Wednesday, November 13, 2013

L'esonero game

L'esonero. Lakers 83, Minnesota 94. Il clima allo Staples Center è surreale, il silenzio assorda l'arena, alcuni già sfollano. Ingrati, non si lascia il palazzo così: il Coach Zen merita quantomeno un "Barba left the building". Quando Elvis finiva i suoi concerti nessuno si muoveva fino a quando, ore dopo, l'annunciatore non usciva fuori e diceva "Elvis ha lasciato il palazzo." Solo allora si alzavano per tornare a casa. 
Jack Nicholson è congelato sulla sedia come nel finale di Shining. Una donna urla da dietro una porta. Il Barba si sofferma un attimo a guardare col naso in sù i banner appesi al soffitto dello Staples Center: 15 di quelli li ha portati lui in 33 stagioni su questa panchina. Che ora salta.
Minnesota domina in lungo e in largo. Sono anche senza Rubio, injured, ma Alex Shved (29 punti) fa quello che vuole e Pekovic nel pitturato non trova nessun ostacolo. La gente è attonita. Il Barba accende distrattamente il cellulare e già fioccano le richieste da mezza Nba: con Vogel in odore di licenziamento, è Indiana a farsi viva per prima. Quindici sms di cellulare irraggiungibile. Chiamano anche da San Antonio. Lì allenò il Barba per tre stagioni, all'alba di cento anni fa: due eliminazioni al primo turno  e un titolo Nba al terzo tentativo fu il bottino dell'allora giovane Coach Zen prima di ritornare in California. Otto anni ai Lakers, tre agli Spurs e poi di nuovo sulla panchina gialloviola, per venticinque campionati consecutivi.
Il Barba legge tutta 'sta roba qua sbirciando l'Ipad di un giornalista che ha fretta di chiudere il pezzo. "A' Montanelli, guarda che mancano ancora sette minuti". 
Eh già, 83-94 per loro, ma non è mica ancora finita. Succederà una roba che in trentasei anni di karriera non avevo mai visto in una partita di simile importanza. Giocatori e pubblico vengono travolti da un'onda emotiva vasocomunicante, mai vista, "percepibile a vista d'occhio". A trasformarsi da Adam in He-Man è Paul George. Deflagra. Tiri in sospensione che criogenizzano la retina, entrate dove nasconde la palla, la fa riapparire, appoggia al tabellone, subisce fallo e segna il libero. Poi lancia una tripla, una donna grida, attorno c'è una pressione pari a quella di Marte in Total Recall quando a Swarzy escono fuori gli occhi dalle orbite, ma l'ex Pacers non se ne cura: ha in testa un gelo da quinta luna di Giove. E il cotone si gonfia. E poi caccia un'affondata dove viene giù tutto lo Staples Center. Frastuono, timpani che saltano. 
Adelman non crede ai propri occhi. In cinque minuti su Minnesota, terza forza dell'Ovest, si abbatte in soli cinque minuti un parziale di 20-0. Ma è roba da matti!!! Dall'83-94 a 6'51" dalla fine al 103-94 a -1'30", mentre il custode stava già svuotando l'ufficio del Barba! Dodici punti del 20-0 che salverà il Coach Zen sono di Paul George; finirà con 37 e 5 rimbalzi! E non male anche il Mamba con 26 punti, 6 boards, 6 assist e 10/17 shooting. Quando la partita è ancora in bilico Kevin Martin forza una tripla alla Reggie Miller. Ferro fuori. Finisce 105-96, il Barba è salvo con un miracolo di cui se ne parlerà nei decenni a venire, perchè su quel -11 i Lakers erano rassegnati. Sembrava un meno trenta, tanto giocavamo male, tanto Minnesota faceva quello che voleva. Poi è arrivata la Forza e dal nulla, ma veramente dal nulla, è uscita fuori la rimonta che può riscrivere la storia di quelli che sono ancora i barbalakers.


6 comments:

  1. Eccolo, è lui che deve uscire! Lo dissi nel commento di ieri e lo ribadisco una volta di più adesso: Paul George è il faro della tua squadra, il gioco non può più essere Bryant-centrico!
    (Tra l'altro il numero che porta sulla maglia dice già tanto ;) )

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    1. In realtà, a parte quella gara da 53 al Madison Square Garden, siamo una una delle stagioni statisticamente meno bryantcentriche di sempre. Kobe infatti viaggia ad appena 26 punti di media.
      Nel 13 per dire, dove a mio avviso c'è stato il Bryant migliore della storia, chiuse quattro stagioni di fila sopra i 30 di media. La quarta stagione, quella dell'ormai famosa Sporca Dozzina (CP3, Kobe, Sefolosha, Papanikolaou, Gortat, con Caron Butler, Barea e Vince Carter from the bench) il Mamba chiuse la regular season a 34 di media...
      Non dimentichiamo poi che Jordan, nei playoff dove i Bulls vinsero i sei anelli, tenne queste medie punti: 31.1, 34.5, 35.1, 30.7, 31.1 e 32.4...
      Quando hai certi giocatori è giusto a mio avviso essere "certigiocatoricentrici". Il fatto è che abbiamo appunto anche George, un altro player centrico niente male!

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    2. Certo, è giustissimo il tuo ragionamento, ma quel che volevo dirti io è che se i Lakers, questi Lakers, i tuoi Lakers, devono essere "giocatorecentrici" quel player non può più essere Kobe ma deve diventarlo George, con Kobe a fargli da spalla: avere due giocatori che ti regalano quasi sui 55/60 punti a partita (e George può benissimo diventare un giocatore da 30 punti di media) e meglio di averne uno che oscura l'altro...

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  2. Quando è alle strette però questa squadra risponde sempre.
    La chiave di volta è cercare di riuscire a far convivere le 2 star George e Kobe se ci riuscirai potrai anche andare lontano credo.

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  3. Bene, abbiamo salvato la panchina, ma ancora di strada da fare ce n'è tanta. Non voglio passare per il guastafeste di turno tuttavia, carta canta, questa squadra sta ancora disattendendo le aspettative che le competevano. Urge una svolta, si spera che questa reazione voglia dire qualcosa, che segni un cambio di passo necessario, perché il record ancora piange!

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  4. @Talla
    Eh già, questa è una cosa positiva! Però siamo arrivati alla pausa dell'All Star Game e questa squadra ancora non ha sviluppato una vera identità. Purtroppo il problema di fondo è sempre quello dell'avere D'Antoni con le skills d'antoniane in panchina: questa squadra non difende.

    @Alp
    Esatto, e la carta canta un record assolutamente inadeguato: 10 vinte, 10 perse. Vero che in questa stagione 2014-15 un po' tutte stanno perdendo molto (Miami, prima a Est, ne ha già perse 8) e c'è solo una squadra con meno di 7-8 sconfitte, ovvero i clamorosi Thunder (19-3! E una di quelle tre sconfitte è arrivata contro di noi), il livello si è alzato perchè di giocatori se ne sono ritirati pochissimi e, di rimando, le squadre scarse hanno messo nei loro roster le prime scelte del Draft.
    L'anno scorso, ripeto, per arrivare ottavi abbiamo dovuto fare il 55% di vittorie. Quest'anno con 10-10 siamo sesti.
    Premesso che il primo posto dei Thunder è già irraggiungibile, il secondo posto è lì alla portata. Ma com'è alla portata il secondo posto, così lo è il nono...

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