Thursday, September 11, 2014

First Round, game 3-6: LA Lakers - Utah Jazz



La fibrillazione è tale a Salt Lake City che i bar hanno preso a chiudere alle 20 invece del consueto orario delle 18, e servono peccaminosi chinotti di contrabbando invece del canonico Estathè alla pesca. Ne hanno ben donde. I Jazz sono avanti 2-0 nella serie, un vantaggio pesante, tutto preso allo Staples Center, e c’è aria di impresa. Le noste quotazioni, invece, sono pari a quelle di vedere Paolo Meneguzzi vincere un Grammy. Ma non si sa mai.
La storia che la pressione ora è dalla loro è una roba che non ho mai capito. E’ ancora tutta nostra la pressione, altrochè! C’abbiamo un King Kong sulle spalle, se usciamo è un fallimento secondo solo a Max e Tux. Per questo garatre all’Energy Solutions Arena per noi rappresenta una roba paragonabile soltanto ai rigori di una finale di Coppa del Mondo, perché se finiamo sotto 0-3 per noi è finita, ci attraccano ad una dragamine di Santamonica e mettono in pilota automatico in direzione Alaska.
Il palas è una bolgia di maglie bianche, sembra la spuma di un’onda gigantesca pronta a travolgerci. Solo che noi di gelarci il culo ad Ankorage non ne abbiamo voglia mezza, e poi oh, il Barba è sempre il Barba; 41 2Kstagioni e 17 titoli Nba d’esperienza non si comprano al Tutto un Euro e di Kobe Bryant ne nasce uno ogni trent’anni. Già, perchè il nostro, con 39 primavere che gli premono sulle spalle, gioca una partita alla Jordan, da gara che gli viene a sé, in totale mind control di ogni azione, dove vede tutto al rallentatore con un secondo di anticipo rispetto agli altri. Il Black Mamba domina in maniera eterea, al di là delle cifre comunque sontuose che parlano di 32 punti, 6 rimbalzi, 5 assist e 11/19 al tiro. Repeat, a 39 anni. A darci la spinta decisiva per il 94-109 finale è anche il rientro dall’infortunio di Iguodala, rimesso in piedi a tempo di record da mago Gary Vitty: non è un caso se il Barba, come prima operazione di un’Asso, ancor prima del mercato, lo conferma sempre con un contratto di sei anni. Iggy ne posta 16 e ci permette di rifortificare la panchina, dove ci torna Michael Kidd-Gilchrist, quintettato proprio per l’assenza dell’ex Sixers.
Ma siamo sempre sotto 1-2, una sconfitta in garaquattro ci farebbe risprofondare nuovamente al punto di partenza e sappiamo già che il Ventiquattro non ripeterà le gesta di garatre: 39 anni non si sentono nella gara singola, ma in quelle ravvicinate e sono sempre più freuquenti, year by year, le pause del Mamba nelle gare di playoff. E infatti Kobe è cancellato a soli 14 punti. Il problema per un’attonita Energy Solutions Arena arriva da altre parti, dall’incredibile prova del duo Deron Williams – Iguodala. Iggy alla sua seconda partita dopo il rientro dall’infortunio esplode un qualcosa come 38 punti, ma D-Will, grande ex della sfida, fa una roba persino superiore: 9 punti, 19 assist, 7 recuperi! E’ vero che questi ultimi quasi si annullano con le 6 palle perse, ma 19 assist (in 29 minuti!) in una partita di playoff un Laker da quanto tempo non lo faceva? Non ho voglia di controllare, ma a naso mi sa che si deve risalire a un tal Magic Johnson... Il gioco è semplice: assist di Williams, jumpshot implacabile di Iggy: 38 punti su 19 assist.
La clamorosa prova dei due ci consente di espugnare Utah per la seconda volta di fila, 96-105, e tra tutti gli addetti ai lavori si fa strada l’idea che il ritorno di Iguodala abbia riportato i Lakers ai livelli della regular season. Così per gara cinque allo Staples Center abbiamo la gobba dei Jazz lì sotto di noi, pronta ad essere infilzata dagli spiedoni del torero. Il loro sogno è già finito.
Sì, col cazzo! Ci dominano. Per la quinta volta su cinque in questa serie salta il fattore campo: Burke e Burks, i Burk Brother, ne mettono 27 e 26 a testa, il droide Hickson costringe Kobe ad un’altra partita anonima (16 con 7/17) eppure è proprio il Mamba a riportarci a -1 a 50” dalla fine con una tripla insensata da nove metri e mezzo, l’unica della sua partita. Ma di là Burks replica con quindici mani in faccia e due su per il naso e firma il 100-105 che consegna ai Jazz il primo dei due match point. In casa.
Torniamo dunque nella terra dei Mormons, troviamo i bar aperti anche alle 20:30. Brutto segno. Si sono lasciati sfuggire garatre e garaquattro, ma non faranno lo stesso con la sesta partita, quella che li porta alle Western Conference Semifinals.
Giocano una partita da dominatori, ci tengono sotto, vanno a più riprese a +12, con un picco massimo di +15 nel secondo quarto, con i soliti canovacci: Alec Burks immarcabile, con il plus di canestri allo scadere dei 24”, marcatissimo, da nove metri, a sbrogliare le poche situazioni ingarbugliate dei Jazz, della serie se mette pure questi andiamo a casa. Hickson in versione Rodman su Bryant che si mette anche a segnare in attacco. Kanter che sembra Olajuwon (24 punti e 9 rimbalzi alla fine), Derrick Favors che sorvola Faried. Per giunta noi scontiamo psicologicamente la sconfitta casalinga in gara cinque con una stanchezza-zavorra che ci azzera le barre già a fine primo quarto. E’ finita.
Abbiamo un sussulto, perché poi alla fine Kobe non ci sta e decide di rimetterla in piedi lui, ma a tre minuti dalla fine il solito Burks, devastante, piazza la bomba che ci ricaccia a -9. Game Over. Bryant ci riprova, con tutte le ultime energie che ha, dribble into the lane and score! Oh, vuoi vedere che… Ma i Jazz hanno tutte le palle che mettono il chiodo nella bara. Burks, ancora lui, shot, D-Will lo stoppa, recupera e lancia Iggy. Oh… Altra azione, Hickson per mandarci a casa, arriva ancora la stoppata di Williams! E Kobe segna, e poi ancora! 57” second left, i Jazz circolano la palla alla grande, smarcano Burks, non va, Bryant recupera, entra, foul, and he scooooore! Jazz 100, Lakers 103! Energy Solutions Arena ghiacciata! Ma Utah non si fa spaventare, un’altra azione magistrale, la palla arriva sotto a Kanter, -1 e poi difesa clamorosa a recuperar palla. Dieci secondi alla fine, Jazz sotto di uno e palla in mano. Se segnano passano il turno. Se la giocano. Steve Kerr dalla panchina ordina lo schema che ci manda a casa at the buzzer, la smarcatura è perfetta, da manuale, blocchi e contro blocchi per smarcare Burks a cinque metri lato a canestro. Il tiro è solo una formalità senza nessuno davanti. Davanti no, ma dietro sì.
D-Will aggira il blocco, si allunga in recupero, riesce a mettere una mano mentre Burks ha la palla sopra la testa e arriva un’altra stoppata, da dietro, con recupero annesso del nostro droide Smith e fallo sistematico dei Jazz a 3 decimi di secondo dalla fine!
Puoi sbagliarmeli tutti e due droide, tre decimi di secondo non sono comunque sufficienti per consentire a Utah un tiro dell’Ave Maria. E’ già finita così, è 3-3! Sono sudato come un porco. Smith, segnandone 1/2, fissa il risultato sul 103-105, con 38 clamorosi punti del 39enne Bryant e Deron Williams che nell’ultimo minuto e mezzo ti piazza tutte le tre stoppate della sua partita, con l’ultima, se dovessimo passare il turno, che rimarrà la foto di questa serie. Si va a garasette. A casa nostra. Ma il fattore campo è saltato sei volte su sei. 


