Saturday, March 31, 2012

Western Conference Finals, game 3: Oklahoma City Thunder - LA Lakers

Troy Murphy fa esplodere lo Staples Center infiocchettando la tripla dell’83-77 a 9’ dalla fine, manca ancora tantissimo, ma è il simbolo di un palese controllo Lakers sulla partita e che dura da inizio secondo quarto. Tutto scorre fluido, traiamo energie vitali dalla panchina e nell’aria si odora aria di fuga decisiva. Nessuno si poteva immaginare che da lì alla fine i Thunder ci avrebbero rovesciato addosso 34 punti negli ultimi nove minuti, sbancando lo Staples 104-111 e riappropriandosi del fattore campo. F U u u U u U C K ! ! ! ! ! !

La nostra è una sconfitta pesantissima, arrivata dopo tre quarti giocati alla perfezione, toccando anche un massimo vantaggio di 12 punti a 3’ dall’intervallo (47-35) quando un carichissimo Goudelock piazzava cinque punti consecutivi, trainando dietro di sé anche un ottimo Matt Barnes e un solidissimo Przybilla. E’ la nostra panchina a fare la differenza, giocandosela a viso aperto senza paura! Oklahoma City tenta diverse rimonte trainata da un incontenibile Russell Westbrook (39 punti, seppur con 34 tiri, 7 assist, 8/8 ai liberi), ma noi troviamo sempre materiale per rispondere. Nel terzo quarto è Pau Gasol a convertire in appoggi and one in back door sugli scarichi in penetrazione, ma seppur i Thunder siano sempre lì in contatto, la sensazione di controllo dei Lakers è palese. Tutto lo Staples, da un momento all’altro, si attende la furia yellowiola decisiva, quella del breakkone spezza-partita, e quando Murphy esplode da tre per l’83-77, attiva contemporaneamente il detonatore di tutta LA LA Land perché sembra essere proprio quello il segnale della fuga imminente. Sembra…
Kevin Durant, che fin lì ci aveva assestato sporadiche coltellate ai fianchi senza farci troppo male, comincia ad affondare colpi molto più profondi. Nel giro di pochi minuti i Thunder ci acciuffano e ci sbattono con violenza a -9 a 3’46” dalla fine (89-98) seppellendoci sotto un parziale toglifiato di 22-6 in poco più di cinque minuti. Siamo alla loro mercè. Ci rifugiamo così nella zona 2-3, un paio di recuperi e un “and one” di Kobe riscaldano nuovamente tutto l’ambiente trainandoci a -2 (98-100 a -2’07”), ma KD35 è un Mount St.Helen’s in piena eruzione. Lancio lungo da fondocampo di Westbrook, “The Durantula” riceve sulla linea da tre, si gira e tira subito, senza neanche palleggiare: tripla sanguinosissima (98-103). Kobe perde tre palloni intestardendosi contro tutti, ma OKC non segna e siamo ancora lì quando Bynum fagocita a sè un rimbalzo offensivo nel traffico e lo converte nell’appoggio al vetro del -1 a 60” dalla fine (102-103). La bolgia dello Staples è assordante, ma si spegne in fretta. Durant si va a prendere due liberi che ci fanno malissimo (102-105), Kobe rimane stritolato in entrata dalla difesa dei Thunder, gli arbitri non fischiano nulla (ci stava il fallo) e KD35 attira su di sé un altro fallo e un altro viaggio in lunetta. L’ennesimo 2/2, a -39”, è la sentenza: 102-107 e non c’è più tempo per ribaltare. Finisce 104-111 con Durant Mvp a 33 punti, 11/16 al tiro e 9/9 in lunetta che si sommano ai 39 di Westbrook e al perfetto 21/21 di tutti i Thunder dalla linea della carità. Non bastano ai Lakers i 24 di Bryant, punti macchiati dalle 5 perse, di cui tre decisive nell’ultimo minuto. 2-1 OKC: la strada per le Finals, per noi, si fa molto in salita.


Friday, March 30, 2012

Western Conference Finals, game 2: Oklahoma City Thunder - LA Lakers

Sminiaturizzati. Agli Oklahoma City Thunder non sono andati giù i 59 punti e 17 rimbalzi di Bynum in garauno. Non sono andati giù gli 89 punti complessivi della coppia 'Drew-Gasol. E ce l'hanno fatto capire con tutto il loro arsenale nucleare, fallouttandoci via senza repliche con un 106-80 che non riesce nemmeno a spiegare appieno il dominio di OKC in questa garadue di Western Conference Finals. Dopo pochi minuti è già 11-2, che poi diventa un 17-4 che poi si trasforma in un 21-6 con Bynum a schiantarsi contro la difesa fisica di Kendrick Perkins, che questa volta sembra metterla sul personale e spinge via "Mr.59 points" come in un incontro di lotta greco romana. A -1'24" dalla fine del primo quarto i Thunder rompono già il muro del suono del più venti con una schiacciata in contropiede di Sefolosha e fallo annesso di Bryant: 2+1 e tabellone che dice 29-8...  Che poi diventa 34-10, e siamo ancora nel primo quarto dove noi scalpelliamo i ferri con un orrendo 4/18 e loro dipingono quadri preraffaelliti con un 14/21. E' una carneficina. Nei primi minuti del secondo periodo Oklahoma City tocca il picco sul 42-15, un +27 che spazza via tutto. Incredibile.
Al +26 finale ci sono 32 punti di Kevin Durant e 30 di Russell Westbrook, mentre al "Mr.59" viene data una lezione, riportato sulla Terra con 11 punti e 3/11 al tiro. E anche Bryant (7/17 al tiro) non può nulla e sparisce contro la difesa di Sefolosha. Come si possa passare in poche ore dai 120 punti segnati in garauno (senza supplementari) agli 80 di garadue è il dibattito che si sta aprendo a LA LA Land. Certo è che le due "monotattiche" dei Lakers della prima partita (palla solo sotto e zona tutta per 40') in questo secondo match sono state polverizzate. La "carogna fisica" e l'orgoglio con i quali sono scesi in campo Kendrick Perkins e Serge Ibaka e l'abilità tattica di coach Scott Brooks ci hanno immediatamente mandato un messaggio di devastazione nucleare. Raccogliamo i cocci, saliamo sull'aereo e torniamo a Los Angeles a proteggere il nostro fortino alla bene e meglio. 1-1, come Heat-Sixers.

Thursday, March 29, 2012

Western Conference Finals, game 1: Oklahoma City Thunder - LA Lakers

Può uno che mette insieme 30 punti, 12 rimbalzi, 10/11 dal campo e 10/10 ai liberi - come ha fatto Gasol in garauno delle Western Conference Finals a Oklahoma City - non essere nominato Mvp della partita? Sì, se c'è qualcun altro che ha fatto di meglio...




A fine partita i giornalisti lo assalgono. Passa perfino in secondo piano il risultato della partita, un roboante 110-120 per i Lakers, di fronte ai 59 punti e 17 rimbalzi di Andrew Bynum, con 20/28 dal campo e 19/26 in lunetta, la terza prestazione di sempre nei playoff dopo i 63 punti di Jordan nel 1986 e i 61 di Elgin Baylor nel 1962, miglior prestazione di sempre in una Conference Finals superando i 50 di Wilt Chamberlain nel 1960!
Sono gli effetti collaterali della "monotattica" del Coach Zen, già usata nella seconda stagione del Primo Mondo contro i Thunder sfruttando Ilgauskas: palla solo sotto. Ogni azione. Sempre.
E quello che si smarcava meglio era sempre Bynum. Palla a lui, ogni attacco, solo a lui e se non segnava, si andava a prendere falli e viaggi in lunetta. E non essendo Shaq, ma avendo una buona mano a gioco fermo, Bynum ha devastato, caricando immediatamente tutto il reparto lunghi dei Thunder, incapaci di contenere la sua mole. Ne avrebbe potuti fare 70-75. Ne aveva già 39 all'intervallo, ne aveva già 53 a 3' dalla fine del terzo quarto, con il record di Jordan che sarebbe stato polverizzato. Ma il Coach Zen, capito il momento e con la gara già in cassaforte (+14 a più riprese, poi +16 massimo sul 111-95) ha deciso di non profanare il Mito. E così Bynum è stato tenuto in panchina, scatenando Gasol, letteralmente immarcabile nel deserto dei lunghi spazzati via da Bynum. Non servono a nulla i 34 di Durant (erano già 23 a metà secondo quarto) o la doppia doppia da 23 punti e 14 assist di Westbrook. Tutti i Thunder hanno sbattuto contro la zona 2-3 che il Coach Zen ha fatto dal primo all'ultimo minuto, altra "monotattica" insane senza pietà, ma che vale l'1-0 e il rovesciamento del fattore campo!
Il Mostro dell'Area formato da Bynum + Gasol ha prodotto insieme 89 punti, 29 rimbalzi, 30/39 dal campo e 39 liberi tentati. O i Thunder cominciano ad usare la zona, oppure non sarà l'unica prestazione da record della serie...

