Bogut in lunetta con i Lakers avanti di uno. Buono il primo, buono anche il
secondo: 127-130! Un altro libero, di Bryant, ci dà un +4 che sembra decisivo
prima della tripla di Kevin Martin a 5” dalla fine (130-131). Rimessa Lakers,
palla al Ventiquattro, immediato fallo sistematico. Buono il primo, buono anche
il secondo, 130-133, Minnie non ha più timeout, Rubio da metacampoooooo
nouuuuu! A fine partita i flash abbagliano Bryant, contornato dai microfoni. Quello che ha fatto a Minnesota entra nella leggenda. A
37 anni segna 61 punti con 11 assist (significa 85 ‘punti generati’!) e con il
19/20 in lunetta va vicino al 23/23 di Dominique Wilkins del dicembre ’92,
tutt’ora la miglior prestazione ai liberi nella storia della Nba.
Weeeeeeell Trigher!!! Hai tu calcolatrice?!?! TIRA FUORI
CALCOLATRICE TRIGHER!!!! Fai questo calcolo! 41 punti contro Spurs più 35
contro Grizlies, più 42 contro Utah, più 61 contro Minesota diviso quatro!!!
Quanto fa Guido!?!?! 44,7 punti di media dopo che Kobe ha rinovato contrato
Trigher!!!!! SHEGY OBEBE!!!!!!!