A questi Full Metal Lakers non crede nessuno, neppure quando dopo sei partite le vittorie sono già cinque e con l’83,3% guardiamo tutto l’Ovest dall’alto verso il basso.
La squadra non è competitiva per l’anello neanche di sbriscio,
lo sappiamo e non ci illudiamo di questo provvisorio primo posto, ma può mutare forma quando vuole e questo crea fastidi negli avversari. Le ultime tre vittorie consecutive sono
arrivate partendo con Jackson, Bryant, Iguodala, Faried, Bogut e finendo con
Iguodala play, Kobe, Sefolosha, Faried, Haslem. Gli avversari, sempre avanti di
dieci all’ultimo quarto, non ci hanno capito più niente e noi abbiamo così
messo in saccoccia la trasferta ad Atlanta (103-111), demolito di ventidue
punti i Milwaukee Bucks e poi infilati in volata i Sacramento Kings per 114-111
grazie a due liberi di Bryant a 10” dalla fine e a tre giocate chiave di Haslem
nell’ultimo minuto: un clamoroso raddoppio per provocare una palla persa con noi sotto di due, un’affondata con fallo subito e libero realizzato per il
+1 e una difesa a spingere Greg Oden a perdere palla sulla linea di fondo in quello
che era l’attacco del sorpasso Kings. Quarantadue di Kobe in questa partita, e 30 con 6 assist di Iguodala.
E’ venuta fuori anche un’altra particolarità, i secondi
quarti di Papanikolaou. Il greco, retrocesso a sesto uomo dopo l’arrivo di
Faried, ha sparato due ventelli di fila uscendo dalla panchina contro Atlanta
(21) e Houston (24). Come? Segnandoli quasi tutti in due incredibili secondi
quarti: 17 punti nel secondo periodo contro gli Hawks e 19 nel secondo periodo
contro i Rockets. E anche questo passare da un reparto lunghi interno (gli
starting fiver Faried e Bogut) ad un reparto lunghi esterno che colpisce anche da fuori (Papanikolaou,
Mirotic) sta mandando non poco in confusione gli avversari, che fanno fatica ad
adattarsi a questi cambiamenti. Ed è lì che li andiamo a prendere.
E' quello il punto chiave, sei viscido e tignoso con il tuo gioco, tante alternative, grandi impatti dalla panchina, possibilità di mutare le giocate radicalmente sfruttando la duttilità di un roster forse non fortissimo ma completo. No, il titolo no, ma qualche soddisfazione te la togli....
ReplyDelete@Gensi
ReplyDeleteQuesti Lakers riescono a cambiar pelle un quarto dopo l'altro. Iniziano con un'impronta interna (Faried, Bogut), finiscono con Iguodala play che sovrasta il regista avversario (non solo in difesa, ma anche in attacco) e un quintetto basso con Faried, Haslem. Inframezzano nei quarti centrali con un quintetto di lunghi esterni (Mirotic e Papanikolaou da 4).
Ma soprattutto per ogni ruolo abbiamo più coperture difensive: Reggie Jackson, Hackett e Iguodala difendono sui play. Sefolosha, Iguodala, Hackett, Gerald Hendeseon sulle guardie e sulle ali piccole.
Faried, Iguodala, Haslem sulle ali pivot. Faried, Haslem sui pivot.
I quintetti "mischiati" mi sembra che siano un po' la notizia dell'anno (o del secolo). Sbaglio o eri solito tenere quintetti a "tenuta stagna"? Le mie valutazioni si basavano soprattutto sul tuo integralismo, se sei disposto a ruotare gli uomini è evidente che questi BarbaLakers sono camaleontici come pochi.
ReplyDeleteChiaramente questa squadra manca del talento necessario per andare fino in fondo, ma forse è il peggior cliente che le squadre di vertice possono affrontare nei playoff...
In parte sì, è una notizia, anche se il mescolamento avviene solo negli ultimi 7-8 minuti dell'ultimo quarto, quando appunto inserisco dalla panchina Sefolosha in ala piccola e Haslem centro, e sposto Iggy da play, quest'ultima mossa il vero segreto di questi barbalakers.
DeleteNei restanti tre quarti e mezzo vado sempre con le due batterie distinte titolari - panchinari che sanno già quando sarà il loro momento. "I giocatori devono sapere quando è il loro momento di entrare, così non sprecano energie inutili nell'attesa" (Phil Jackson, Più di un Gioco)
Le due batterie distinte non solo mi consentono di 'prolungare fisicamente' la carriera di Kobe, che giocando meno di 30 minuti a partita non si distrugge come lo ha distrutto D'Antoni, ma mi consente anche di responsabilizzare la panchina e farla crescere: voi siete i panchinari, fatemi vedere cosa sapete fare.
Certo se giocano tutti insieme, a questi livelli, con vittorie , il morale cresce , l'overall pure....BHE ...se questa crescita dovesse continuare non ho minimamente idea di dove tu possa arrivare ma sicuramente non mi metterei limiti....Ma solo perche' io sono quello che pensa che in questo gioco si possa vincere anche senza necessariamente tre stelle come pensano in molti , ma col sistema e con un gran gruppo si pou' andare avanti e poi una volta lassu ...chissa'...
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