La porta dello spogliatoio si spalanca improvvisamente, c’è un biondino filiforme, col naso adunco, pettinato da una piallatrice, con una vodka nella mano sinistra e un prijanik in quella destra: “have no fear, AK47 is here!”.
Gary Vitti, il nostro storico preparatore atletico, ha fatto il miracolo e ha rimesso in piedi Kirilenko prima dei tempi stabiliti! E il russo con 22 punti e 9/14 al tiro ci trascina al 75-87 con il quale sbanchiamo il Rose Garden in garasei, portando questa intensissima sfida con i Portland Trailblazers alla gara che merita: game seven! ! ! DAI CAZZOOOOOoOO!!!!!!! Dopo il crollo catastrofico allo Staples di garacinque non sembravano esserci più speranze per questi Lakers e invece ora la situazione si è completamente ribaltata, anche alla luce del grave infortunio occorso ad una pedina-chiave come Gerald Wallace che si rompe il polso ad inizio quarto quarto e finisce qui la sua stagione.
Noi partiamo carichi, feroci su ogni pallone, ma l’ecleccità dei Blazers ci sovrasta e Portland inizia subito a comandare pericolosamente (27-19): è l’entrata di Kirilenko che cambia volto a tutto. Il russo è un martello pneumatico sugli scarichi, apre la scatola con 13 punti e 2/2 da tre nel secondo quarto pareggiando la partita e mandandoci avanti 38-43 all’intervallo. Chirurgico in attacco, AK47 è un fattore determinante anche in difesa da n°4 su Aldridge, così come è fondamentale l’energia che ci mette Devin Ebanks che costringe Wes Matthews a 4 falli ad inizio terzo quarto. A dieci minuti dalla fine siamo a +9 (59-68) con il russo che ne ha già 20 in saccoccia, poi l’infortunio al polso di Wallace completa l’opera. Senza Gerald Wallace, con Wes Matthews bloccato dai falli e Lamarcus Aldrige limitato da Kirilenko, noi ce ne possiamo andare in tutta tranquillità chiudendo sul massimo vantaggio di 16 punti a pochi minuti dalla fine (71-87). E’ Bryant ad essere impropriamente nominato Mvp (22 punti, 5 assist, 8/18), coccarda che invece andava affissa sul petto del russo dallo sguardo di ghiaccio che sceglie proprio il momento giusto per firmare il suo high stagionale in maglia Lakers. Non possono nulla i 24 punti di un ancora ottimo Raymond Felton.
La serie tra Lakers e Blazers va dunque a garasette broda, at the Staples Center. Come in quella storica partita dei playoff 2000. Kobe c’era anche allora. Saliamo subito sul volo di ritorno nella notte. Sbarchiamo assonnati a LA LA Land mentre i rotori dei newspape stanno stampando l'edizione mattutina dell'LA Times.
Intanto i Philadelphia 76ers, sorpresa della regular season, si confermano anche nei playoff facendo fuori 4-1 gli Indiana Pacers e raggiungendo le Eastern Conference Finals contro i Miami Heat. Altrettanto a sorpresa la sfida tra gli Oklahoma City Thunder e i Memphis Grizzlies: Durant & Co. sembravano poterla chiudere facile dopo la partenza sul 2-0, ma anche loro se la dovranno vedere in garasette!
Vittoria importante e che ti permetterà di giocarti il tutto per tutto in gara 7. La serie riparte per l'ennesima volta da zero, come se nulla fosse accaduto, ma questa volta è decisiva: non c'è passato e non c'è futuro, ci sono 48 minuti da giocare al 100%. Ogni canestro, ogni rimbalzo, ogni fallo, ogni piccola azione risulteranno decisivi per la vittoria finale. Ti auguro una partita emozionante anche solo la metà di quella gara 7 del 2000; sarebbe sufficiente per provare un ottovolante di emozioni uniche!
ReplyDeletePiccola nota a margine: evidentemente soffri particolarmente le squadre come i Blazers, fatte da ali atipiche capaci di giocare su più ritmi, perché secondo me il divario tecnico a tuo vantaggio è fin troppo evidente.
Sicuramente. Ho sempre sofferto le squadre con le ali atipiche,però questa serie i Blazers se la stanno giocando soprattutto sulla difesa. Impenetrabile, sia nell'uno contro uno, sia sugli anticipi. Provi a servire Gasol in post e c'è Aldridge che lo aggira e anticipa il passaggio lanciando le ali in contropiede. Felton contro Fisher e Goudelock fa quello che vuole e Camby gioca come se fosse quello di 10 anni fa. Il divario tecnico è dalla nostra, ma Portland è un po' come i Grizzlies dell'anno scorso nel 2011: entrati in entusiasmo galattico proprio nei playoff.
ReplyDeleteNel tuo mondo invece non mi preoccuperei troppo del "grandi con le piccole e piccoli con le grandi", perchè il vero guaio è quando accade il contrario (ovvero grandi con le grandi e piccoli con le piccole). Arriverà il momento dove i Magic saranno grandi con le grandi, ora sei ancora nella fase di studio della tua squadra.
La chiave è quella comunque. Al di là del lato tecnico, nei playoff conta molto lo stato fisico e mentale dei giocatori. Probabilmente la "non-serie" contro Dallas è stata deleteria più che riposante e ora la paghi contro una squadra che vuole firmare il miracolo di arrivare alle WCF partendo dall'ottavo posto. Ciò non toglie che, vista la tua superiorità, sei "condannato" alla vittoria.
ReplyDeleteIl mio problema è che l'est non è come l'ovest: il livello medio è più basso, dunque faremo i playoff sicuramente ma la posizione viene determinata dagli scontri diretti. E i risultati parlano chiaro: sono arrivate tre sconfitte su tre gare importanti che abbiamo giocato (Heat, Pacers e Celtics). A Indianapolis poi non mi è proprio piaciuto l'atteggiamento della squadra tutta, remissivo e confusionario, mentre non sopporto una sconfitta a Boston. Dobbiamo alzare il nostro livello di gioco.
Exactly. Portland è in palla al massimo, noi no e abbiamo pagato anche le quattro partite senza Kirilenko (gara 2, 3, 4 e 5) che ci ha riportati in quello status di squadra ai margini dei playoff che eravamo prima dell'acquisto del russo. Ma ora garasette è allo Staples, noi siamo al completo e loro non hanno Gerald Wallace. Dobbiamo passare.
ReplyDeleteIn questo momento iniziale della stagione è fondamentale anche che elevi il rendimento della panchina: i vari DeAndre Liggins, Daniel Orton, Earl Clark etc... E' importante trasformare la panchina in un 'secondo quintetto'. Con Heat, Pacers e Celtics sono tutte sconfitte che ci stanno: non va dimenticato che siamo nel SIM-World assoluto e che Orlando è fondamentalmente solo alle prime gare col Triple Post Offense, ci vuole tempo perchè i giocatori lo assimilino perfettamente.