Wednesday, March 6, 2013

Regular season ending: the resume

I Lakers 2012-’13 furono trascinati alla conquista del Larry O’Brien Trophy dal senso di improvvisa rivalsa. La partenza disastrosa di sei sconfitte nelle prime nove partite con la possibile esclusione dai playoff e la prospettiva di diventare il più grande fallimento nella storia di tutti gli sport americani trasformò ogni rimanente gara in una finale. Ne vincemmo 16 delle ultime 20, arrivammo secondi nella Western Conference e poi vincemmo l’anello attraverso tre garesette nei playoff più clamorosi di sempre.
I Lakers 2013-'14 sono identici nella formazione a quelli che dell’anno prima, ma manca 'la spinta'. Ne esce fuori una regular season i con giocatori che sembrano già appagati dall’anello vinto contro Miami pochi mesi prima. Il punto più basso arriva in febbraio quando i gialloviola entrano in una preoccupante crisi di gioco e d'identità. Entra in crisi anche il 23 slash post, lo schema del Triple Post Offense dei Bulls 1998 che risollevò la squadra nel 2013, e comincia a farsi spazio una clamorosa trattativa di mercato con i Clippers: ai Velieri andrebbero uno svogliatissimo Dwight Howard, Steve Nash e Devin Ebanks in cambio di Chris Paul, Caron Butler e una scelta. E’ un terremoto che scuote L.A. per settimane e tiene i giocatori sulle spine, con addirittura diversi provini segreti in una palestra dei suburbs di Los Angeles con CP3 in maglia Lakers e DH12 con quella dei Clips. Questa “instabilità di governo” destabilizza l’ambiente e arrivano ben cinque sconfitte su sette: contro gli stessi Clips, primi a Ovest, contro i Thunder, i Rockets,  i Magic e poi allo Staples contro Miami. Sconfitte che fanno precipitare i Lakers all’ottavo posto nella Western Conference con già 10 ko su 22 partite. All’ultimo giorno utile per gli scambi salta l’accordo con i Clippers, non se ne fa più nulla; CP3 e DH12 rimangono dove sono. Ancora una volta i Lakers dovranno trovare le risorse dentro sé stessi e per avere una posizione alta nella griglia dovranno vincere tutte le gare rimanenti. Qualche passo falso in più e si rimane fuori dai playoff.
Arrivano subito tre vittorie in fila: contro la disastrata Denver, ultima a causa del ritiro di coach Karl, della partenza di Igoudala e dell’assenza di Ty Lawson fuori tutta la stagione (legamenti saltati nelle prime partite), contro i New Orleans Hornets privi tutto l’anno di Anthony Davis (anche qui legamenti andati) e contro i Chicago Bulls, delusione di metà campionato con 10 vinte e 10 perse, ma superati solo per 95-94 con una forzata di Bryant a 2” dalla fine. Ma contro Portland non c’è niente da fare. Trascinati da un immarcabile Nicolas Batum (30 punti, 12/25 dal campo), e dal rookie of the Year 2013 Damien Lillard (16 punti, 16 assist) ci dobbiamo arrendere al Rose Garden per 104-98. E’ una sconfitta fatale: nonostante le ultime due vittorie della regular season, ci piazziamo soltanto quinti a Ovest (18-11), posizione che ci costringe a giocare fuori  praticamente tutti i turni di playoff, a cominciare dal primo, proprio contro i Blazers.
Kobe Bryant, 36 anni, chiude la regular season ancora da capocannoniere alla media di 32,7 punti a partita (era 30,8 nello strepitoso 2013) e annuncia il rinnovo con i Lakers anche per la stagione successiva, ma per un solo anno. Ha deciso di ritirarsi nel 2015 o rinnoverà year by year? I playoff dei Lakers iniziano così, tra i dubbi di un ciclo appena iniziato e che invece sembra già destinato a finire. LeBron James replica l'Mvp stagionale dell'anno prima con 22,7 punti, 8,4 rimbalzi, 5,3 assist e il 53% al tiro, ma Miami deve lasciare il primo posto della Eastern Conference ai Brooklyn Nets (Avery Johnson coach of the year), in costante escalation dopo le Finali di Conference raggiunte nel 2013 e perse 4-0 proprio contro gli Heat. Thunder, Heat e Nets in pole position, dunque. Questo signore qui permettendo...

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