Troy Murphy fa esplodere lo Staples Center infiocchettando la tripla dell’83-77 a 9’ dalla fine, manca ancora tantissimo, ma è il simbolo di un palese controllo Lakers sulla partita e che dura da inizio secondo quarto. Tutto scorre fluido, traiamo energie vitali dalla panchina e nell’aria si odora aria di fuga decisiva. Nessuno si poteva immaginare che da lì alla fine i Thunder ci avrebbero rovesciato addosso 34 punti negli ultimi nove minuti, sbancando lo Staples 104-111 e riappropriandosi del fattore campo. F U u u U u U C K ! ! ! ! ! !
La nostra è una sconfitta pesantissima, arrivata dopo tre quarti giocati alla perfezione, toccando anche un massimo vantaggio di 12 punti a 3’ dall’intervallo (47-35) quando un carichissimo Goudelock piazzava cinque punti consecutivi, trainando dietro di sé anche un ottimo Matt Barnes e un solidissimo Przybilla. E’ la nostra panchina a fare la differenza, giocandosela a viso aperto senza paura! Oklahoma City tenta diverse rimonte trainata da un incontenibile Russell Westbrook (39 punti, seppur con 34 tiri, 7 assist, 8/8 ai liberi), ma noi troviamo sempre materiale per rispondere. Nel terzo quarto è Pau Gasol a convertire in appoggi and one in back door sugli scarichi in penetrazione, ma seppur i Thunder siano sempre lì in contatto, la sensazione di controllo dei Lakers è palese. Tutto lo Staples, da un momento all’altro, si attende la furia yellowiola decisiva, quella del breakkone spezza-partita, e quando Murphy esplode da tre per l’83-77, attiva contemporaneamente il detonatore di tutta LA LA Land perché sembra essere proprio quello il segnale della fuga imminente. Sembra…
Kevin Durant, che fin lì ci aveva assestato sporadiche coltellate ai fianchi senza farci troppo male, comincia ad affondare colpi molto più profondi. Nel giro di pochi minuti i Thunder ci acciuffano e ci sbattono con violenza a -9 a 3’46” dalla fine (89-98) seppellendoci sotto un parziale toglifiato di 22-6 in poco più di cinque minuti. Siamo alla loro mercè. Ci rifugiamo così nella zona 2-3, un paio di recuperi e un “and one” di Kobe riscaldano nuovamente tutto l’ambiente trainandoci a -2 (98-100 a -2’07”), ma KD35 è un Mount St.Helen’s in piena eruzione. Lancio lungo da fondocampo di Westbrook, “The Durantula” riceve sulla linea da tre, si gira e tira subito, senza neanche palleggiare: tripla sanguinosissima (98-103). Kobe perde tre palloni intestardendosi contro tutti, ma OKC non segna e siamo ancora lì quando Bynum fagocita a sè un rimbalzo offensivo nel traffico e lo converte nell’appoggio al vetro del -1 a 60” dalla fine (102-103). La bolgia dello Staples è assordante, ma si spegne in fretta. Durant si va a prendere due liberi che ci fanno malissimo (102-105), Kobe rimane stritolato in entrata dalla difesa dei Thunder, gli arbitri non fischiano nulla (ci stava il fallo) e KD35 attira su di sé un altro fallo e un altro viaggio in lunetta. L’ennesimo 2/2, a -39”, è la sentenza: 102-107 e non c’è più tempo per ribaltare. Finisce 104-111 con Durant Mvp a 33 punti, 11/16 al tiro e 9/9 in lunetta che si sommano ai 39 di Westbrook e al perfetto 21/21 di tutti i Thunder dalla linea della carità. Non bastano ai Lakers i 24 di Bryant, punti macchiati dalle 5 perse, di cui tre decisive nell’ultimo minuto. 2-1 OKC: la strada per le Finals, per noi, si fa molto in salita.