Philadelphia, the City of Brothering Love. Qui c’è la jungla d’asfalto con il livello più alto d’America, la Baker League di Sonny Hill, superiore al famoso Rucker Park di New York. Qui c’è lo scenario da brividi di The Palestra, uno degli impianti più ricchi di storia a livello mondiale. Qui a Philly di norma emergono i giocatori duri, agressivi. E’ la città che ha dato i natali a diversi giocatori Nba: Wilt Chamberlain, Earl The Pearl Monroe, Rasheed Wallace, Tim Thomas per dirne quattro. E anche Kobe Bryant. Il Mamba qui ci è nato, ma la gente di Philadelphia non l’ha mai riconosciuto come un proprio figlio.
Bryant è cresciuto in Italia, in tutt’altra cultura e
qualche dichiarazione di certo non ha aiutato (“Tutto quello che voglio è
tagliargli la gola”, Finals 2001 contro i Sixers). Sta di fatto che nell’All
Star Game 2002, disputatosi proprio a Philadelphia e dominato da Kobe, alla
consegna del titolo di Mvp il pubblico lo sommerse di fischi.
E’ qui oggi che Bryant a 37 anni suonati raggiunge
quello che nessuno si sarebbe mai più aspettato dai barbalakers, il primo posto
assoluto. Il Mamba ne mette 26 in 26 minuti, con 4/5 da tre, sfioriamo i venti
punti di vantaggio nonostante il 37% al tiro nel primo tempo, sbanchiamo il
Wells Fargo Center 95-111 ed è l’undicesima vittoria consecutiva che ci porta
allo sbalorditivo 84,8% di vittorie, 18-4. Miami, col l’80%, è dietro.
Ed è proprio adesso, quando sembriamo inarrestabili,
che entra Mark Gasol negli spogliatoi e dice, “oh ragassi, sono guarito!
Riprendo a giocare!”. Kobe si gratta la testa, Wesley Johnson tossisce, il
Barba prova a prepararsi un cappio, Sacre rimane a bocca spalancata con la
cornetta del telefono attacca all’orecchio mentre prende l’ordinazione di una
pizza acciughe e Nutella. Insomma ci siamo: questa squadra senza M.Gasol è
imbattuta (otto su otto), ha trovato la chimica perfetta con Dalembert (8,3 rimbalzi di media a fronte dei soli 5,2 dello spagnolo) e ora c’è da retrocedere il pivot haitiano in panchina, con conseguente
tracollo di umore, e riproporre l'iberico in quintetto. Non solo. Uno tra
Scola e Birdman Andersen, ottimi entrambi, soprattutto l’Uomo Uccello, dovrà
uscire dai dodici.Nel frattempo il Barba fa una telefonatina a Gary Vitti: "oh, ma sei sicuro che è proprio guarito? Non è che gli puoi dare per caso altri 5-6 mesi di stop? No eh? Così, giusto per stare più tranquilli."
Eccolo lì! Beh Gasolio è uno di quelli che fa tutto bene ma in partita non lo vedi, cifre solide ma a volte appare un po' "assente", passami il termine. Dalembert è uno che si fa sentire, in difesa e a rimbalzo, in attacco fatica un po' ma cmq se la cava (e tira anche lui discretamente i liberi, cosa per me fondamentale per un pivot).
ReplyDeleteGasolio+Scola (Birdman lo terrei, prende poco e cmq il suo lo fa) impacchettati verso dove non so, ma impacchettati! ;)
Questa volta hai proprio ragione....non sara' per nulla facile inserirlo adesso, nel momento migliore...pero' anche tu , con tutta la cazz di esperienza che hai, lo sai che li in mezzo al centro area vuoi solo delle bestie spaccalegna e basta, cosa cavolo lo tarde a fare?? Ma come ben sai , se solo riesci ad "usarlo" e "sfruttarlo" potrai davvero competere per il massimo...
ReplyDeleteKobe non fa piu' notizia,,,,
Attendo ed esigo risposte ...
McGee TUTTA LA VITA ...disamina oserei dire fin troppo tecnica....ma hai a che fare con "queste cose" , giornalismo , narrazione, scrittore, disegnatore di fumetti porno??
@Gensi
ReplyDeleteM.Gasol qualche problema ce l'ha. Prima di tutto ripeto le cifre: Gasol 5,2 rimbalzi, Dalambert 8,3. E' parecchia differenza. M.Gasol, nelle tre partite finora giocate ai Lakers, ho visto che proprio non salta, il rimbalzo lo aspetta tagliando fuori. Dalembert invece va proprio sù di cattiveria. Ma li ho entrambi in squadra, dunque poi alla fine il problema non si pone: non devo cedere nè l'uno nè l'altro, però chi dei due finisce in panchina (cioè Dalembert) potrebbe piantare il muso e dunque rendere di meno di adesso.
@Bisy
Come detto sopra, sono due giocatori completamente diversi. Dalembert si muove molto, è un giocatore emozionale, stoppa, ci và di energia.
Per il resto ho a che fare naturalmente con il disegno di fumetti porno!
Sì, capisco cosa intendi (stessa cosa succede a me con Nowitzki, ma sono le sue caratteristiche indi...) . Sam a me prende anche molti rimbalzi offensivi, proprio di cattiveria. Sta tutto nel valutare se l'impatto offensivo di Gasol giustifichi la sua "moscezza" a rimbalzo.
ReplyDeleteSe non fosse così, ha cmq un gran mercato..:)
No no ma nessuno è in cessione, la squadra è questa e questa rimarrà. M.Gasol segna di certo più di Dalembert (10 punti di media contro i 3 della Delamba) però io il pivot lo cerco pochissimo, anzi, quasi mai, per l'attacco. Per me il pivot deve difendere, fare blocchi, stoppare e prendere rimbalzi. E Dalembert questo lo fa alla grande.
DeletePerò poi tutto va valutato nei playoff: Dalembert ha 34 anni, potrebbe patire le gare ravvicinate, come è accaduto a Bryant nella serie contro Portland da 3-0 Lakers a 4-3 Blazers. Vedremo. Certo è che questa chimica qui l'abbiamo raggiunta con Dalembert pivot titolare, questo è un fatto incontestabile.