Friday, September 26, 2014

G R A N T L A N D

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2 comments:

  1. Tengo a precisare un paio di punti:
    1) Bisogna imparare a fidarsi degli americani. Fa sempre piacere quando un europeo riesce a sfondare e ad essere decisivo in NBA, ma questo è il loro sport. Fisicamente fanno un mestiere diverso, ma anche l'entusiasmo che mettono nel giocare è realmente unico. Gli internationals in squadra ci stanno, ma lo zoccolo duro secondo me deve essere a stelle e strisce.
    2) Gestione di Bryant. Attenzione, perché secondo me Kobe non può essere lo Scottie Pippen della squadra per una questione mentale. Kobe avrà sempre tanti punti in mano, andando avanti con il tempo calerà il suo impatto a livello totale ma a livello offensivo sarà sempre lui. L'invecchiamento di Kobe, secondo me, deve essere gestito in maniera diversa: lui deve diventare il centesimo per fare la lira, il punto di riferimento nei momenti veramente difficili, l'arma in più per piegare gli avversari, ma la squadra deve essere in grado di prescindere da Kobe (e non si può prescindere da un secondo violino) e talvolta dovrà essere in grado di fare a meno di lui. Insomma, dovrà continuare ad essere Kobe, solo che lo dovrà fare in maniera più oculata, magari per meno tempo a partita (io ad esempio faccio in modo di "scatenarlo" offensivamente per tre minuti a quarto coprendolo difensivamente per poi eventualmente affidarmi a lui nei finali punto a punto) o per meno volte in stagione. Da qua passa la fortuna delle prossime avventure dei BarbaLakers!

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  2. @Alp

    1) Il Mondiale lo ha dimostrato che sono i più forti, però i San Antonio Spurs hanno vinto il titolo (quasi un Back to Back, considerando anche l'esito delle Finals 2013) con 7 "internationals".
    Io credo che i vari Ginobili, Scola, etc...etc... siano replicabili e non figli sono di una generazione particolarmente eccezionale. Replicabili magari non in Argentina, ma in altri paesi, così come i Kukoc e i Danilovic sono stati replicati, appunto, dalla generazione argentina appena citata.
    Solo che ci vuole tempo, perchè un europeo raramente fa la differenza in Nba prima di una certa maturazione, diciamo dai 25 anni in sù.
    Si tratta solo di abituarsi al nuovo contesto: gli americani sono forti non solo per il fisico, ma perchè giocano una partita ogni 2-3 giorni e dunque migliorano il feeling col campo, con la palla, etc... etc... Metti un talento europeo o "international" in generale nel contesto della Nba e, concedendogli il tempo per l'adattamento, poi prenderà quei ritmi lì. Perchè la maggior differenza tra gli Usa e l'Europa sta nella velocità di esecuzione e di ragionamento nelle azioni.
    Diciamocelo, Larry Bird sarà stato mica un giocatore americano con quella tecnica sopraffina lì. E' palesemente di scuola slava: diceva che tornava a dormire a French Lick, ma in realtà prendeva l'areo e veniva ad allenarsi al Partizan Belgrado! :))

    2) Esatto. Per fare "il Pippen" di turno non intendo imitare Pippen, ma essere comunque dietro alla stella della squadra, che dovrà per forza essere un'altra. In termini strettamente legati all'overall, siccome Bryant avrà un 89 in Nba2K15, ci vuole per i barbalakers un over 90.
    Poi Bryant, chiaramente, farà sempre il Bryant. Soprattutto nella prima stagione dell'Asso a Nba2K15: il barbaregolamento non prevede modifiche al roster nella prima stagione e dunque i barbalakers 2014-15 del 2K15 vedranno ancora Bryant come stella assoluta da 25-30 a sera.
    Il ruolo del Mamba cambierà dalla seconda stagione, quando inizieranno i cambiamenti difficili. Difficili perchè comunque il Ventiquattro nel 2K15 avrà quel contratto assurdo (che nel 2K14 non aveva) e che peserà sul salary cap gialloviola in ottica di attirare free agent di lusso. Ecco perchè, ancor di più nel 2K15 rispetto al 2K14, sarà fondamentale individuare talenti internationals a bassissimo prezzo.

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