Friday, August 15, 2014

M A Y O N E S E




Pensavo impazzisse lo spogliatoio. Vedevo già mascelle frantumarsi, sedie volare, uno contro uno forsennati senza mai passare la palla ai compagni. O.J. Mayo a barbalandia era un azzardo, sia per il ruolo di panchinaro che poteva svalvolargli la morale nel giro di dieci minuti, sia per l’incostanza mostrata a chi l’aveva allenato in precedenza.
Nessuno poteva immaginare che il tira chi è libero generasse un’autentica macchina da guerra, non tanto nei punti, 12.9, ma nel cecchinaggio: primo in Nba nei liberi (23/23), secondo nei tiri da tre (51,5%) e nono in quelli totali (50,7%). Il tira chi è libero ha trasformato Mayo in una specie di Ray Allen. Ma con in più una clamorosa difesa e un'energia che trascina. Oltre a Thibodeau, Mayonese è il boost che spinge i Lakers di nuovo dentro ai playoff con l’attuale record di 5-4 dopo che l’inizio stagione da 0-3 aveva fatto saltare Brian Shaw. Sfruttiamo anche una serie di quattro partite consecutive allo Staples Center. I primi a lasciarci le penne sono i campioni in carica di Miami, bruciati 107-104 da un’entrata di Deron Williams nel finale, dai 13 punti di un orgogliosissimo De Colo dalla panchina e dalla difesa di Michael Kidd-Gilchrist su James. Eccoli qui gli altri due boost from the bench: Nando De Colo, già segnalato dal Barba anni e anni fa quando ancora era un ragazzino che giocava in Francia e la sua presenza nei 2K mondi non era neanche lontanamente immaginabile e MKG, da bestemmiargli contro last year al primo anno nel sistema zen a pedina tuttofare insostituibile adesso.
Dopo Miami distruggiamo Memphis 100-75 con 13 punti e ben 12 rimbalzi di Iguodala, il giocatore che più ha beneficiato dall’arrivo di Thibodeau, poi buttiamo la sfida contro i Phoenix Suns pieni di droidi da non saper come affrontare, una partita che avevamo tranquillamente in pugno e dove ci siamo fatti infinocchiare nel finale con qualche leggerezza da specchio specchio delle mie brame. Ci rimettiamo in sella contro Portland, vincendola 106-96 grazie a 31 punti e alle azioni decisive di un Kobe Bryant in versione vecchi tempi, compresa anche una clamorosa schiacciata da ernia del disco. Arrivato al suo trentanovesimo anno di età il Mamba è calato di 7 unità nella sua media punti, dai 28 dell’anno scorso, ancora miglior cannoniere della Nba, ai 21,3 attuali, però quando si sente quei momenti lì, il vecchio Kobe è ancora lui!

4 comments:

  1. Beh piano piano questi nuovi Lakers stanno migliorando e forse il primo ad esserne meravigliato sei tu, chissà che partiti in sordina non possano darti qualche bella soddisfazione!

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  2. Finalmente siamo usciti dallo stagno! Mayo nel gioco sa esser devastante, se si riesce a gestire dalla panca hai in pratica un titolare in piu' quando lo vuoi tu. La corsa prosegue!

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  3. @Talla
    Neanche troppo piano piano... siamo passati in un lampo da 0-3 a vincerne 5 delle ultime 6!

    @Gensi
    Stiamo imboccando una strada che potrebbe portarci molto lontano. Per ora Mayonese non dà nessunissimo problema ad uscire dalla panca come Sesto Uomo, e se non ne da adesso che abbiamo giocato un bel po' di partite non penso che lo darà in futuro.
    Anche perchè non è stato preso da titolare e poi declassato a panchinaro, ma è stato preso dai free agent proprio proponendogli il ruolo di Sixth Man.

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  4. Si vero, una chiave davvero importante potrebbe essere questo ruolo di OJ, Iggy si sta ritrovando e potrebbe finalmente giocarsi l'anno della consacrazione, Thibodeau in difesa non ha rivali, come non ne ha , nei momenti decisivi , Kobe a qualsiasi eta'....bene , molto bene....

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