Sunday, December 16, 2012

A Los Angeles è già tempo di processi

Mike, abbiamo un  problema. Dopo i 113 punti subiti nella disfatta a New Orleans i Lakers d'antoniani tracollano anche ad Orlando, con un’altra imbarcata difensiva (115 caramelline amare). Dopo appena quattro partite, è già crisi. Sì perché, proprio come in Louisiana, anche in Florida stiamo costantemente sotto i 15 punti per tre quarti abbondanti, prima di una rimonta illusoria. E’ Hedo Turkoglu (17 punti, 10 assist) che sistema tutto con tre minuti da Arturo Toscanini dopo un'intera partita da direttore orchestrale della Scala. Mette Jameer Nelson piedi a terra per il tiro in sospensione del +5, imbocca Al Harrington che uccella Gasol, scarta il cioccolatino da tre dall'angolo a -1’48”, completamente libero, che ci affossa definitivamente. Finisce 115-105 ed è la nostra seconda  disfatta consecutiva mentre in tutto il palazzo, così come a New Orleans, rimbomba il coro “beat L.A, beat L.A.”. E Glen Davis, scottato dal mancato passaggio ai Lakers, demolisce Howard tanto quanto J.J.Reddick (21 punti, 4/6 nelle bombe, anche lui era destinato a L.A.) crivella Nash. Abbiamo un legggggerissimo problema in difesa.
Intanto da Minneapolis rimbalza la notizia di un altro grave infortuinio per Ricky Rubio che perderà l'intera stagione per la rottura del tendine d'Achille.

5 comments:

  1. Intanto, peccato per Rubio...toglierà un po' di competizione e di qualità ad ovest, visto che Minnesota è una bellissima squadra.

    Se la difesa fa acqua, il problema non è Mike D'Antoni (che di problemi ne sta affrontando parecchi in quel di L.A.), ma i suoi coach profiles. Però tu sei l'allenatore "vero", dunque vai a correggere i coach profiles con settaggi più consoni al tuo stile e vedrai che tutto si sistema. È questo che fa la differenza tra l'umano e la CPU.

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    1. Infatti l'infortunio di Rubio è un gran peccato: tra l'altro, se lo si va a sommare all'infortunio reale dell'anno scorso, fanno praticamente due campionati fuori.

      Il fatto è che il coach profile di D'Antoni l'ho già ritoccato. E' una questione di diversi punti:

      a) I Vannwolfhawks playbooks rendono gli attacchi degli avversari un rebus molto difficile da risolvere. Si adattano ad ogni situazione. Blocchi, doppi blocchi, tagli, esecuzoni perfette e sempre varie.

      b) Gli overall dei Lakers sono la loro controparte reale attuale. Ora le devastazioni di Howard sono nettamente calate, fa al massimo un paio di dunk a partita (mentre nel Primo Mondo ne tirava giù 7-8 violente a volta) e non è devastante come prima. Gasol è nettamente downgradato.

      c) i punti a + b messi insieme uniti al fatto che dobbiamo completamente trovare il nostro ritmo, il nostro "respiro comune". Per ora stiamo solo tossendo!

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  2. Certo, il fatto di non aver ancora trovato la chimica giusta conta. Tra l'altro, Nash+Bryant vanno gestiti in maniera perfetta, altrimenti il rischio di non avere difesa sul perimetro è grandissimo.
    Comunque questa squadra resta sempre favorita nella corsa al titolo per talento e presenza dell'umano...

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  3. @Alp

    C'è anche un altro punto, da sottolineare. Ora alcuni giocatori, tra i quali proprio Nash, ma anche Gasol si stancano presto. Nash dopo 7-8 minuti ha già il simbolo rosso e deve essere sostituito, dunque lui va proprio gestito con il bilancino anche per via della stanchezza. Se nel Primo Mondo eravamo i favoriti numeri uno, ora siamo nel novero delle favorite. Tra l'altro nel Primo Mondo abbiamo sì vinto, ma potevamo andar fuori contro gli Oklahoma City Thunder (tre supplementari, arrivi in volata agli ultimi secondi) e in Finale contro i Bulls non so come sarebbe andata a finire se ci fosse stato Noah fin dall'inizio, o se Jamison non avesse indovinato la partita della vita in garasei (Chicago, in rimonta da 0-3 a 2-3, se avesse vinto game six avrebbe poi vinto anche il titolo in garasette, sicuro).

    Dunque, avendo vinto a fatica con il roster del Primo Mondo dove Howard distruggeva tutto, dove non c'erano i Vannwolfhawks playbooks e dove la CPU, spesso, attaccava ad cazzum, ora con gli avversari totalmente rivoluzionati dai Vann's, dai Coach Profile ottimizzati e da una intelligenza di attacchi (e di difesa) nettamente superiori, non sarà certo facile andare a rialzare il Larry O'Brien Trophy.

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  4. Non sarà facile, ma la tua squadra parte comunque favorita. Il talento è elevatissimo ed i limiti fisici eventuali vanno arginati attraverso la classe e l'esperienza (ed anche attraverso la tua presenza).
    È inutile nascondersi o fare previsioni ora, ma la tua squadra non parte tra le favorite, è LA Favorita (al massimo assieme a Miami). Che poi l'evoluzione del campionato possa cambiare questo status ci può stare, ma ai nastri di partenza tutti si rivolgono verso la sponda buona di L.A. quando si parla di favoriti.

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