Wednesday, March 28, 2012

5 domande 5 about: The Western Conference Semifinals and other things

1.       Zen, una serie clamorosa! E lo sa che l’ultima garasette finita con un punto di scarto risale a ben 11 anni fa (Eastern Conference Semifinals 2001, 76ers-Raptors 88-87, ndr)?
“E soltanto altre cinque volte, dal 1948 a oggi, una sfida decisiva è finita col minimo scarto… incredibile. Ma ancora più incredibile è stata la serie che hanno giocato i Portland Trailblazers: nessuno poteva prevedere che la squadra di Nate McMillan, senza più Brandon Roy e Greg Oden, potesse arrivare fino al +1 a 59” dalla fine di garasette. La serie è stata pazzesca: vittoria Portland in garauno, ribaltone e 2-1 per noi, contro ribaltone e 3-2 Blazers: prime tre gare concluse con una tripla per l’overtime finita sul ferro e garasette decisa dal Mamba a 1” e 9 decimi dalla fine con i Lakers sotto di uno…”
2.       Già, Kobe…
“In questa serie non ha giocato ai suoi livelli abituali: ha chiuso la regular season da miglior marcatore della Nba alla stupefacente media di 32.5 punti a partita, ma contro i Blazers è andato di poco sopra i 20-22 points per game. Ha sofferto l’arcigna difesa di Wesley Matthews, ha tirato con scarse percentuali, non ha impresso il suo marchio sulla serie, almeno fino a 1 secondo e 9 decimi dalla fine di garasette… Il suo tiro forse è ancora troppo fresco per valorizzarlo a dovere, il tempo lo eleverà a “miracle shot” Oh, eravamo sotto di uno! Se non entrava eravamo già in vacanza”.
3.       Però adesso sono veramente cazzi, arrivano gli Oklahoma City Thunder
“Più che arrivano, siamo noi che andiamo da loro, che hanno il vantaggio del fattore campo. Anche loro sono reduci da una garasette, per giunta finita ai supplementari, anch’essa di un punto! E’ la prima volta nella storia della Nba che nello stesso tabellone di playoff due game seven finiscono con il minimo scarto. Almeno dal punto di vista della fatica saremo alla pari.”
4.       Come si battono i Thunder?
“Tenendo i ritmi lentissimi, dando palla sotto, palla sotto e ancora palla sotto a Gasol e Bynum. Usando la zona, o al limite la box and one su Durant. Attaccando senza forzare nulla, crearci tiri wide-open, evitare conclusioni che ci espongano ai loro micidiali contropiedi. Siamo sfavoriti e lo sappiamo, dobbiamo andarci subito a prendere garauno in Oklahoma, dobbiamo mettergli pepe al culo..”
5.       Gli Heat sono ancora imbattuti
“E sono già virtualmente in finale, perché i Philadelphia 76ers, seppur nella loro stagione di grazia, non possono essere un ostacolo per loro nelle Finali della Eastern Conference. Penseremo a loro, eventualmente, a tempo debito. Ora sotto con i Thunder! #daicazzo

Tuesday, March 27, 2012

Western Conference Semifinals, game 7: LA Lakers - Portland Trailblazers

La temperatura dello Staples Center scende improvvisamente a -40 gradi, freezando tutta LA LA Land. I Lakers, avanti 88-81 a 4’30” dalla fine sulla bomba esplosiva di Bryant, si sono fatti rimontare tutto il vantaggio e a -59” uno strepitoso Marcus Camby, sfruttando un errore difensivo nostro, deposita nella retina il clamoroso +1 Blazers: 92-93. Noi andiamo giù ad attaccare, palla al Mamba per andarsi a prendere qualcosa in post, ma lo braccano in mille, si smarca Kirilenko da tre, servito, triple wide-opeeeenn… ferro! Lamarcus Aldridge strappa il rebound, Portland +1 palla in mano a 40” dalla fine non può tenerla fino all’ultimo, ma può chiuderla. Trema lo Staples, tremano tutti sulla circolazione perfetta dei Blazers, ci sfugge un’altra marcatura, Felton è semi-libero lato a canestro dai 4 metri allo scadere dei 24”… Bynum riesce a recuperare in aiuto il tanto che basta per disturbarlo! Ferro anche per Felton, rimbalzo yellowiola e garasette di Western Conference Semifinals ce la giochiamo all’ultima azione! No time-out, per non spezzare il ritmo. Palla a Fisher che la porta su, Kobe è braccato, si va da Kirilenko, i secondi passano in fretta, ancora da Kobe, -5”, -4”..…


E i telecronisti impazziscono!!! “HE GOT IT! HE GOT IT!!!!” Lakers 94, Blazers 93 a 1" e 9 decimi dalla fine!!! Ma non è ancora finita! Time-out McMillan per l’ultima azione. Rimessa a centrocampo, palla a Wes Matthews da 9 metriiii mentre suona la sirenaaa e non possiamo più far nullaaaa…. A I R B A L L ! ! ! ! ! E S P L O D E    L O    S T A P L E S    C E N T E R   E  D   E’  W E S T E R N  C O N F E R E N C E   F I N A L S ! ! ! ! !  Pazzesco!!!!! Kobe viene travolto dai compagni mentre i Blazers rimangono piegati in due sulle ginocchia, inceneriti ad 1" e 9 decimi dalle Finali dell'Ovest! Ma escono a testa altissima: venire a Los Angeles e giocarsi garasette agli ultimi istanti senza Gerald Wallace è stata un'impresa epica. Insani. Ma alla fine il Mamba Nero ce l’abbiamo noi e nonostante una prestazione opaca (21 punti con 8/18) l’iniezione letale ai Blazers l’ha fatta lui con un fadeway terminale dal peso specifico indescrivibile e che racchiude in pochissimi istanti tutta l’enorme differenza che passa tra un grande giocatore ed un campione.
Ma di diritto un capitolo spetta anche ad Andrei Kirilenko che, come in garasei, entra e spezza in due il ritmo della partita con 15 punti (da infortunato!) nel secondo quarto, tirandoci su dal -6 del primo (21-27) e trainandoci fino al +7 (55-48), grazie anche alla zona 2-3 che il Coach Zen usa per spezzare il ritmo dei Blazers. Ci si sorpassa e controsorpassa pericolosamente per tutto il terzo quarto, ma a 11’ dalla fine una tripla ignorante di Goudelock sembra darci lo strappo decisivo (74-66), sensazione confermata anche da un incredibile tripla ingiustificata dall’angolo dell’ex Przybilla in apertura ultimo periodo (79-71). Ma Portland non molla e si rifà sotto, anche dopo la tripla di Kobe per il +7 a 4’43” dalla fine (88-81). Sono Wes Matthews e Smith a guidare la rimonta, fino all’incredibile appoggio di Camby nel deserto che vale il sorpasso Portland a 59” dalla fine. Nessuno sa ancora che Kobe, di lì a poco, segnerà un canestro che entrerà nella storia degli Universi.

Finale incredibile anche a Oklahoma City con i Thunder che battono i Memphis Grizzlies in garasette per 110-109 dopo un tempo supplementare. Saranno dunque Thunder-Lakers e Sixers-Heat le due Finali di Conference di questa prima stagione del Secondo Mondo. Miami è ancora imbattuta in questi playoff.


I risultati delle Conference Semifinals

Western Conference
Los Angeles Lakers - Portland Trailblazers 4-3
Oklahoma City Thunder - Memphis Grizzlies 4-3

Eastern Conference
Boston Celtics - Miami Heat 0-4
Philadelphia 76ers - Indiana Pacers 4-1

