Bucket. Bryant mette tutta Houston a sedere con la tripla del 96-100 e poi, a 26" dalla fine, lavorandosi Harden in post basso (101-104). Magra consolazione per il Ventiquattro, ancora frastornato per quello accaduto nei recenti playoff dove il Black Mamba è sparito di stanchezza in garasei e in garasette con tiri che arrivavano a malapena al ferro e si sente il maggior imputato della rimonta da 3-0 a 3-4, ancora più incredibile a ripensarla adesso.
Kobe entra nella stagione dei suoi trentott'anni, anche se li compirà a giugno, e potrebbe essere l'ultima. Non è più il devastante Bryant del 13, il miglior Bryant di sempre, quello che vinse un campionato quasi da solo, il clamoroso primo campionato del Secondo Mondo, quello delle tre garesette su quattro turni. Però è feroce nel dimostrare che è sempre lui. Siamo ad un punto di doverci redimere da una rim"onta" che brucerà ancora per anni. Dobbiamo espiarla. Il momento è simile alla quarta stagione del Secondo Mondo col 13: venivamo da un' inaccettabile eliminazione contro i Clippers (vincemmo la prima, poi uscimmo 1-4), poi costruimmo la Sporca Dozzina e la riscattammo col titolo dell'anno dopo, il 2016. Anche gli anni sembrano coincidere...
se Kobe si mettesse in testa anche di dover "espiare" allora davvero sarebbero cazzi per tutti !!! ;-) 38-39 0 40 quello e' un mostro , se poi nella sua mente c'e qualcosa da farsi perdonare, qualcosa che possa dargli ulteriori stimoli(Una cosa possibile questa?? ;-) ) altro che coincidenze astrali...qui si puo' riscrivere la storia ....
ReplyDeleteKobe ha vinto 15 anelli con me, ma è sempre alla ricerca del sesto!
DeleteGiusto trovare le motivazioni nella sconfitta della scorsa stagione, sbagliato affidare queste motivazioni al solo Kobe. Anzi, da suo fan sfegatato, sono dell'idea che il tuo compito è di spremerlo il meno possibile, utilizzandolo con parsimonia e sfruttandolo al massimo quando serve (finali punto a punto o momenti di sterilità offensiva). In questi BarbaLakers, Kobe deve essere un "Fisher++": il capo spirituale del gruppo, capace di vincere le partite con le piccole cose e non necessariamente il punto di riferimento offensivo della squadra. Gli altri 11 devono sapere che lui comunque c'è, ma il 90% delle volte devono esserne indipendenti!
ReplyDeleteVa certamente gestito, ma a 37 anni è troppo poco considerarlo solo un "Fisher++": il Fish++ potrà recitarlo, se non si ritirerà prima, in età da Steve Nash (39-40 anni), ma a 37 years old (perchè 38 li compirà a giugno), e con i clamorosi movimenti che offre il 14, Bryant è comunque un'arma ancora da sfruttare nella sua potenza.
ReplyDeleteCertamente il crollo fisico in una serie che si è prolungata alla settima sono un insegnamento. Dunque, più che un trattamento alla Fish++, Kobe riceverà un trattamento alla Tim Duncan. Quando ci saranno due rare partite in back to back ne giocherà solo una e in eventuali primi turni di playoff facili, come l'anno scorso contro Sacramento, sul 3-0 diciamo che garaquattro può guardarla anche dalla panchina e entrare solo se strettamente necessario.
Il fatto è che io prendo come punto di riferimento Jordan. Dopo il titolo del 98 con i Bulls, come sappiamo tutti, Jordan andò a giocare nei Wizards "per amore del gioco". Ecco, secondo me il tuo Kobe deve essere una versione "rivisitata" di quel Jordan: deve garantire una produzione offensiva importante (attorno ai 20 punti), ma visto il contesto (competitivo al contrario dei Wizards) non può essere il punto focale della squadra. Io non sto sindacando sul fatto che possa o non possa farlo, ma sul fatto che debba farlo: una squadra che punta al titolo non può "dipendere" offensivamente da un giocatore di 37 anni con quasi 20 anni di carriera NBA.
ReplyDeleteGiusto, però Jordan si ritirò nel 1998 e ritornò ai Wizards nel 2000/01. A quell'età avanzata due/tre anni di fermo sono letali, inoltre nell'ultimo anno a Washington Jordan aveva 40 anni e viaggiava comunque a 20 punti e 6 rimbalzi di media.
DeleteDi sicuro Kobe, anche dal punto di vista strettamente dell'overall, non è più il numero uno dei Lakers: lo scettro ora è passato a Paul George. Dunque già da ora il Mamba non è più il punto focale dei Lakers. Però è subito lì dietro...
C'è da dire poi che a questi Lakers manca il top player che potrà arrivare solo tra un 2K-mese, dunque le prestazioni si distribuiranno ulteriormente.
Consentimi...37-38 ma di KOBE stiamo parlando e GEORGE un giocatore straordinario che migliora di continuo e difende come un gregario...sentirti dire manca il top player...MHA !!!
ReplyDelete