Saturday, March 24, 2012

Western Conference Semifinals, game 3: LA Lakers - Portland Trailblazers

La bolgia del Rose Garden è assordante quando Kobe va in lunetta con due liberi che pesano quanto una palla medica; mancano 16” alla fine, i Lakers sono avanti soltanto di uno (84-85). Bryant carica il primooo… dentro (84-86)! Carica il secondooo.. dentro (84-87)! Ma Portland ha ancora l’ultima azione, Felton ci taglia in due la difesa che collassa su di lui lasciando libero Wes Matthews oltre l’altro, Felton lo vede, Matthews riceve wide-open ma incredibilmente esita una frazione di secondo perdendo il ritmo. Quando scocca la bomba per il possibile overtime si vede subito che esce fuori scentrata: suona la sirena, la parabola si schianta sul ferro ed è vittoria Lakers!!! DAICAZZOOOoooOOoOooOOOoOoOOO!!!!!!!!!

Ma quella che va in scena in Oregon non è una gara di playoff, è una guerra nucleare senza esclusione di colpi, spiegata meglio da un dato su tutti: 0/11 complessivo al tiro delle due squadre e solo 2-0 sul tabellone (2/2 di Fisher ai liberi) nei primi 4 minuti di gioco… W A R. Ma dal secondo quarto i Blazers cominciano a fagocitarci. Questa volta è l’ottimo play di riserva (pescato dai free agent) Ismael Smith che detta i ritmi, con Aldridge e Batum a finalizzare per il +7 Portland (37-30). Ci rimettiamo in sesto, si scatena un’autentica battaglia furiosa nel terzo quarto dove ci si sorpassa e controsorpassa ad ogni azione, nessuno cede un minimo centimetro all’altro. Ma sul finire del terzo periodo la nostra panchina entra in un mini-Nirvana: il quintetto formato da Goudelock, Burks, Barnes, Ebanks e l’ex Przybilla sorprende i Blazers e ci proietta fino all’inaspettato +8 del 55-63, grazie soprattutto ad un sorprendente Alec Burks (11 preziosissimi punti from the bench) e alla difesa atletica di Ebanks su Aldridge. Quando rimettiamo dentro i titolari, Portland impiega meno di un minuto per tornare a -1 (68-69 a 5’19” dalla fine) e allora la chiave deve essere proprio lì, nello spot di numero 4, dove c’è il vuoto difensivo che lascia Gasol. Chiudiamo quel buco lasciando lo spagnolo in panchina per gli ultimi minuti (alto rischio!), piazzando World Peace là sotto insieme a Bynum. Una dunk sorprendente di Metta a difesa schierata spezza l’equilibrio a -3’37” dandoci il +6 (72-78), ma Aldridge è in agguato: gancetto, bucket, -2 Blazers a 2’06” dalla fine (78-80). C’è aria di sorpasso, il Rose Garden è un bolgia nucleare, la zittisce subito il Venerabile Maestro: pescato al bacio in angolo da Bryant, Fisher infiocchetta la tripla del +5 L.A. a -1’59” che sembra indirizzare tutto verso la landa yellowiola. Ma non è ancora finita. Portland c’è ancora, e quando Felton taglia come il burro la nostra difesa e va a depositare il -1 a 19” dalla fine, c’è aria di clamoroso ribaltone (84-85). Non sarà così: Bryant è freddo dalla lunetta (84-87), Matthews wide open da tre attende troppo e perde il ritmo. 2-1 Lakers!
Bryant è l’Mvp eletto con 21 punti ma 4/14 dal campo, ma è Alec Burks (11) la vera variabile che ha fatto girare questa garatre di una serie stradurissima.

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