Pensavo impazzisse lo spogliatoio. Vedevo già mascelle
frantumarsi, sedie volare, uno contro uno forsennati senza mai passare la palla
ai compagni. O.J. Mayo a barbalandia era un azzardo, sia per il ruolo di
panchinaro che poteva svalvolargli la morale nel giro di dieci minuti, sia per
l’incostanza mostrata a chi l’aveva allenato in precedenza.
Nessuno poteva immaginare che il tira chi è libero
generasse un’autentica macchina da guerra, non tanto nei punti, 12.9, ma nel cecchinaggio:
primo in Nba nei liberi (23/23), secondo nei tiri da tre (51,5%) e nono in
quelli totali (50,7%). Il tira chi è libero ha trasformato Mayo in una specie di Ray Allen. Ma con in più una clamorosa difesa e un'energia che trascina. Oltre a Thibodeau, Mayonese è il boost che spinge
i Lakers di nuovo dentro ai playoff con l’attuale record di 5-4 dopo che
l’inizio stagione da 0-3 aveva fatto saltare Brian Shaw. Sfruttiamo anche una
serie di quattro partite consecutive allo Staples Center. I primi a lasciarci
le penne sono i campioni in carica di Miami, bruciati 107-104 da un’entrata di
Deron Williams nel finale, dai 13 punti di un orgogliosissimo De Colo dalla
panchina e dalla difesa di Michael Kidd-Gilchrist su James. Eccoli qui gli
altri due boost from the bench: Nando De Colo, già segnalato dal Barba anni e
anni fa quando ancora era un ragazzino che giocava in Francia e la sua presenza
nei 2K mondi non era neanche lontanamente immaginabile e MKG, da bestemmiargli
contro last year al primo anno nel sistema zen a pedina tuttofare
insostituibile adesso.
Dopo Miami distruggiamo Memphis 100-75 con 13 punti e ben
12 rimbalzi di Iguodala, il giocatore che più ha beneficiato dall’arrivo di
Thibodeau, poi buttiamo la sfida contro i Phoenix Suns pieni di droidi da non
saper come affrontare, una partita che avevamo tranquillamente in pugno e dove
ci siamo fatti infinocchiare nel finale con qualche leggerezza da specchio
specchio delle mie brame. Ci rimettiamo in sella contro Portland, vincendola
106-96 grazie a 31 punti e alle azioni decisive di un Kobe Bryant in versione
vecchi tempi, compresa anche una clamorosa schiacciata da ernia del disco. Arrivato
al suo trentanovesimo anno di età il Mamba è calato di 7 unità nella sua media
punti, dai 28 dell’anno scorso, ancora miglior cannoniere della Nba, ai 21,3
attuali, però quando si sente quei momenti lì, il vecchio Kobe è ancora lui!
Beh piano piano questi nuovi Lakers stanno migliorando e forse il primo ad esserne meravigliato sei tu, chissà che partiti in sordina non possano darti qualche bella soddisfazione!
ReplyDeleteFinalmente siamo usciti dallo stagno! Mayo nel gioco sa esser devastante, se si riesce a gestire dalla panca hai in pratica un titolare in piu' quando lo vuoi tu. La corsa prosegue!
ReplyDelete@Talla
ReplyDeleteNeanche troppo piano piano... siamo passati in un lampo da 0-3 a vincerne 5 delle ultime 6!
@Gensi
Stiamo imboccando una strada che potrebbe portarci molto lontano. Per ora Mayonese non dà nessunissimo problema ad uscire dalla panca come Sesto Uomo, e se non ne da adesso che abbiamo giocato un bel po' di partite non penso che lo darà in futuro.
Anche perchè non è stato preso da titolare e poi declassato a panchinaro, ma è stato preso dai free agent proprio proponendogli il ruolo di Sixth Man.
Si vero, una chiave davvero importante potrebbe essere questo ruolo di OJ, Iggy si sta ritrovando e potrebbe finalmente giocarsi l'anno della consacrazione, Thibodeau in difesa non ha rivali, come non ne ha , nei momenti decisivi , Kobe a qualsiasi eta'....bene , molto bene....
ReplyDelete