“Non ce la faranno mai”. “Retrocederanno in Legadue”. “Ridimensionati
e mazziati”. Erano questi i commenti del famigerato El Segundo Times di fronte
alle quattro trasferte consecutive che avrebbero dovuto riportare sulla terra i
barbalakers, a Miami, a Oklahoma City, a Houston e a Indiana, con le ultime due
in back to back.
Le prime due sapete già come sono andate e le altre due
lo scoprirete tra poco. Prima c’è da dire che i Rockets qui hanno un arsenale persino
superiore all’indistruttibile OKC: sotto canestro svetta la coppia formata da
Chris Bosh e Dwight Howard, oltre l’arco sparano James Harden e Chandler
Parsons, con Jeremy Lin in regia, ma ci sono pure Aaron Brooks, Eric Gordon,
Gordon Hayward, Mozgov e droidi che escono dalla panchina per una squadra dalla
profondità incredibile. Li facciamo secchi. Harden prima della gara ha l’ardire
di affermare di essere il giocatore più completo della Nba e il Mamba gli
riserva un trattamento speciale di chi osa elevarsi al di sopra di lui: il “fake
Barba”, solo 11 punti, viene cancellato dalla difesa di Kobe che lo esclude
completamente dalla partita mentre Bryant in attacco è di una fluidità spaventosa, fa venire
la partita a sé, rende tutto facile e ne mette 33 con 4 rimbalzi e 5 assist in
una delle sue migliori partite dell’anno e dell’Asso.
Ma il giorno dopo siamo già sull’altare sacrificale. A
neanche 24 ore dall’impresa a Houston siamo attesi alla Bankers Life Fieldhouse
di Indianapolis dove due anni fa lasciammo il titolo negli ultimi cinque minuti
delle Finals 2016. Ci attendono gli Indiana Pacers, anche loro reduci da una
stagione no a causa della rottura dei legamenti a Roy Hibbert che lo tenne
fuori per tutta l’annata 2016-17. Ma adesso Da Hibba è tornato, si è ricomposto
l’assetto della squadra campione 2016 e finalista 2015 e non a caso dominano la
Eastern Conference con solo 3 sconfitte all’attivo. Noi, sfiancati dalla gara
in Texas della sera prima siamo già con il collo sotto alla ghigliottina. Succede l’inenarrabile. Tutta la Nba è sotto shock.
Dopo un primo tempo interlocutorio, esplodiamo nella
ripresa, proprio quando avremmo dovuto crollare per la stanchezza, e
sorprendiamo i Pacers, increduli, volando persino a +21 nel terzo quarto!!!
Il tira chi è libero eseguito come lo stiamo facendo ora è uno spettacolo per gli occhi, scatena Iguodala che chiude con 28, 4/4 da tre e solo due
errori al tiro, Bryant si dedica ad assist (7) e rimbalzi postando comunque 20
punti, ma è tutto il sistema barbalakers che impressiona, dall’orgoglio e
faccia tosta di Nando De Colo, che sembra giocare con questa squadra da anni, agli aiuti di Michael Kidd-Gilchrist, dalla
reattività di Bogut che l’anno scorso non saltava un foglio di Gazzetta alla
durezza mentale di O.J.Mayo, un vero guerriero.
Vinciamo di sedici ed uscire da quattro trasferte simili con tre
vittorie/quasi quattro (perché a OKC ce la siamo giocata fino agli ultimi
secondi) e un dominio in back to back è ben più di un segnale. Sta montando qualcosa di importante.
Weeeeell Trigaaaaar! Io l’ano scorso avevo dati per morti
barbalakers ouuuukey!?!?!? Io no credevo mai loro tenessero ancora
Kidd-Gilchrist dopo disastri del 2017 ouuuukey!?!?! MI HANO SMENTITO GUIDO!
QUESTI LAKERS QUI FANO PAURA A TUTI TRIGAAAAAAR!
Eh già questi Lakers ormai sono la mina vagante della lega penso che nessuno a questo punto si augura di averli di fronte nei playoff.
ReplyDeleteOttimo momento, adesso cerca di non rilassarti, sarebbe davvero importante adesso fare un bel filotto....adesso hai dimostrato di poter giocare contro queste corrazate , ma lo step deve essere quello di dare continuita' a i risultati e quindi una bella scalata in classifica....
ReplyDeleteCi sei ormai...
@Talla
ReplyDeleteMolto di più che mina vagante. A questo punto, siamo tra i favoriti! Davanti a tutti c'è OKC, ma subito dietro noi, Houston, Indiana e Miami ce la giochiamo alla pari.
@Bisy
E' questo adesso il punto: dopo aver affrontato tutte le big, ora il rischio è quello di rilassarsi contro le altre. Lo 0-3 di partenza, però, è ancora una zavorra che ci tiene lontano dal primo/secondo posto a Ovest (attualmente siamo quinti) e dobbiamo mantenere questo ritmo, perchè perdere altre partite significherebbe piazzarsi in una zona della classifica non conveniente per andare poi a vincere il titolo
Ritorno dalle ferie e trovo dei BarbaLakers spavaldi e vincenti... Bene, li aspetteremo al varco allora: io ancora non mi fido di Deron, dalle sue prestazioni in post-season, secondo me, passa gran parte della fortuna dei BarbaLakers!
ReplyDelete@Alp
ReplyDeleteLa squadra viaggia, e aver vinto tre partite nelle quattro trasferte consecutive a Miami (campioni in carica), Oklahoma City (vicecampioni in carica e primi a Ovest), Houston e Indiana (attuale prima in Nba) è una prova di forza notevole.
Però siamo in un campionato pericoloso perchè si è formata una netta differenza tra le grandi squadre (quelle appena citate e poi, a questo punto, anche noi) e le altre.
Le grandi sono tutte reduci da un'Asso da protagonista (OKC un titolo e tre finali, IND un titolo e due finali, Miami un titolo e due finali, noi una finale) e sono rimaste sostanzialmente invariate dall'inizio, dunque hanno gruppo, affiatamento e, soprattutto, esperienza.