Wednesday, November 21, 2012

NBA FINALS, GAME 3 and 4: CHICAGO BULLS - LA LAKERS

La fretta di chiudere e il ritorno di Noah. Vinciamo garatre, vogliamo lo sweap immediato, nella game four torna l’ex Florida State, Chicago sbanca lo Staples Center e ci rovina la festa per il titolo davanti ai nostri tifosi. F U U U U C K ! ! ! !

La terza partita era stata la fotocopia delle prime due. Chicago, con ancora il pivot francese in borghese, ci dava dentro a più non posso, riuscendo persino a portarsi sul +15 nel secondo quarto (26-41) con un’azione da tre punti di Jimmy Butler. Ma nello scintillante Staples Center aleggiava sempre l’aria della rimonta, quel senso di dominio che anche sul -15, frutto anche del nostro specchiarci, non lasciava timori. Otto minuti dopo, infatti, tutto è nuovamente in pareggio (53-53) e anche se il secondo tempo filava via di sorpassi e controsorpassi portando garatre ad un finale in volata come garadue, nessuno allo Staples pensava che potessimo perderla, nemmeno sulla dunk in contropiede di Loul Deng per il 99 pari a 62” dalla fine. Perché poi arriva la schiacciata di Howard contro un stanchissimo “Loozer” Boozer (101-99, -48”), perché poi arriva l’errore per il pareggio in sospensione ravvicinata di Derrick Rose. Perché poi, nonostante il fader sbagliato di Kobe a -10” per chiuderla, arriva il rimbalzo offensivo di Howard (26 punti, 11/11 al tiro, 15 rimbalzi) che, con Chicago non ancora in bonus, catalizza un fallo sistematico che non lo manda in lunetta. Rimessa in attacco, palla a Kobe (26 punti, 7 assist), fallo su di lui, 2/2 per il 103-99 e 3-0 nella serie! Rose stecca la partita (21 punti ma con 9/28 al tiro) e per i Bulls una serie ormai impossibile da rimettere in piedi.

 “E’ fatta, preparate i coriandoli” titolava l’El Segundo Times e anche io mi sbilanciavo con un dopopartita da “ora vogliamo festeggiare in casa”. Palloncini e coriandoli erano già appesi al soffitto dello Staples, lo champagne era già in ghiaccia nella locker room, quando nel riscaldamento di gara quattro vediamo uscire dal tunnel Joakim Noah.
Troppo tardi, pensano tutti. E probabilmente è vero. Ma con il francese cambia completamente la corazza dei Bulls. Ora sono durissimi, energici e i blocchi alti dell’ex Florida State aprono a Rose scenari mai visti nelle prime tre partite. E Howard ha difficoltà. Chicago esce subito fortissima dai blocchi (2-8, poi 4-12), noi impattiamo as usual e passiamo a condurre nel secondo periodo grazie ai back door di uno strepitoso Clark, imbeccato da Jamison. All’intervallo siamo avanti di tre (54-51), ma a fatica, e dall’altra parte c’è già un Rose da 25 punti con 12/15 dal campo (18 per Kobe).
Nel terzo periodo i Tori della Windy City affondano sul pedale, si prendono sette punti di vantaggio, poi otto su una tripla wide-open dall’angolo di Nate Robinson (75-83). Nell’aria si sente che non sono più gli “svantaggi tranquillamente recuperabili” delle prime tre partite. Ora i Bulls picchiano e Noah è ovunque. A sette minuti dalla fine i Bulls sono a +10 (83-93), a -3’52” sono a più sette (92-99) ma noi vogliamo quel titolo OGGI e Kobe s’inventa la rimonta, acciuffando il minimo svantaggio a 1’12” dalla chiusura (104-105). Un pick ‘n roll Rose-Boozer riporta i Bulls a +3, Kobe sfrutta un blocco e riaccorcia a -1 a -36” (106-107), ma sull’altro fronte d’attacco Gasol fa la sciocchezza di un fallo allo scadere dei 24 secondi su di un tiro forzatissimo di Hamilton dai 6 metri, mandandolo in lunetta a -17”: “Rip” sbaglia il primo, segna il secondo e Bulls avanti 106-108. Azione del pareggio Lakers, Kobe è braccato, si crea l’opportunità per un pick ‘n roll con Gasol ma Rose capisce tutto, si frappone nella linea di passaggio, ruba palla, s’invola in contropiede e sul fallo immediato di Nash c’è la decisione mai vista (ma giusta): fallo antisportivo!
Due liberi (a segno) di Rose senza nessuno a rimbalzo e rimessa a lato per Chicago a 7” dalla fine. Finisce 106-112, Rose a quota 37 (Mvp), “Rip” Hamilton a 20, ma tutta la differenza del mondo l’hanno fatta i 19 punti e 13 rimbalzi di Noah che ha dominato difensivamente i tabelloni, limitando non poco Howard. A nulla sono serviti i 33 punti con 8 assist di Bryant. Eravamo già pronti per i festeggiamenti, ora ci tocca invece 'riprogrammarci mentalmente'.

3 comments:

  1. Che peccato! Ma soprattutto, che colpo di scena! La serie sembrava segnata e invece? Invece questa gara 4 secondo me è solo un incidente di percorso, loro non avevano niente da perdere, mentre tu eri già in vacanza! Torna a casa, chiudi il gas e poi poi ti puoi imbarcare per le meritate ferie! Gara 5 deve essere l'ultima della serie!

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    1. E' certamente un mix delle due cose: non siamo entrati carichi a balestra per chiuderla, convinti di trovare i soliti Bulls delle tre gare precedenti. Il ritorno a sorpresa di Noah ha cambiato le carte in tavola. Noi non eravamo mentalmente preparati ed è una cosa che anche qui non puoi permetterti.
      Avevamo la mente da un'altra parte, come i Lakers del 2000 del primo titolo di P.J. in gialloviola che, avanti 3-1 nella serie contro Indiana non riuscirono a chiudere i conti in garacinque perchè avevano invitato mogli, parenti, etc.. etc.. a Indianapolis per festeggiare il titolo. E vennero annientati.

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  2. La differenza è che quei Lakers poi andavano a giocarsi eventualmente due gare in casa. Tu devi vincere gara 5 per forza perché poi in gara 6 allo United Center saresti realmente in difficoltà. Visto comunque l'andamento della serie ed i valori in campo, ritengo che questa gara 4 sia stata il classico incidente di percorso, il punto della bandiera per una squadra chiaramente inferiore. Noah è un difensore clamoroso, specialmente nel sistema Bulls, ma non giustificherebbe una rimonta dallo 0-3...

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