Tuesday, October 16, 2012

5 domande 5 about: il 5-1



1.      Zen, vi siete rifatti della sconfitta contro Milwaukee vincendo agevolmente contro i Sacramento Kings: ora siete 5-1, eppure?
“…non riusciamo ancora a trovare il nostro gioco. Soltanto nella gara a New Orleans abbiamo eseguito il Triangolo alla perfezione e non a caso è arrivato un +28 in trasferta. C’è ancora molto da lavorare, abbiamo una prima parte di calendario facile, è difficile testare la nostra reale forza contro squadre nettamente inferiori.”
2.      Ma ora avrete l’impegno che cercate: trasferta a Chicago…
“Nella prima stagione dello scorso Universo fu la partita della consapevolezza. Ne uscimmo sconfitti con più di 30 punti di scarto e da lì partì il nostro vero campionato. Da come usciremo dallo United Center si capiranno diverse cose: i Bulls stanno triturando tutti in difesa (incredibile media punti subiti di 66,7…), sarà un super test.”
3.      Ma voi avete un Bryant stellare: 27 punti a partita con il 60% dal campo!
“In questo momento Kobe è inarrestabile. C’è da dire che in queste prime sei gare non ha ancora trovato un difensore all’altezza, a parte forse Raja Bell all’esordio contro i Jazz - ma a 36 anni non è più il mastino di un tempo - ed inoltre il doversi preoccupare contemporaneamente di Howard, Gasol, Jamison e Nash apre al Mamba intere praterie. Ora vedremo contro la difesa di Chicago cosa verrà fuori.”
4.      Nash, 9 assist a partita, ma sembra poco presente in attacco
“Nove assist sono pur sempre una ventina di punti, anche se li segnano i suoi compagni. Non dimentichiamo che Steve va per i 39 anni e che è la terza o quarta opzione offensiva dopo Kobe, Dwight e Pau. Il suo vero problema è la difesa sui play avversari.”
5.      E i nuovi come se la cavano?
“La vera sorpresa è Jordan Hill: non abbiamo un pivot di riserva e lui si sta sacrificando in quel ruolo molto bene, con energia. Antwan Jamison colpisce da fuori come un cecchino e Jodie Meeks, oltre ad avere una mano sopraffina, si sta rivelando un eccellente rimbalzista, ci dà quell’energia – seppur a corrente alternata e a voltaggio più basso – che avevamo gli anni passati con Shannon Brown. Earl Clark sta un po' faticando, non ha ancora trovato un suo ruolo definito ma se si allena nel tiro da fuori, al momento inesistente, può essere un fattore.”

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