"Rimettiamo insieme la vecchia banda. Facciamo qualche serata, facciamo un po' di grana, bang! Cinquemila bigliettoni". "Sì ma rimettere insieme la banda... insomma, non è mica tanto facile, Jake". "Ma che stai dicendo?" ..... "Si sono sciolti. Ora fanno tutti lavori rispettabili."
Wednesday, May 15, 2013
Non siamo attrezzati, ma siamo pronti!
Accade che a due partite e a soli quattro giorni dai playoff il calendario, dopo venti giorni di soli allenamenti, ci piazza La Partita: Oklahoma City Thunder – Los Angeles Lakers, spareggio per il primo posto nella Western Conference. 21-7 loro, 20-8 noi: se espugnamo la Cheasapeake Arena li scavalchiamo. Ma bastano poche azioni per capire che con loro non centriamo niente, c’è un abisso. I Thunder, finalisti nel 2014 e nel 2015, ci massacrano con una facilità disarmante e il 100-83 finale (Durant 30 punti, 6 rimbalzi, 5 assist) non rende loro giustizia. Sono troppo più forti di noi. Ma la nostra vittoria all’ultima giornata con Phoenix e quella pre-Thunder contro non mi ricordo chi ci regala comunque un record super, 21 vinte e 8 perse, lo stesso della prima stagione! Solo che nel 2013 come ala pivot titolare c’era Gasol e qui c’è Papanikolaou e come centro c’era Dwight Howard, mentre ora c’è Gortat. Vero che CP3 vale tre volte Nash, ma è indubbio che questo 21-8 qui ha ben più valore di quello di quattro anni fa perché Metta vale più di Sefolosha, i confronti Gasol-Papanikolaou e DH12-Marcin manco stiamo a farli e Kobe all’epoca aveva solo 33 anni. Ma quello che conta non è tanto il record della regular season, siamo nettamente consapevoli di non avere la struttura fisica di quei Lakers là di Gasol e Howard, siamo leggerini per le battaglie da playoff. Ma siamo in ballo e balleremo! Due 2k-mesi fa eravamo al 57% di Affiatamento, ora siamo al 100% con un trend di diciannove vittorie nelle ultime ventiquattro partite dall'arrivo di Brian Shaw in panchina. Ci sentiamo come in quella vecchia pubblicità di Shaq, quando si presenta giovane debuttante davanti ai grandi centri della storia. "You are early”, but i’m ready. "You have to prove it". https://www.youtube.com/watch?v=legoOEXvu9w
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Come Alp mi ricordava al termine della mia regular, non si arriva secondi ad Ovest per caso, quindi a prescindere dai confronti con precedenti roster, tu sei li' meritatamente e se riuscirai nei PO a riequilibrare un poco questi clamorosi alti e bassi tutti dovranno temere la tua esperienza , la tua storia ed il tuo blasone...
ReplyDeleteIo dico che il mix fra questi "operai" che fanno il lavoro sporco ed i 2 fenomeni possa essere comunque vincente, quantomeno sono certo che a livello mentale e di stimoli sarai prontissimo...
Questo è vero, ma le posizioni in classifica in una 29 games season sono una questione di millimetri. Tra noi, secondi, e la quinta in classifica, c'è solo una sconfitta in più di differenza ed è indubbio che un quintetto formato da Nash, Kobe 33enne, Metta 30enne, Gasol overall quasi 90 e Dwight Howard sia più potente di un quintetto formato da CP3, Kobe 38enne, Sefolosha, Papanikolau overall 66 e Gortat.
ReplyDeleteEbbene quel quintetto là di quattro anni fa vinse l'anello passando attraverso tre garesette e vincendolo agli ultimi secondi di game seven. Siccome il mondo è lo stesso e la difficoltà pure, mi sembra alquanto improbabile che i Lakers attuali possano fare meglio di quei Lakers là.
A meno che squadre come Thunder e Heat non vengano eliminate prima.
Questi paragoni per me lasciano il tempo che trovano. Ogni serie di playoff ha una "vita" propria: vero, quei Lakers erano più forti in valore assoluto, ma questi hanno una motivazione feroce che li spinge. Come andrà a finire è impossibile da prevedere, come cantava Battisti, "lo scopriremo solo vivendo!".
ReplyDeleteEsatto, ma non va dimenticato che anche quei Lakers là erano motivati dal "non poter perdere". E infatti l'anno dopo nel 2015, quando ormai l'anello era stato vinto e affrontammo il campionato con meno motivazioni, poi uscimmo al primo turno contro Portland con il canestro di Lillard allo scadere di garasette.
ReplyDeleteDiciamo che, per fare da trait d'union con Papanikolaou, ci sentiamo un po' come l'Olympiakos Pireo: non attrezzati per vincere l'Eurolega rispetto a Real Madrid, CSKA e Barcellona, ma alla fine...