Friday, December 27, 2013

Ci siamo


Abbiamo quasi due settimane di pausa, c’è tempo per preparare con cura la trasferta a Salt Lake City, insidiosissima. Mando Sacre a comprare un paio di mambut per la neve, lui capisce mom butt e mi porta le foto di un culo. In questi quattordici giorni dove noi siamo senza partite Miami ha il tour de force. Senza che muoviamo un dito, ci arriva la notizia: ne perdono tre, chiudono con sette sconfitte e noi, che ne abbiamo quattro a due dalla fine, siamo primi matematici!
Dan, faccio al mio vice, pensaci tu alle ultime due (a Utah e allo Staples con Phoenix). Da buon D’Antoni, le perde entrambe, ma anche perchè negli ultimi allenamenti è successo un po' di tutto: febbre a Chris Andersen, stiramentino a McCallebb, guaio muscolare ad un altro. Tutti risolvibili day by day ma comunque rallentano. La striscia dunque si ferma a sedici vittorie di fila e chiudiamo a 23-6, 79,3%. Poco male, la percentuale del 72-10 dei Chicago Bulls 1995-96 (87,8%) non l’avremmo superata nemmeno col 25-4 (82,6%) e non era comunque un obiettivo. Io ho in testa solo una cosa: è triangolare.
Mentre sono beatamente sdraiato sul divano a guardarmi una vecchia pellicola del 1980, La locanda dell’allegra mutanda, squilla il telefono. Dalle mie gambe emerge la testa di una pompin girl che risponde: gggc..mgmg..chgghi..gggbbbb..è? Mi passa la cornetta. E’ Sterno, mi comunica che ho vinto il titolo di allenatore dell’anno. E’ la quinta volta che me lo danno in trentotto stagioni e per la quinta volta manderò a ritirarlo il sosia di Kermit la rana, in piena polemica. Ma vi rendete conto che Mike Brown, Mike D’Antoni e Sam Mitchell hanno vinto gli stessi titoli di Coach of the Year di Phil Jackson (uno)?? Ma robe da disintegrati mentali.
Per un po’ culliamo l’idea che Kobe, o anche Paul George, potesse vincere l’Mvp stagionale, ma alla fine se ne reimpossessa LeBron James (l’anno scorso fu di Durant) alla media di 28,0 punti, 8,5 rimbalzi, 5,9 assist e il 54% al tiro col 40% da tre. Mostro illegale. Con chi siamo capitati al primo turno, Coach? Mi fa Sacre mentre prende un’ordinazione. Contro Utah, Bob, quei mambut mi serviranno. Mentre lui va a prendere la macchina fotografica, vedo dai finestroni del mio ufficio in alto che qualcuno in campo si sta allenando da solo. 


Lui, 25 ppg quest'anno, accusato numero uno del 3-0 to 3-4 contro Portland negli scorsi playoff, non vuole lasciare niente di intentato. Ora si fa veramente sul serio.

3 comments:

  1. Come avevo già detto...INCREDIBILE! Pace per le ultime due sconfitte, ma qui c'è veramente la possibilità di mettersi qualche gioiello al dito...MVP permettendo.. Sì perchè a quanto sembra l'ostacolo principale sono loro. Occhio anche a tutte le realtà dell'est, ma con un Kobe ancora indomito e un George sempre piu' decisivo non puoi non pensare al bottino grosso. RIcorda, ogni anno che passa è un anno in meno a disposizione per il Mamba...;)
    Go Lakers!

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    1. Come ho scritto in qualche commento precedente, non è che ci penso al titolo... è un obbligo! Siamo in quella situazione dove se vinciamo l'anello sarà normale, mentre se veniamo eliminati o anche solo perdiamo la Finale, saremmo subissati dalle critiche.
      L'obbligo di vincere senza se e senza ma, la pressione è altissima! Tipica situazione da Barbatrucco :)

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  2. Da Jacksoniano convinto, credo sia meglio arrivare ai playoff cavalcando una serie perdente piuttosto che vincente. Vuoi per la legge dei grandi numeri, vuoi perché se hai perso un paio di partite ininfluenti è probabilmente perché hai allentato la presa in una sorta di riposo obbligatorio in vista del ballo vero, vuoi perché con la scusa di aver perso puoi riprendere la squadra psicologicamente ("Avete visto? Appena abbassiamo il livello d'attenzione, perdiamo"), fatto sta che io un finale di basso profilo lo preferisco.
    Ora però viene il bello, ora si fa sul serio, ora quello fatto in regular season non conta più. Vedremo quanto valgono i BarbaLakers!

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