Western Conference Finals
Oklahoma City Thunder - Los Angeles Lakers

Eastern Conference Semfinals
Philadelphia 76ers - Miami Heat

Monday, March 26, 2012

Western Conference Semifinals, game 6: LA Lakers - Portland Trailblazers

La porta dello spogliatoio si spalanca improvvisamente, c’è un biondino filiforme, col naso adunco, pettinato da una piallatrice, con una vodka nella mano sinistra e un prijanik in quella destra: “have no fear, AK47 is here!”.
Gary Vitti, il nostro storico preparatore atletico, ha fatto il miracolo e ha rimesso in piedi Kirilenko prima dei tempi stabiliti! E il russo con 22 punti e 9/14 al tiro ci trascina al 75-87 con il quale sbanchiamo il Rose Garden in garasei, portando questa intensissima sfida con i Portland Trailblazers alla gara che merita: game seven! ! ! DAI CAZZOOOOOoOO!!!!!!! Dopo il crollo catastrofico allo Staples di garacinque non sembravano esserci più speranze per questi Lakers e invece ora la situazione si è completamente ribaltata, anche alla luce del grave infortunio occorso ad una pedina-chiave come Gerald Wallace che si rompe il polso ad inizio quarto quarto e finisce qui la sua stagione.
Noi partiamo carichi, feroci su ogni pallone, ma l’ecleccità dei Blazers ci sovrasta e Portland inizia subito a comandare pericolosamente (27-19): è l’entrata di Kirilenko che cambia volto a tutto. Il russo è un martello pneumatico sugli scarichi, apre la scatola con 13 punti e 2/2 da tre nel secondo quarto pareggiando la partita e mandandoci avanti 38-43 all’intervallo. Chirurgico in attacco, AK47 è un fattore determinante anche in difesa da n°4 su Aldridge, così come è fondamentale l’energia che ci mette Devin Ebanks che costringe Wes Matthews a 4 falli ad inizio terzo quarto. A dieci minuti dalla fine siamo a +9 (59-68) con il russo che ne ha già 20 in saccoccia, poi l’infortunio al polso di Wallace completa l’opera. Senza Gerald Wallace, con Wes Matthews bloccato dai falli e Lamarcus Aldrige limitato da Kirilenko, noi ce ne possiamo andare in tutta tranquillità chiudendo sul massimo vantaggio di 16 punti a pochi minuti dalla fine (71-87). E’ Bryant ad essere impropriamente nominato Mvp (22 punti, 5 assist, 8/18), coccarda che invece andava affissa sul petto del russo dallo sguardo di ghiaccio che sceglie proprio il momento giusto per firmare il suo high stagionale in maglia Lakers. Non possono nulla i 24 punti di un ancora ottimo Raymond Felton.
La serie tra Lakers e Blazers va dunque a garasette broda, at the Staples Center. Come in quella storica partita dei playoff 2000. Kobe c’era anche allora. Saliamo subito sul volo di ritorno nella notte. Sbarchiamo assonnati a LA LA Land mentre i rotori dei newspape stanno stampando l'edizione mattutina dell'LA Times.



Intanto i Philadelphia 76ers, sorpresa della regular season, si confermano anche nei playoff facendo fuori 4-1 gli Indiana Pacers e raggiungendo le Eastern Conference Finals contro i Miami Heat. Altrettanto a sorpresa la sfida tra gli Oklahoma City Thunder e i Memphis Grizzlies: Durant & Co. sembravano poterla chiudere facile dopo la partenza sul 2-0, ma anche loro se la dovranno vedere in garasette!

Sunday, March 25, 2012

Western Conference Semifinals, game 5: LA Lakers - Portland Trailblazers


Catastrofe nucleare. I Portland Trailblazers vengono a sbancare lo Staples Center in garacinque delle Western Conference Semifinals con un clamoroso +26, tenendoci alla miseria di 61 punti segnati con 24/71 al tiro... E il 61-87 con il quale la squadra di Nate McMillan viene a distruggere LA LA Land non solo riconsegna il vantaggio del fattore campo a Portland, non solo dà a loro anche due match-point (di cui uno casalingo) per chiudere tutti i discorsi, ma mina definitivamente tutte le (poche) certezze dei Lakers, frantumatesi subito in un primo quarto incredibile, partito con i Blazers indemoniati a segnare i primi 10 tiri su 13 skizzando già a +22 dopo 10 minuti (14-36)... Il resto della partita non è mai esistito. La difesa degli oregoniani sta facendo una differenza inumana: Bynum e Gasol non riescono a muoversi contro Marcus Camby, e Lamarcus Aldridge mangia in testa a tutti. Wes Matthews sta cancellando Kobe dal campo forzandolo a percentuali bassissime (sembra il Bryant delle Western Conference Semifinals perse 0-4 nel real world contro Dallas), così come si sta facendo enormemente sentire la mancanza di Kirilenko e di un vero play titolare, visto che Fisher, per motivi anagrafici, non lo è più e Goudelock è solo un buon cambio del Venerabile Maestro: non a caso Raymond Felton sta facendo quello che vuole. Dal 2-1 Lakers al 2-3 e spalle al muro con un -26 casalingo sul groppone. Dobbiamo cancellare tutto in fretta, rifare le valigie, andare all'areoporto e salire sul volo per Portland con in testa un unico concetto: portiamo la serie a garasette, a casa nostra.

Western Conference Semifinals, game 4: LA Lakers - Portland Trailblazers


Il morso velenifero questa volta è suo, di un incontenibile Raymond Felton, che infila gli incisivi affilati nelle carni yellowiola scotennando il tiro in sospensione del 94-89 a 27" dalla fine che ci schianta al suolo. Avevamo riaperto tutto, eravamo risaliti dal baratro di un terminale -7 a -1'42" dalla fine (92-85) riacciuffando la gara sul -3 con un gancetto di Gasol a -47". Ma l'ex Nuggets ci ha teminated, nella sua partita da indiscutibile Mvp (24 punti, 8 assist, 8/17 al tiro). 2-2 guys! F U C K !
Dopo la sconfitta in casa in garatre, Portland fa capire subito che per noi non ci sarà trip for cat. Lamarcus Aldridge scherza Gasol ovunque e gli pianta in faccia 12 punti nel primo quarto, trascinando i Blazers al 13-4 iniziale. Rimontiamo e passiamo anche avanti di quattro nel secondo periodo, ma qui è Gerald Wallace a scatenarsi con 9 punti che spediscono i Blazers sul 47-37, grazie anche al grandissimo lavoro difensivo di Marcus Camby. Sulle ali di un incontenibile Raymond Felton i padroni di casa toccano il massimo sul +12 nel terzo quarto, ma qui ancora una volta è la panchina dei Lakers che scompone la molecole di garaquattro, ribalta tutto e con due triple firmate Burks e Barnes e un rimorchio targato Gasol si torna in parità a quota 71. A 22" dalla fine del terzo quarto una quasi tripla di Fish ci rimette avanti di due (71-73): sarà un nostro raro e ultimo vantaggio.
Portland apre in furia cieca l'ultimo quarto e una bomba dell'ottimo Ismael Smith a 7' dalla fine appare già una sentenza (84-75). Rientriamo con Kobe (29 punti, 10/23) che va ad attirarsi falli in post basso, ma la squadra di McMillan si trova a memoria e sembra archiviarsi tutto quando un loro pick n' roll produce la schiacciata solitaria di Camby del 92-85 a 1'49" dal termine. Risaliamo miracolosamente fino al -3, ma Felton ci inietta il veleno. F U U U u u C K !

Nelle altre sfide 2-2 sorpresa anche tra Oklahoma City Thunder e Memphis Grizzlies, e 3-1 dei Philadelphia 76ers sugli Indiana Pacers, fermati dai pesanti acciacchi/infortuni di Paul George e Roy Hibbert. Miami, quinta a Est, ha innestato il turbo in questi playoff e dopo lo "sweap" agli Atlanta Hawks ha rifilato un notevole 4-0 anche ai Boston Celtics: i tre Amigos sono già alle Eastern Conference Finals.

Saturday, March 24, 2012

Western Conference Semifinals, game 3: LA Lakers - Portland Trailblazers

La bolgia del Rose Garden è assordante quando Kobe va in lunetta con due liberi che pesano quanto una palla medica; mancano 16” alla fine, i Lakers sono avanti soltanto di uno (84-85). Bryant carica il primooo… dentro (84-86)! Carica il secondooo.. dentro (84-87)! Ma Portland ha ancora l’ultima azione, Felton ci taglia in due la difesa che collassa su di lui lasciando libero Wes Matthews oltre l’altro, Felton lo vede, Matthews riceve wide-open ma incredibilmente esita una frazione di secondo perdendo il ritmo. Quando scocca la bomba per il possibile overtime si vede subito che esce fuori scentrata: suona la sirena, la parabola si schianta sul ferro ed è vittoria Lakers!!! DAICAZZOOOoooOOoOooOOOoOoOOO!!!!!!!!!

Ma quella che va in scena in Oregon non è una gara di playoff, è una guerra nucleare senza esclusione di colpi, spiegata meglio da un dato su tutti: 0/11 complessivo al tiro delle due squadre e solo 2-0 sul tabellone (2/2 di Fisher ai liberi) nei primi 4 minuti di gioco… W A R. Ma dal secondo quarto i Blazers cominciano a fagocitarci. Questa volta è l’ottimo play di riserva (pescato dai free agent) Ismael Smith che detta i ritmi, con Aldridge e Batum a finalizzare per il +7 Portland (37-30). Ci rimettiamo in sesto, si scatena un’autentica battaglia furiosa nel terzo quarto dove ci si sorpassa e controsorpassa ad ogni azione, nessuno cede un minimo centimetro all’altro. Ma sul finire del terzo periodo la nostra panchina entra in un mini-Nirvana: il quintetto formato da Goudelock, Burks, Barnes, Ebanks e l’ex Przybilla sorprende i Blazers e ci proietta fino all’inaspettato +8 del 55-63, grazie soprattutto ad un sorprendente Alec Burks (11 preziosissimi punti from the bench) e alla difesa atletica di Ebanks su Aldridge. Quando rimettiamo dentro i titolari, Portland impiega meno di un minuto per tornare a -1 (68-69 a 5’19” dalla fine) e allora la chiave deve essere proprio lì, nello spot di numero 4, dove c’è il vuoto difensivo che lascia Gasol. Chiudiamo quel buco lasciando lo spagnolo in panchina per gli ultimi minuti (alto rischio!), piazzando World Peace là sotto insieme a Bynum. Una dunk sorprendente di Metta a difesa schierata spezza l’equilibrio a -3’37” dandoci il +6 (72-78), ma Aldridge è in agguato: gancetto, bucket, -2 Blazers a 2’06” dalla fine (78-80). C’è aria di sorpasso, il Rose Garden è un bolgia nucleare, la zittisce subito il Venerabile Maestro: pescato al bacio in angolo da Bryant, Fisher infiocchetta la tripla del +5 L.A. a -1’59” che sembra indirizzare tutto verso la landa yellowiola. Ma non è ancora finita. Portland c’è ancora, e quando Felton taglia come il burro la nostra difesa e va a depositare il -1 a 19” dalla fine, c’è aria di clamoroso ribaltone (84-85). Non sarà così: Bryant è freddo dalla lunetta (84-87), Matthews wide open da tre attende troppo e perde il ritmo. 2-1 Lakers!
Bryant è l’Mvp eletto con 21 punti ma 4/14 dal campo, ma è Alec Burks (11) la vera variabile che ha fatto girare questa garatre di una serie stradurissima.

