Che la stagione fosse compromessa dall’inizio, da quelle
sette sconfitte nelle prime dieci partite, lo si era capito fin da subito. Il
3-7 era una zavorra troppo enorme in un campionato da 29 per potersi rimettere
in riga al punto da competere nuovamente per l’anello. Un anno buttato per le barbafollie
estive e il continuo andirivieni di ogni tipo di giocatore, da Monta Ellis a
Paul Pierce, da Thomas Robinson a Michael Kidd-Gilchrist. Il tutto per non aver
voluto firmare nell’estate 2016 LeBron James o Anthony Davis, che erano free
agent e che furono erroneamente ritenuti un upgrade esagerato per i barbalakers,
da ti piace vincere facile. Un errore fatale, perché nulla qui è facile. In
mezzo poi sono capitati il caso Hackett, allontanato da L.A. dopo la querelle
in azzurro, e l’infortunio di un mese di Iguodala che non hanno fatto altro che
scombinare ulteriormente una chimica mai trovata e instillare dubbi nella testa
dei giocatori. A parte Kobe, che a 38 anni ne ha viste di tutti i colori ed è
corazzato contro qualsiasi tipo di stagione, tutti gli altri si sono sfaldati,
traumatizzati dal passaggio da una garasette di Finale Nba ad un campionato ai
margini di tutto, addirittura fuori dai playoff.
La questione è semplice: il gruppo di quest’Asso è fatto
da giocatori emozionali (Faried su tutti, ma anche Reggie Jackson, Iggy), ‘metereopatici’,
capaci di esaltarsi e di fare autentici miracoli quando tutto fila liscio, come
nella stagione precedente, quando quelle numerose vittorie agli ultimi secondi
nelle prime partite furono una tale iniezione d’adrenalina che lanciarono i
barbalakers come una fionda verso una regular season da record e a soli 5
minuti da un clamoroso anello.
Ma quando s’incasina la chimica il laboratorio salta per
aria e così la stessa formazione che sfiorò l’anello 2016 resta clamorosamente
fuori dai playoff 2017 chiudendo con 14 sconfitte in 29 partite. Quasi lo
stesso ‘andazzo’ della prima Asso, ricorderete, quando i barbalakers campioni
Nba 2016 (McCallebb play titolare, Paul George ala piccola, Mark Gasol centro,
più ovviamente Kobe e gli altri) si sfaldarono letteralmente l’anno successivo
causando il primo esonero nella storia del Barbatrucco. In questo 2K14 va così.
Saltato il Back to Back, per non parlare del Threepeat, vero e proprio tabù del
Coach Zen e obiettivo di quest’Asso, ora non rimane altro che il One Shot.
Già, perché la prossima stagione, la 2017-18, la sesta di
quest’Asso, non sarà soltanto l’ultima di Kobe Bryant (che compirà 40 anni a
giugno ’18 e si ritirerà), ma anche l’ultima al 2K14 prima del passaggio al
successivo.
One more season, che dura appunto due real mesi e si
andrà a concludere a ridosso dell’uscita del 2K15, e un solo tentativo per
chiudere un cerchio che si aprì con i barbalakers d’antoniani del vecchio Nash
e di Nick Young e Kaman in quintetto (non si qualificarono ai playoff) e che si
spera si possa chiudere con un anello, che sarebbe l’unico di questa seconda
Asso e solo il secondo in dieci stagioni al 2K14 (4, anzi tre e mezzo, nella
prima Asso e sei in questa Seconda). E in quest’estate 2017 non ripeteremo l’errore
di lasciare mainstreamers agli altri.
Per la cronaca il titolo 2017 l’hanno
vinto a sorpresa i Miami Heat al primo anello dell’Asso proprio nell’anno della
partenza di Wade e Bosh.
La chiave, oltre a LeBron James, è stato l’ultra
droide McCormick, un play primissima scelta che arrivò nel 2016 a causa degli
infortuni lunghi un anno intero proprio di Wade e Bosh nella seconda stagione
dell’Asso e che fecero precipitare gli Heat agli ultimi posti in quella
stagione. L’Mvp stagionale è stato Kyrie Irving dei Cavs e Miami ha superato
nell’ultimo atto 4-2 gli Oklahoma City Thunder, per la terza volta in Finale in cinque stagioni: Durant & Co. furono sconfitti dai Clippers nel 2014, vinsero l'anello contro gli Indiana Pacers nel 2015 e ora nuovamente sconfitti nel 2017. Solo noi in quest'Asso non abbiamo vinto l'anello nell'anno successivo al raggiungimento della Finale. Sia i Thunder nel 2015, sia i Pacers nel 2016 hanno vinto il titolo dopo averlo perso nelle Finals dell'anno prima.
Addirittura fuori dai playoff?!? Porca miseria, non l'avrei mai detto!
ReplyDeleteDi nuovo mercato dunque... Immagino che i frullatori siano già all'opera nella stanza dei bottoni dei BarbaLakers! Sono curioso di vedere chi arriverà; mi auguro solo che l'acquisto mainstream non sia l'ormai famoso ex-ferrotranviere uzbeko di 2.11 condannato a morte per decapitazione (per rendere il tutto un po' più cruento) per aver ammazzato tutta la sua famiglia a colpi di palla da basket...
Anche io non mi aspettavo l'esclusione, mi dispiace.
ReplyDeleteNono questa volta il grande "arrivo" sara' un vero botto secondo me....
Ma secondo il Barba non saprei ;-))
Bella la crescita delle finaliste sconfitte poi vincenti l'anno dopo...
supermercati aperti .... GOGOGO !!!
Beh adesso non resta che fare un mercato che deve essere all'altezza del blasone della piazza per riportare i Lakers dove devono essere.
ReplyDelete@Alp
ReplyDeletePurtroppo il SiM è stato avarissimo nei free agent di giocatori dell'Eurolega slavi, sovietici o dell'est in generale. Sfuma il sogno di costruire una squadra fatta da Kobe e da 11 accoltellatori balcanici con l'hobby della pallacanestro!
@Bisy
Tutto è relativo: come dice Alp, il barbamainstreamer può essere anche un ex ferrotranviere uzbeko di 2.11 condannato a 12 ergastoli per aver sterminato un'intera regione del vicino Turkmenistan! Cmq sia ci sarà sicuramente uno spaccamascelle, che è già stato contattato e firmato.
@Talla
Blasone e Lakers purtroppo sono due parole che non appartengono più alla stessa squadra... Anche nel 2K15, grazie a quei due intelligentoni di Jim Buss e Kupckack, bisognerà partire quasi da zero e rifondare anno per anno. L'acquisto di Boozer mi provoca già disturbi intestinali...