Il Coach Zen è sbarcato nel Secondo Mondo di nba2k12, direzione El Segundo, quartier generale dei Lakers. La squadra è stata smantellata da Jim Buss: Lamar Odom è andato ai Dallas Mavericks, Shannon Brown è stato ceduto ai Phoenix Suns, i nuovi Josh McRoberts, Jason Kapono e Troy Murphy non bastano. Alzo la cornetta del mio ufficio, faccio un giro di telefonate e intervengo subito: mando McRoberts, Kapono e una prima scelta '13 agli Utah Jazz in cambio del rookie Alec Burks, dodicesima scelta del Draft 2011. Dai free agent firmo Rasheed Wallace che ritorna in campo a 37 anni, dopo due stagioni in pantofole, e che non gioca una partita ufficiale dal 2010...
Affronteremo la prima stagione del Secondo Mondo con Derek Fisher, Kobe Bryant, Metta World Peace, Pau Gasol, Andrew Bynum in quintetto e Steve Blake, Alec Burks, Matt Barnes, Devin Ebanks, Troy Murphy, Rasheed Wallace e Andrew Goudelock in panchina.
1. Tutto qui? Coach, vi smaterializzeranno!
“La sfida è lanciata. Per la prima volta nelle ultime 25 stagioni sono alla guida di una squadra che lotterà per assicurarsi un posto nei playoff. Vediamo cosa sappiamo fare."
2. Rasheed Wallace?!?
“Trentasette anni, non gioca da due stagioni, ma mi ha dato la sua disponibilità a rientrare e non ci ho pensato un attimo a tesserarlo, al minimo di 473k, dai free agent, con un decadale (novità!) che estenderemo per tutta la stagione. Ci porta esperienza, difesa, durezza, atipicità. Nel passaggio dal Primo Mondo a questo abbiamo perso Zydrunas Ilgauskas: “Sheed” occuperà il suo ruolo, centro di riserva con tiro da fuori. Con lui rischiamo in “follia” e infortuni, ma correremo questo rischio.
3. E Alec Burks?
“Era un mio pallino. Senza più Shannon Brown ci serviva un giovane ed energico cambio per Kobe. E’ un rookie con un solo anno di università alle spalle e ha le tipiche caratteristiche del caso: atletico, istinto offensivo, attacca il ferro, contropiedista e anche con attitudine a rimbalzo. Di contro è privo di tecnica, scarse percentuali dalla lunga distanza e ancora tutto da costruire difensivamente. Ma ha solo 20 anni e può ancora evolversi in qualsiasi direzione.”
4. Zen, sarà un miracolo se superete il primo turno!
"Prima pensiamo a qualificarci per i playoff, non è così scontato... Siamo in un Mondo completamente nuovo, creato ad arte, molto più duro e competitivo del precedente, dove il fattore età e infortuni è aumentato rispetto al Primo. Fisher, Bryant, Metta World, Bynum (giovane ma “injured man walking”) e “Sheed” Wallace in ogni partita cammineranno sul filo. Le squadre hanno il doppio degli schemi del Primo Mondo. Gli Oklahoma City Thunder non saranno più i 'pulcini spaventati' che sono usciti due volte di fila al primo turno dei playoff, i "Lob City" Clippers hanno trovato l'amalgama e i Chicago Bulls hanno finalmente la guardia per fare il salto di qualità (Richard Hamilton) che nel 3.1 non avevano. Per non parlare dei Miami Heat, degli eterni Spurs, delle "rising stars" di Indiana o degli indomiti Boston Celtics. Saremo come una vecchia balena ferita in un mare infestato da squali."
5. Ma balena vecchia fa buon brodo...
"Dovremo suddividere la stagione in tanti piccoli obiettivi. Vincere almeno sei delle prime dieci partite è il primo. Essere non più in giù del quinto posto a Ovest all'All Star Weekend è il secondo. Qualificarci ai playoff è il terzo. Poi una volta arrivati alla "Big Dance" delle Top 16 vediamo di ballare il meglio che possiamo. Vincere il titolo? E' l'unica cosa che conta quando alleni i Lakers, ma arrivare alle Western Conference Semifinals e giocarsele fino alla fine, sarebbe già un'impresa. Una sola sola parola dovrà accompagnarci: Devotion. Al Triangolo e alla sacra armatura dorata dei Lakers"!