Friday, March 23, 2012

Western Conference Semifinals, game 2: LA Lakers - Portland Trailblazers


Partono smoccoli boreali in cirillico quando AK47 scende giù da un rimbalzo, si contorce a terra tenendosi la caviglia ed è probabile che sia finita la sua stagione. Siamo sull'orlo dello 0-2 quando LaMarcus Aldridge inchioda da solo il +7 Blazers a 3’14” dalla fine. Erutta lo Staples Center quando Andrew Bynum corregge in tap-in il fader decisivo sbagliato da Kobe a -5" e ci regala l’80-77. Deborda tutta LA LA Land in una smodata esultanza da vittoria del titolo quando Raymond Felton frantuma sul ferro da 8 metri la bomba per l’overtime!
Succede di tutto nella garadue tra i Lakers e i Blazers, una partita durissima in stile Bulls-Pistons di fine anni 80. La difesa di Wes Matthews costringe Kobe ad un terrificante 4/18 nel primo tempo, dove le due squadre ci arrivano col 37% e 34% al tiro. La caviglia di Kirilenko salta via nel secondo quarto (dalle 2 alle 4 settimane di stop… F U C K ! ! !), dal terzo periodo Gerald Wallace e Jordan Crawford ci castigano e Portland comincia a macinare punti di margine attraendo la partita a sé. A fine terzo quarto il punteggio è solo 50 pari... 
A -3’14” dalla fine Lamarcus Aldridge converte in schiacciata solitaria un rimbalzo offensivo nel deserto ed è 64-71 Blazers, quasi 0-2 e serie semi-compromessa. Ma poi se ne vedono di ogni: una rubata di Metta World lancia Kobe verso uno spettacolare tiro in esitation subendo fallo like this http://www.youtube.com/watch?v=xi1aO17iKxI : libero realizzato e -2 Lakers (69-71). L’azione dopo Lamarcus Aldridge fa fallo in attacco per un blocco irregolare su Fisher e Kobe ringrazia impattando a 71. A -1’20” un paradisiaco pick’n roll sull’asse Fisher-Gasol porta lo spagnolo ad una schiacciata devastante con fallo di Aldridge in recupero: 2+1 di Pau e primo +3 Lakers (76-73)! Felton non s’arrende, castiga la retina a -59” (76-75), Kobe risponde con una frustata in faccia a Crawford (78-75), Aldridge dipinge il gancetto del nuovo -1 Blazers a 32” dalla fine (78-77) e noi ci andiamo a giocare la penultima azione della partita. Dobbiamo segnare a tutti i costi, palla al Mamba, schiena contro il petto di Crawford, Kobe si gira e scocca il fade-away al limite dei 24”... ferro-fuck! Ma non faccio in tempo a smoccolare in assirobabilonese che Bynum anticipa Aldridge e fa esplodere lo Staples strappando l'offensivo e convertendolo al volo con un tap-in alla tabella a 5" dalla fine (80-77)!. Rimessa Blazers, forziamo Felton a riceverla lontano, due palleggi, il tiro da 8 metriiiiii…non va! 1-1! 


La panchina dei Lakers entra in campo come dopo la vittoria di un anello, Bryant esulta come se fosse una garasette di Finale e tutti i giocatori sono incontenibili! Danno proprio l'impressione che questa garadue quasi persa, questa serie quasi compromessa, risorgendo da un -7 a 180" dalla fine sul baratro dello 0-2, con Kirilenko forse fuori tutta la stagione, valga molto di più di un semplice 1-1. Kobe è l’Mvp con 29 punti (seppur con 29 tiri) e 6 rimbalzi, Bynum fa una doppia doppia da 14 punti e 14 rimbalzi, Gasol una da 15 + 11. Spiccano nei Blazers gli zero-punti-zero di Wes Matthews che fu autentico protagonista di garauno.

Negli altri campi, 2-0 degli Oklahoma City Thunder sui Memphis Grizzlies, 2-0 dei Miami Heat sui Boston Celtics e 2-0 della squadra dell’anno, i Philadelphia 76ers, sugli Indiana Pacers.

Thursday, March 22, 2012

Western Conference Semifinals, game 1: LA Lakers - Portland Trailblazers


Eee attenzione perché i Portland Trailblazers fanno veramente sul serio, ci saccheggiano lo Staples Center in garauno delle Western Conference Semifinals (97-102), si prendono subito il vantaggio del fattore campo e ci infliggono la seconda sconfitta su due in questa stagione: anche questo un ‘segnale’ che gli oregoniani, anche senza Brandon Roy, sono più ossi duri di quanto si possa pensare. E hanno “controllato a piacimento” molto più di quanto non dica il punteggio finale. Se è vero che Kobe ha fallito il fader in post del pareggio a 15” dalla fine e Kirilenko ha piantato sul ferro lungo la tripla dell’overtime, è anche vero che Portland nel secondo e terzo quarto ci ha tenuti sotto scacco, trascinata dal trio  formato da Lamarcus Aldridge (Mvp con 21 punti, 12 rimbalzi e 6 assist), Wes Matthews (22 punti, 7/12, difesa decisiva nel finale) e Gerald Wallace (21). Un paradisiaco Kobe Bryant da 42 punti e 7 rimbalzi ci riporta in sella firmando la parità a quota 84 a 5’30” dalla fine, ma Camby e Aldridge sorprendono Gasol in post  e sembrano sigillare il blitz oregoniano trascinando i Blazers sul +7 a -3’12” (88-95). Entra Bynum, sul +5 POR a 59” dalla fine a gara virtualmente segnata, il centro allevato da Jabbar attrae a sè l’offensive rebound of the game, dunka in testa a Camby, subisce fallo e segna l’aggiuntivo: Lakers 97, Blazers 99. Tutto riaperto!
Con una difesa ferocissima forziamo i Blazers ad una conclusione disperata da 8 metri di Gerald Wallace da tre che finisce sul ferro a -34” e così ce la giochiamo per l’overtime. Kobe chiama palla in post, vedo già proiettata nel futuro l'immagine del Black Mamba che finta il tiro e poi va col passo d'incrocio in sottomano elegante per il pareggio, ma Wes Matthews gli impedisce di girarsi con una marcatura da Defensive End dell’ Nfl, costringendo Kobe ad un forced fader … ferro a -15”! FUUuuUuCK! Rimbalzo Matthews, fallo sistematico, sembra finita ma l’ex Marquette Golden Eagles ci concede un’altra opportunità realizzando un solo libero: Lakers 97, Blazers 100. Andiamo per l’overtime o per un tiro rapido da due. Chiamo lo schema per smarcare Kobe in uscita da un doppio blocco, ma Matthews gli si incolla addosso come il miglior Artest, e non solo evita l’entrata al Mamba Nero, ma gli fa fermare anche il palleggio. I secondi passano, Bryant è chiuso con la palla in mano, all’ultimo si libera Kirilenko behind the arc, Kobe lo serve a -4”, il russo si alza per la tripla, Matthews si stacca da Bryant per contrastare il tiro e riesce anche qui nella sua missione difensiva. La tripla di Kirilenko prende il secondo ferro, Aldridge cattura il rimbalzo e mette il 2/2 ai liberi che chiude in cassaforte l’1-0 Blazers! F U U U U U U C K ! ! ! ! !

Wednesday, March 21, 2012

5 domande 5 about: The First Round and other things

I Los Angeles Lakers vincono anche garatre (97-86) e garaquattro (95-81 con una quasi tripla doppia di Gasol, 20 punti, 10 rimbalzi, 8 assist) eliminando 4-0 i Dallas Mavericks in una serie già decisa nei primi minuti di garauno con l’infortunio alla schiena di Nowitzki, fuori in tutti e quattro i confronti. Ora la squadra di Kobe Bryant (capocannoniere della Lega a 32.4 ppg) affronterà i Portland Trailblazers nelle Semifinali della Western Conference con il vantaggio del fattore campo.

