Wednesday, September 24, 2014

L'Editoriale di Alp


"Un disastro annunciato. Pensavamo tutti questo alla vigilia di gara 7 e così è stato per questi BarbaLakers. Una squadra incapace di fronteggiare le novità, rigida e statica, basata su un mix di campioni vecchi e promesse che hanno disatteso le aspettative. Tutti colpevoli, sia chiaro, ma è bene fare un distinguo perché non tutto è da buttare.
Il primo colpevole è il plenipotenziario Coach Barba. Particolare e vincente, su questo non c'è dubbio, ma anche troppo radicato nel suo credo cestistico, incapace di adattarsi ai 2k-world che cambiano ed agli avversari che diventano via via sempre più imprevedibili. Dove sono gli aggiustamenti nella serie? Dove si trova il boost dell'umano? Come si fa a puntare su un backcourt con Kobe ormai trentanovenne e Deron Williams in fase calante? Il primo responsabile è lui, ma non basta riconoscere le proprie colpe ma anche capire che è arrivato il momento di cambiare: o impara a capire che ci sono altri modi di vedere il 2k-basket oppure gli insuccessi sono destinati a crescere a dismisura!
Kobe, in quanto capitano e leggenda è, ahinoi, il secondo colpevole. È troppo forte affinché il colpevole numero uno capisca che non può più condurre questa squadra al titolo e non fa niente per aiutare il suo coach. Le sue prestazioni sono sempre più leggendarie, ma anche sempre più fini a loro stesse perché qua non si vede il becco di un titolo da un po'. Dovrebbe essere il valore aggiunto della squadra, invece è sempre il top player e questo non va bene. La colpa è sicuramente di chi gli dà certe responsabilità, ma anche sua perché incapace di fare un passo indietro.
Deron Williams. Arrivato come il pezzo mancante si è rivelato per quel che è veramente. Un mezzo-campione ormai fisicamente decadente ed incapace di guidare una squadra al titolo. È stato surclassato da Holiday ed ha dimostrato tutti i suoi limiti. Bocciato senza alcun diritto d'appello.
Iguodala. Era arrivato come ipotetico secondo violino, non è stato in grado di fare neanche il terzo. Ad essere sinceri è tutta l'orchestra ad aver deluso, ma la sua mancanza di leadership e freddezza mentale sono costati un titolo e non pochi patemi. Ci si aspettava tanto da lui, ha fatto lo stesso percorso di Odom ma senza i due anelli. Quando però la barca iniziò ad affondare, Odom andò via...
La panchina. Coach Barba si è sempre vantato di avere la miglior panca della lega. Ma quest'anno dov'era? Impegnata forse a far credere di esser grande, perché quando serviva il cambio di passo o l'impatto solito è svanita completamente. Tutti, nessuno escluso, hanno deluso e questo è l'unico dato di fatto. Servirà una profonda riflessione sul reale valore dei giocatori.
Un quadro desolante dunque, però non tutto è perduto: lavoro, capacità di fare scelte coraggiose, umiltà e ritrovata voglia di vincere sono gli ingredienti necessari per permettere a questa squadra di tornare dove la storia la colloca. Ci sarà la forza di mettersi in gioco?"


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6 comments:

  1. @Alp

    L’editoriale non poteva non meritare un post! Grandissimo. Tutto vero! Al 90%, perchè con le delusioni Iggy e Bogut, senza ancora O.J. Mayo e Kidd-Gilchrist in panchina (sarebbero arrivati l’anno dopo), e con Reggie Jackson in quintetto arrivammo a “cinque minuti dall’anello” due anni fa, contro i Pacers. E il sistema era lo stesso, ovvero il tira chi è libero.
    L’errore principale non sta tanto nel sistema di gioco, che è quanto più flessibile e adattabile agli avversari che ci sia, ma nel considerare Bryant ancora la superstella attorno alla quale costruire.
    Fino a quando Bryant è stato ancora lui, nel senso di garantire sempre prestazioni elevate, la squadra è arrivata quasi a vincere un clamoroso anello, ma quando Bryant, scollinati i 38 anni, ha iniziato a calare, ovvero ad alternare le solite prestazioni clamorose ad altre da 12-15 punti, allora tutta la squadra è affondata.

