Friday, June 7, 2013

NBA FINALS, GAME 1: LA LAKERS - CHARLOTTE BOBCATS



Le note della Terminator Song si diffondono in un crescendo che fa paura, noi siamo ancora attoniti, mentre gli Charlotte Bobcats entrano sul parquet con un sorriso beffardo. Hasta la vista, baby. Ventotto anni dopo la Rivolta delle macchine ribelli la storia, in parte, si ripete. Lo Skynet do it again: noi secondi a Ovest, loro quarti a Est e chi ce l’ha il vantaggio del fattore campo? 
Time Warner Cable Arena, garauno delle Finals 2016, il nuovo scandalo. Un muro bianco sugli spalti, la cresta di un’onda gigantesca. Kyle Lowry, Gerald Henderson, Michael Kidd-Gilchrist, Glen Davis e Byron Mullens con Kemba Walker e Ben Gordon che escono dalla panchina, più vari droidi, ovvio, è qui che li costruiscono. E la sorpresa, i Cats sono allenati da Scott Brooks, già più volte in Finale negli anni passati con Oklahoma City. E’ lui allora il vero artefice di questi Bobcats dei miracoli che quando garauno inizia, capiamo subito come hanno fatto ad arrivare fino a qui. Fanno la miglior pallacanestro che abbia mai visto giocare in tutti questi Universi, una circolazione di palla sublime, dai e vai elementari ma efficaci, ribaltamenti dal lato forte al lato debole, uscite dai blocchi chiururgiche, non hanno paura di niente e hanno due lunghi catch and shoot che rilasciano da qualsiasi posizione, anche da tre. E segnano, segnano a ripetizione: Mullens sembra Karl Malone, “Big Baby” spara che manco fosse Reggie Miller. E non sai come marcarli. Vanno subito sul 23-15 e se non era per Sefolosha inspired for three (12 punti nei primi cinque minuti!) eravamo già a meno venti. Sì perché i CATS non solo attaccano a meraviglia, ma hanno anche il totale controllo dei tabelloni e una difesa durissima. Ci sono anche dei bloopers mai visti (sette palle perse da una parte e dall’altra nella stessa azione, con ripetuti recuperi e palloni buttati sulla schiena degli avversari!), noi riusciamo a mettere per la prima volta la testa avanti solo dopo 17 minuti (44-45) ma all’intervallo comandano sempre loro (52-49). Sono impossibili, sono totalmente drogati. Il terzo quarto si apre con BJ Mullens che ruba, vola in contropiede e schiaccia nel più classico degli Shaq-attack (56-49), ma nei gattacci segnano tutti e non si sa come fare a fermarli! Quando proviamo a sorpassare a fatica con Butler e Redick (68-69) ecco che arrivano subito due triple insensate di Ben Gordon a ricacciarci via e a fine terzo quarto il tabellone dice Charlotte 82, LAL 75. E’ assurdo. Ogni cosa che tirano finisce dentro il canestro.
Ultimo quarto, Gortat esce subito per sei falli. Ad una sfuriata di Kobe che ci porta in parità (86-86) loro rispondono con un 10-4. Quando a meno di tre minuti dalla fine i Bobcats sono sul 100-94 e palla in mano, garauno se ne va. Forse. Perché il Mamba, come in garadue contro i Thunder, capisce che qui non ci sono altre vie: CP3, dammela in post. Kobe contro Gerald Henderson, il Mamba se lo lavora per due volte e a 1’22” dalla fine è parità tonda tonda: 100-100. Ma c’è un altro aspetto che l’ha resa possibile, ovvero due jump shot sanguinosi che Lowry manda sul ferro e che avrebbero già potuto chiudere game one a favore dei Bobcats. Sentiamo l’odore del sangue allora. Caron Butler si va a prendere un fallo a -72” e imbuca i due liberi del sorpasso (100-102), Kobe alimenta in post (100-104) ma Lowry si smarca da te sull’angolo con dieci metri di spazio a -30” con la tripla del -1. Ferro again.  I falli sistematici mandano Kobe poi quattro volte in lunetta ed esce fuori un 106-112 per noi con 36 punti del Black Mamba (10/10 ai liberi) e 15 di Butler. Ma il tabellino di Charlotte fa paura: Mullens 18, Gordon 16, Kidd-Gilchrist 16, Lowry 16, Glen Davis 13, Gerald Henderson 11, Kemba Walker 11. Sette in doppia cifra. Ci è andata bene.

4 comments:

  1. @ Charlie from two post ago

    Hai colto in pieno. Il sorriso di Kobe è la fotografia non solo della serie contro OKC, ma dell'intera stagione. Nessuno in estate ci avrebbe mai dato in grado di arrviare fino a qui quando decidemmo di rinunciare a firmare dai free agent Lamarcus Aldrigde e puntare alla promozione in quintetto di Papanikolaou. Il sorrisetto di Bryant è figlio anche di quella scelta lì.

    ReplyDelete
  2. Neanche un droide in doppia cifra , quindi credo più o meno siano questi 7 quelli da tenere a bada . Io dico solo che se il Black Mamba continua così non ci sarà storia , se quando lui calerà lo sorreggerà CP3 ed il resto Dell' affiatati sismo ormai gruppo, neanche ci sarà partita . Se poi questi dovessero fare un ulteriore salto durante la serie o proporre improvvisamente qualche altra macchina ribelle , Bhe allora si dovrà un attimo vedere il da farsi . Grande VITTORIA , vittoria esterna , la serie e' davvero iniziata ...4 a 1 Lakers e li ho trattati ... GO BARBA !!!

    ReplyDelete
    Replies
    1. L'aspetto positivo è che abbiamo vinto garauno con loro che segnavano da qualsiasi posizione. Hanno fatto una partita magistrale, e hanno perso. CP3 può essere limitato da Kemba Walker, ma non hanno nessuno che può marcare Kobe: o meglio, l'avrebbero in Kidd-Gilchrist, ma la CPU fa sempre marcature tra pari-ruolo e dunque MKG marca sempre l'ala piccola.
      Ora si deve vedere che effetto avrà questa nostra vittoria in garauno: se toglierà ai Bobcats l'entusiamo oppure se questo rimarrà inalterato. Comunque mi hanno fatto un'impressione clamorosa!

      Delete
  3. Infatti Barba bisogna fare molta attenzione a questi Bobcats è solo gara uno anche ho l'impressione che la tua esperienza e il saper giocare i momenti delicati siano i punti forti di questi Lakers.

    ReplyDelete