1.       Zen, prima di parlare di Mavs-Lakers veniamo alla notizia clamorosa: Chicago Bulls eliminati al primo turno!
“Li avevo dati per campioni Nba… i miei pronostici a quelli di Dan Peterson fanno un baffo. E’ certamente una notizia inaspettata, ma non così clamorosa come potrebbe sembrare se si va a vedere contro chi sono capitati: gli Indiana Pacers.Chiaro, Chicago era comunque favorita e doveva passare il turno, ma Indiana li ha portati in garasette e si è andata a prendere le Eastern Conference Semifinals allo United Center vincendo 80-79.... L’avevo detto in tempi non sospetti: occhio ai Pacers. Ma i Bulls hanno anche pagato a carissimo prezzo l'infortunio a Kyle Korver a pochi giorni dalla fine della regular season che gli è costato sia il primo posto a Est, sia questa incredibile eliminazione.”
2.       Veniamo a Mavs-Lakers 0-4, con garatre e garaquattro lasciate addirittura dirigere a John Kuester.
“I nostri playoff, in pratica, devono ancora iniziare, come le teste di serie dell’NFL che entrano solo al secondo turno. Senza Nowitzki i Mavericks non erano più una squadra, la serie si era già virtualmente chiusa nei primi minuti di garauno quando Wunderdirk è crollato a terra.”
3.       Ora sotto con i Portland Trailblazers, le stesse semifinali di Conference degli scorsi playoff, seppur nel Primo Mondo. Comunque un altro cliente facile per essere una Western Conference Semifinal, visto che non hanno più Brandon Roy
“Ci è andata bene nel tabellone playoff, siamo capitati dalla parte più accessibile, quella alta, con gli Oklahoma City Thunder confinati i quella bassa: li incroceremo eventualmente solo nelle Western Conference Finals. Portland non ha più Brandon Roy, ma comunque è una squadra giovane, da prendere con le molle e che non va fatta esaltare; ci ha già messi in difficoltà nei playoff 2013 del Primo Mondo, ci ha battuto in regular season in questo. E’ pericoloso se ci passa sottopelle l’idea che sarà una passeggiata come contro i Mavs.”
4.       Spurs non qualificati, Mavs e Bulls già fuori, Celtics e Heat che si scontrano già tra di loro. Zen, playoff facili
“In 25 stagioni di 2k-carriera non sono mai andato ad una garasette nei primi due turni dei playoff, anche se per tre volte sono andato fuori al primo turno... è storia che le cose inizino a farsi veramente dure dalle ‘Final Four’ in poi. E lì  inizieranno i cazzi veri.”
5.       Zen, non si nasconda. Siete passati 4-0 e quest’anno quattro gare consecutive vinte dai Lakers sono una rarità. Siete entrati in forma nel momento giusto!
“Stiamo giocando bene, questo è vero. Vero che mancava Nowitzki, ma il il +20 in garauno e il +25 in garadue sono comunque un buon bottino contro chiunque. L’Affiatamento è arrivato al 100% poche gare prima della fine della regular season e ora quasi tutti hanno il morale al massimo (Estasiato). A parte il piccolo acciacco alla caviglia di Artest (in fase di recupero) siamo nella forma giusta per dare l’attacco a questi playoff!”.


I risultati del primo turno

Western Conference
Denver Nuggets - Portland Trailblazers 2-4
Dallas Mavericks - Los Angeles Lakers 0-4
Oklahoma City Thunder - Minnesota T'Wolves 4-1
Los Angeles Clippers - Memphis Grizzlies 1-4

Eastern Conference
Boston Celtics - Milwaukee Bucks 4-3
Atlanta Hawks - Miami Heat 0-4
Philadelphia 76ers - New Jersey Nets 4-2
Chicago Bulls - Indiana Pacers 3-4

Western Conference Semifinals
Portland Trailblazers - Los Angeles Lakers, Oklahoma City Thunder - Memphis Grizzlies

Eastern Conference Semfinals
Boston Celtics - Miami Heat, Philadelphia 76ers - Indiana Pacers 

Monday, March 19, 2012

First Round, game 2: Dallas Mavericks - LA Lakers

Deja vù alla Matrix, ma a parti invertite. Sempre nei primi minuti della partita, come in garauno per Nowitzki. Questa volta a rimetterci è Metta World Peace che ricade male dopo un rimbalzo e si prende una storta alla caviglia che lo terrà fuori da 1-2 settimane, stesso periodo di stop di Wunderdirk. Ma va da sè che il peso specifico delle due perdite non è neanche lontanamente paragonabile. Se noi infatti possiamo contare su almeno due giocatori dello stesso ruolo e dello stesso impatto (se non superiore!) di Metta World (ovvero Barnes e Kirilenko, ma ci sarebbe anche Ebanks), la stessa cosa non la si può certo dire dei Mavericks che tentano inutilmente di rimpiazzare il tedesco prima con Lamar Odom, poi con Yi Yanlian. Entrambi saranno disastrosi: Lamar costantemente in depression mode da L.A. lontananza e Yanlian... vabè, cosa vuoi pretendere che faccia Yi Yanlian? Al massimo un esibizione di taekwondo nella foresta dei pugnali volanti. There's no trip for cats anche in garadue broda, finiamo per vincerla facile di ventitrè  (82-105) con Bryant a quota 30, Gasol a 25 (ne aveva già 17 all'intervallo) e l'ottimo Alec Burks d'impatto from the bench (16 punti con 4/4 da tre!). La realtà è che Dallas senza Nowitzki è una squadra quasi inesistente. Cioè, Vince Carter sembrava anche lanciato verso l'iperspazio dopo un primo tempo da 21 punti, ma sparisce letteralmente nella ripresa. 

Intanto, come volevasi dimostrare, i Denver Nuggets sorprendentemente primi nella Western Conference sono già sotto 0-2 contro i Portland Trailblazers, ottavi a Ovest ma molto più in clima dei playoff rispetto alla squadra di George Karl, che è più da regular season. Anche Miami, che partiva con lo svantaggio del fattore campo essendo arrivata solo quinta a Est, ha già saccheggiato due volte la Philips Arena di Atlanta.

Sunday, March 18, 2012

First Round, game 1: Dallas Mavericks - LA Lakers


Mark Cubano ha smoccolato in 27 lingue diverse, con accento svedese...I playoff non potevano iniziare in modo peggiore per i Dallas Mavericks. In una delle prime azioni di garauno Dirk Nowitzki crolla al suolo dopo un fader in faccia a Gasol: strappo lombare, 1-2 settimane di stop.  Senza il Wunder la partita diventa un monologo Lakers, facilitato da Vince "non più"credible Carter che si è sentito in dovere 'morale' di prender in mano la squadra, nonostante gli scongiuri di Rick Carlisle che l'ha pregato in ginocchio di non farlo. Ma non ci sono state ragioni: "ci penso io", ha tranquillizzato tutti Carter, che si prende 14 tiri nei primi due quarti. Segnandone soltanto uno... L'incommentabile 1/14 di Vince Tempera all'intervallo ci lascia un'autostrada per andarcene; nonostante un encomiabile Jason Kidd la chiudiamo sul +20 tondo tondo (85-105) con Metta World Peace inusuale M"W"P con 12 punti tutti dall'arco (4/7 da tre), 8 rimbalzi e 3 assist. Kobe 20, Kirilenko 15 + 7 rimbalzi e Gasol 15 + 4 completano l'opera. Strappiamo subito il vantaggio del fattore campo in una serie che senza Nowitzki ha già fatto chiudere tutte le scommesse. Riuscirà il Wunder a rientrare in tempo per garatre o garaquattro? O meglio, riuscirà Rick Carlisle a vietare il tiro a Vince Carter (che ha chiuso con 5/26...) ??

