Nel read and react barbatrucchico, più volgarmente chiamato
“dai la palla a chi è libero altrimenti t'impalo come Vlad Tepes III”, se non si
sviluppa il flusso, sei fuori. Se il giocatore legge bene, ma agisce male, sei
fuori. Mi sono rinchiuso per notti intere nel mio ufficio di El Segundo
mangiando solo cinese, mi sono rivisto centinaia di volte i Dvd della
partenza stagionale (6 vittorie nelle prime 7 partite) e poi quelli di questo inizio
autunno da 5 sconfitte nelle ultime 6. Cosa c’era di diverso?
All'inizio c’era Jamison ala piccola titolare (e World Peace
ala piccola panchinara), poi si è cambiato: World Peace ala piccola nello starting five e
Jamison n°4 panchinaro con Devin Ebanks diventato n°3 from the bench. Ed è
proprio qui che il castello ha iniziato a crollare. Cosa succedeva prima? Sia con il quintetto (Nash, Kobe, Jamison), sia con la panchina (Blake, Meeks,
Metta) c’erano tre esterni capaci di colpire da fuori. Ora invece solo il
quintetto è in grado di farlo in tutti e tre i suoi elementi, perché con dentro
la panchina salta un pezzo del puzzle: Ebanks, infatti, è ancora inabile a tirare dalla distanza. Cosa succedeva con la batteria delle seconde linee in campo? Che quando il n°3 si
trovava libero per lanciare la castagna, non poteva farlo. Questo, oltre a bloccare tutto il
flusso, creava anche una sorta di 'timore del tiro' nei confronti di tutti agli altri compagni. In parole povere, l'insicurezza di uno si diffondeva a macchia d'olio anche tra tutti gli altri.
Contro i Brooklyn Nets allo Staples Center ho fatto una via di mezzo tra il Prima e il Dopo. Ebanks n.e., Earl Clark n°4 panchinaro e Jamison che torna a fare l’ala piccola, sempre tra le seconde linee. Vinciamo 119-107, Kobe divulga basket (32 punti, 13/18 al tiro e 8 assist con la sigaretta in bocca), Howard e Gasol confezionano in due 40 punti e 20 rimbalzi, Nash sforna 9 assist ma all'interno del “dai la palla a chi è libero” barbatrucchico si fa trovare pronto Antwan Jamison che dalla fabbrica di cioccolato tira fuori 20 “caramelle” con 4/8 nelle bombe. Una rondine non fa primavera, ma l’acqua stagnante delle precedenti sei partite qui ha ripreso a circolare fluida. Come nelle prime sette.
Contro i Brooklyn Nets allo Staples Center ho fatto una via di mezzo tra il Prima e il Dopo. Ebanks n.e., Earl Clark n°4 panchinaro e Jamison che torna a fare l’ala piccola, sempre tra le seconde linee. Vinciamo 119-107, Kobe divulga basket (32 punti, 13/18 al tiro e 8 assist con la sigaretta in bocca), Howard e Gasol confezionano in due 40 punti e 20 rimbalzi, Nash sforna 9 assist ma all'interno del “dai la palla a chi è libero” barbatrucchico si fa trovare pronto Antwan Jamison che dalla fabbrica di cioccolato tira fuori 20 “caramelle” con 4/8 nelle bombe. Una rondine non fa primavera, ma l’acqua stagnante delle precedenti sei partite qui ha ripreso a circolare fluida. Come nelle prime sette.
Timidi segnali di risveglio, ma siamo ancora distanti dall'addio alla crisi. Effettivamente, Ebanks in questo 2k13-World è tanto affidabile dai 5 metri quanto battezzabile dalla lunga e le spaziature un po' si perdono. Le prossime gare dimostreranno se questa è la soluzione definitiva o se si tratta di un fuoco di paglia...
ReplyDeleteConcordo con Alp... e bisogna aggiungere che, cmq sia, questo non risolve i problemi difensivi (semmai li accentua visto che Jamison difende peggio di Ebanks).
ReplyDeleteIl mio sistema di gioco ("tira chi è libero") non può permettersi di avere un'ala piccola come Ebanks che quando è libero sul perimetro è inutilizzabile (non puoi farlo tirare, perchè non ha tiro da fuori, ma non puoi andare neanche uno contro uno, perchè l'avversario - giustamente - lo battezza concedendogli 2-3 metri di spazio).
ReplyDeleteJamison è una 'forward' certamente più power che small, ma utilizzandolo da numero tre mi permette di avere un'ala che quando è libera castiga da fuori (oltre che in entrata, spalle a canestro e tutte le altre cose che sa fare): con tutto ciò che ne consegue. Gli avversari devono marcare anche lui, dunque le spaziature per gli altri aumentano.
@Lup
ReplyDeleteIo sono della teoria che attacco e difesa siano collegati. Concordo sia con chi ritiene che una grande difesa ti consenta poi fare un buon attacco, sia con chi ritiene (come il mitico Dan Peterson) che sia invece un grande attacco che poi favorisca anche una grande difesa.
E alla fine quest'ultima cosa si è verificata nella gara contro i Nets: un attacco più fluido ha avuto i suoi riverberi anche in difesa. Abbiamo subito 107 punti non perchè non abbiamo difeso ma perchè, a tratti, i ritmi sono stati furibondi (dunque molti più possessi e più azioni per entrambe le squadre). Ma in difesa, a livello proprio di tenere l'avversario nell'uno contro uno, abbiamo tenuto. Si è rivisto Howard (come nelle prime partite) rifilare stoppate da mandare la palla fuori dal palazzetto e anche Gasol ne ha stampate un paio da urlo.
Serve ben altro che una vittoria allo Staples contro questi Brooklyn Nets per dire che siamo guariti, però ho visto cose che fanno ben sperare.
@Barba
ReplyDeleteVero,un attaccante sull'ala dell'entusiasmo puo' difendere benino, ma chiaramente non sará mai totalmente affidabile. Personalmente preferisco l'inverso.
Certamente in attacco, con questo accorgimento, hai guadagnato, particolarmente in termini di spaziature.. Vedremo,è ancora presto. L'importante peró è che sia arrivata finalmente una vittoria
Per me le cose sono concatenate. Vedo tutto in un unico flusso che fa avanti e indietro tra attacco e difesa, come l'acqua in una bacinella quando viene mossa un po'. Ci sono giocatori che se non li coinvolgi in attacco, non s'impegnano in difesa (Gasol) e la difesa è un virus contagioso. Se in un quintetto 3-4 giocatori difendono alla grande, lo farà d'osmosi anche il quinto, anche se non è un mastino. Viceversa, se in un quintetto 2-3 giocatori non difendono, l'effetto poi si manifesta anche sugli altri. Intendo dunque dire che se Jamison lo tengo in campo con Nash e Gasol, sarà una catastrofe. Se a fianco ha Jordan Hill ed Earl Clark (energia presenza fisica che si fa sentire) questo si riverbera anche sugli altri. C'è poi da considerare che Jamison, attualmente, non è affatto un buco in difesa. Regge eccome.
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