Ho passato tre notti insonni a scervellarmi su come fermare Nowitzki, su come fare contro il loro pick ‘n roll centrale che ci ha devastato in regular season. Non trovavo soluzioni, niente. Poi, in the middle of the night, mi arriva l’illuminazione improvvisa.
“Cazzo! Loro non hanno nessuno per marcarlo! Non può marcarlo Nowitzki, non può tenerlo Tyson Chandler, non può nulla Shawn Marion. Loro non hanno nessuno per marcare Gasol!” Devo solo convincerlo delle sue potenzialità...
Gasol è inarrestabile. Eleganti sottomano in virata, appoggi al vetro dopo rimbalzi offensivi e, soprattutto, letali tiri in sospensione dai cinque metri per scardinare in tutti i modi la difesa dei campioni in carica: un campionario di soluzioni offensive che si traduce in 17 clamorosi punti dello spagnolo nel primo quarto (!!!), con 8/9 al tiro e i Lakers a raggiungere il +13 sul 29-16, tirando col 62% e tenendo i Mavs al 36%! Questo fatto preoccupa un po’ solo quando Dallas, grazie ad una tripla di Wunderdirk, riesce a risalire a -4 (29-25): sono sotto solo di quattro con noi che tiriamo oltre il 60% e loro sotto il 40%? Bad signals. Ma dura poco. Quando Gasol si accomoda in panchina, interviene “l’altro che i Mavs non possono marcare”, ovvero Lamar Odom. Sfruttando le lunghe leve che gli consentono di tirare in testa ai difensori più bassi, Lamarvellous scotenna 7 punti in fila nel secondo quarto e noi decolliamo fino all’incredibile 54-38 dell’intervallo. E non è finita.
Gasol è in trance più totale e firma tutti i primi 16 punti dei Lakers della ripresa, finendo per registrarne ben 37 (con 8 rimbalzi) quando ancora mancano due minuti alla fine del terzo quarto! Si fermerà a queste cifre, perché non rientrerà più. Toccato il massimo vantaggio del +26 (80-54…), mando dentro tutte le seconde linee, mentre Odom si diverte a perforare i Mavericks ovunque. Garauno finisce 98-82, Gasol Mvp (37 punti, 15/23 al tiro, 7/8 in lunetta, 8 rimbalzi) e Odom a quota 29 con 5/5 da 2, 5/7 da tre e 6 rimbalzi. Bryant (16) si è limitato a fare da spettatore. Nowitzki questa volta non è stato un fattore (21 punti ma innoqui) e gran parte dell’attacco è stato fagocitato da Jason Kidd che ne ha messi sì 21, ma con 7/22 dal campo. Se Giasone avesse pensato a smistarla innescando i compagni, forse la storia sarebbe stata diversa.
A Est intanto anche i Miami Heat hanno vita facile in garauno contro i Bulls: 86-73 con Dwyane Wade a quota 31 e Derrick Rose limitato a 14 punti con 3/19 al tiro…
Che asfaltata! Una vittoria che mette subito le cose in chiaro e che fa capire lo strapotere di questi Lakers. Nowitzki è probabilmente l'europeo più forte, ma Gasol lo tallona. È un lungo più classico, meno devastante in attacco come scorer ma forse migliore come elemento di squadra. Due grandissimi comunque. Vincere con un grande Gasol e con un Bryant spettatore può girare la serie!
ReplyDeleteSe Gasol ci credesse di più, sarebbe uno da vincerti da solo le partite. Fortunatemente qui l' "attitude" di un giocatore non esiste: essendo in vigore la legge del "il pad ce l'ho io e lo gestisco io" si può sopperire a questo fatto.
ReplyDeleteMa non sarà sempre così: abbiamo colto di sorpresa i Mavericks in garauno andando con Gasol come go to gy all'interno del Triangolo, ma Carlisle non ce lo permetterà in garadue, anche se è lì il loro punto debole. Hanno Chandler che può fermare Bynum, hanno almeno tre giocatori che si possono alternare (e limitare) Kobe, ma non hanno nessuno in grado di difendere su Gasol.
Il fatto è che Gasol un'altra partita così la farà tra 50 anni... Nonostante l'1-0 dominante, la serie è tutta ancora aperta. Ho sempre a mente le Finali Nba del 1985, con i Celtics che vincono garauno di 34 punti (148-114) ma alla fine i Lakers che vincono il titolo 4-2...