I 18.000 del TD Garden si devono inchinare a Sua Magnificenza Kobe Bryant che con 45 punti mette in scena uno show storico alla Jordan, trascinando i Lakers al 94-82 che pareggia la serie sull’1-1. Queste Finals non sono più una semplice battaglia. Sono una guerra, senza esclusioni di colpi, e Boston stava per farla sua once again, controllando la scena per tre quarti e forte di un +7 a 9’ dalla fine che non sembrava lasciare speranze ai Lakers il cui composto chimico, perfetto fino alle Western Conference Finals, veniva nuovamente separato in singole molecole inefficaci dalla disaggregante difesa biancoverde. Sfortuna per Boston, una di queste molecole è Kobe Bryant.
Ma c’è anche un altro eroe, inatteso, che ha improvvisamente immesso una gara persa sulla highway diretta a Los Angeles: Matt Barnes. Dopo una spettacolare tripla “catch and shot” di Kobe Bryant in uscita da un blocco che ci vale il sorpasso a 7’ dalla fine (73-74), l’ipertattoed ex Orlando Magic intercetta dal nulla quattro palloni consecutivi in 59” netti lanciando altrettanti contropiedi. Solo uno di questi non va a buon fine, gli altri tre producono 7 punti inseriti in un parziale letale di 13-4 Lakers che mette improvvisamente in silenzio tutto il palazzo. A 3’21” dalla fine, dopo aver "controllato emotivamente" la gara per tre quarti, i Celtics dal +7 si trovano in soli cinque minuti a -10 (77-87) incassando un devastante break lungo di 21-4... Ma non si arrendono ancora, sono durissimi, riescono a riprendersi e a risalire fino al -5 (82-87). Poi ci pensa lui…
Il Mamba Nero sfrutta una disattenzione difensiva di Ray Allen (zero punti nel secondo tempo dopo i 15 dei primi due quarti...) e affonda i denti veleniferi nel fianco dei Celtics segnando la tripla del +8 a 2’ dalla fine (82-90). E’ la sentenza, come in garauno, ma a protagonisti invertiti. Che Kobe fosse in serata di grazia lo si intuiva subito dai suoi 14 punti nel primo quarto, mentre Bynum a 80” dalla palla a due iniziale incappava subito in due falli condizionanti. Ma se da un lato Bryant martella, dall’altro Ray Allen risponde, con i Celtics che trovano anche 7 punti insperati nel secondo quarto dall’ex Cremona Von Wafer... Boston arriva così anche a +8 (43-35), anche se all’intervallo dimezziamo lo scarto (49-45). Alla ripresa dopo la pausa lunga, Kevin Garnett commette il 4° fallo ed esce dalla partita. E’ l’occasione per spingere, ma il suo sostituto “Big Baby” Davis disputa un terzo quarto clamoroso, regge da solo l’impatto con un Bryant ultraterreno in un’inedita sfida a distanza e a 10’ dalla fine i Celtics sono avanti di cinque (71-66). Che diventano sette punti di vantaggio dopo 23” dall’inizio dell’ultimo quarto (73-66, 2/2 di Pierce): il 2-0 nella serie è in mano loro, per noi sembra la fine, torna l'incubo delle Finals 2012 perse contro gli Heat. Nessuno si sarebbe mai immaginato che da lì a pochi istanti sarebbe iniziato l’incredibile parziale di 21-4 che avrebbe sovvertito tutto...
Grande vittoria, importantissima nell'economia della serie. Ora sarà quasi impossibile vincerne 3 di fila, ma hai dimostrato di poter andare in casa loro a "far danni". La serie gira emotivamente, Boston vorrà portare a casa una tra gara tre e gara quattro senza alcun diritto di replica, insomma grandi emozioni all'orizzonte!
ReplyDeleteSerie fantastica. Sembra quella delle Finals 2010. Durissima. Con un Kobe "normale" da 30 punti non l'avremmo mai vinta, e questo dice quasi tutto su cosa siano questi Celtics.
ReplyDeleteCi stanno disgregando. Non potendo cancellare Kobe, stanno cancellando tutti gli altri. Bynum e Gasol non si riescono nemmeno a servire, Miller e Mills spariti. Ilgauskas, Odom, Artest, Ebanks, quasi non pervenuti offensivamente. Oltre a Kobe, soltanto Shannon Brown riesce a tenere il campo.