5 comments:

  1. @Gensi from the precedent post

    Utah sta giocando alla grande, e nella classica "serie di grazia" dove gli entrano sfanculate di ogni tipo. Kanter sembra Larry Bird. Devastanti. E circolano la palla alla grande. E dimentico di citare un Gobert in stile Francia-Spagna...

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  2. Uno dei recap piu' incredibili che abbia mai letto for sure. Ma che roba, che roba, che roba...un Bryant così, un Iggy così, un Deron così.....a targhe alterne!!Anche se piu' che demeriti Lacustri mi sembrano meriti mormoni. Però non si può vedere una serie col fattore campo saltato in 6 gare su 6. Io credo che nella 7 non salterà....:)

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  3. Splendido report Barba!!!!Sono sudato anch'io alla fine del racconto! Splendida serie quasi a sorpresa, questi Jazz l'avevano già in tasca e le occasioni quando si sprecano poi si paga ma ora ci aspetta una gara 7 al cardiopalma.

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  4. Beh, ho sbagliato il risultato ma non il pronostico. Posto che sono sicuro che ci stai raccontando un sacco di fandonie, perché le serie così non esistono ed in realtà la serie l'hai già vinta 6-0, io non credo che in questa "fantomatica" gara 7 (da giocare in casa in una serie in cui il fattore campo è al contrario) i BarbaLakers siano in grado di perdere. Io sono sempre pronto a scrivere l'editoriale dell'El Segundo Times comunque...
    :)

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  5. @Gensi

    Le tre stoppate di Deron Williams nell'ultimo minuto di garasei, lui che tre stoppate non le aveva fatte nemmeno in tutto il campionato, parlano da sole sul delirio di questa serie! Bastava che non ne facesse soltanto una di quelle tre e a quest'ora l'El Segundo Times stava dando alle stampe l'edizione pomeridiana con l'Editoriale di Alp!

    @Talla
    E siamo solo al primo turno! Quando le serie si sviluppano così, raramente garasette va a senso unico

    @Alp
    C'è solo un precedente, in serie A2, tutt'ora record per il basket italiano col fattore campo saltato cinque volte su cinque. 1996, playoff promozione tra Koncret Rimini e Pepsi Caserta: fattore campo di Caserta che perse garauno in casa. Poi Rimini perse garadue in casa, ma andò a vincere garatre al Palamaggiò. Poi però Rimini sprecò il match point in casa e vinse la bella a Caserta...

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