I Lakers 2013-'14 sono identici nella
formazione a quelli che dell’anno prima, ma manca 'la spinta'. Ne esce
fuori una regular season i con giocatori che sembrano già appagati dall’anello
vinto contro Miami pochi mesi prima. Il punto più basso arriva in febbraio
quando i gialloviola entrano in una preoccupante crisi di gioco e d'identità. Entra
in crisi anche il 23 slash post, lo schema del Triple Post Offense dei Bulls 1998 che risollevò la squadra nel 2013, e comincia a farsi spazio una clamorosa
trattativa di mercato con i Clippers: ai Velieri andrebbero uno svogliatissimo
Dwight Howard, Steve Nash e Devin Ebanks in cambio di Chris Paul, Caron Butler
e una scelta. E’ un terremoto che scuote L.A. per settimane e tiene i giocatori
sulle spine, con addirittura diversi provini segreti in una palestra dei
suburbs di Los Angeles con CP3 in maglia Lakers e DH12 con quella dei Clips. Questa
“instabilità di governo” destabilizza l’ambiente e arrivano ben cinque
sconfitte su sette: contro gli stessi Clips, primi a Ovest, contro i Thunder, i
Rockets, i Magic e poi allo Staples
contro Miami. Sconfitte che fanno precipitare i Lakers all’ottavo posto nella
Western Conference con già 10 ko su 22 partite. All’ultimo giorno utile per gli
scambi salta l’accordo con i Clippers, non se ne fa più nulla; CP3 e DH12
rimangono dove sono. Ancora una volta i Lakers dovranno trovare le risorse
dentro sé stessi e per avere una posizione alta nella griglia dovranno vincere
tutte le gare rimanenti. Qualche passo falso in più e si rimane fuori dai
playoff.
Arrivano subito tre vittorie in fila: contro
la disastrata Denver, ultima a causa del ritiro di coach Karl, della partenza
di Igoudala e dell’assenza di Ty Lawson fuori tutta la stagione (legamenti
saltati nelle prime partite), contro i New Orleans Hornets privi tutto l’anno
di Anthony Davis (anche qui legamenti andati) e contro i Chicago Bulls,
delusione di metà campionato con 10 vinte e 10 perse, ma superati solo per
95-94 con una forzata di Bryant a 2” dalla fine. Ma contro Portland non c’è niente da fare. Trascinati da un immarcabile Nicolas Batum (30
punti, 12/25 dal campo), e dal rookie of the Year 2013 Damien Lillard (16
punti, 16 assist) ci dobbiamo arrendere al Rose Garden per 104-98. E’ una sconfitta fatale: nonostante
le ultime due vittorie della regular season, ci piazziamo soltanto quinti a
Ovest (18-11), posizione che ci costringe a giocare fuori praticamente tutti i turni di playoff, a
cominciare dal primo, proprio contro i Blazers.
Kobe Bryant, 36 anni, chiude la regular
season ancora da capocannoniere alla media di 32,7 punti a partita (era 30,8
nello strepitoso 2013) e annuncia il rinnovo con i Lakers anche per la stagione
successiva, ma per un solo anno. Ha deciso di ritirarsi nel 2015 o rinnoverà year by year? I playoff dei Lakers iniziano così, tra i dubbi di un ciclo appena iniziato
e che invece sembra già destinato a finire. LeBron James replica l'Mvp stagionale dell'anno prima con 22,7 punti, 8,4 rimbalzi, 5,3 assist e il 53% al tiro, ma Miami deve lasciare il primo posto della Eastern Conference ai Brooklyn Nets (Avery Johnson coach of the year), in costante escalation dopo le Finali di Conference raggiunte nel 2013 e perse 4-0 proprio contro gli Heat. Thunder, Heat e Nets in pole position, dunque. Questo signore qui permettendo...
No comments:
Post a Comment