    L’errore principale (capitale) del Barba è, da sempre, il mercato americano. Il Coach Zen è specializzato ad individuare giocatori europei, come il Batum diciottenne ai tempi del 2K9, Papanikolaou, De Colo (uno dei pochi a salvarsi!) o Bojan Bodganovic, che il Coach Zen voleva già portare a questi Barbalakers mesi fa, ben prima che esplodesse ai Mondiali con la Serbia, ma il Barba spesso sbaglia della grossa negli acquisti made in Usa, da Michael Beasley nel 2K12 per il dopo Odom, fino a Deron Williams e O.J.Mayo in quest’ultima stagione col 2K14, col secondo, devastante in regular season, che è totalmente sparito nei playoff.
    L’eccessiva europeite del Barba porta a non conoscere a fondo i giocatori americani che per barbadefinizione sono pippe a prescindere, fino a prova contraria. La scuola Usa è niente in confronto a quella slava, è il credo Zen. Meglio un accoltellatore balcanico appena evaso da una prigione di massima sicurezza della Transinistria che un fighetto da Duke. Meglio un serbo scuola Partizan che un americano scuola North Carolina, con una sola eccezione che posso anche ammettere (His Airness…).
    L’altra riflessione della quale sono d’accordo al 10.000% andrà poi fatta qui: ovvero accettare, e far accettare a Kobe, che è arrivato il momento di lasciare il ruolo di Jordan per ricoprire quello di Pippen: una grandissima spalla, ma il go to guy dovrà essere un altro. Non a caso l’unico titolo vinto nel 2K14, quello del 2016 nella prima Asso, vedeva in squadra uno all’altezza, se non superiore, a Bryant, ovvero Paul George. E’ quella la via. E’ quello il vero cambio di marcia da fare dal 2K15 in poi. Non più una squadra da costruire attorno a Bryant, ma Bryant che dovrà ricostruirsi attorno ad una squadra.

    Prima o poi spiegherò anche il funzionamento del tira chi è libero: si capirà che non è assolutamente uno schema integralista, ma semplicemente un حركة متناغمة من اللاعبين ضمن هذا التدفق هي السبيل لمهاجمة الخصم، دون إعطاء نقاط مرجعية. :)

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  2. Un plauso allo splendido editoriale di coach alp !!!
    Barba il tuo integralismo e la tua incapacita' di adattarti a nuovi schemi di gioco , o perlomeno provarci, ti ha fatto implodere ....
    chiaro che i Se e i Ma si possono sprecare, come sempre, (ed un grosso Se e Ma messi insieme e' stato il monociglio ultradominante) pero' negli ultimi anni il mercato e' stato sicuramente il tuo nemico peggiore, vuoi per la patologia europea, vuoi per scelte che tendessero sempre a non intaccare minimamente la leadership del Mamba, come avete gia' scritto Tu e KOBE (ma perche' c'e' differenza?? ) dovrete fare un piccolo passo indietro...
    Prima era il TRIANGOLO adesso il TIRA CHI E' LIBERO, Barba devi darti una mossa e rimodernarti , i monocigli continuano a crescere ovunque ormai e quindi non e' il 2kbasket a doverti stare dietro ma tu ad inseguire il nuovo modo di interpretare il nuovo 2kbasket....
    Tanto con tutti i titoli che hai vinto non devi dimostrare niente a nessuno, ma un bagno di umilta' ti fara' sicuramente bene....
    PS Mi spiace tanto di come sia finita l'avventura !!!

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  3. @Bisy

    Uso questo esempio qui per spiegare il perchè il tira chi è libero non è il problema.
    Il Triangolo di Phil Jackson, con il quale ha dominato gli anni 90 con i Bulls, gli anni 2000 con i Lakers e probabilmente dominerebbe anche adesso con i Cavaliers se allenasse.
    Il Triangolo di Phil Jackson è un modo di giocare inventato negli anni 50-60. Eppure il basket degli anni 50-60 non si può dire certo che sia uguale a quello attuale: anzi, quello attuale, rispetto a quello, è proprio tutto un altro sport!
    Dunque, secondo la teoria, il Triangolo essendo uno schema di un basket antico non avrebbe mai potuto essere adatto per il basket degli anni 90, 2000 e per il basket attuale.
    New York Knicks anni 70, campioni Nba nel 1970 e nel 1973, gli unici anelli vinti dai Knickerbockers. L'allenatore era Red Holzman e utilizzava come attacco le spaziature, una serie di movimenti di palla e giocatori e di ribaltamento di lato per far arrivare al tiro migliore possibile.
    Phil Jackson, riguardando le cassette di quei Knicks degli anni 70, di cui faceva parte, spiega al giornalista: "Eccolo lì, lo vedi? Guarda come si forma il Triangolo in quell'azione."
    Lo schema di Holzman non si chiamava Triple Post Offense ma era di fatto il Triple Post Offense. E' lì che Jackson l'ha imparato.
    Dunque uno schema inventato negli anni 50, viene usato per vincere dai Knicks gli unici due titoli della loro storia negli anni 70 e viene usato da Jackson per dominare la Nba negli anni 90 e 2000.

