"Rimettiamo insieme la vecchia banda. Facciamo qualche serata, facciamo un po' di grana, bang! Cinquemila bigliettoni". "Sì ma rimettere insieme la banda... insomma, non è mica tanto facile, Jake". "Ma che stai dicendo?" ..... "Si sono sciolti. Ora fanno tutti lavori rispettabili."
Sunday, December 4, 2011
Lakers-Celtics: Now
Tutto racchiuso in un secondo e sette decimi. Questa è la pallacanestro, signori. Questo è stato Lakers - Celtics. Manca 1".7 quando Paul "Don't ever understimate the heart of a champion" Pierce ghiaccia lo Staples Center. The Truth era stato letteralmente cancellato da Artest e Matt Barnes e dopo 35' di partita aveva uno score da tregenda: 2 punti, 1/8 al tiro e la sua squadra costantemente sotto in doppia cifra per tutto l'incontro. Poi negli ultimi 5' l'Mvp delle Finals 2008 si carica i Celtics sulle spalle, li guida con assist e canestri ad una insperata rimonta, fino al clamoroso sorpasso, il secondo di tutta la partita dopo che Ray Allen aveva scoccato la bomba del primo vantaggio biancoverde (65-66 a -1'34"). Ma è Pierce che ha la responsabilità vera: con Boston sotto di uno, si mette in post basso, si gira e con un elegante sottomano consegna ai Celtics il nuovo sorpasso, a un secondo e sette decimi dalla fine: Lakers 67, Boston 68. Time-out Barba.
"Ok, ragazzi. Abbiamo la possibilità di decidere. Cosa vogliamo fare?"
http://www.youtube.com/watch?v=8QrlNOb7N4U
E viene giù tutta Los Angeles! Ray Allen perde per un attimo la marcatura del Mamba, una frazione di secondo fatale perchè Kobe "Don't ever understimate the heart of a champion" Bryant si libera dall'angolo, Ron Ron lo serve puntuale dalla rimessa e il resto è The Shot. La mano morbida che rilascia il pallone, la sirena che suona con la palla in aria, la retina che si gonfia, Garnett che si mette le mani negli ex capelli, Lakers 70, Celtics 68. Rondo incredulo che cerca conferme nello sguardo dei presenti. Kobe che castiga i Celtics con una bomba allo scadere e i suoi sotto di uno non ha prezzo, per tutto il resto c'è la biondazza!
Labels:
3.1.1.,
Nba 2k12,
season 2011-12
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
Ne dico una alla Buffa: La celebre rimessa dei Lakers si chiama "What the fuck" ( http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=18511a3d2279a450 ), ma questa volta la colorita espressione la utilizzano i giocatori in maglia verde...
ReplyDeleteVittoria scaccia crisi e da leggenda: battere i Celtics così è la cosa più dolce del pianeta-basket per un Laker.
Mai nome fu più appropriato! La rimessa che ho fatto è un mio classico: non prevede blocchi ma semplicemente un movimento di smarcamento. Kobe fa un passo verso sinistra per poi schizzare in angolo a destra. Il difensore (in questo caso Ray Allen) perde quella frazione di secondo che consente al Mamba di trovarsi wide open per la bomba dall'angolo. Non è solo questione di finta, però, perchè integrato ci deve essere anche il passaggio millemetrico al secondo di chi fa la rimessa (in questo caso Artest): se il passaggio arriva un decimo di secondo prima o un decimo di secondo dopo, salta tutto e il difensore recupera. E' una rimessa che sfrutta totalmente i movimenti rapidi di Kobe: solo pochi giocatori (tra questi Rose), riescono a recuperare la difesa su quella finta e su quel passaggio mentre Kobe è in corsa. Cmq una vittoria del genere è di una goduria che le parole neanche lontanamente spiegano!!!
ReplyDeleteA proposito di Rose, te vedo che stai andando alla grande! Addirittura hai avuto un garbage time contro i Bulls, che a me mi hanno demolito di 33 punti. Quando li riaffronterò nuovamente ti chiederò in prestito i playbooks della partita
A me oggi tocca affrontare i Celtics, questa volta in casa e con tutti gli effettivi a disposizione. Già mi lecco i baffi!
ReplyDeleteCapitolo Bulls: una partita che vale 0 o quasi. Non gli entrava niente, hanno tirato credo con il 38% dal campo ed il 20% da tre, ma spesso erano tiri ben costruiti. L'unico che veramente è stato bloccato è stato Boozer, che ha perso su tutti i fronti il confronto con Gasol. Le prime due azioni sono state emblematiche: triangolo laterale per Gasol che fronteggia, finta di tiro, Boozer va a farfalle, Pau fa due passi ed inchioda la bimane rovesciata; si va dall'altra parte, Boozer isolato in post basso, prova il fade away ma Gasol spedisce la palla in tribuna. Quando è aggressivo e determinato, Gasol è un giocatore quasi illegale e con le sue qualità è il lungo perfetto per la triangolo; l'ho cavalcato ed ha fatto una gara paurosa. Boozer è uscito dal campo con 8 punti e 3 rimbalzi e non ci ha capito veramente niente. Se a questo aggiungi che Deng non la metteva neanche non 4 metri di spazio, si capisce come in difesa mi dovevo preoccupare del solo Rose che è stato quindi stritolato. Come avevo promesso, non mi sono avventurato in soluzioni "particolari" ed ho nascosto un po' le carte, ma Chicago era veramente in serata no.
La partita di ieri però mi ha fatto capire una grande verità: per loro Odom è un rebus probabilmente irrisolvibile.
Praticamente il contrario di quello accaduto a me. Prime quattro azioni contro i Bulls e mi infilano quattro canestro consecutivi sulla sirena dei 24" secondi...
ReplyDeleteCapitolo CELTICS in previsione della tua gara: sono arrivato a vincerla soltanto all'ultimo secondo con la bomba di Kobe nonostante KG abbia giocato una partita da 5,5 in pagella. Nonostante Paul Pierce abbia segnato solo 9 punti (ma 7 negli ultimi minuti che stavano cambiando l'esito della gara) e nonostante un Ray Allen da 6+.
ReplyDeleteSe anche solo due dei Big Three avessero fatto una partita da 7, forse ci avrebbero asfaltato. Occhio in particolare, quindi, ai giocatori delle retrovie: Jermaine O'Neal, "Big Baby", Troy Murphy, Jeff Green. Sembra che non facciano nulla, invece sono come acqua che scava lentamente nella roccia. Un canestro quà, una stoppata là, un recupero quando conta ed è tutta benzina che poi avvia il motore dei Big Three.