Siamo alle Finals e conta solo vincere, in qualunque modo, con qualunque mezzo. Ma la domanda è: riusciremo a vincere queste Finals con il "Kobe contro tutti"? Siamo 1-1 ma se non riusciamo a coinvolgere più giocatori facciamo presto ad andare 1-4... Non si può sempre sperare che Kobe faccia gare del genere.
Evidentemente il percorso ha forgiato lo spirito (mi è uscita alla Phil Jackson...). Loro hanno sofferto e faticato, forzando delle gare 7, per arrivare alle finals, il tuo percorso è stato più netto e semplice e quindi la squadra non ha mai fronteggiato un rivale di pari livello. Il rischio è che il tuo "esercito Persiano" possa scontrarsi contro un "esercito Spartano" di trecento uomini nelle termopili verdi. Riuscirai a trovare entro gara 7 il sentiero per aggirarli?
ReplyDeleteFino a prova contraria, il basket è ancora un gioco di squadra, chi fra le due è "più squadra" tendenzialmente vince...
Esattamente. A quello che hai scritto va aggiunto anche che i Celtics sono a 'The Lance Dance' e sembrano essere consci di ciò. Tre vittorie li separano da l'ultima e unica possibilità di vincere il titolo da qui ai prossimi 10-15 anni, perchè al termine di queste Finals Garnett appenderà le scarpe al chiodo e i Big Three si scioglieranno.
ReplyDeleteQuesti Celtics sono come quelli del '69, quelli dell'ultimo anno di un vecchissimo Bill Russell, che intervistato a fine di garasette rimase senza parole http://www.youtube.com/watch?v=4-KmdAvHmP0 . Sembravano la vittima sacrificale contro i "già campioni" Lakers di Wilt Chamberlain, e invece...
Wow...mi inchino a suo maestà "BlackMamba" semplicemente eterno e "jordanesco" nel fare la differenza, quando serve è ciò che per ora manca a LBJ e che deve imparare, se mettere l'anello a dito. Confermo sostanzialmente le vostre opinioni, sulla serie e sulla partita. Saluto Mr. Alp!!!
ReplyDeleteD6M, se starti l'Asso con i Celtics devi portarli all'anello. No way. Leggo che vuoi cedere Jermaine O'Neal e Marquis Daniels? Fai arrivare a Boston un centro difensivo, magari provando a far ritornare proprio Kendrick Perkins. O punta su Chris Kaman. Se invece vuoi la "steal of the market" a due lire: Zydrunas Ilgauskas...
DeleteLa scelta ricade su Boston o Cleveland per diversi motivi, ovviamente il primo è un fatto quasi di cuore, provare a ri-portare l'anello alla corte dei verdi; il secondo è una sfida a carta bianca, con tato entusiasmo e tanta rabbia per il tradimento del prescelto, per cui sono due opzioni che mi stimolano molto, in entrambe i casi, c'è qualcosa di comune, la programmazione futura, nei Celtics, come comportarsi quando Allen, Pierce e Garnett, diranno basta e quindi ripartire, sostanzialmente da Rondo; nel secondo caso, ripartire, da Kyrie Irving e magari riportare i Cavs a battere i Miami Heat di LBJ, magari ad una emozionante GARA 7 di Conference Finals; come terza squadra potrebbe essere la "Grande Mela", altra storica franchigia NBA, forse un pò mitizzata in questo momento da Jeremy Lin, anche se lo stile di gioco di D'Antoni, si sposa benissimo con il mio, inoltre avrei una mezza idea, per alcuni folle, di cedere Carmelo Anthony e qualche altro giocatore (vedi il Barone e Bibby che cmq apprezzo)e partire con un quintetto senza Mr.Melo, ma con JR Smith (grande condottiero della mia cavalcata a Chicago con i Bulls nel 2k9 nel titolo stupendo). Per concludere sicuramente con i Celtics, con i dovuti cambiamenti (ovvero via subito J.O'Neal e Daniels, con a rischio anche Wilcox e Dooling), potrebbe uscirne fuori qualcosa di buona, con Cleveland, avrei carta bianca per una mezza rivoluzione, partendo da qualche mio giocatore e tagliando a mezzo gli altri, per non avere più il "remember" del traditore, infine con NY, per divertirmi con il mio RUN&GUN, senza stravolgere schemi e squadra, se non con quel progetto folle, di dare via Melo.
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