    Questo per dire che non è lo schema che conta, ma i giocatori che lo applicano. O meglio, come applicare la propria filosofia ai giocatori della propria squadra. Dunque il problema non è il tira chi è libero (Se il Barba potesse mostrare un video direbbe: "Eccolo, è lì! Lo vedi come si forma il Triangolo?" Eh sì, il tira chi è libero non è un altro schema rispetto al Triangolo, è più o meno la stessa cosa), ma trovare i giocatori adatti al tira chi è libero e inculcare in loro la Missione.
    Perchè la forza di Phil Jackson non è stata di certo il Triple Post Offense, visto che lo gestiva Tex Winter, ma il manipolamento delle menti dei proprio giocatori. Se il Triangolo sarebbe questo schema infallibile, basterebbe importarlo in ogni squadra. L'esempio tra il '93 e il '94 arriva dai Dallas Mavericks di metà anni Novanta, quelli di Jamal Mashburn, Jimmy Jackson e robe varie. Quei Mavs erano allenati da Jim Clemons (assistente di Phil Jackson), che importò a Dallas l'esatto Triangolo imparato da P.J.: 28 vinte, 70 perse.
    Senza i giocatori giusti anche il Triple Post Offense, o tira chi è libero che dir si voglia, è impraticabile.

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    1. P.S. Per questo il problema maggiore non è il tira chi è libero, ma il fatto che bisogna ragionare su un gruppo di giocatori dove Bryant, che dal 2K15 per la prima volta avrà un overall sotto i 90 (89, a scendere di anno in anno...) farà la spalla alla nuova stella dei Lakers.

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  4. Addirittura la prima pagina!?! Potrei arrossire!

    Scherzi a parte, ho volutamente calcato un po' la mano esasperando certi concetti, anche se tra le righe ho detto qualche verità.
    L'idea comunque che voglio far passare è una: il 2k-world si evolve e per stare sulla cresta dell'onda bisogna saper crescere con lui. Nei primi 2k-world, l'utente era sufficiente per vincere; poi si è giunti ad un punto che servivano l'utente più una stella di straordinaria grandezza; ora o si fa la squadra veramente forte oppure il 2k-world non perdona (ovviamente considerando sliders tarati alla perfezione).
    Quello che ritengo il tuo errore capitale è la tua incapacità di adattarti al materiale "umano" che hai in squadra, piegandolo forzatamente al tuo mantra. Non è più un 2k-world "arcade", il gioco è molto più simulativo e dunque bisogna essere meno rigidi e più malleabili. Non sto dicendo che il tuo "tira chi è libero" non va più bene, anche perché tutti facciamo in modo di prendere il miglior tiro possibile, dico che una squadra che non gioca mai sotto (non necessariamente con i lunghi, anche con Kobe in iso in post basso), che è troppo piena di internationals (c'è stata una generazione eccezionale, quella dei Dirk, Gasol, Parker, Ginobili, Scola, Yao... ma è stata una parentesi a mio modo di vedere e la supremazia degli americani in questo sport è innegabile), che ha ancora il solo Kobe come stella di riferimento (perché l'unico Campione era lui e lo sapevamo ad inizio stagione), che non fa nulla per esaltare le caratteristiche dei singoli (Iggy finto play, pick and roll in continuazione per Deron Williams, iso per Kobe...) e che fa i cambi a tenuta stagna, per me è molto difficile che vinca.
    Con un minimo di flessibilità in più, secondo me, puoi tornare sulla cresta dell'onda, ma serve una tua epifania interiore nel modo di approcciare il 2k-world.

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  5. @Alp

    Diciamo che il tira chi è libero non prevede quasi mai il servire un giocatore in post per fare a spallate sotto canestro contro l'avversario, ma solo per fare da sponda nel passaggio. Però le palle sotto vengono date, così come le palle sul gomito, sulle tacche, sulla linea del tiro libero, ovunque c'è un giocatore libero.
    Faried ad esempio attaccava spessissimo sui back door, ed ecco che una volta smarcato gli arrivava la palla puntuale per lo slam dunk o per il semplice appoggio.
    Questa squadra non ha vinto perchè aveva un unico campione, Kobe, per giunta 38-39enne nelle ultime due stagioni di quest'Asso.
    Eppure, nonostante il solo Kobe come campione, siamo arrivati "a cinque minuti dall'anello" nel 2016 contro i Pacers, proprio grazie al sistema :)
    L'errore è stato anche il peccato di eccesiva mora law, ovvero il non voler potenziare eccessivamente i barbalakers con l'arrivo di uno del livello superiore di Bryant. Con LeBron al posto di Iguodala (potevamo tranquillamente prenderlo nel 2015) a quest'ora stavamo forse parlando del primo Threepeat della barbastoria!

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