NBA FINALS, GAME 2: LA LAKERS - CHARLOTTE BOBCATS

Alla Time Warner Cable Arena la connessione è saltata. Garadue di Finale tra Bobcats e Lakers quanti minuti dura? Facciamo cinque? Facciamo meno? Si parte 2-9, poi 4-15, poi 6-24 con noi a tirare 8/11 e loro 2/8. Sull’ 8-27, e siamo poco oltre la metà del primo quarto, Chris Paul ne ha già messi 15 con tre triple; sul 8-33 il palazzo già comincia a svuotarsi e manca ancora un minuto e mezzo alla prima sirena. Quando suona il buzzer del primo quarto il tabellone dice Charlotte 13, L.A. 39 e lo score personale di CP3 e già di 23 punti, 3 assist, 3 recuperi e 9/10 al tiro con 3/4 tre...

Ecco cosa succede quando una squadra come i Bobcats arriva in Finale tra mille miracoli e incappa in una serata storta dove non gli entra nulla (5/15 nel primo periodo, 33%). Ecco cosa succede quando una squadra come i Lakers becca la berzerkerata. Due a zero e non c’è poi molto altro da dire quando ad inizio secondo quarto ti ritrovi in vantaggio 13-41, quando sfondi la barriera del più trenta in da third (42-73) e quando tocchi il massimo del +35 ad appena un quarto e mezzo dalla fine (42-75). Un piccolo brivido solo a metà dell'ultimo periodo, quando con la panchina dentro forse ci rilassiamo un po’ troppo e finiamo per farli rientrare fino a -14, ma è bastato rimettere i cinque partenti e la richiudiamo con un chiavistello con due azioni. Finisce 99-122 e Chris Paul si prende l’Mvp della partita con una prestazione clamorosa da 40 punti e 15 assist (più di settanta punti generati), con 15/21 shooting, compreso il 4/7 da tre (non dimentichiamoci che il nostro ha vinto il Three Point Contest all’All Star Game). Diciassette punti e 8 rimbalzi per Bryant e di là, in casa Bobcats, il disastro. O meglio, la consapevolezza che il miracolo l’abbiano già fatto arrivando fin qui e stando avanti di sei con la palla in mano a tre minuti dalla fine di garauno.