Personalmente preferisco McRoberts a Murphy. È un giocatore più dinamico, capace di fare giocate emozionali e hustle plays che tanto servono a questi Lakers vecchi. Murphy è molto utile perché allarga il campo, non lo si può battezzare (in game) che punisce ma se hai aggiunto Sheed (scelta sorprendente e curiosa ma molto, forse troppo, irta di ostacoli) il lungo che apre il campo già ce l'hai in casa. Mentre un giocatore "duro" là sotto ti manca.
ReplyDeleteLa mia situazione è evidentemente diversa, non ho il problema della coesistenza tra Bynum e Gasol e dunque McRoberts "deve" essere il primo cambio del lungo, ma forse, visti gli standard a cui sei abituato, sei un po' leggerino sotto. Al di là del fatto che manca, sempre secondo me, un playmaker: Blake e Fisher, per non fare danni, devono stare in campo massimo per un totale di 25 minuti...
Sheed era per un caso fortuito presente nei free-agent. Last week nel real world si parlava proprio del fatto che i Lakers volessero tesserare Rasheed Wallace e i "creatori di mondi" (aka patchers) evidentemente hanno voluto inserirlo tra i F.A. nel caso questo succedesse realmente: tra l'altro non è un Sheed inventato in stile droide, è proprio lui in pixel e ossa! Non so da dove l'abbiano preso: probabilmente col reditor l'ha trasportato in Nba 2k12.
ReplyDeleteAncora una volta hai centrato il punto. Manca "Da tough guy in da paint", seppur Wallace non sia uno che si tiri indietro. Nella stagione del titolo (la seconda del Primo Mondo) ho sperimentato varie volte Ron Artest (ora ufficialmente Metta World Peace) da numero 4, vediamo se anche qui può svariare in quel ruolo e darci una mano.
Fisher è un "retired man walkin'" e Blake non mi è mai piaciuto, ma tra i free agent c'è lì bello che aspetta di essere firmato l'aussie Patrick Mills, play di riserva dei Lakers campioni 2013. Per ora cmq iniziamo così, poi vedremo il da farsi eventually
from da thread @Alp
ReplyDeleteNooo l'infortunio a Kirilenko non ci voleva. Addirittura tutta la stagione! Era l'arma letale che aveva trasformato i Lakers in un rullo compressore, l'Odom bianco (per ruolo, non per skills). Ora bisognerà trovare un nuovo assetto senza il russo e con Grant Hill
Io uso ormai Artest solo da 4 e il suo apporto è il solito: difesa, intensità e presenza fisica sull'avversario, oltre ad un talento cristallino che di certo non gli manca. Ma non bastano. Per fare un lungo buono c'è bisogno di quel centimetro in più per essere proprio fisicamente un ostacolo. Wallace è indubbiamente un duro, ma non è il centro che si sbatte in difesa, che piazza i blocchi e sgomita per i rimbalzi. Anzi, la sua discontinuità mentale e la sua follia sono state alla base dei suoi (in)successi (per esempio perché andare a raddoppiare Ginobili in angolo per lasciare solo da tre Robert Horry, il miglior tiratore sulla sirena della storia NBA?). Insomma, visto Wallace avrei spedito Murphy piuttosto che McRoberts nello Utah.
ReplyDeleteAvevamo trovato la quadratura del cerchio, forse addirittura la cubatura pure, e l'infortunio è di quelli pesantissimi. Hill è fortissimo ancora, ma dura tre-quattro minuti massimo, mentre il russo era perfetto per il mio gioco perché poteva giocare 2-3-4 e marcare chiunque. Per motivi "economici" l'ho tagliato visto che la sua stagione è finita, ma l'anno prossimo potrebbe essere uno dei volti nuovi (anche perché Hill ha dichiarato che si ritira...).
Errore mio. Non conoscevo così a fondo McRoberts da ritenerlo un duro che ci potesse servire, ma ormai "da trade" è stata fatta e dovremo cercare di compensare altrove. O di tornare sul mercato nel caso la mancanza di tough guy dovesse compromettere la stagione.
ReplyDeleteLa mente di Rasheed Wallace, effettivamente, è un rischio, ma allo stesso tempo è un'arma impropria: di 2.10 che tirano da tre ce ne sono pochini.
Ma ora non resta che scendere in campo (opening game classico di inzio Asso all'Energy Solutions Arena di Salt Lake City) e vedere cosa succede.