5 domande 5 about: The Secondo Mondo Playoff

WESTERN CONFERENCE

Denver Nuggets (1) vs Portland Trailblazers (8)
Dallas Mavericks (4) vs Los Angeles Lakers (5)
Oklahoma City Thunder (3) vs Minnesota T'Wolves (6)
Los Angeles Clippers (2) vs Memphis Grizzlies (7)

EASTERN CONFERENCE

Boston Celtics (1) vs Milwaukee Bucks (8)
Atlanta Hawks (4) vs Miami Heat (5)
Philadelphia 76ers (3) vs New York Knicks (6)
Chicago Bulls (2) vs Indiana Pacers (7)


   1. Zen i playoff, ci siamo!
“Finalmente. Non ne potevamo più di questa regular season ondivaga, trascorsa in the Middle of Nowhere, senza concorrere per nulla se non un anomino quinto posto a Ovest. Ora si azzera tutto e comincia un altro campionato.”
2.       Sicuro che si azzera tutto?
“No, ma questo non lo scriva. Non posso mica andare nello spogliatoio della squadra a dire che al massimo possiamo ambire al secondo turno, no? Devo caricarli e caricarmi, credere che possiamo puntare quantomeno alla Finale. Però la regular season non è messa lì per caso e la sua scrematura la fa più di quanto si creda. Se siamo arrivati quinti invece che primi un motivo, o più di uno, c’è."
3.       Non mi vorrà dire che la finale sarà Nuggets-Celtics, vero?
“No, ma non mi meraviglierei se Boston la raggiungesse, come ha già fatto nella seconda stagione del Primo Mondo, contro di noi. Denver è arrivata prima nella Western Conference solo per congiunzioni astrali favorevoli, ma è comunque sempre stata terza per tutto l’anno, dunque merita molta attenzione. Però è una di quelle squadre ‘da regular season’, come i Golden State Warriors, i Memphis Grizzlies o i Phoenix Suns, che arrivarono secondi nel primo anno del Primo Mondo, ricorda? Ecco, non mi meraviglierei se Denver, come fece PHX, andasse subito fuori al primo turno contro Portland. Miami invece ha avuto un campionato altalenante come noi, però è una squadra da 'Battlestar Galactica' e può arrivare in Finale, pur partendo dal quinto posto nella Eastern Conference."
4.       Voi ve la vedrete con i Dallas Mavericks, again
“Si ripropone la sfida delle Western Conference Semifinals 2011 nel real world e delle Western Conference Finals 2012 del Primo Mondo, dove i Mavs arrivarono ad un tiro (da metacampo) dal trascinarci a garasette. Sfida tosta, ma questa volta forse abbiamo chi può marcare Nowitzki (Kirilenko).
5.       Chi vincerà l’anello?
“Se lo giocheranno sempre le solite. Oklahoma City, Dallas e noi a Ovest, e Miami, Boston, Chicago a Est. La butto lì, Finale Bulls-Thunder e vincono i Tori alla settima."

Saturday, March 17, 2012

Season End: in the name of surprises!

Quando un ‘battito d’ali’ a Oklahoma City causa un fallout termonucleare su tutta la Nba. Gli ultimi giorni di regular season hanno creato situazioni imprevedibili e tutto nasce da quel battito d’ali in Louisiana; il nostro per la precisione. Ci riscaldiamo a Phoenix (vittoria di 13 punti) prima di andare a giocarci il match dell’anno alla Chesapeake Energy Arena, tana dei Thunder padroni dell’Ovest. La giochiamo alla grande, Durant scodella 17 punti sui primi 21 dei suoi, ma quando gli incollo addosso Kirilenko, progressivamente sparisce. AK47 è la chiave “On D” (Durant ne ha 25 all’intervallo, ma ne segnerà solo 10 nella ripresa), un mostruoso Gasol da 30 punti e 9/13 lo è in attacco e ci permette di saccheggiare la Louisiana 104-111. E il nostro battito d’ali crea un effetto domino che stravolge tutto.

Noi, nonostante le ultime tre vittorie consecutive (@PHX,  @OKC e l’ultima allo Staples contro Dallas) non riusciamo a schiodarci dal quinto posto (chiudiamo a 18-11), ma la nostra “double vu” contro i Thunder manda in crisi Durant & Co., che ne perdono un'altra e si fanno risucchiare all’ultimo sia dai Los Angeles Clippers in risalita dopo il ritorno di Blake Griffin (i Clips prima del crack della loro ala-pivot dominavano la Western Conference), sia dai Denver Nuggets che, terzi stabili per tutto l’anno, piazzano il clamoroso colpo di reni opportunista all’ultimo giorno. Morale: Thunder, Clippers e Nuggets con lo stesso record, ma per via della classifica avulsa che comprende scontri diretti e vette delle rispettive division, è clamorosamente Denver ad uscire fuori con il seeding numero uno dell’Ovest! ! ! Con i Velieri secondi e i Thunder clamorosamente beffati che scivolano al terzo posto dopo almeno quattro mesi in testa alla Western Conference. I N S A N F U L L !

E la stessa cosa si verifica a Est! Philly, in testa per tutto l’anno, ha un calo nell’ultima settimana, ma ad approfittarne non sono i Bulls (secondi), bensì gli eterni Boston Celtics che fanno proprio come i Denver Nuggets: terzi stabili per tutto l’anno, allungano il collo sul filo del traguardo e lo tagliano per primi, con i Sixers che, proprio come i Thunder, scivolano al terzo posto. Denver testa di serie numero uno a Ovest e Boston testa di serie numero uno all’Est, due upset che mischiano le carte nei playoff dove noi abbiamo la fortuna di finire nella parte di tabellone che non comprende i Thunder, che dunque incontreremo eventualmente solo in una Finale di Conference. Al first round comunque ci capitano i Dallas Mavericks, con il vantaggio del fattore campo a loro. Sono sempre cazzi.

Denver fa incetta di premi individuali, dove c’è un predominio clamoroso dei playmaker come mai prima d’ora: Derrick Rose (Bulls) è l’Mvp stagionale a 21.8 punti, 7.0 assist, Kyrie Irving (Cavs) è il Rookie of the Year (15.3 punti, 5.3 assist), Andrè Miller (Nuggets) è il Sixth Man e Ty Lawson (Nuggets) la Rivelazione. L’unico non play ad essere premiato è Dwight Howard (Magic) che si consola con il Defensive Player (18.6 punti, 12.1 rimbalzi, 2.0 stoppate), mentre Orlando sta fuori dai playoff. Il Coach of the Year è meritatamente Doug Collins nonostante il terzo posto dei suoi Sixers, anche se a questo punto una menzione di diritto va fatta anche per George Karl.

Spurs disastro. Sono ultimi, sceglieranno il "nuovo Bill Russell" Anthony Davis?

Per una squadra che sta sorprendendo tutti in positivo (i Philadelphia 76ers) ce n’è una che è l’esatto contrario. Believe it or not, i San Antonio Spurs di Tony Parker, Manu Ginobili e Tim Duncan si sono liquefatti in questa prima stagione del Secondo Mondo, tanto da occupare l’ultimo posto nella Western Conference con 19 sconfitte all’attivo! Da non credere: le cause sono inspiegabili. La squadra di Popovich non ha avuto Ginobili nei primi mesi di campionato, ma non può essere questo il motivo di un tale tracollo, quanto piuttosto l'effetto età del Secondo Mondo, anche se il terzo posto a Est dei Celtics smentisce anche questa tesi. Sta di fatto che gli Speroni hanno perso completamente la maniglia della stagione, tanto che ‘Pop’ è addirittura in discussione e rischia un incredibile licenziamento! Buttata via la season, in Texas già ci si concentra sul prossimo anno che porterà in dote a San Antonio una prima scelta di grido: agli Spurs potrebbe finire uno tra Andre Drummond, Jeremy Lamb, Harrison Barnes, Jared Sullinger o, addirittura, quello che la Gazza ha definito il nuovo Bill Russell, la futura prima scelta assoluta 2012 Anthony Davis di Kentucky, che potrebbe riformare a San Antonio le Torri Gemelle, questa volta con Duncan nel ruolo di vecchio saggio che fu di David Robinson, e Davis come stella al suo fianco. A contendersi Davis, però, ci sono anche i Cleveland Cavaliers (ultimi a Est) e qui si formerebbe un'asse play pivot "quantomeno interessante" con Kyrie Irving.

Melo, 43, decriogenizza lo Staples Center

Che non so neanche cosa voglia dire, me lo sono inventato così, ad cazzum. Ma non si può, non si può in piena corsa playoff perdere in casa contro i New York Knicks 95-104 facendosi segnare 43 punti da un giocatore solo. Right, Carmelo Anthony - che qui sembra andare d'amore e d'accordo con D'Antoni - ce ne confeziona F O R T Y T H R E E, con 16/27 dal campo e 10/11 ai liberi. E' la prima volta in questo Universo che un avversario ce ne infiocchetta quaranta e, in generale, non accade praticamente mai (i remember solo Corey Maggette che ce ne smontò addosso 53, ma stiamo parlando di due Universi e più di venti Mondi fa...). Non solo Melo, naturally; ci hanno castigato anche "Linsanity" (19), Fields (17) e i 22 rimbalzi in coppia di Tyson Chandler e Amarè Stoudamire (eleven a testa), però è stata l'ex stella di Syracuse che ci ha distrutto, il ragazzo cresciuto ne "La Farmacia", quartiere di Baltimore chiamato così non certo per la presenza della Bayern. F U U U C K. Ci ha defenestrato, nonostante le feroci marcature staffetta di Metta World, Matt Barnes, Ebanks e Kirilenko. Nothing to do. Lo pressavi e ti andava via in palleggio e appoggio, gli lasciavi spazio e ti castigava da fuori, lo raddoppiavi e si andava a prendere falli e tiri liberi. Per non parlare del suo lavoro in post: culo, culo, culo, finta elegante, bucket. Immarcabile. Non sono bastati i 33 di Kobe. Ancora una volta la sconfitta è arrivata con Gasol al di sotto dei 10 punti.

Friday, March 16, 2012

Arrivano i Philadelphia 76ers...

La prima delle tre grandi che dobbiamo affrontare nelle ultime cinque di regular season viene a farci visita allo Staples Center con in dote il miglior record della Lega: sono i Philadelphia 76ers e comandano la NBA con uno strabiliante 20-5. Li allena quello che è già il Coach of the Year, Doug Collins, ex allenatore di Michael Jordan ai Bulls prima dell'era Phil Jackson. Collins è un maestro quando ha a che fare con i giovani da far crescere, magari lo è un po' meno quando c'è da andare fino in fondo ("Doug è stato bravissimo a portarci dal punto A al punto B, ma crediamo che Phil sia la persona giusta per portarci al titolo" le parole di Jerry Reindorf su Collins alla presentazione di Jackson come nuovo coach di Chicago, estate 1989).
Collins ha inventato il "miracolo Sixers 2012" con un quintetto che ha un centro difensore con tiro da fuori (Spencer Hawes) e quattro guardie giovani, atletiche e rimbalziste: Jrue Holiday,  Jodie Meeks, Iguodala e Thaddeus Young da numero quattro. Con Evan Turner, Louis Williams e Nikola Vucevic che escono dalla panchina. Manca Elton Brand, fuori per infortunio per sei settimane.
Ci vanno subito via, ci infiocchettano un 32-16 in partenza che ci annichilisce. E' impossibile difendere a uomo contro di loro. E allora decido di buttarla sulla tattica feroce. Questi giovanotti energici inarrestabili, come se la cavano a difesa schierata? Gli sparo addosso 30 minuti di tutte le zone possibili e immaginabili, dalla 1-3-1, alla 2-3, compresa la "box and one". E infatti non sanno attaccarle. Rimontiamo, passiamo avanti, loro ci ricacciano indietro, noi risaliamo. A 41" dalla fine Kobe (31) fa poesia in movimento con il tiro del +3 che fa ferro-impennata-retina (101-98), Philly sbaglia da due e Gasol (22 punti, 12 rimbalzi, 9/17 al tiro) segna il libero della sicurezza a 5" dalla fine. Lakers 102, Philadelphia 98! E una è andata! #daicazzo!


A quattro gare dalla fine la situazione delle prime otto a Ovest è questa: 1. Oklaoma City Thunder (19-7, 72%), 2. Dallas Mavericks (16-9, 64%), 3. Denver Nuggets (17-10, 63%), 4. Los Angeles Clippers (15-9, 62.5%), 5. Los Angeles Lakers (15-10, 60%), 6. Minnesota T'Wolves (15-11,53.7%), 7. Portland Trailblazers (15-13, 53.6%), 8. Memphis Grizzlies (13-13, 50%).

Thursday, March 15, 2012

Un Gasol ritrovato, un rimbalzo perso...

La beffa arriva a tre decimi di secondo dalla fine quando il più piccolo in campo, Darren Collison, s'insinua tra Metta World e Gasol, cattura il rimbalzo offensivo sul tiro della vittoria sbagliato da Granger e lo converte nel reverse lay-up del 98-97 Pacers. F U U U U U U C K ! ! ! ! ! Non abbiamo tempo di fare altro, la tripla della vittoria (a segno!) di Kobe arriva un decimo di secondo dopo la sirena e così si consuma ad Indianapolis la decima sconfitta stagionale, una gara da playoff, intensissima, dove i 35 di Kobe e i 21 di Gasol non sono riusciti a fermare la coralità dei giovani Pacers (Hibbert Mvp con 22 punti e 7 rimbalzi, Collison 20 punti e 11 assist, Hansbrough 14 + 11 rimbs, Danny Granger 23), squadra destinata a recitare un ruolo da assoluta protagonista nei prossimi anni.
Ma sono soddisfatto. Venivamo infatti da un viaggio di 2.000 km in quanto la sera prima eravamo a Miami per la partitissima contro gli Heat. E quella sì che l'abbiamo vinta! Un 89-99 con Wade fuori gioco per i falli e James limitato dalla staffetta feroce Metta-Barnes-Ebanks. Kobe ne scodella 36 (ma erano già 28 all'intervallo), Gasol ne posta 23 con 7 rimbalzi. Ed è proprio lo spagnolo il protagonista di questo trittico in trasferta che comprende anche un facile 79-103 in North Carolina contro i Bobcats di Michael Jordan. Siamo stati anche a +30 e Pau ne ha postati 25.  Venticinque contro i Bobcats, 23 contro gli Heat e 21 contro i Pacers. Direi che l'abbiamo recuperato. DAI CAZZO!!!!!


Però quel rimbalzo concesso a quel tappo di Collison... Poteva essere un tre su tre, sarebbe stata l'ottava vittoria nelle ultime undici partite, potevamo essere 15-9 invece che 14 vinte e 10 perse. Cinque gare alla fine, tre di queste le abbiamo contro Oklahoma City Thunder (primi a Ovest), Dallas Mavericks (secondi a Ovest) e Philadelphia Sixers (clamorosi primi in Nba, anche se hanno appena perso Elton Brand per 4 settiamne)... FUCK! Quei 'due punti' contro i Pacers ci servivano come il pane!

5 domande 5 about: The undecifrable LA LA Land

1.       Zen, sono i Lakers più indecifrabili della storia: partenza 3-5, poi 7 vittorie su 8, poi tre sconfitte consecutive che potevano diventare cinque in fila senza i successi all’ultimo secondo a Detroit e allo Staples Center contro i Celtics…
“Siamo 12 vinte e 9 perse, quinti nella Western Conference ed è appena stato giocato l’All Star Game. Avevo detto all’inizio che il nostro obiettivo era quello di essere non più in giù del quinto posto all’ASG Weekend, ma l’avevo detto prima dell’acquisto di Kirilenko, dunque basandomi su una squadra nettamente inferiore a quella attuale. Siamo sotto le nostre possibilità: quelle tre sconfitte evitabili in fila (contro i Clippers senza Blake Griffin, un -22 contro i Nets e contro Portland), tra l’altro tutte allo Staples Center, ci hanno complicato la classifica. Avremmo dovuto vincerle tutte e tre e a quest’ora eravamo 15-6 a giocarcela per la vetta della Western Conference.”
2.       E invece adesso per cosa giocate?
“Per capire chi siamo e per ritrovare il Triple Post Offense. Non possiamo solo badare al risultato, come contro Detroit e Boston. Abbiamo sì vinto, ma siamo stati sotto per quasi tutta la partita, anche pesantemente, subendo il loro gioco e non sviluppando il nostro: non so come abbiamo fatto a vincerle, sarebbero state la quarta e la quinta sconfitta consecutiva, dunque con le mie dimissioni annesse, come da Barbaregola interna.”
3.       La situazione è delicata
“La season ‘europea’ da 29 partite è questa, non puoi permetterti troppi passi falsi. D’altro canto, così come si scende in fretta, si può anche risalire in fretta con una serie di risultati utili consecutivi. Mancano otto gare alla fine, alcune proibitive contro Mavs, Heat e Thunder. Ma dobbiamo affrontare anche i clamorosi Philadelphia 76ers che dopo l'acquisto di Vujacic dai free agent sono "insanemente" primi nella Eastern Conference con sole tre sconfitte all'attivo! Portiamone a casa sei delle prossime otto e vediamo di chiudere la stagione con un 18-11. Dovrebbe garantirci almeno il terzo posto, soprattutto se vinciamo gli scontri diretti con Dallas e Oklahoma City, seconda e prima dell’Ovest.”
4.       Fino ad ora però non siete mai riusciti ad andare più in sù del quinto…
“Ed è probabilmente la posizione che ci meritiamo. Ma valiamo molto di più.”
5.       Tutto passa da Gasol
“Deve essere più aggressivo, farsi vedere di più. Forse devo arrivare a mettergli le mani addosso per spronarlo, come P.J.?  http://www.youtube.com/watch?v=P8pV2v4wNJs

Wednesday, March 14, 2012

Lakers-Celtics, War of the Worlds!

Lakers-Celtics, e non ci si crede! A G A I N ! ! ! Per la terza regular season consecutiva la guerra termonucleare tra gialloviola e biancoverdi la decide Kobe Bryant all’ultimo secondo, come aveva fatto sia nella prima, sia nella seconda stagione del Primo Mondo!!!
Mancano 10” alla fine quando Rajon Rondo va in lunetta sul +1 Boston, 90-91. I Celtics hanno dominato per tre quarti di gara, tenendoci sotto scacco perenne tra i -10 e -15 punti di scarto, l’ennesima sconfitta già scritta dei Lakers, incapaci di difendere e attaccare. Ma con uno sforzo corale di “carogna” nell’ultimo quarto risaliamo e siamo lì attaccati quando ci si gioca tutto. Ma Rondo ora è in lunetta e con un 2/2 può mettere una bomba di distanza tra noi e Boston a una manciata di secondi dalla chiusura. Ma ne segna solo uno! Lakers 90, Celtics 92, ultima azione nostra, andiamo in post da Kobe che poco prima aveva forzato una situazione simile, ottimamente difeso da Ray Allen. Questa volta però ‘He Got Game’ esagera con i contatti duri, commette fallo e il Mamba, freddo, fa 2/2 from the line per il 92 pari a 2” dalla fine, non così scontato perchè poco prima di liberi ne aveva sbagliati tre. Time-out BOS, rimessa da centrocampo, lasciamo libero Rondo in modo che lo servano, e lui allo scadere manda sul ferro la bomba della vittoria: overtime. La guerra prosegue, Pierce (34 punti) è un’iradidio e trascina i Celtics a +5, ma nell’ultimo minuto e mezzo è Matt Barnes il fattore decisivo. Attacca il ferro, non trema dalla lunetta (4/4) e sul 104-104 ruba a “The Truth” il possesso della vittoria. Palla a Bryant, poche manciate di secondi alla fine…


GOOOOoOOOES!!!!! With 1.3 seconds left! I Celtics hanno tempo solo per un tiro alla disperata di Rondo, ferro, fuori! Lakers 106, Celtics 104 dopo un tempo supplementare! ! ! Vinciamo la seconda di fila perchè prima avevamo espugnato, a fatichissima, il Palace of Auburn Hills dei Pistons. Ma questa contro i Celtics, terzi a Est, è stata una guerra autentica, una battaglia da Finals, con difese durissime, giocatori scagliati a terra senza complimenti, furente odio reciproco! E per il terzo anno di fila in due mondi diversi, è ancora il Black Mamba che ha il veleno più efficace. Quando Paul Pierce ne fa 34 con 4/6 da tre, Kevin Garnett ne fa 22 dominando Gasol, Ray Allen ne fa 19 da immarcabile e Rajon Rondo flirta con la tripla doppia (14 punti, 8 rimbalzi, 11 assist)... beh, quando i 'Big Four' giocano così e riesci a vincere ugualmente, è una grande iniziezione di fiducia. Soprattutto se Bynum ti confeziona 17 punti, 13 rimbalzi e 8/12 al tiro riuscendo a strappare il Jordan Player of the Game ad un Bryant da 39.

Tuesday, March 13, 2012

Terza sconfitta in fila allo Staples


Dopo la terza sconfitta consecutiva entro negli spogliatoi dello Staples Center che Lou Ferrigno mi fa un baffo. Spacco tutto, sradico la tivù dal sostegno, demolisco i muri portanti della locker room, ribalto qualsiasi cosa mi capita a mano! ! ! Dopo il kappaò nel derby con i Clippers e il clamoroso -22 contro i Nets, arriva anche un 86-96 contro i Portland Trailblazers, settimi nella Western Conference, e così lo Staples crolla per la seconda volta consecutiva, la terza se consideriamo anche la stracittadina contro i Velieri (anche se era a casa loro...). I Blazers ci crivellano con 14 bombe, 5/7 di uno scatenato Jamal Crawford (27 punti), 3/3 di Wes Matthews (16), 2/3 di Batum (13). Siamo tornati improvvisamente in crisi persa: dal 10 vinte e 6 perse siamo passati al 10-9, sesti in bilico ad un nulla dal precipizio... F U U U U U U C K ! ! ! ! !

Due passi indietro

Contender per il titolo? Riparliamone. Ne perdiamo due fila che dovevamo vincere. Cediamo definitivamente lo scettro della supremazia cittadina ai Clippers che ci sorprendono 96-89 (si giocava in 'casa loro') nonostante la pesantissima assenza di Blake Griffin. E' Billups l'Mvp (24 punti), ma è Chris Paul che ci apre la difesa in due, servendo a Butler (17 punti) due bombe wide-open che ci fanno saltare per aria nell'ultimo minuto e mezzo. Kobe fa 41 con 36 tiri, i Clippers consolidano il primato nella Western con un superlativo 11-2 privandoci definitivamente del seppur difficile obiettivo del seeding numero uno (se avessimo vinto saremmo stati a -3 sconfitte di distanza dai Velieri, con loro senza Griffin ancora per più di un mese e noi in vantaggio nello scontro diretto).
Due giorni dopo allo Staples arrivano i New Jersey Nets e qui è un vero inspiegabile crollo yellowiola (85-107), quasi da record. Siamo infatti già a -19 nel primo quarto (13-32), precipitiamo a -24 nel secondo (24-48) e siamo ancora a -22 a metà del terzo quarto quando ci destiamo con Bryant, Murphy e Przybilla, guidiamo una rimonta clamorosa fino al -6 a pochi minuti dalla fine, salvo poi farci infiocchettare da tre entrate di un incontenibile Deron Williams (30 punti e 11 assist) e sprofondare nuovamente a -22 alla sirena finale... Kobe ne scodella 42 con 4 rimbalzi, 7 assist, 2 recuperi e 34 tiri.
Due sconfitte consecutive pesanti, coincise con le prime due gare opache di Kirilenko. Eravamo 10-6 e lanciatissimi da sette vittorie nelle ultime otto partite verso i quartieri alti della Western Conference. Ora siamo tornati sulla Terra e ci specchiamo in un 10-8 che ci rimette in quel limbo ai confini dei playoff che a 11 gare dalla fine della regular season era meglio evitare.

Sunday, March 11, 2012

5 domande 5 about: il 10-6

1.       Zen, nun ce se crede! Da squadra ai margini dei playoff siete passati ad essere una contender per il titolo, con una sola mossa
“Se siamo una contender è ancora tutta da vedere, ma comunque dipende da quale mossa. Benchè non sia più la superstar di un tempo, Kirilenko resta sempre un ‘big’ e il suo acquisto dal CSKA è uno di quelli che spostano, soprattutto in una squadra già attrezzata come la nostra. Può essere fatto un paragone con i Lakers del 2007/08, da squadra di medio livello si è trasformata a finalista Nba con l’inserimento di Gasol a metà stagione, anche se il Kirilenko di adesso non vale certo il Pau dell’epoca.”
2.       Record di 3-5 nell’ ‘era buia di Rasheed Wallace’ con sconfitte clamorose, poi sette vinte nelle ultime otto con l’accantonamento di Sheed, e gli acquisti di Przybilla prima e Kirilenko poi: e col russo siete ancora imbattuti.
“Siamo 4 su 4 dal suo arrivo e dalla scoperta di Andrew Goudelock, tirato giù dalla tribuna. Ma è evidente che sia stato AK47 a farci svoltare la stagione, soprattutto dal punto di vista difensivo. Prima eravamo letteralmente in balia dell’ecletticità avversaria, bastava un’aletta con tiro da fuori a metterci in difficoltà. La nostra panchina non era assolutamente all’altezza e i titolari erano costretti agli straordinari, arrivando con la lingua a penzoloni. Kirilenko ci ha rinforzato le seconde linee, ci consente di far rifiatare gli “starters” senza cali di livello e può annullare indistintamente guardie, ali piccole e ali grandi, permettendoci di schierare una grande quantità di quintetti diversi. Ora sono gli avversari che devono preoccuparsi di come difendere contro di noi e non più viceversa. Quando in campo ci sono AK47, Metti Pace nel Mondo e Matt Barnes non siamo più una squadra, ma una Linea Gotica!”
3.       Anche l’attacco sembra aver beneficiato dell’arrivo di AK47: ora il Triple Post Offense scorre fluidissimo e la partita viene sempre a voi
“Vero. Prima non ci muovevamo, tutto era statico, farraginoso, e alla fine Kobe era costretto a forzare e a risolverla da solo in qualche modo. Ora invece è tutto armonioso, tutti sanno esattamente cosa fare e dove stare. Ora sono i punti che “cercano” Kobe e non viceversa.”
4.       Effettivamente dopo l’arrivo di Kirilenko Bryant è entrato in una sorta di Nirvana: medie stellari, percentuali altissime e un senso di dominio che aleggia nell’aria.
“Le ha lette le sue ultime sette prestazioni offensive? 36, 35, 34, 33, 34, 41 e 37…E’ come l’ultimo Jordan, sa cosa fare e come fare, e ora è anche attorniato da un cast di alto livello che gli toglie molta pressione di dosso. Ora Kobe, essendo spalleggiato da AK47, Gasol, Metta, Bynum, etc…, sa che può sbagliare, dunque – paradossalmente – non sbaglia più.”
5.       Però lei mantiene sempre il profilo basso
“Abbiamo avuto una prima parte di calendario relativamente facile, mentre certe squadre stanno dominando la scena: i Chicago Bulls sono 12-1, i Los Angeles Clippers sono partiti 8-0 e ora sono 9-2 solo perché hanno perso Blake Griffin per 6 settimane. I Mavs ne hanno perse solo 3 nelle prime 10 e poi ci sono i Miami Heat, partiti un po’ in affanno ma sempre dominanti. I playoff saranno una battaglia furente!”